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Mendicino, in scena la storia di Luigi, l’immigrato che sempre ti penza

luigiMENDICINO (CS) – Una storia antica ma nuova. Una storia di dolore, forza, voglia di riscatto quella di “Luigi che sempre ti penza” quarto spettacolo della rassegna “Sguardi a Sud” andato in scena presso il teatro comunale di Mendicino. Luigi è un gastarbaiter, un “lavoratore ospite” emigrato in Germania. Un racconto corale, la storia di uno che racchiude quella di tanti costretti ad emigrare per lavorare e poi ritornare in patria vittoriosi. Luigi il siciliano parte portando con sé valigie che racchiudono ricordi, sentimenti, voglia di un futuro migliore. Racconta di sé, delle sue giornate di lavoro che fruttano 600 lire a ora, di un lavoro duro ma onesto «che arriva a vagonate che uno non ha tempo di pensarci». Le lettere alla moglie Giuseppina e ai figli Giuseppe e Gandolfo ardenti e velate di malinconia raccontano un matrimonio fatto di cose semplici, di passeggiate per le vie del paese, di baci appassionati, di figli che non comprendono appieno l’importanza dello studio per essere persone libere. luigi2Un Luigi ottantenne ci riporta al presente e all’Italia che oggi è sempre più terra  di immigrazione, l’isola felice di quei tanti disperati in fuga che approdano, la terra  che per quei tanti che trovano la morte a poche miglia dall’arrivo è solo un sogno irrealizzato. «Qui li chiamiamo extracomunitari, come se fossero extraterrestri. Ho capito che non c’è nessuna differenza tra noi e loro, perché ognuno è straniero nel luogo in cui nasce e vive».

Rita Pellicori

Mendicino, in scena la storia di “Luigi che sempre ti penza”

mario-sorbello-3MENDICINO (CS) – Domenica 27 novembre quarto appuntamento della rassegna teatrale “Sguardi a Sud”, con “Luigi che sempre ti penza”. “Luigi che sempre ti penza” di Luigi Borruso è la piecè più rappresentata dal 2007 riguardante il tema dell’emigrazione. Luigi è un contadino siciliano che come tanti negli anni 60 emigra in Germania.Tra realtà e fantasia Luigi narra all’interno della sua baracca le sue emozioni, i suoi desideri,il suo riscatto per un’identità migliore. Scrivendo alla sua famiglia narra la sua vita di emigrante,le sue fatiche per sbarcare il lunario e il desiderio di un futuro migliore per la sua famiglia lasciata in Sicilia.Ma soprattutto è un grido contro qualsiasi sopruso operato a chi ha bisogno del lavoro.Nell’epilogo allo spettacolo, poi, il vecchio Luigi si trova dinanzi alla nuova emigrazione ,giungendo alla conclusione che « ognuno è straniero del luogo dove nasce e dove vive. È pazzo chi considera il mondo piccolo piccolo, fatto a pizzuddicchia, a pezzettini, chiuso da fili spinati e muri alzati».