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Teatro d’aMare; “Giangurgolo, principe di Danimarca”

foto cecilia vaccari 3TROPEA – Torna la commedia al Teatro del Porto di Tropea. “Giangurgolo, principe di Danimarca” è il quinto spettacolo della rassegna “Teatro d’aMare”, curata da Laboart e Libero Teatro, con la direzione artistica di Max Mazzotta e quella organizzativa di Maria Grazia Teramo. Sarà proprio uno spettacolo di Libero Teatro, diretto da Max Mazzotta, quello che andrà in scena martedì 9 agosto a partire dalle 21.45.

Dopo i testi di Saverio La Ruina per Dissonorata e quello di Ciro Lenti per Mio cognato Mastrovaknic, arriva la riscrittura di uno degli spettacoli più importanti della storia del teatro ovvero l’Amleto di William Shakespeare. Max Mazzotta non solo si cimenta nella riscrittura del Bardo ma lo mescola con la maschera calabrese di Giangurgolo. Uno spettacolo decisamente esilarante così come hanno stabilito applausi e risate del pubblico nelle altre repliche andate in scena negli ultimi due anni.

In scena Francesca Gariano (Giangurgolo), Stefania Mangia (Zio Pantalone), Francesco Aiello (Bruzio e Dottor Pollone), Paolo Mauro (Taliano e Spettro) e Graziella Spadafora (Ofella e Pancrazio). Completano il cast l’Aiuto regia e organizzazione di Iris Balzano, i costumi di Merusca Staropoli, la scenografia Gianluca Salamone; responsabile tecnico e consolle luci Gennaro Dolce e il graphic designer Gianluca D’Andrea.

In assenza di canovacci e trame classiche sul personaggio di Giangurgolo, si potrebbe immaginarlo immerso in un contesto a lui completamente estraneo. E cosa può essere più estraneo alla personalità di Giangurgolo, alla sua cialtroneria e intrinseca non-nobiltà, se non la più nobile delle espressioni teatrali, la tragedia? E quale tragedia è più nobile di quella di William Shakespeare? Può Giangurgolo vestire i panni del più tragico e nobile degli eroi shakespeariani, Amleto? La lettura non può che essere in chiave comico-parodistica ed introduce lo spettatore ai temi della tragedia shakespeariana sfruttando le corde del grottesco e del riso liberatorio; meccanismo reso ancora più efficace dalla caratterizzazione dei personaggi per mezzo dei diversi dialetti, che annullano la distanza fra pubblico e palcoscenico, rendendo gli eventi che accadono sulla scena riconoscibili e godibili anche ai giovanissimi. L’elaborazione del testo, infatti, trasposto linguisticamente e geograficamente in una Calabria immaginaria ma non troppo, offre occasioni di gioco e sperimentazione che possono risultare sorprendenti.
La riproposizione in chiave comica del racconto dell’Amleto, introduce lo spettatore ai temi della tragedia shakespeariana sfruttando le corde del grottesco e del riso liberatorio; il meccanismo è reso ancora più efficace dalla caratterizzazione dei personaggi per mezzo dei diversi dialetti, che annullano la distanza fra pubblico e palcoscenico, rendendo gli eventi che accadono sulla scena riconoscibili e godibili anche ai giovanissimi. Il valore aggiunto di “Giangurgolo, principe di Danimarca” è nella straordinaria ricchezza del linguaggio teatrale, che si serve contemporaneamente della forza espressiva delle maschere, della pantomima, del canto e della musica dal vivo.

Intanto lunedì 8 agosto, con il secondo appuntamento martedì 9, inizia il secondo laboratorio teatrale dedicato ai più piccoli. A tenerlo sarà il Crea con Paolo Spinelli e Graziella Spadafora. Il laboratorio teatrale interattivo avrà come tema un misterioso furto o delitto. Due attori seguiranno scrupolosamente le fasi dell’indagine dettando tempi e fornendo strumenti di interpretazione. Un gioco teatrale, ma contemporaneamente un invito all’ascolto e all’osservazione perché solo un particolare porterà alla soluzione.

Prossimo spettacolo di “Teatro d’aMare” il 16 agosto con Annalisa Insardà autrice e protagonista di “Reality shock”, uno spettacolo molto intenso che sta riscuotendo successi nella sua tournée.

Teatro d’Amare, domani il primo spettacolo al Teatro del Porto di Tropea

TROPEA (VV) – Prende il via la rassegna “Teatro d’aMare” allestita dal Libero Teatro e da LaboArt e che vede come direttore artistico l’attore e regista Max Mazzotta e Maria Grazia Teramo nelle vesti di direttore organizzativo. Il primo spettacolo sarà domani, alle ore 21,45 al Teatro del Porto di Tropea, e vedrà in scena proprio il Libero Teatro con “Prove Aperte”, scritto e diretto da Max Mazzotta, che vestirà i panni di Carminuzzo, insieme a Paolo Mauro, alias Mimì, e Graziella Spadafora nel ruolo di Cocò.

“Teatro d’aMare” aprirà i battenti la mattina di questo sabato alle 11 quando, nel Monastero delle Clarisse, si terrà il convegno di studi sulla nuova drammaturgia calabrese La Scena e la Scrittura – Autori, testi e tematiche della drammaturgia contemporanea in Calabria”, curato da Vincenza Costantino, docente dell’Università della Basilicata, studiosa del teatro e autrice. Dopo i saluti del sindaco di Tropea Giuseppe Rodolico e del Direttore artistico del Tau – Teatro auditorium Università della Calabria Fabio Bonifacio Vincenzi, la parola passerà al docente dell’Unical Carlo Fanelli che esporrà la sua relazione su “Drammaturgie possibili in Calabria”. Seguirà quella del collega d’ateneo Fulvio Librandi su “Inscritto sul corpo. Su alcune logiche dell’appartenenza teatrale” mentre “Scritture di scena. Forme della drammaturgia nella Calabria di inizio secolo” è il tema della relazione di Vincenza Costantino. Il convegno avrà anche la presenza dell’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani che interverrà sul tema “Spazio/spazi teatrali e calabresità”.

Prossimo appuntamento con “Teatro d’aMare” sarà il prossimo venerdì 29 luglio, sempre alle 21.45 al Teatro del Porto di Tropea, con “Bollari – Memorie dallo Jonio”, del Teatro della Maruca, di e con Carlo Gallo.

Prove aperte, lo spettacolo di Max Mazzotta al Teatro Acquaro

COSENZA – Il 13 e il 14 luglio alle ore 21, al Teatro Acquaro, si terrà lo spettacolo “Prove Aperte” di Libero Teatro, scritto e diretto da Max Mazzotta  con la partecipazione di  Paolo Mauro / Mimì e  Graziella Spadafora / Cocò.

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Prove Aperte racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l’allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile. Mimì e Cocò fanno fatica a capire le idee del folle regista, la sua poetica e il suo modo di concepire l’arte teatrale, anche perché egli vorrebbe realizzare uno spettacolo incentrato sulla ricerca di «Un teatro moderno che parla dei tempi moderni» e che esprima attraverso metafore il tema della vittima e del carnefice. Questo li porta a sperimentare, in uno spazio ideale che Carminuzzu chiama Quadrato Magico (il magma della creazione), improvvisazioni di «storielle brevi, semplici e dirette», scelta che lo porterà alla creazione di una nuova forma di teatro che chiamerà Flash Art.

Come tutti gli attori, anche Mimì e Cocò vivono il dramma di dover recitare sia sulla scena che nella vita e durante la preparazione di uno spettacolo questo dilemma si fa più stridente, portando i personaggi a compiere azioni la cui irrazionalità sorprende anche loro stessi. E’ proprio durante le prove che vengono fuori tutti i lati oscuri delle loro personalità, permettendo così al pubblico di conoscerli, di amarli, di odiarli, di giustificarne ogni intenzione.

La forza di Prove Aperte sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. La sincerità della loro follia fa sì che ciò che avviene in scena risulti nello stesso tempo del tutto incredibile e assolutamente verosimile; il pubblico viaggia sospeso fra questi due opposti, domandandosi per tutto il tempo se i personaggi sul palcoscenico siano tre poveri guitti, oppure degli artisti talmente grandi da risultare incomprensibili. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.

Maggiori informazioni:

Ticket
Intero: 10 €
Ridotto: 8 € (studenti con libretto e minori)
E’ consigliata la prenotazione
Da Venerdì 8 Luglio è possibile acquistare i biglietti in prevendita direttamente al Teatro dell’Acquario
in orario di apertura (ore 10-13; 16-20)
Info prevendita e prenotazioni
333 9555376 (Iris) – 349 1054142 (Antonella)

“Prove aperte” in scena al TAU

Prove-Aperte-2016LocaRENDE (CS) – Il 29, 30 e 31 maggio e l’1 giugno, alle 20,45 presso il Teatro Auditorium Unical andrà in scena “Prove aperte”, spettacolo scritto e diretto da Max Mazzotta. “Prove Aperte” racconta le vicende di tre teatranti calabresi Mimì, Cocò e Carminuzzu (folle regista dei nostri tempi) alle prese con l’allestimento di uno spettacolo da rappresentare in un importante teatro con pochi giorni a disposizione e con una compagnia ridotta al minimo indispensabile. Mimì e Cocò fanno fatica a capire le idee del folle regista, la sua poetica e il suo modo di concepire l’arte teatrale, anche perché egli vorrebbe realizzare uno spettacolo incentrato sulla ricerca di «Un teatro moderno che parla dei tempi moderni» e che esprima attraverso metafore il tema della vittima e del carnefice. Questo li porta a sperimentare, in uno spazio ideale che Carminuzzu chiama Quadrato Magico (il magma della creazione), improvvisazioni di «storielle brevi, semplici e dirette», scelta che lo porterà alla creazione di una nuova forma di teatro che chiamerà Flash Art. Come tutti gli attori, anche Mimì e Cocò vivono il dramma di dover recitare sia sulla scena che nella vita e durante la preparazione di uno spettacolo questo dilemma si fa più stridente, portando i personaggi a compiere azioni la cui irrazionalità sorprende anche loro stessi. E’ proprio durante le prove che vengono fuori tutti i lati oscuri delle loro personalità, permettendo così al pubblico di conoscerli, di amarli, di odiarli, di giustificarne ogni intenzione. La forza di “Prove Aperte” sta sicuramente nell’irresistibile, surreale comicità dei personaggi; se Carminuzzu è un regista talmente pazzo da costringere i compagni a improvvisare una scena che ha come protagonisti una soppressata e un salumiere, Mimì e Cocò sono degnissimi rappresentanti della vasta gamma di manie, vezzi, isterismi e sindromi compulsive che caratterizzano gli attori. La sincerità della loro follia fa sì che ciò che avviene in scena risulti nello stesso tempo del tutto incredibile e assolutamente verosimile; il pubblico viaggia sospeso fra questi due opposti, domandandosi per tutto il tempo se i personaggi sul palcoscenico siano tre poveri guitti, oppure degli artisti talmente grandi da risultare incomprensibili. Al di là della risposta che ciascuno spettatore si darà, lo scopo dello spettacolo è proprio quello di stimolare domande e allo stesso tempo raccontare, con l’esplosiva leggerezza della comicità, il dramma della vita nel teatro, le quotidiane difficoltà con cui si scontra chi si rassegna a fare della poesia, del sogno e dell’immaginazione il proprio mestiere; la fatica, l’amore e la follia che ne costituiscono la straordinaria essenza.

 

Fiabeschi torna a casa…a Cosenza

COSENZA – Arriva a Cosenza, distribuito da Whale Pictures, “Fiabeschi torna a casa” di e con il cosentino Max Mazzotta e con Lunetta Savino, Ninetto Davoli, Rita Montes e Paolo Calabresi. Il film, che sarà proiettato a partire da giovedì 5 settembre al Cinema Citrigno, è liberamente tratto dal personaggio di Enrico Fiabeschi, ideato da Andrea Pazienza, è stato prodotto dalla 11 marzo film e rappresenta il secondo capitolo delle vicende del personaggio, già portato sul grande schermo con Paz, diretto da Renato De Maria. La proiezione del film sarà preceduta da un saluto del regista.

Gli orari delle proiezioni di giorno 5 settembre sono 20:30 e 22:30, dal 6 Settembre Fiabeschi si sposta al Cinema Modernissimo sempre con gli stessi orari

Il costo del biglietto è  di 7,00 euro, per gli over 65 e i bambini fino a 10 anni il costo è di € 5,00, ridotto dal lunedì fino al giovedì per gli studenti € 3,00.

Continua la rassegna proposta da Scena Verticale: venerdì 19 “Giangurgolo”

COSENZA – Continuano gli appuntamenti con la rassegna “More Fridays” del Teatro Morelli di Cosenza. Il prossimo 19 aprile è la volta de “Giangurgolo, principe di Danimarca” che un eclettico Max Mazzotta, sono suoi adattamento e regia, inserisce in un contesto decisamente estraneo alla maschera calabrese, quello della tragedia shakespeariana, passando attraverso uno dei suoi personaggi più rappresentativi, Amleto.
Lo spettacolo si terrà alle 21,00. “La lettura – a parlare è Max Mazzotta – non può che essere in chiave comico-parodistica ed introduce lo spettatore ai temi della tragedia shakespeariana sfruttando le corde del grottesco e del riso liberatorio; meccanismo reso ancora più efficace dalla caratterizzazione dei personaggi per mezzo dei diversi dialetti, che annullano la distanza fra pubblico e palcoscenico, rendendo gli eventi che accadono sulla scena riconoscibili e godibili anche ai giovanissimi. Anche l’elaborazione del testo, infatti, trasposto linguisticamente e geograficamente in una Calabria immaginaria ma non troppo, offre occasioni di gioco e sperimentazione che possono risultare sorprendenti”.

 

“Il non luogo” di Max Mazzotta dal 18 all’Unical

COSENZA – Nell’ambito delle attività relative al progetto di residenza “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, lunedì 18 febbraio inizierà, presso il Piccolo Teatro Unical, il corso a cura di Max Mazzotta dal titolo “Il non luogo”.

Il corso, che avrà la durata di 12 giorni e sarà aperto ad un massimo di 20 partecipanti e 6 uditori, si rivolge prevalentemente a persone con poca o nessuna esperienza teatrale, con l’obiettivo di fornire ai partecipanti un approccio al lavoro dell’attore, attraverso elementi di improvvisazione testuale e scenica. Nozioni di base indispensabili se si vuole entrare in armonia con il “non luogo”, lo spazio/tempo in cui il teatro si esprime dando forma all’informe. La ricerca del “non luogo” è il primo passo che l’allievo aspirante attore deve compiere.

Già numerose sono le richieste di partecipazione a questo secondo appuntamento de “I mestieri del teatro”, parte del progetto di residenza guidato dal regista Lindo Nudo e giunto alla seconda annualità, che vede il partenariato del comune di Rende e la gestione delle compagnie Rossosimona e Libero Teatro.

 

 

 

Giangurgolo si “traveste” da Amleto

Cosenza – Il Carnevale è ormai alle porte, tra le strade della città si intravedono numerose mascherine, i carri sono in allestimento e i coriandoli e le stelle filanti vibrano nell’aria per poi ricadere al suolo ed impreziosirlo; Carnevale sta per bussare e, per l’occasione, anche il Teatro A.Rendano, ieri sera, ha deciso di vestirsi a festa indossando la maschera di Giangurgolo.

Il regista Max Mazzotta e la compagnia Libero Teatro, da lui diretta, hanno messo in scena, sulle “tavole” del Teatro cosentino, lo spettacolo “Giangurgolo, principe di Danimarca” riportando così alla luce la maschera calabrese che, sfortunatamente, non ha mai goduto di notorietà teatrale o letteraria.

Giangurgolo parte dal lontano ’700 per approdare ai giorni nostri, abbandona le affollate piazze di paesi e città e si catapulta in un teatro altrettanto affollato; il suo nome è tutto un programma e designa con accurata minuzia i suoi tratti distintivi che vanno dalla spacconeria all’ingordigia, dalla verboritas alla vigliaccheria.

Nel corso degli anni il ricordo di questa maschera si è affievolito; poche sono le informazioni a noi pervenute e scarne le conoscenze da noi possedute sulla tradizione carnevalesca calabrese; per tali motivi Max Mazzotta si è immerso in un lavoro ricostruttivo che lo ha aiutato a riportare in scena la maschera calabrese; è infatti da questa ricerca che nasce la lungimirante idea di immettere Giangurgolo in un contesto a lui nuovo e sconosciuto come la tragedia shakespeariana avvicinandolo, non solo, ad Amleto, considerato uno dei personaggi più nobili e tragici di tutta la tradizione, ma costringendolo anche a vestirne i panni.

Un esperimento sicuramente riuscito che ha portato in scena un Giangurgolo dalla cadenza strettamente cosentina, dalla presenza scenica prorompente data dal continuo ed eccessivo gesticolare, e dalla camminata rigorosamente a papera marchio del cosentino doc; una maschera capace di passare, in pochi attimi, dalla tragicità alla comicità, dall’irrisorio coraggio alla paura bestiale che non fa più respirare, una maschera che riesce a portare la comicità agli estremi; una comicità che ritorna indietro come un boomerang e colpisce il suo stesso produttore.

Giangurgolo, interpretato dalla talentuosa Francesca Gariano, è dunque una maschera grottesca, paradossale, tragicomica che si impegna a lottare per rivendicare il padre defunto ma che, alla fine, rimane preda dei suoi stessi imbrogli e delle sue macchinose strategie che avrebbero dovuto smascherare l’omicida del suo genitore mentre, nella realtà, hanno solo rappresentato un attentato alla sua stessa vita.

Uno spettacolo goliardico quello prodotto dal regista Max Mazzotta, uno spettacolo che si è servito delle maschere, del canto, della musica dal vivo, della pantomima fino a distruggere quella linea invisibile di demarcazione tra attore e spettatore. Un Giangurgolo tutto da gustare, da assaporare e da ridere; una risata fragorosa e liberatoria quella del pubblico composto per lo più da giovani che, con acclamazioni e applausi quasi interminabili, hanno osannato il regista e gli stessi interpeti.

Annabella Muraca

Giangurgolo, principe di Danimarca al teatro Rendano

MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIO ore 21.00 al TEATRO A. RENDANO verrà messo in scena  GIANGURGOLO, principe di Danimarca, tratto dall’AMLETO di W. Shakespeare con la regia e l’adattamento di Max Mazzotta.

Il personaggio di Giangurgolo, come la quasi totalità delle maschere della commedia dell’arte, veniva rappresentato spesso e principalmente in strada, sulla base di canovacci appena accennati che lasciavano grande spazio alla capacità di improvvisazione dell’attore, provocando il riso e il divertimento del pubblico attraverso la comicità dei lazzi e l’irrisione dei notabili e dei potenti che Giangurgolo incarnava.
Non essendo a noi pervenuta traccia di canovacci e trame classiche che prevedano la presenza del nostro, due sono le strade per riportare sulla scena Giangurgolo ai giorni nostri: scrivere un canovaccio ex-novo, misurandosi con il cambiamento del gusto nel pubblico in cinque secoli di evoluzione del teatro; oppure, immaginare il personaggio di Giangurgolo immerso in un contesto a lui completamente estraneo, e proprio per questo estremamente stimolante dal punto di vista creativo.
E cosa può essere più estraneo alla personalità di Giangurgolo, alla sua cialtroneria e intrinseca non-nobiltà, se non la più nobile delle espressioni teatrali, la tragedia? E quale tragedia è più nobile di quella di William Shakespeare? Può Giangurgolo vestire i panni del più tragico e nobile degli eroi shakespeariani, Amleto?

Ticket:  Intero 8 €, Ridotto 5 €

Prevendita :
Dalle ore 16:00 di Sabato 02  fino a Mercoledì 06 Febbraio sarà possibile acquistare i biglietti in prevendita direttamente al teatro Rendano.

Info:
0984.493698 – 392 3946821 –  333 9555376  – FAX 0984.493937
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