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Denunciati 14 Giovani Manifestanti per Blocco Ferroviario

COSENZA – Lo scorso 15 settembre 2012, presso la stazione ferroviaria di Rossano, per protestare contro la chiusura del Tribunale e la soppressione dei treni sulla tratta Ionica, si è svolta una manifestazione di protesta organizzata dal movimento denominato “Terra e Popolo” .

Sul luogo della manifestazione si sono radunate circa cento persone.

All’arrivo nella stazione del primo treno proveniente da Metaponto e diretto a Catanzaro Lido, alcuni protestanti si  sono riversati sui binari davanti al treno, occupandoli ed impedendo allo stesso di ripartire.

Dopo circa due ore il treno ha ripreso la corsa grazie all’opera di convincimento del personale della Polizia di Stato presente sul posto che, nel contempo, ha proceduto con l’identificazione degli occupanti della tratta ferroviaria.

La maggior parte dei manifestanti appartengono ai movimenti “Terra e Popolo”, al comitato “Le Lampare” di Cariati ed all’associazione “Skatafascia”, di Francavilla Marittima.

Successivamente, grazie alle riprese effettuata da operatori della polizia scientifica, sono stati individuati altri soggetti, che al momento non era stato possibile identificare, quali autori dell’occupazione dei binari, facenti parte dell’Unione degli Studenti di Corigliano Calabro e di un comitato di studenti provenienti da Cosenza.

Dopo gli accertamenti delle singole responsabilità, 14 manifestanti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di interruzione di pubblico servizio in concorso e inosservanza dei provvedimenti emessi dall’Autorità. 

Manifestazione “No alle trivelle sullo Jonio”

Riceviamo e pubblichiamo – POLICORO – Chilometri e chilometri di costa incontaminata che rischiano di essere deturpate irreparabilmente da trivelle pronte a sondare i fondali marini per cercare il cosiddetto “Oro Nero”. Rischi che corrono suolo e sottosuolo in ogni fase della filiera delle estrazioni: dall’esplorazione alla trivellazione, dalla lavorazione degli idrocarburi, ai conseguenti rischi per l’ambiente e per la catena alimentare dovuti all’uso di sostanze tossiche per le possibili perdite di fossili. Rischi che possono provocare persino fenomeni di abbassamento del suolo, di erosioni della costa e alluvioni. Puglia, Basilicata e Calabria, insieme per difendere il Mar Ionio, il Golfo di Taranto, terra dei fasti della Magna Grecia e che ha regalato al mondo contemporaneo i sogni di gloria di Pirro e della sua battaglia, nel cuore di Eraclea, i calcoli matematici di Pitagora, vissuto a Crotone e morto a Metaponto, le odi poetiche di Omero, che nella sua Odissea racconta di Ulisse, sedotto dalla Ninfa Calipso nell’isola di Ogigia, che la leggenda vuole siano i fondali della Secca di Amendolara. Multinazionali come la Shell e la Appenine Energy srl (ma le richieste sono arrivate anche da Eni, Northem Petroleum, Enel Longanesi) hanno inviato ai vari comuni della costa ionica e alle Regioni interessate, le relative istanze di VIA, d73 F.R. – SH, d74 F.R. – SH, d148 D.R. – CS, per la ricerca di gas e idrocarburi. Scelte energetiche di dubbia efficacia che contrastano nettamente con la vocazione di un territorio che ha regalato Cultura alle popolazioni antiche e suscitato il prestigio e l’onore di quelle moderne; un vero e proprio assalto al mare, alla sua biodiversità al suo impatto naturalistico, ma anche al turismo e all’agricoltura di queste terre, indispensabili fonti per l’economia delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia. Oltre 50 comuni che si affacciano sul Mar Ionio, da Castrignano del Capo (LE) a Calopezzati (KR), ben 3 Regioni, Puglia, Basilicata e Calabria e 6 Province (Matera, Potenza, Cosenza, Crotone, Taranto e Lecce), si sono dati appuntamento lunedì 17 dicembre a Policoro (MT), esattamente baricentrica tra le coste delle vicine Calabria e Puglia, per esprimere il loro fermo NO alle trivelle in mare con una grande manifestazione dal titolo “NO ALLE TRIVELLE SULLO IONIO … SALVIAMO IL NOSTRO MARE”. Relatrice della giornata, MARIA RITA D’ORSOGNA, fisico, professore associato presso il Dipartimento di Matematica della California State University at Northridge di Los Angeles, che illustrerà, tra l’altro, anche lo stretto nesso tra le trivellazioni e i fenomeni sismici. A margine della manifestazione i Sindaci ed i rappresentanti istituzionali, stipuleranno un Protocollo d’Intesa avente ad oggetto: “Azioni concordate al fine di scongiurare le trivellazioni petrolifere nel Mar Ionio”. Tra i sostenitori della manifestazione: FAI – Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace, Legambiente, WWF, Federparchi, OLA Ambientalista, ANCI, Coldiretti, Confagricoltura, C.I.A., Copagri, AMEA, sigle sindacali, scuole di ogni ordine e grado.

 

“No alle trivelle sullo Ionio…Salviamo il nostro Mare”

“Un vero e proprio assalto all’agricoltura delle nostre terre, ma soprattutto al nostro mare e alla sua biodiversità, al suo impatto naturalistico, al turismo, indispensabile fonte per l’economia delle nostre Regioni”. Concordano all’unisono i sindaci dell’arco ionico, alcuni dei quali intervenuti alla conferenza stampa indetta per la presentazione della manifestazione “No alle trivelle sullo Ionio…Salviamo il nostro Mare”, in programma il prossimo 17 dicembre a Policoro, in occasione dell’arrivo della prof.ssa italo-americana Maria Rita D’Orsogna, fisico, professore associato presso il Dipartimento di Matematica della California State University at Northridge di Los Angeles ed attenta conoscitrice della materia.

Presenti alla conferenza stampa, i sindaci o loro delegati dei Comuni di Nova Siri, Pisticci, Bernalda, Rotondella, Craco, e dei comuni calabresi di Amendolara e Rocca Imperiale. A fare gli onori di casa, il sindaco della Città di Policoro, che ha parlato di un “vero e proprio atto criminale da parte del Governo centrale”.

Il Programma della manifestazione:

Ore 9.30 – raduno in piazza Eraclea Policoro.
Ore 10.00 –LUNGA MARCIA “SALVIAMO IL MARE” partenza Corteo con sindaci e gonfaloni dei Comuni, Province e Regioni (c.so Siris/via Monte Bianco/via Bologna/via F. Tristano/Palaercole).
Ore 10.30 arrivo Palaercole;
Saluti Sindaco Città di Policoro.
Intervento –  prof.ssa Maria Rita D’OrsogNA.
Intervento – Coordinatore Movimento NO TRIV IONIO.
Interventi Istituzionali (Regioni/Province/Comuni).
Intervento referente delle associazioni agricole.
Intervento referente delle associazioni turistiche.

CONCLUSIONI – Stipula Protocollo d’Intesa delle istituzioni avente ad oggetto: “AZIONI CONCORDATE AL FINE DI SCONGIURARE LE TRIVELLAZIONI PETROLIFERE NEL MAR IONIO”.

Alla manifestazione del 17 dicembre parteciperanno:
tutti i sindaci dei Comuni della costa ionica, da Castrignano del Capo (LE) a Mirto Crosia (CS): Albidona, Amendolara, Cassano allo Ionio, Cerchiara Calabra, Corigliano C., Cropalati, Crosia, Francavilla Marittima, Montegiordano, Paludi, Plataci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, Rossano, Trebisacce, Villapiana, Alliste, Castellaneta, Castrignano del Capo, Galatone, Gallipoli, Ginosa, Leporano, Lizzano, Maruggio, Massafra, Morciano di Leuca, Nardò, Palagiano, Patù, Porto Cesareo, Pulsano, Racale , Salve, Sannicola, Taranto , Taviano, Torricella, Ugento, Nova Siri, Rotondella, Scanzano, Pisticci, Bernalda; Sindaci Area Programma “Metapontino Collina Materana”.
i Presidenti delle Province (Matera, Potenza, Cosenza, Crotone, Taranto, Lecce);
i Presidenti delle Regioni interessate (Calabria, Basilicata, Puglia);
Movimento NO TRIV IONIO – Fai Nazionale; Italia Nostra; Legambiente; WWF; Ola Ambientalista; Greenpeace; Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Copagri, AMEA, Altragricoltura, Federparchi, Anci; Scuole superiori I.T.G.C. TURSI, ITAS Marconia, Liceo Classico Pisticci, Liceo Classico Nova Siri, Liceo Pedagogico e Scientifico Montalbano Jonico, sindacati, parrocchie.

 

Ambiente: protesta di fronte cancelli ex fabbrica Marlane

Quest’oggi, a Praia a Mare, quasi un migliaio di persone è scesa in piazza a  protestare compatta dinanzi ai cancelli della ex fabbrica Marlane di Praia a Mare. La manifestazione ambientalista nasce con lo scopo di far leva sulla creazione di unac ommissione regionale che identifichi i terreni ed i fiumi da bonificare, oltre ad una indagine epidemiologica sugli abitanti che vivono in prossimita’ di siti inquinati, l’istituzione del registro dei tumori ed un registro dei tumori speciali per i bambini.

 

Appello per la manifestazione del 1° dicembre a Praia a Mare

Cosenza –  Il comitato per le bonifiche dei terreni, dei fiumi e dei mari sorto a Praia a Mare, fa appello a tutti i comitati contro le discariche, le biomasse e gli inceneritori, ai centri sociali ed ai sindacati di organizzare, ognuno nei propri territori, nel mese di novembre, iniziative di conoscenza e rilancio sul tema delle bonifiche, dei tumori, della sanità e dei veleni, in vista della partecipazione alla manifestazione regionale di Praia a Mare di sabato 1 dicembre.

Il concentramento è previsto per le ore 15 davanti ai cancelli della Marlane con interventi di operai e familiari delle vittime. Dalle 15,30 il corteo percorrerà il perimetro della fabbrica e dei terreni avvelenati. Come ad Amantea, il corteo vedrà avanti i cittadini, gli operai delle fabbriche avvelenate ed i comitati ambientalisti, chiuderanno il corteo i partiti ed i rappresentanti dei Comuni e delle istituzioni che vorranno aderire; si proseguirà poi all’interno del paese. La fine del corteo è prevista in piazza Italia dove faranno i loro interventi i rappresentanti dei comitati provenienti da tutta la regione.

La manifestazione si concluderà con una rappresentazione teatrale di Ulderico Pesce.

 

 

Temi della manifestazione:

per chiedere verità e giustizia per le vittime della Marlane di Praia a Mare;

per la bonifica dei terreni della sibaritide avvelenati dalla ferrite di zinco;

per la città di Crotone intossicata dai veleni della Pertusola;

per la bonifica della valle dell’Oliva di Amantea;

per le bonifiche dei terreni di Motta San Giovanni, Rossano (Bucita, Olivellosa),Cariati,San Calogero, Ciminà ,Palizzi e di tutte le discariche aperte e chiuse nelle vicinanze di cittadini;

per il potenziamento e l’apertura di reparti di oncologia;

per un’indagine epidemiologica di tutti gli abitanti nelle vicinanze di siti inquinati;

per l’istituzione del registro dei tumori;

per la riapertura delle inchieste sulle navi dei veleni.

Intervista a Giulietto Chiesa su crisi, futuro, media, Alternativa e Grillo

Giulietto Chiesa ha partecipato al convegno su crisi e politiche europee che si è tenuto a Pentone(Cz), presso il salone del Santuario di Termine. Lo abbiamo sentito su crisi, futur, media, Alternativa e Grillo.

Crisi e scenari futuri: solidarietà o guerra

Fatti e interpretazioni

Media e manipolazione

Grillo e Alternativa

 

 

 

A cura di Rita Paonessa

FOCUS/Crisi, politiche europee, futuro: un convegno a Pentone (Cz). Giulietto Chiesa ha chiuso la serata

PENTONE (CZ) – Crisi, politiche europee, debito e speculazione, futuro: se ne è parlato a ‘Famiglie in crisi: quale futuro per l’Italia?’. Il convegno si è tenuto a Pentone, in provincia di Catanzaro, presso il salone del santuario di Termine. Giulietto Chiesa [intervista] ha chiuso la serata. Prima di lui sono intervenuti Alberto Scerbo (docente Magna Graecia già direttore Osservatorio Giuridico Conferenza Episcopale Calabra), Vincenzo Falcone (docente universitario già segretario generale Comitato delle Regioni UE) e Sergio Basile (direttore ‘QuiEuropa’ – Osservatorio nazionale Politiche Europee). Dopo i saluti del sindaco di Pentone, Raffaele Mirenzi, ha introdotto il convegno Don Gaetano Rocca, rettore del Santuario e direttore diocesano Ufficio Pastorale del Lavoro e Problemi sociali. L’incontro è stato organizzato dal Santuario Madonna di Termine, in collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro (Dipartimento di Filosofia del diritto), QuiEuropa (www.quieuropa.it) e Comune di Pentone.

«Ce ne torniamo a casa arricchiti, ma ci avete dato troppe nozioni», interviene un uomo dal pubblico a fine serata. In effetti, i relatori hanno dato informazioni e dati, anche tecnici, di cui non si sente parlare spesso: sulle prime, orientarsi è difficile. Ma il sasso è stato lanciato. Per Don Gaetano Rocca non sono importanti tanto le risposte quanto le domande. Il rettore del santuario, nell’introduzione, ha fatto ricorso alla metafora, diffusa, della malattia e della cura: «la malattia è evidente e conclamata – ha detto – la terapia per risolverla è avvolta da una nebulosa che spazia tra ideologia e particolare formazione culturale». Tra gli altri, ha citato Ford: «È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».

L’elemento comune alle relazioni sembra essere stato il fattore tempo. E’ necessario agire in fretta. E’ necessario guardare al lungo termine per intravvedere gli esiti – catastrofici – della crisi attuale e trovare le relative soluzioni. E’ necessario pure guardare al passato. Per tentare di capire come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo, individuare le responsabilità, renderci conto di chi siamo e di chi possiamo essere. Dopo gli interventi dei relatori, i presenti hanno posto domande e condiviso riflessioni: il confronto è continuato.

 

Cambiamenti veloci e politica lenta, il caso Calabria – Mutamenti economici veloci, politica lenta nel rispondere: è il gap messo in luce da Vincenzo Falcone. Quanto all’Europa, per il professore, «la coscienza europea non si ottiene dall’oggi al domani e, anche se il percorso è ancora lungo, il processo è irreversibile». Falcone si è soffermato sulla Calabria, «la regione dove nulla si trasforma – ha detto – lo dico perché a causa di una classe dirigente che non sa guardare oltre il breve periodo ed è carente circa la conoscenza dei processi, cioè noi abbiamo una classe politica ignorante, che non conosce la storia della Calabria». Il professore ha snocciolato alcuni dati: accesso al credito inesistente, 70mila miliardi di vecchie lire messe a disposizione della Calabria, impatto degli interventi comunitari uguale a zero.

Politica, economia, Europa – Alberto Scerbo ha fatto il punto sull’Europa: una parola – secondo lui – dietro cui ci si nasconde («Si dice ‘ce lo ha ordinato l’Europa’, ma non so quante cose ci ha realmente ordinato l’Europa»). Per il docente, l’Europa politica non c’è: «un problema molto difficile è la sovranità degli Stati: perché si possa parlare di un organismo sovranazionale, è necessario che gli Stati facciano un’azione di abdicazione alla propria sovranità, ma questa abdicazione non c’è stata». D’altra parte, Scerbo ha sottolineato la prevaricazione dell’elemento economico: «l’economia è diventata il problema essenziale, muove la politica: politica e diritto sono arretrati e hanno messo davanti a sé l’elemento economico, usato per giustificare le scelte della politica e del diritto».

Debito e risposte europee (Fiscal Compact e Fondo salva Stati) – Sergio Basile ha analizzato debito pubblico e risvolti delle risposte europee. «In Italia il debito pubblico scoppia negli anni ’80 – ha spiegato – in trenta anni passa dal 60% al 125 %». Ha proseguito: «in parte è dovuto alla cattiva gestione politica, ma questo è vero solo al 10%, lo dicono i dati». Il direttore di QuiEuropa ha fatto, quindi, riferimento alla privatizzazione della Banca d’Italia (1992, Governo Amato), agli 80 miliardi di interessi passivi pagati ogni anno alle banche, alle agenzie di rating e ai loro “consigli” manipolati seguiti come diktat, ai 45 miliardi d’euro l’anno che dovremmo pagare per venti anni secondo il Fiscal Compact, ai meccanismi inquietanti del Fondo salva Stati. Fattori che hanno giocato e giocano un ruolo rilevante nel debito pubblico. «La mia non è una teoria complottista, sono dati pubblici, si trovano su internet», ha precisato Sergio Basile.

Crisi, pianeta e guerra – Giulietto Chiesa ha ampliato la prospettiva al pianeta e agli scenari futuri. Il giornalista ha spiegato che le risorse del pianeta (petrolio incluso) sono limitate, ma viviamo in un sistema – quello capitalistico – orientato a uno sviluppo illimitato. «Ma in un sistema finito di risorse, uno sviluppo infinito è impossibile». D’altra parte, paesi fino a ieri sfruttati – Cina, Brasile, America Latina, India, i cosiddetti BRICS – crescono velocemente. «Non siamo più al centro del mondo – ha detto – dovremo fare i conti con la necessità di diminuire i consumi. Per il presidente di Alternativa, proseguire con questo ritmo significa andare dritti verso la guerra perché «si dovrà andare a prendere le risorse dove ci sono». Perciò «non possiamo più crescere», è la conclusione di Giulietto Chiesa, in controtendenza rispetto al leitmotiv di questi tempi. Il giornalista ha fatto anche riferimento all’infinita produzione di denaro e a rifinanziamento delle banche fallite.

 

Rita Paonessa

Questione Calabria: a Catanzaro Camusso, Bonanni e Angeletti

CATANZARO – La «questione Calabria» non può più attendere. Lo abbiamo detto in mille occasioni e lo ripetiamo ancora: «La nostra regione è una bomba sociale pronta ad esplodere». E’ per questo che il 13 ottobre saranno a Catanzaro i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camuso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Sarà una manifestazione popolare per dire no a tutte le cose che non vanno nella nostra terra, come il precariato e la grave crisi dell’occupazione. Sarà anche l’occasione per portare alla ribalta nazionale la questione dei 5200 lavoratori Lsu e Lpu, per i quali il 2012 si è aperto (e si sta concludendo) all’insegna di ritardi e promesse non mantenute. «Da 15 anni – spiegano i segretari di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp, Antonio Cimino, Carlo Barletta e Gianvincenzo Benito Petrassi – i precari lavorano all’interno dei Comuni senza però alcun riconoscimento giuridico o pensionistico. E tutto questo è permesso dallo Stato. Se le stesse condizioni si dovessero verificare in un’azienda privata, lo stesso Stato apporrebbe i sigilli. In casa sua, invece, consente l’inaccettabile. Siamo arrivati al punto di non avere più fiducia in buona parte della nostra politica. E’ giunto il momento che le istituzioni si facciano carico delle loro responsabilità. Molti dei nodi da sciogliere dipendono dal Governo centrale, come lo sblocco delle assunzioni negli enti utilizzatori, l’assegnazione di un contributo straordinario per gli enti che intendono stabilizzare e, soprattutto, il riconoscimento dei contributi previdenziali, perché altrimenti queste persone non potranno mai andare in pensione pur avendo lavorato una vita per enti pubblici. La mobilitazione di sabato 13 è indispensabile per avviare un nuovo confronto fra Regione, Governo e Sindacati. Lsu e Lpu rappresentano un bacino di precariato che aspetta da troppo tempo e che necessita di una soluzione strutturale. La manifestazione del 13 ottobre (dopo gli scioperi del 24 maggio e 3 giugno) è l’ennesima richiesta rivolta al Governo e alla Regione Calabria, a voler ripartire da un tavolo nazionale con l’Esecutivo che abbia quale presupposto imprescindibile la reale volontà di porre in essere tutti gli strumenti necessari per una soluzione in positivo della vertenza che vede coinvolti migliaia di precari calabresi. Un tavolo, è bene ribadirlo, più volte promesso ma mai convocato. Un tavolo da cui dipende il destino non solo dei lavoratori di pubblica utilità e socialmente utili, ma anche quello degli altri lavoratori calabresi e in cerca di occupazione.

Contestato Delle Chiaie a Cosenza

Cosenza – In occasione della presentazione del libro “l’aquila e il condor” di Stefano Delle Chiaie, il movimento “Cosenza Antifascista” ha presidiato, per tutta la giornata a partire dalla mattinata, la sede del CONI di Cosenza, luogo della presentazione.

Alle 12 e 30, i cittadini e gli attivisti di Cosenza si sono concentrati in piazza Matteotti e hanno affisso alle porte chiuse della sede lo striscione “Zona Antifascista. Manteniamo pulita la città”, firmato Cosenza Antifà.

Stefano Delle Chiaie, autore del libro “L’aquila e il condor, storia di un militante politico”, è un esponente di estrema destra, ex militante del gruppo extraparlamentare Ordine Nuovo, nonché fondatore di Avanguardia Nazionale.

La rivendicazione della piazza in questa giornata è stata tutta mirata ad esprimere ferma contrapposizione ad  un evento di estrema destra. Circa 300 i partecipanti, hanno presidiato per 8 ore il palazzo.

Nel primo pomeriggio i manifestanti hanno subito una carica di alleggerimento da parte delle Forze dell’Ordine, dal reparto speciale della Celere di Vibo Valentia, e sono stati spinti al centro della strada. Rivendicando il diritto ad esprimere liberamente il proprio pensiero, il presidio è proseguito pacificamente fino alle 8 di sera.  Altre due cariche sono state registrate nel corso della giornata, ad opera della Celere, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, per fare indietreggiare tutti i partecipanti e consentire l’ingresso all’interno del CONI all’autore; durante i tafferugli un uomo è stato colpito, è caduto a terra ed è stato soccorso dall’ambulanza pochi minuti dopo.

«Picchiatore, torturatore, fascista», così è stato definito Stefano Dalle Chiaie, in più di un intervento al megafono da parte di alcuni manifestanti, «Cosenza ha una storica tradizione antifascista, la porteremo avanti sempre», hanno poi aggiunto. Tra canzoni e cori il sit-in ha continuato ad informare i passanti sul motivo della protesta, riguardo alla figura di Stefano Delle Chiaie e ai suoi percorsi politici, vicini a regimi autoritari.

È stato interrotto il traffico per tutto il pomeriggio da parte delle Forze dell’Ordine, creando così ampio disagio alla cittadinanza.

Alle 8 di sera è partito un corteo spontaneo che ha raggiunto il comune, per proseguire in seguito lungo il corso pedonale del centro città.

Il messaggio inviato dalla Cosenza Antifascista voleva raggiungere non solo le orecchie di Stefano Delle Chiaie, a cui non è stato impedito di svolgere la sua presentazione, ma anche a tutti i cittadini di Cosenza, perché non restassero ignari di quello che è stato considerato «un oltraggio alla città, oltre che alla Costituzione Italiana».

Il sindaco Mario Occhiuto, giunto in piazza nel pomeriggio, ha mantenuto una posizione intermedia tra i manifestanti, le Forze dell’Ordine e gli organizzatori dell’evento, invitando a tenere atteggiamenti civili e democratici.

Delfina Donnici