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Mancini: «Complimenti a Minniti per sicurezza e ordine pubblico a Roma e Milano»

«La giornata di sabato si presentava assai complicata per la sicurezza e l’ordine pubblico nel nostro Paese – così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista. E invece anche questa volta grazie al lavoro di prevenzione e di controllo delle forze dell’ordine definito dal ministro Marco Minniti sia a Roma (dove 27 capi di stato e di governo hanno celebrato i 60 anni dei trattati di Roma) che a Milano (dove ha fatto visita il Pontefice) tutto è filato liscio. Un plauso, quindi – ha continuato Mancini – al Ministro dell’Interno che ha aggiunto un altro successo ai tanti già collezionati nella sua esperienza al Viminale. E da calabrese – ha concluso Mancini – porre l’accento sull’operato positivo di un ministro calabrese è ancora più piacevole».

Metrotramvia, Mancini avverte: «L’Ati potrebbe rinunciare all’appalto»

COSENZA – Sulla questione della metrotramvia a Cosenza torna a parlare Giacomo Mancini, che da assessore della Regione Calabria ottenne l’allocazione sul Por dei 160 milioni di euro per realizzare l’opera. «Rumors sempre più insistenti riferiscono dell’intenzione dell’ATI aggiudicataria dei lavori della realizzazione della metrotranvia di Cosenza di rinunciare all’appalto. In effetti – continua Mancini- la Regione ha aggiudicato la gara da più di un’anno, nel febbraio 2016, ma dopo di allora le differenti visioni sul progetto con il comune di Cosenza hanno di fatto interrotto l’iter. Anche per scongiurare questo rischio – conclude Mancini- sarebbe auspicabile che si arrivasse in tempi rapidi ad un accordo tra le parti per portare a realizzazione un’insieme di opere che miglioreranno i collegamenti dell’area urbana e insieme avranno una ricaduta positiva sull’economia cosentina».

Mancini sulla metrotramvia: «Chiudiamo il teatrino e passiamo alle opere»

«Siamo al teatrino della vecchia politica».   È netto Giacomo Mancini che da assessore della Regione Calabria ottenne l’allocazione sul Por dei 160 milioni per realizzare la metrotramvia di Cosenza.

Come uscirne?

«Occorre che qualcuno all’interno di Palazzo dei Bruzi faccia comprendere al sindaco Occhiuto che nell’accordo quadro proposto dal presidente Oliverio sono inserite insieme alla metro anche altre opere importanti che possono migliorare la nostra città».

Eppure Occhiuto continua a manifestare contrarietà al progetto della metro. 

«Guardi sul tema Occhiuto ha fatto talmente tante piroette che è veramente difficile stargli dietro. Ed è un peccato perché così facendo si è perso il senso della portata positiva di alcune proposte migliorative. In ogni caso la sua ultima uscita è davvero ingiustificabile».

Si riferisce a cosa? Al fatto che il sindaco non si è presentato al tavolo convocato da Oliverio dicendo che non si fida del presidente della giunta? 

«Esattamente. L’espressione “non mi fido” è grave e inaccettabile. Le amministrazioni parlano attraverso atti pubblici e nell’accordo proposto da Oliverio sono scritti nero su bianco impegni chiari e tempistiche di realizzazione puntuali di tante opere utili per Cosenza. Rinunciarvi sarebbe un delitto perpetrato contro i cosentini.  Se Occhiuto non si fida chiami i cosentini a fare da garanti. Saremo noi cittadini a vigilare su quell’accordo e a garantirne la sua realizzazione».

Cosa fare adesso?

«Chiudere il teatrino e iniziare a prendere decisioni. Se Occhiuto vuole lasciare la città cosi come è basta che convochi il consiglio e si faccia votare la rinuncia a questi finanziamenti. Altrimenti … »

Altrimenti?

«Si sieda al tavolo con Oliverio. Del resto il suo mandato da Sindaco si avvia a conclusione. Ha la possibilità di essere ricordato non solo per luminarie e arredo urbano».

E sui finanziamenti per la metro?  

«Occorre vigilare sul loro corretto utilizzo. Sarebbe il caso di chiedere l’impegno al Ministro dell’Interno. Minniti sta lavorando egregiamente. Un impegno dei suoi uffici garantirebbe un controllo minuzioso affinché le risorse che potranno arrivare a Cosenza non foraggino le cosche. Quei soldi devono essere spesi unicamente per opere e servizi che migliorino la vita dei cosentini».

Una strada della Capitale intitolata a Giacomo Mancini

ROMA – Ci sarà una strada intitolata a Giacomo Mancini nella Capitale. Lo rende noto, con un comunicato, il figlio di Mancini, Pietro, presidente della “Fondazione Giacomo Mancini”, che ne ha ricevuto comunicazione dagli uffici del Campidoglio. «La delibera – si aggiunge nella nota – è stata assunta dalla Giunta capitolina nella seduta del 16 dicembre del 2016. Via Giacomo Mancini è stata individuata, secondo la delibera, la 119, nel quinto municipio di Roma Capitale-Quartiere Collatino, con limiti da via Prenestina a via Vittorino Colombo. La delibera è stata già trasmessa al Prefetto di Roma».

L’autostrada legata al nome di Giacomo Mancini

COSENZA – L’autostrada Salerno-Reggio Calabria resta legata a Giacomo Mancini, ex segretario del Psi e ministro dei Lavori Pubblici. Il leader socialista diede l’impulso per l’avvio dei lavori e la realizzazione dell’opera. «Nel 1964 – ricorda il figlio Pietro – il governo di centrosinistra Moro-Nenni, con ai Lavori Pubblici un ministro calabrese, il socialista Giacomo Mancini, decise di finanziare la costruzione di un’autostrada, che collegasse il resto dell’Italia alla Calabria, regione fino a quel momento considerata “l’Isola nella Penisola” o “la terza Isola”, perché gli aspri rilievi montuosi non permettevano di raggiungerla facilmente. L’autostrada fu completata nel 1972 – ricorda – 8 anni dopo l’avvio dei lavori, benché il tracciato prevedesse un territorio, geologicamente, complesso – per la scelta, strategica, dei progettisti e non certo sulla base di indimostrabili esigenze “clientelari”- e dovette superare le catene montuose del Pollino e della Sila, per interrompere l’isolamento, va sottolineato, di molti comuni, calabresi e lucani. Per accelerare i lavori e impedire che l’autostrada si fermasse a Eboli, come Cristo nel libro di Carlo Levi – dice ancora il figlio Pietro – il ministro Mancini superò le resistenze burocratiche, licenziando l’allora potente direttore generale dell’Anas, Giuseppe Rinaldi. Una dimostrazione, concreta, che, quando esiste la volontà politica, il Mezzogiorno non è destinato, a causa del destino, cinico e baro, a restare un cimitero di opere incompiute o ad attendere lustri, per interminabili quanti sterili discussioni, prima di vedere lo sviluppo e la modernizzazione, grazie a importanti infrastrutture. Se i tanti successori di Mancini – spiega – non manifestarono le stesse capacità, nel fornire ai tecnici le indicazioni politiche più opportune, e l’autostrada, da miracolo di ingegneria – con imponenti viadotti, in primis il viadotto Italia – ed esempio di esecuzione in tempi brevi, si è trasformata in un disastro di incuria e di abbandono, sarebbe, forse, opportuno chiamare in causa le responsabilità e le omissioni dei ministri, succedutisi nei decenni, trascorsi dal lontano 1972, alla guida del dicastero di Porta Pia». Pietro Mancini rievoca anche la pagina dolorosa degli attacchi subiti da suo padre. «Giacomo Mancini – dice – anche per aver dimostrato, in quella come in altre vicende, grinta, decisionismo e volontà di non narrare ma di fare, fu bersaglio di accuse false e diffamatorie. Che vennero montate dalla stampa di estrema destra, come hanno documentato stimati storici, ed utilizzate, anche da alcuni suoi “compagni”, per danneggiare, politicamente, un leader molto scomodo e avversato dai “poteri forti” dell’epoca». L’opera fu avviata nel 1962 alla presenza dell’allora presidente del Consiglio Amintore Fanfani e completata nel 1974 con l’apertura al traffico degli ultimi tratti.

Cosenza, Mancini: «Il bello (e il brutto) della nuova piazza»

«Finalmente a Cosenza dopo più di cinque anni, si torna ad inaugurare un’opera pubblica importante: piazza Carlo F. Bilotti. È una bella notizia per la città. E nonostante abbiano ragione i nostri consiglieri comunali ad evidenziare come manchi ancora il collaudato e che i lavori siano ancora lontani dall’essere ultimati, abbiamo di che rallegrarcene. E non lo facciamo perché siamo stati noi ad allocare i finanziamenti europei per realizzarla, ma perché con questa nuova piazza Cosenza migliora e diventa più bella. E quindi complimenti al Sindaco Mario Occhiuto.
E anche a quanti, prima, hanno pensato, proposto e progettato la nuova piazza (tutti naturalmente dimenticati nei discorsi ufficiali, del resto come diceva una mia prozia: “le origini (di chi parla) non te le devi scordare mai”)». E’ quanto si legge in una dichiarazione a firma di Giacomo Mancini. «E poco importa – aggiunge l’ex parlamentare – se piazza Carlo F. Bilotti è (o non è) la può grande della Calabria (tipico dei regimi dispotici e dei dittatori più vanesi celebrare il proprio ego, enfatizzando oltre misura le realizzazioni che inaugurano). E se sulle vele, sulla Giacomo Mancinipavimentazione, sulle luci ognuno ha il suo giudizio. È giusto così. Ed è scontato che non tutti siano d’accordo. Pur tuttavia su un punto tutti (ma proprio tutti) dovremmo essere d’accordo (ad iniziare da quei tanti cosentini che nella passeggiata del sabato pomeriggio prima di Natale si sono imbattuti nel taglio del nastro). Perché tutti sappiamo che è sbagliato pagare due volte lo stesso progetto (il secondo addirittura ad un ben noto studio professionale). Perché tutti sappiamo che è grave non aver garantito il salario alle maestranze e non avere saldato i conti a molti tra i fornitori. Perché tutti sappiamo che rappresenta un rischioso per le tasche dei cosentini non aver rispettato le procedure di rendicontazione tanto da essere passibili di sanzioni da parte della commissione europea. Insomma, per dirla semplice, il punto su cui tutti dobbiamo arrivare ad essere d’accordo a Cosenza è quello che efficienza e trasparenza devono assolutamente essere requisiti inscindibili e irrinunciabili per chi amministra la cosa pubblica. Se sei efficiente, ma non trasparente, non sei un bravo amministratore. Allo stesso modo non lo sei se sei trasparente, ma non efficiente. E su questo a Cosenza (e non solo a Cosenza) occorre fare ancora enormi passi avanti».

Una passione socialista, a Malito una serata in ricordo di Giacomo Mancini

MALITO (CS) – Domenica 18 dicembre 2016 alle ore 17:00 presso l’Auditorium “Peppino de Rosa” in Malito verrà ricordata, in occasione del centenario della sua nascita, la figura di un suo illustre figlio: Giacomo Mancini. Merita ricordare che la figura di Giacomo Mancini è costellata da numerose cariche politiche di primo piano.Ben dieci legislature alla Camera, dal 1948 al 1992. Per 44 anni protagonista di un meridionalismo convinto.Più volte Ministro, segretario nazionale del vecchio PSI e fautore dell’avvento di Bettino Craxi nel 1976, alla guida del partito socialista. Autonomista, nenniano, uomo di governo nel centrosinistra, fu Ministro della Sanità nel primo governo Moro,Ministro dei Lavori Pubblici nel secondo e terzo governo Moro e nel primo e secondo governo Rumor, diventando Ministro del Mezzogiorno nel quinto governo Rumor. Da Ministro della Sanità impose, tra l’altro, l’introduzione del vaccino antipolio Sabin. Il 23 aprile del 1970 divenne segretario del partito.Nel 1993 venne eletto sindaco di Cosenza. Un uomo attento ai fatti, un fondatore della politica moderna, un socialista vero che rappresentava la povera gente, il suo impegno era quello di rappresentare chi non ha. Parlava in modo molto diretto ed efficace senza astrusi astrattismi. Il suo meridionalismo non era piagnone ma operativo, combattivo e fondato sull’azione diretta con il chiaro intento di risollevare il sud. Un lottatore che è morto in piedi sul suo banco di lavoro. Un mito che aveva una idea innovativa del nuovo socialismo.La serata organizzata, dall’Amministrazione Comunale di Malito in collaborazione con l’Associazione “Le Ginestre” di Malito, sarà condotta da Brunella Galli che darà la parola per i saluti istituzionalial Sindaco di Malito Carmine Carpino ea Elena De Cicco Presidente dell’Associazione.Successivamente interverranno Franco de Rosa, Pino Iacino e Massimo Celani, che ricorderanno la figura di Giacomo come uomo e come politico. Alla manifestazione sono stati invitati tutti i Sindaci della valle del Savuto, i politici locali ed infine il Presidente della Provincia ed il Presidente della Regione.

Sersale, Mancini non è più l’allenatore

SERSALE (CZ) – Come un fulmine a ciel seren犀利士
o arriva l’addio di Renato Mancini dalla panchina del Sersale. Accordo consensuale per la separazione tra i giallorossi e il condottiero della prima, storica, promozione in D.

«L’Asd Sersale calcio 1975 ed il tecnico Renato Mancini si separano – si legge nel comunicato ufficiale del club del presidente Gallo -. Tra il tecnico e la società si è giunti ad una rescissione consensuale. A mister Mancini vanno i ringraziamenti da parte di tutta l’Asd Sersale per la grande professionalità e la serietà dimostrata, nonché per essere stato l’artefice della storica promozione in serie D. Auguriamo al mister le migliori fortune».

Infine la società rende noto che in attesa del nome del nuovo mister, la squadra giallorossa è stata affidata al vice Zangari. Ecco il comunicato del club:

Minniti al Viminale, e spuntano i nomi di Mancini e Galati in quota Ala

ROMA – Impazza il totonomi sulla squadra di governo di Paolo Gentiloni. Il Presidente del Consiglio incaricato è in procinto di sciogliere la riserva dell’incarico e di consegnare al Capo dello Stato Sergio Mattarella la lista dei ministri. Confermato ad horas lo spostamento di Alfano agli Esteri con Marco Minniti in pole position per prendere il suo posto al Viminale, così da liberare la delega ai servizi ambita da Luca Lotti. Maria Elena Boschi potrebbe invece ricoprire l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mentre Anna Finocchiaro dovrebbe prendere il suo posto al dicastero delle Riforme o ai rapporti con il Parlamento. Possibile promozione per Zanetti di Scelta civica e ingresso per i verdiniani al governo, sicuramente con posti di sottosegretariato. In questa ottica circolano i nomi di due calabresi di Ala: Giuseppe Galati e Giacomo Mancini. Non è ancora certa la nomina di Rossi Doria all’Istruzione al posto dell’uscente Giannini. Circola anche con insistenza il nome di Piero Fassino nella compagine di governo. Conferme per i ministri  Orlando, Padoan, Franceschini, Costa, Lorenzin e Calenda. In bilico Madia e Poletti. Lo schema non è definitivo e sono possibili cambiamenti dell’ultimo momento, riferiscono fonti parlamentari. Gentiloni intanto continua le sue consultazioni alla Camera dei deputati con le forze politiche di maggioranza e opposizione.

La figura di Giacomo Mancini nel ritratto del figlio Pietro

COSENZA – Un ritratto inedito della figura di Giacomo Mancini, dipinto dal figlio Pietro e per questo intimo, addirittura speciale. “Mi pare si chiamasse Mancini…”: il libro-pietro-mancini-2titolo del volume, edito da Pellegrini, prende spunto dalla frase di una intervista nella quale Albert Sabin, lo scienzato che scoprì il vaccino per la poliomelite, rivelò i retroscena della riunione all’Istituto Superiore di Sanità nella quale l’allora ministro ne decise la pratica obbligatoria, salvando migliaia di bambini dalla terribile malattia. Dal punto di vista privilegiato delle mura domestiche, Pietro Mancini,  offre uno spaccato avvincente e straordinario del grande leone socialista, delle vittorie e delle sconfitte politiche, delle esperienze di Governo elibro-pietro-mancini-4 di quelle alla guida del Partito, senza tralasciare i rapporti personali e l’attaccamento di Giacomo al Mezzogiorno ed alla città di Cosenza. Alla presentazione del libro sono tra gli altri intervenuti il giornalista e scrittore Sergio Dragone e Paolo Guzzanti, tra i protagonisti negli anni settanta del Giornale di Calabria, la testata editoriale diretta dall’indimenticato Piero Ardenti e voluta da Mancini per raccontare la Calabria al resto del Paese.