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Presentato a Catanzaro il libro “Catanzaro… sotto le stelle del ’43”

CATANZARO – Si è tenuta ieri  presso la sede del Comando Militare Esercito “Calabria” alla presentazione del libro “Catanzaro… sotto le stelle del ’43 – Venti di guerra sulla città” scritto dal Prof. Nando Castagna, dell’Associazione Culturale “Calabria in armi”. Presenti  il Direttore regionale dei Vigili del Fuoco Ing. Claudio de Angelis ed in Comandante di Catanzaro, Ing. Felice Di Pardo.

Il libro affronta le tematiche relative alla Seconda Guerra Mondiale con particolare attenzione ai fenomeni bellici che hanno interessato la Regione Calabria.

”Anno Domini 1608” per l’iniziativa “Leggere Insieme” del Comune di Crotone

CROTONE – Un libro coraggioso quello della scrittrice Gabriella Latini presentato stamattina nella casa comunale nell’ambito dell’iniziativa ”Leggere Insieme” promosso dall’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Crotone.

A sfogliare le pagine di ”Anno Domini 1608”, insieme all’autrice, gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore ”Guido Donegani” e dell’ITC ”Lucifero” accompagnati dalle docenti Maria Ruggiero e Maria Antonia Schirripa.

Ad accoglierli il Vice Sindaco ed Assessore alla Pubblica Istruzione Anna Curatola. ”Leggere insieme” e’ un percorso che l’amministrazione ha messo in campo per stimolarvi a tirare fuori i vostri dubbi ma anche per dare sostegno alla vostra crescita ed alla vostra sete di conoscenza ed oggi incontriamo una autrice ed un libro che ci aiuta in questo cammino” ha detto il vice sindaco Anna Curatola introducendo la giornata.

Un libro coraggioso si e’ detto ”Anno Domini 1608”.

Coraggioso per l’argomento, la storia della Monaca di Monza; per il confronto con Alessandro Manzoni che di questa storia ha parlato nel suo romanzo piu’ famoso ”I Promessi Sposi”; per il linguaggio scelto, quello del 1600, attraverso la minuziosa ricerca storica compiuta dall’autrice anche con supporto dei documenti processuali dell’epoca.

Ma mentre Manzoni rispetto alle vicende della Monaca di Monza fa soltanto intuire, Gabriella Latini con il suo libro apre completamente al lettore le porte sul dramma di una donna costretta a quattordici anni di clausura. Una storia d’amore, ma anche di violenza, di sopraffazione. Una storia che accende una luce sul buio su un secolo di oscurita’.

Il prossimo 10 gennaio al Marca Maria Primerano presenta “L’anello stregato di Mozart”

CATANZARO – Sarà presentato il prossimo 10 gennaio presso il Marca di Catanzaro, “L’anello stregato di Mozart” (Tullio Pironti editore, Napoli), di Maria Primerano, un divertente carosello che indaga, attraverso l’epistolario della famiglia e le opere di Mozart, la personalità del genio di Salisburgo in relazione alla società del suo tempo.

In una serata magica in cui nulla sarà lasciato al caso, e supportata dalla FIDAPA con lapresidente Giulia Audino, l’autrice, intervistata dal noto giornalista di RAI 1 Alberto Matano, ripercorrerà insieme ai suoi ospiti ogni variante in cui illibro è declinato, tra ironia e comicità, sensualità e trasgressività, nella formula del divertissement,  appunto, scelta da ella stessa come leitmotiv dell’intero lavoro. Un evento, quello che si terrà al Marca, realizzato grazie al contributo della Provincia di Catanzaro che, nella persona del presidente Wanda Ferro, ha voluto sostenere l’iniziativa; anche il maestro orafo Gerardo Sacco ha risposto alla richiesta specifica e originalissima dell’autrice, ridisegnando e realizzando in esclusiva l’anello stregato posseduto da Mozart, disegno riportato sulla copertina del volume e dal chiaro riferimento al titolo del libro.

Tanto è stato detto, infatti, su Wolfgang Amadeus Mozart, l’enfant prodige che a quattro anni già suonava e a cinque componeva, ma c’è dell’altro, riconducibile forse proprio all’anello fatato, di cui già scrisse Stendhal in un’appassionata monografia.

 

Pensare agli altri/ Raccolti fondi per la fibrosi cistica, la delegazione di Soverato ringrazia con Madre Teresa di Calcutta

SOVERATO (CZ) –  «Noi a Natale ci preoccupiamo di cosa mangiare, questi ragazzi invece pensano a sopravvivere: dobbiamo aiutarli e non farli sentire soli», la frase di Don Michele Fontana ha commosso quanti sono affetti dalla fibrosi cistica e le loro famiglie. Il parroco della Parrocchia ‘Santa Maria della Pace’ di Satriano Marina (Cz) ha devoluto, alla Delegazione di Soverato della ‘Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica’, il ricavato del suo ultimo libro, Faithbook, venduto in occasione della sua presentazione. Al gesto di solidarietà si è unito anche Don Alessandro Carioti: ha offerto gli incassi del suo volume Alla scuola del Risorto, venduto nella stessa serata. Grazie ai due preti, sono stati raccolti 811 euro che finanzieranno la ricerca su questa malattia genetica. Al di là dell’aspetto economico, quanti ne soffrono hanno sentito la vicinanza e l’affetto. La responsabile della delegazione di Soverato, Francesca Mandaliti, ringrazia commossa i due parroci: «non vogliamo usare le solite parole che si usano in questi casi, ma vogliamo citare una frase della Beata Madre Teresa di Calcutta “Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che avete donato o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi, da un capo all’altro del mondo”».

 

 

Rita Paonessa

“Vento Noir”: la Provincia omaggia i visitatori del Festival del Giallo

COSENZA – Ottimo risultato quello raggiunto dal primo Festival del Giallo organizzato nella città di Cosenza con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale, conclusosi ieri sera con l’incontro all’Auditorium “Guarasci” dell’attore Giampaolo Morelli protagonista delle fiction “L’ispettore Coliandro” e “La donna della domenica”.

Più di 2000 visitatori infatti hanno varcato la soglia del Palazzo Prefettura a piazza XV Marzo per partecipare ai diversi lezioni, dibattiti, presentazioni e incontri letterari organizzati con scrittori italiani e stranieri, attori e addetti del settore e, perché no, visitare la mostra dedicata al 50esimo compleanno del celebre e amato Diabolik.

Il tributo che la Provincia ha voluto offrire alla cultura del genere noir, molto apprezzato e diffuso a livello nazionale si è tradotta anche nella pubblicazione di antologia di racconti patrocinata dall’ente , dal titolo Vento Noir, curata dalla giornalista Cristina Marra e edito dalla casa editrice Falco di Cosenza.

L’antologia è stata presentata – e distribuita in omaggio ai presenti  – lo scorso sabato nel corso di un incontro cui hanno preso parte, oltre alla curatrice, l’editore Michele Falco, l’Assessore alla cultura della Provincia di Cosenza, Maria Corigliano e alcuni degli autori, che hanno raccontato come i loro racconti si raccordano alla tematica del “vento” richiamata appunto dal titolo del libro. Un viaggio lungo luoghi e atmosfere tinte dalle fosche trame del mistero, da Firenze a Reggio Calabria, lungo racconti intricati in cui il vento – scirocco, tramontana, e così via – si insinua nelle vicende, le aggroviglia o le risolve assumendo sempre e comunque un ruolo principe nella soluzione dei racconti. A raccontare l’apporto dato a questa pubblicazione, e spesso quello che è stato il primo approccio con il genere noir, gli scrittori Patrizia Debicke van der Noot, Diego Zandel, A. Cinzia Marra, Filippo Ambroggio, Enzo Restivo, Assunta Morrone; presente anche Andrea Carlo Cappi, padrino della manifestazione.

Nello stesso pomeriggio in cui è stato protagonista Vento noir, la Sala degli specchi ha ospitato una kermesse del giallo tutta al femminile, con Alessia Gazzola, autrice di “Un segreto non è per sempre” (Longanesi) e Margherita Oggero, autrice di”Provaci ancora Prof”(Mondadori) portato in tv con il volto di Veronica Pivetti, con largo seguito.

Il programma di sabato si è concluso con un incontro dal titolo indagando su “La città di provincia nella fiction televisiva”, talk show con l’attore Guido Caprino interprete della fiction tv “Il Commissario Manara”.

Nella giornata di domenica, prima del gran finale con Morelli, la manifestazione ha ospitato altri importanti eventi come la rivelazione della misteriosa identità del celebre Johnny Rosso, autore dei “Super brividi Mondadori” e il riconoscimento alla carriera a Luigi Pellegrini, storico editore di Cosenza.

 

 

Giovanna M. Russo

 

Al Parco degli Enotri la presentazione del nuovo libro di Spadafora e Veltri

MENDICINO (CS) – Nell’ambito del programma Scrittori al Parco degli Enotri sabato 20 ottobre p.v. alle ore 17.00 il Centro Eventi della Fondazione Carical (Contrada Rosario – Mendicino) ospiterà un incontro culturale dedicato alla presentazione di un libro di due autori cosentini, Santo Spadafora e Massimo Veltri. “Si tratta di un viaggio reale e metaforico nella nostra Sila – afferma il Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo, che sarà presente alla manifestazione programmata e organizzata dal Gruppo Rubbettino assieme a Raffaele Perrelli, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, all’editore Florindo Rubbettino e agli autori – Il libro, infatti, è intitolato Sull’Altopiano. Non è però la Sila che conosce il grosso pubblico, quella dei luoghi più rinomati e più frequentati anche dai turisti. La Sila di Spadafora e di Veltri è spesso fatta di cose abbandonate: case, vecchie baracche che il tempo ha trasformato quasi sempre in ruderi cadenti. Perciò, sono cose della memoria, che sollecitano un viaggio nel passato per ricostruire usi, costumi e abitudini di vita, vicende individuali e collettive. E gli autori sanno fare parlare le cose che, grazie alla loro sensibilità, diventano eloquenti testimoni di un’epoca che non c’è più”.

Leggevamo quattro libri al bar

locandina lettura libriCOSENZA – Sono stati decisamente più di quattro i libri letti al bar Kosenza caffé di via Panebianco nell’ambito dell’iniziativa realizzata dalla libreria “Al libro salvato” della cooperativa sociale Le Serre e dall’associazione Orione no profit.

Il bar come luogo di ritrovo per un pomeriggio all’insegna della letteratura e della riscoperta delle relazioni. Un’occasione per raccontare e raccontarsi attraverso un libro, riassaporando la voglia di stare insieme. Da Italo Calvino con Se una notte d’inverno un viaggiatore a Erri De Luca e il suo Sulle tracce di Nives, passando per autori stranieri come Flaubert e Borges, senza trascurare l’indimenticabile Piccolo principe di Antoine de Saint- Exupéry. Pagine di letteratura e di arte, ma soprattutto ricordi, emozioni, avventure che hanno spinto i partecipanti a leggere e condividere con i presenti brani dei loro autori preferiti o di opere che hanno in qualche modo lasciato traccia nelle proprie esperienze di vita. Un susseguirsi di voci e di parole che hanno fatto scorrere con tranquillità le ore passate insieme.

O forse sarebbe meglio dire con lentezza, con quel ritmo rilassato che assume il tempo quando ci si decida a se stessi e alla propria anima. Un tempo che sembra perduto nella frenesia degli impegni quotidiani e che con questo tipo di iniziative cercano di recuperare gli aderenti a L’Arte del Vivere con Lentezza Onlus, che per il sesto anno consecutivo organizza in tutta Italia questo reading di lettura a voca alta “Leggevamo quattro libri al bar”.

Cosenza infatti costituisce solo un tassello di una più ampia rete di adesioni a livello nazionale: da Catania a Bergamo sono stati quasi 40 i luoghi che hanno ospitato questa iniziativa, replicata non solo nei bar ma anche in ospedali, case di riposo, asili, scuole, case editrici, uffici, luoghi di lavoro, carceri, campi nomadi, autobus di linea e in ogni luogo in cui la fantasia e la voglia di leggere ha trovato migliore collocazione. Modalità simili di svolgimento che diventano uniche se analizzate dal punto di vista dei libri letti, dei lettori coinvolti, delle emozioni trasmesse. La dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che la velocità e il progresso delle nuove tecnologie non riescono ad appiattire il gusto per la conoscenza e la lettura. Anzi ai nostalgici del libro stampato si sono affiancati i fanatici dell’ebook, richiamati dalla comune passione per la letteratura.

Mariacristiana Guglielmelli

“Il Divino nell’arte contemporanea” – Oggi, con Vittorio Sgarbi, inaugurazione della mostra al Museo dei Brettii e degli Enotri

museo dei brettii e degli enotriCosenza – Sarà inaugurata oggi 27 settembre presso il Museo dei Brettii e degli Enotri (Complesso di Sant’Agostino), la Mostra “Il Divino nell’arte contemporanea” alla presenza del noto critico Vittorio Sgarbi che al tema ha recentemente dedicato un libro, “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”, che verrà presentato nell’occasione.

L’inaugurazione si terrà alle 18,30 anziché alle 17,00 come precedente comunicato: la mostra, curata da Roberto Bilotti, con la collaborazione di Giovanni Intra Sidola sarà aperta alle 20,00 e  rimarrà visitabile fino al 14 ottobre.

Tre gli espositori cosentini: Maurizio Orrico, Adele Ceraudo (di cui Sgarbi pubblica due opere nel suo libro) e Niccolò De Napoli, che hanno partecipato all’ultima edizione della Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi.

Gli orari del Museo: da martedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30
Sabato e domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30
Dal 1 ottobre l’orario pomeridiano viene anticipato di un’ora: dalle 15,30 alle 18,30.
Il Museo resta chiuso di lunedì.

Vito Teti presenta a Vibo il suo nuovo libro “Il patriota e la maestra”

VIBO VALENTIA – Verrà presentato martedì 2 ottobre alle 17,30 a Palazzo Garibaldi la nuova opera di Vito Teti “Il patriota e la maestra – La misconosciuta storia d’amore e ribellione di Antonio Garcèa e Giovanna Bertòla ai tempi del Risorgimento” (Quodlibet, 2012). Con l’autore intervengono Luigi M. Lombardi Satriani e Alfonsina Bellio, coordina Gilberto Floriani, letture di Alberto Micelotta. Teti è ordinario di Etnologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, ha fondato e dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo. Grande studioso delle tradizioni popolari della Calabria, ha pubblicato diversi volumi e collaborato con altri autori tra i quali Silvestro Bressi. Questo libro di Teti è l’invito al viaggio nel tempo e nello spazio, da compiere seguendo le vicende dei due eroi della storia, il patriota e la maestra. Come si evince dalla prefazione di Maurice Aymard « Il grande merito di Vito Teti è quello di restituire loro oggi, un secolo e mezzo dopo, il posto di attori, di testimoni e di esempi forse più rappresentativi di molti attori di primo piano da tempo selezionati e privilegiati dalla tradizione storiografica». L’episodio centrale viene fornito dall’incontro tra un uomo e una donna nati a ventitré anni di distanza. Lui, nato nel 1820 in Calabria, a San Nicola di Vallelonga, ha alle spalle sia l’esperienza delle lotte del Risorgimento nel Regno di Napoli, sia quella delle guerre degli anni 1859-1861, combattute nell’esercito sardo e poi accanto a Garibaldi. Lei, nata nel 1843 in Piemonte, a Mondovì, lo sposa a diciotto anni. L’autore stesso ha ripercorso le tappe dei Garcèa da Sud verso Nord, per comprendere dall’interno i loro viaggi e il loro modo di situarsi nel tempo e nello spazio arrivando ad affermare:« Questo viaggio nel Risorgimento calabrese e meridionale è stato anche un viaggio nel mio Risorgimento: parte, infatti, dalla mia “piccola patria” di origine per incontrare quella che da bambino ho conosciuto e amato come la mia grande patria».

Caso Marlane, presentato il libro all’Università della Calabria

COSENZA – «I medici mi avevano mandato a casa, ero finito…», non riesce a parlare Luigi Pacchiano. Poi riprende: «ma in quel momento ho avuto la forza di lottare non solo per me, ma per gli altri, per i morti. Questo fatto ci deve insegnare a lottare, a non farsi calpestare». Luigi Pacchiano è l’operaio della Marlane che nel 1996 ha denunciato lo stabilimento tessile di Praia a Mare per danno biologico. Insieme a lui, Francesco Cirillo e Giulia Zanfina hanno presentato il loro libro sulla vicenda, Marlane: la fabbrica dei veleni, all’Università della Calabria. L’iniziativa è stata promossa dal Partito dei Comunisti Italiani, «per riprendere le lotte e ripartire dal basso», chiarisce il segretario provinciale, Giovanni Guzzo. Sono intervenute, inoltre, Rossella Morrone e Laura Corradi.

 

Il processo alla Marlane

Nel libro si legge che Luigi Pacchiano «ha creato i presupposti per le indagini» sullo stabilimento tessile dei Marzotto. L’inchiesta è stata avviata più di dieci anni fa dal pm Antonella Lauri della Procura di Paola. Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per tredici ex responsabili e dirigenti accusati, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro ambientale, per la morte di decine di operai e le patologie tumorali di altri ex lavoratori – che sarebbero state causate dai vapori della tintoria – e lo smaltimento illecito di rifiuti tossici.

Il processo è iniziato il 19 aprile 2011, ma il dibattimento non è mai cominciato: in un anno si sono susseguiti sei rinvii. Nell’ultima udienza è stata battaglia per l’ammissione delle parti civili. «Gli avvocati della difesa, tra cui Ghedini, – afferma Cirillo – cercano sempre cavilli per far scattare la prescrizione».

Intanto, nel 2004, la fabbrica di Praia a Mare ha chiuso: produzione delocalizzata.

 

Da Rivetti ad oggi: la ricostruzione di Francesco Cirillo

Francesco Cirillo parte dagli anni ’50 quando il Conte Rivetti – «con soldi dello Stato» – costruisce due fabbriche tessili, a Maratea prima e a Praia a Mare poi. «Anche un giornalista del calibro di Montanelli – fa sapere Cirillo – scriveva che prima dell’arrivo di Rivetti, in Calabria, vivevano come venti secoli fa». Il mediattivista sottolinea che gli operai lavoravano e producevano tanto.

Negli anni ’80 – «con soldi dello Stato» – subentra il gruppo Marzotto. A questo punto del suo racconto, Francesco Cirillo enumera i punti critici emersi: l’uso di prodotti che hanno causato la morte degli operai – «la Procura ne ha accertati una cinquantina, ma noi pensiamo siano molti di più. E’ molto difficile raccogliere i dati, noi siamo andati casa per casa» – la mancanza di misure protettive per gli operai, i sindacalisti a capo delle piccole imprese dell’indotto, i rifiuti sotterrati sotto la fabbrica o smaltiti illecitamente.

Cirillo, quindi, passa in rassegna i passaggi che hanno portato al processo in corso e le proteste per chiederne l’inizio effettivo. «Nell’ultimo sit-in eravamo in pochi. Alla Thyssen erano in mille, all’Ilva c’erano tutti gli studenti. Purtroppo, in Calabria, non riusciamo a riunirci».

 

Luigi Pacchiano, la memoria storica

Ha lavorato alla Marlane Luigi Pacchiano. «Io posso raccontarvi delle condizioni interne», esordisce. Racconta che, nello stabilimento di Praia a Mare, l’ambiente era unico, non c’erano divisioni tra i reparti, quindi i vapori della tintoria raggiungevano tutti. «C’erano polveri, cattivi odori, vapori, noi dicevamo: ‘c’è nebbia in Val Padana’». D’estate, con 40° di temperatura, ricorda di come dovessero uscire fuori per respirare. «Non ho mai visto un medico – puntualizza – mai una visita ispettiva. Non usavamo né guanti né mascherine né cappelli». Alla domanda sui sospetti degli operai circa la possibile nocività dei vapori, risponde: «ci dicevano che era solo cattivo odore. In più, strappavano le etichette».

Luigi Pacchiano va indietro nel tempo. Al 1973, quando muoiono i primi due operai – «il primo aveva trentacinque anni». Al 1993, quando gli viene diagnosticato un tumore contro cui combatte ancora oggi – «sono stato trentacinque volte sotto anestesia». Allo spostamento di postazione negato. Al riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL. Alla sua lettera di licenziamento e alla denuncia dell’azienda per danno biologico. All’impegno per il coinvolgimento degli altri lavoratori nella questione Marlane. Luigi Pacchiano racconta ai presenti la sua storia. Per un attimo non riesce a parlare, mentre rievoca il giorno in cui i medici lo mandarono a casa: «ero finito… ma in quel momento ho avuto la forza di lottare non solo per me, ma per gli altri, per i morti. Questo fatto ci deve insegnare a lottare, a non farsi calpestare».

 

L’appello di Giulia Zanfina

La documentarista fa riferimento all’intervista fatta a Francesco Depalma nel 2010 e trascritta nel libro. L’operaio, ora scomparso per il cancro, aveva rivelato di aver sotterrato «il rimanente del rifiuto del colore» nel terreno della Marlane perché – aveva spiegato – «se non lo facevi tu, lo faceva un altro, in quelle condizioni dovevi farlo per forza».

«Ci aspettavamo che la nostra inchiesta fosse acquisita come prova in quanto Francesco non c’è più – dice Giulia Zanfina – faccio qui questa richiesta».

 

 

Rita Paonessa