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Sconfiggere la crisi, in Confindustria il seminario “Finanziare la ripresa”

COSENZA – “Finanziare la ripresa” è il tema del Rapporto PMI Mezzogiorno per il 2018 che sarà presentato in Calabria da Confindustria il prossimo 5 aprile 2018, con inizio dei lavori alle ore 10,00. Curato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il Rapporto costituisce una significativa “cartina di tornasole” della situazione economica e sociale del Mezzogiorno.  Nel corso del Seminario, i risultati dello studio saranno discussi da rappresentanti del mondo della ricerca e delle Istituzioni. Dopo i saluti di Natale Mazzuca, Presidente Unindustria Calabria e Presidente Comitato Politiche di Coesione Confindustria, presenteranno il Rapporto il Responsabile Studi Economici Cerved Guido Romano ed il Direttore Politiche Regionali e Coesione Territoriale Confindustria Massimo Sabatini. Ne discuteranno il professore Domenico Cersosimo dell’Università della Calabria, il Direttore SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno Massimo Deandreis ed il Direttore del Centro Studi di Confindustria Andrea Montanino. Sul tema “Le politiche regionali per le Pmi” interverrà il Presidente Regione Calabria Mario Oliverio. I lavori, che saranno moderati dal giornalista Nando Santonastaso, saranno conclusi dal Vice Presidente per le Politiche Regionali Confindustria Stefan Pan.  «L’analisi che presenteremo, con dati puntuali che fotografano la situazione economico-sociale del Mezzogiorno – anticipa il presidente Natale Mazzuca – ci dice chiaramente che la Calabria ha sofferto maggiormente gli effetti della crisi. Le ragioni sono molteplici e attengono principalmente ad una struttura produttiva composta prevalentemente da piccole imprese, un accesso al credito più difficoltoso, una ridotta produttività del lavoro, limitata propensione alle esportazione e, più in generale, un ambiente competitivo caratterizzato da significativi divari di competitività. Negli ultimi anni diverse iniziative sono state avviate, basti citare Masterplan Sud, credito d’imposta per gli investimenti, ZES, bonus occupazione, vincolo del 34% sugli investimenti pubblici al Sud ed avvio della nuova programmazione 2014-2020. Purtroppo non sono risultate sufficienti per innescare il processo di ripartenza in maniera adeguata alle necessità dei territori fortemente fiaccati dalla crisi. E il Rapporto lo mostra chiaramente. I dati che presenteremo giovedì – continua il presidente degli industriali calabresi – hanno una duplice chiave di lettura: su un orizzonte temporale medio/lungo (di 10 anni) mostrano chiaramente come la crisi abbia colpito maggiormente le zone più in ritardo che, per una serie di ragioni ampiamente desumibili dal Rapporto, hanno mostrato una resilienza minore agli shock economici. Tuttavia, se si guarda agli ultimi 2/3 anni, appare invece evidente una, seppur flebile, ripresa che dobbiamo far diventare strutturale accompagnandola con politiche economiche che facciano emergere più velocemente le potenzialità di questi territori e ne correggano i divari competitivi.  Il Rapporto – conclude Mazzuca – grazie alla rilevante mole di informazioni contenute, si propone come un importante contributo al dibattito con indicazioni ed ipotesi di indirizzo utili ad imboccare la strada della ripresa e dello sviluppo».  L’appuntamento è per il prossimo 5 aprile presso la Sala Conferenze della sede territoriale di Confindustria Cosenza.

Imprese del Mezzogiorno, segnali positivi per l’economia calabrese

NAPOLI – Si rafforzano i segnali positivi, migliorano i conti economici e gli indicatori di solidità delle PMI meridionali. Nel 2017 sarà necessaria però una robusta e decisiva accelerazione dei processi di crescita per recuperare i livelli pre-crisi. Credito, investimenti e innovazione devono rappresentare l’impalcatura degli interventi per sostenere le imprese del Mezzogiorno e della Calabria.  E’ quanto emerge dal Rapporto “Pmi Mezzogiorno 2017”, curato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Srm-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, presentato presso l’Unione Industriali di Napoli nel corso di un convegno introdotto dal presidente del Comitato Politiche di Coesione di Confindustria, Natale Mazzuca.  Il rapporto, basato su una indagine fatta su un campione di 25mila PMI del Mezzogiorno, con personale dipendente tra 10 e 250 addetti, apre ad una lettura attenta e innovativa della situazione nella quale si trova il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno, ed in particolare la sua parte più dinamica, quella delle PMI di capitali, che spiccano in un sistema produttivo costituito prevalentemente da micro imprese.  Per il presidente del Comitato Politiche di Coesione di Confindustria, Natale Mazzuca, «il profilo del Mezzogiorno, ad inizio 2017, è quello di un’area tornata timidamente alla crescita, ma nella quale il ritmo con cui i segnali della ripartenza si affermano ne rendono solo parzialmente percepibile la consistenza, sia presso i cittadini (soprattutto i più giovani) sia presso le imprese. Per la prima volta dall’inizio della crisi, i valori relativi a Pil, export, occupazione, imprese ed investimenti sono tutti e cinque positivi. Ma la crescita non è omogenea sul territorio meridionale».  Da qui l’appello del presidente Mazzuca, alla guida anche degli industriali calabresi, a «fare sistema per mobilitare e rendere produttivi i tanti fondi previsti a vantaggio del Sud. Sarà fondamentale nel 2017 promuovere la piena attuazione degli interventi previsti dai Patti attuativi del Masterplan per il Mezzogiorno. Come ho avuto modo di ripetere più volte, al Sud non servono politiche straordinarie, ma politiche uguali a quelle del resto del Paese sebbene più intense. Le risorse della politica di coesione, comunitaria e nazionale, possono dare a questa azione il necessario carburante, a patto di utilizzarle presto e bene. L’importante sarà sfruttare, con intelligenza ed efficacia, ciò che avremo a disposizione. Il fattore tempo è fondamentale. Il 2017 – ha concluso Natale Mazzuca – deve essere l’anno dell’accelerazione della spesa dei fondi europei, degli investimenti in innovazione anche in chiave dell’obiettivo strategico costituito da Industria 4.0; l’anno in cui la spesa per infrastrutture previste dal Masterplan, deve trovare concreta attuazione sui territori».  Il Rapporto “PMI Mezzogiorno 2017” evidenzia che la ripartenza è trainata da Basilicata e Campania, che presentano incrementi di fatturato superiori alla media del Mezzogiorno e a quella nazionale. Più lento è il miglioramento nelle altre regioni, in particolare con riferimento all’accesso al credito e alle abitudini di pagamento. Migliora comunque la fiducia nelle prospettive dell’economia meridionale: 18mila nuove imprese di capitali sono nate al Sud solo nei primi 6 mesi dell’anno, ma in gran parte si è trattato di piccolissime imprese, con meno di 5mila euro di capitale versato. La voglia di fare impresa, al Sud, resta dunque molto alta, ma le imprese nuove nate non hanno dimensioni tali da sostituire la capacità produttiva andata distrutta con la crisi. Per le circa 25mila imprese di capitali che sono rimaste sul mercato dopo la crisi, cresce il fatturato (+3,9% tra il 2014 e il 2015) anche oltre la media nazionale; aumenta il valore aggiunto che supera per la prima volta i valori pre-crisi (+4,9%); tornano a crescere gli investimenti (7,4% in rapporto alle immobilizzazioni, contro il 5,1% dell’anno precedente e oltre il 7,2% del 2009) e i margini operativi lordi (+5,7%), che proseguono la risalita dopo anni di difficoltà. Ancora troppo poco però per compensare la pesante caduta dei profitti degli anni precedenti: nonostante la ripartenza, infatti, i margini lordi delle PMI meridionali rimangono del 33% più bassi di quelli del 2007. Un gap profondo che richiederà anni per essere colmato. I debiti finanziari tornano a salire dopo un periodo di contrazione, segnale che la morsa del credit crunch si è ormai attenuata, ma sono più sostenibili rispetto al passato.  Al convegno di illustrazione del Rapporto, presentato  dal responsabile Studi economici di Cerved, Guido Romano e dal direttore Politiche regionali e Coesione territoriale di Confindustria, Massimo Sabatini, sono intervenuti inoltre il presidente di Confindustria Campania, Costanzo Jannotti Pecci, il presidente dell’Unione Industriali Napoli, Ambrogio Prezioso, il direttore generale Srm-Studi e ricerche per il Mezzogiorno, Massimo Deandreis, il deputato membro della V commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera, Giampaolo Galli, il presidente di Svimez, Adriano Giannola. Ha concluso i lavori, moderati dal giornalista Nando Santonastaso, il vice presidente per le Politiche regionali e Coesione territoriale di Confindustria, Stefano Pan.

«Minniti, un grande punto di riferimento». Gli auguri di Oliverio al neo Ministro

CATANZARO – «E’ con grande soddisfazione che saluto la nomina di Marco Minniti a Ministro degli interni.
Il Paese può contare su una personalità di riconosciute qualità politiche e di senso dello Stato e delle Istituzioni, di equilibrio e di indiscusso rigore morale». Lo afferma in una nota il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.
Il presidente Paolo Gentiloni, al quale rinnovo i miei auguri di buon lavoro, ha compiuto una scelta che risponde pienamente alle esigenze poste dalla delicata e complessa fase che vive il nostro paese
La soddisfazione è ancora più grande per il fatto che Minniti, oltre ad esser un caro amico, è per noi calabresi un punto di riferimento importante sul quale siamo certi di poter contare per affrontare i gravosi problemi della nostra terra.
La nomina di Marco Minniti, figlio di questa terra, è motivo di orgoglio per la nostra Calabria.
Il nuovo Governo può dare continuità ed ulteriore impulso alla collaborazione che c’è stata in questi due anni con il Governo di Matteo Renzi.
Si apre una stagione densa di potenzialità. Partiamo da importanti risultati: dal Patto per la Calabria, all’Accordo di Programma per Gioia Tauro, al piano per le infrastrutture lineari, alle risorse per il lavoro forestale e per i giovani precari, alla definizione del progetto di ZES ed importante scelte nei vari settori pubblici.
In tal senso sono confortanti le prime dichiarazioni del Presidente Gentiloni che riconfermano attenzione e centralità ai problemi del Mezzogiorno.
Nei prossimi giorni troveremo il modo di rappresentare al nuovo governo i dossier sulle più importanti questioni economiche e sociali a partire dalla scelta di dare corso all’Agenzia per il lavoro portuale.
A Marco Minniti formulo un augurio appassionato di buon lavoro, certo che saprà affrontare le future sfide con capacità e competenza; ma consapevole di avere un punto di riferimento per tutti i calabresi».

Laura Boldrini e linguaggio di genere all’Unical

laura-boldriniRENDE (CS) – Donne, Mezzogiorno , Europa sono i tre punti cardine ma anche il titolo del convegno che si è tenuto questa mattina presso l’Aula Magna “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria. Un’aula gremita di gente ha accolto la presidente della Camera Laura Boldrini accorsa per consegnare una borsa di studio alla dottoranda Alessia Tuselli  assegnata grazie ai diritti d’autore del libro “Lo sguardo lontano” di Laura Boldrini, «un libro- dice il docente di diritto e religione nello spazio pubblico Nicola Fiorita- il cui fil rouge è la parola uguaglianza». Assente per impegni istituzionali la Sottosegretario al Ministero  dei beni e delle attività culturali e del turismo Dorina Bianchi che – come si legge in un messaggio letto dal Rettore Gino Mirocle Crisci- ringrazia la Presidente Boldrini per aver devoluto il provento dei diritti d’autore e ricorda quanto sia importante dare voce alle donne. « Sono felice di essere qui- dice la presidente Laura Boldrini- per consegnare la borsa di studio alla dottoranda Alessia Tuselli autrice di un progetto di valutazione sul “gender sensitive” in Calabria, un tema che tocca il linguaggio di genere. Il linguaggio è stato plasmato sul modello maschile, a lungo le donne sono state estromesse da ruoli ritenuti appannaggio maschile . Si parla di operaia, maestra ma quando si sente dire ministra o sindaca si storce il naso pensando a come questi termini tipicamente maschili suonino male declinati al femminile. Per la prima volta ho introdotto il linguaggio di genere in questa legislazione che conta il 30% di presenze femminili». Si lascia andare sullo stato in cui vessano gli atenei del sud, « una condizione impietosa che conta un calo di iscrizioni pari al 30%» e si concentra sulle donne che rappresentano una disuguaglianza nella disuguaglianza soprattutto nel meridione in cui a lavorare è solo il 30% contro il 60% dell’Europa. Dalla questione di genere alla violenza sulle donne il salto è breve.« Il 21 sarò a Melito Porto Salvo dove una ragazza è stata ripetutamente abusata da un branco in cui era presente-stando a quanto riportato negli atti- anche il figlio di un boss locale. Questa ragazza e la sua famiglia non possono essere lasciati soli, spero che quel giorno saremo in tanti». alessia-tuselli« Questa borsa di studio- dice Alessia Tuselli- rappresenta un’opportunità. Ringrazio la presidente Boldrini che ha convertito l’impegno personale in politica. Ringrazio il Dipartimento di scienze politiche e sociali in cui mi sono formata e in cui ho imparato cosa vuol dire resistere ed essere sveglia. Ho vinto la borsa di studio grazie ad un progetto di valutazione su “gender sensitive”, in questi nove mesi voglio capire l’impatto che c’è stato. È importante dare spazio alla cultura e al linguaggio in cui si articola il diritto alla resistenza. Assumiamoci la responsabilità di insegnare ai ragazzi e alle ragazze ad essere quello che sono, diciamo ai bambini che possono indossare una maglia rosa e alle bambine che possono giocare a calcio e che possono essere felici per quello che sono». Entusiaste Giovanna Vingelli del centro Women’s studies “Milly Villa attivo nell’ateneo dal 1997 e Marta Petrusewincz che ha incentrato il proprio intervento sulla “rivoluzione degli ombrelli” messa in atto da 150 mila donne polacche che la scorsa settimana sono scese in piazza per protestare contro la legge sul divieto di interruzione di gravidanza. Visibilmente emozionati il presidente del consiglio degli studenti Domenico Tulino, la studentessa magistrale in Scienze sociali per lo sviluppo e la cooperazione Micaela Filice e la dottoranda Gaelle Cariati testimone di discriminazioni di genere. Un convegno riuscito nonostante lo “scivolone” del Rettore reo di una affermazione infelice sullo stato delle donne calabresi e sull’assenza della deputazione locale. Un passaggio questo che ha indotto i parlamentari Jole Santelli e Roberto Occhiuto ad abbandonare la sala, il tutto consumato in un’atmosfera di piaggeria e di applausi con una presidente che ha elargito sorrisi e strette di mano e non si è risparmiata dalle foto di rito con gli studenti.

Rita Pellicori

Magorno (PD): «Sono soddisfatto per la crescita del Pil del Mezzogiorno»

COSENZA – «Il Sud torna a crescere. Il  Mezzogiorno registra il primo recupero del Pil dopo sette anni di cali ininterrotti. È il segno tangibile delle ricadute positive sul nostro territorio del percorso di riforme messe in atto dal Governo nazionale, guidato dal premier Matteo Renzi». È quanto afferma il segretario regionale del Partito democratico calabrese, Ernesto Magorno, in merito ai dati rilevati dall’Istat secondo cui nel 2015 il Pil, a valori concatenati, abbia «registrato un aumento in linea con quello nazionale nel Nord-est (+0,8%), più modesto nel Centro (+0,2%) e lievemente superiore alla media nazionale nel Nord-ovest (+1,0%) e nel Mezzogiorno (+1,0%). Siamo consapevoli del fatto che la ripresa deve prendere maggiore consistenza, soprattutto in termini di riduzione della disoccupazione e di rilancio dell’economia a partire da settori strategici come turismo e agricoltura – afferma ancora Magorno – ma proprio questi segnali incoraggiati ci impongono di sostenere il Governo per proseguire sulla strada imboccata, con le riforme, con la riduzione delle tasse, pensando di focalizzare meglio gli incentivi destinati alle assunzioni. Se cresce il Mezzogiorno – conclude Magorno – cresce l’Italia».

A Lamezia Terme un convegno su infrastrutture, lavoro e legalità

LAMEZIA TERME (CZ) – Il 25 maggio si terrà a Lamezia Terme il convegno nazionale “Mezzogiorno: infrastrutture, lavoro, legalità. Uniti per un nuovo modello di sviluppo” organizzato dalla FENEALUIL e dalla UIL PENSIONATI.

lamezia terme

L’iniziativa sarà l’occasione per parlare del futuro del nostro Mezzogiorno, in termini non solo di opportunità mancate ma di eccellenze da valorizzare, in un Paese che deve riagganciare la ripresa attraverso un nuovo modello in grado di non lasciare indietro nessuno, valorizzando le relazioni tra le generazioni e superando le storture ed i ritardi che ne bloccano il pieno sviluppo. I lavori inizieranno alle 9:30 con l’introduzione di Vito Panzarella – Segretario Generale FENEALUIL a cui seguirà il dibattito e l’intervento di Romano Bellissima – Segretario Generale UILP. Il convegno sarà concluso da Carmelo Barbagallo – Segretario Generale UIL.

Gentile, il governo guarda allo sviluppo del Mezzogiorno

ROMA – «Con l’odierna seduta del Cipe si rafforza l’impegno del Ministero dello Sviluppo Economico per la crescita del Mezzogiorno». E’ quanto afferma, in un comunicato, il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonio Gentile dopo la riunione di oggi a Palazzo Chigi alla quale ha preso parte in rappresentanza del dicastero. «Il sottosegretario Gentile ha presentato al Cipe – prosegue il comunicato – la proposta, approvata, per il programma nazionale complementare (Poc) “Imprese e competitività 2014-2020”. Il Poc, che si pone in funzione complementare rispetto al Programma operativo nazionale (Pon) Imprese e competitività 2014-2020 gestito dal Ministero, avrà dotazione finanziaria complessiva pari a 696 milioni di euro, interamente provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione, e servirà a rafforzare gli interventi per lo sviluppo industriale nelle regioni “in ritardo di sviluppo” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Consentirà così di finanziare ulteriori interventi per la competitività delle imprese, al di fuori del campo di applicazione del programma comunitario, quali investimenti produttivi delle grandi imprese o programmi di innovazione ancora più avanzati, guidati dalla cosiddetta domanda pubblica intelligente. In particolare, il Poc – è detto ancora nel comunicato – consentirà il finanziamento di due tipologie di interventi: quelli finalizzati agli interventi di sostegno ai processi di ricerca, sviluppo e innovazione delle imprese, attraverso bandi tematici negli ambiti della Strategia nazionale di specializzazione intelligente ed appalti pubblici per l’innovazione; e gli interventi per lo sviluppo produttivo e occupazionale, come ad esempio l’attrazione di investimenti attraverso contratti di sviluppo e le iniziative di ammodernamento tecnologico dei processi produttivi. Nel loro insieme gli interventi proposti mireranno a favorire i processi di riposizionamento competitivo del sistema produttivo delle Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno, in linea con le indicazioni della politica di coesione per il periodo di programmazione 2014-2020».

Covello ottimista: “È cominciato il tempo del riscatto del Sud”. Annunciate nuove risorse per ammortizzatori sociali

L’onorevole Stefania Covello, segreteria nazionale del PD e responsabile Mezzogiorno e Fondi Europei, ha rilasciato stamane una dichiarazione in cui annuncia i prossimi impegni del Governo Renzi, attraverso l’erogazione di importanti risorse finanziarie, per il Mezzogiorno:

L’impegno del Governo, annunciato dal presidente del Consiglio, Renzi, più volte in visita nelle realtà difficili del Mezzogiorno, si fa concreto. Come di recente confermato dal sottosegretario alla Presidenza, Luca Lotti, al sud saranno destinate ingenti risorse finanziarie per il suo riscatto e per la sua ripartenza. Renzi le ha messe nero su bianco per la bonifica e la riqualificazione di Bagnoli, attesa da 26 anni. 
Ora è la volta della Regione Calabria che avrà risorse finanziarie importanti per le infrastrutture, i collegamenti stradali e ferroviari, i porti, la difesa del territorio, l’ambiente, le imprese, l’occupazione giovanile. Non si tratta di vuote promesse ma di risorse vere, che saranno documentate e certificate nell’accordo che sarà condiviso e sottoscritto a breve tra governo nazionale e governo regionale. Risorse che si aggiungono a quelle della Legge di Stabilità destinate al sud e alla Calabria in particolare. Si apre una stagione di riscatto e di rinascita per una parte del nostro Paese che ha bisogno urgente di ripartire e di spingere la ripresa dell’Italia.”
Intanto la stessa Stefania Covello annuncia che “la firma del Ministro dell’Economia ha finalmente sbloccato l’erogazione delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga. Si tratta di 78 milioni di euro che derivano dalla rimodulazione del Piano di Azione Coesione.
Con la firma del Ministro Padoan, le risorse sono state trasferite al Fondo Nazionale per l’occupazione, per cui l’Inps potrà finalmente pagare i lavoratori che ne hanno diritto e che sono un grande attesa.” 

D’Ascola sul mercato del lavoro : “ll Nord può crescere se cresce il Mezzogiorno d’Italia”

Reggio Calabria ( Rc) – “Il mercato del lavoro come componente dell’azione di politica economica nazionale. Perché il mercato del lavoro è funzionale alla occupazione non alla tutela. Un capovolgimento potremmo dire impensabile se si riporta alla memoria la vecchia concezione, ormai tramontata, concernente al rapporto tra capitale e lavoro”. Queste le parole del presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’ Ascola nel corso del suo intervento alla Scuola di politica sul tema del lavoro. “Dobbiamo riflettere sulla circostanza che deideologizzare significa crescere. Siamo stati ingabbiati in strutture ideologiche, che hanno condizionato non soltanto le nostre vite, ma hanno reso impossibile l’evoluzione della nostra cultura. Nel suo pensiero  Marco Biaggi – prosegue il presidente -aveva  immaginato il rapporto tra università e territorio. In un momento nel quale si pensa per ragioni di risparmio di limitare la cultura,  ci si deve interrogare sul danno che una politica di questo genere comporterebbe, riguardo alla eliminazione di presidi di collegamento tra la cultura ed il territorio. La cultura – evidenzia D’Ascola – ha un valore economico. E’ necessario mettere in evidenza due circostanze. Intanto, il grande richiamo all’ umanesimo che si lega alla percezione del governo delle tecnologie. Mettiamo l’uomo al centro della trasformazione tecnologica, attraverso ciò che l’uomo può fare meglio nel contesto della trasformazione tecnologica, ossia il suo governo, con finalità di un miglioramento sociale che altrimenti non soltanto non vi sarebbe, ma si trasformerebbe nel suo esatto contrario. Un fatto estremamente importante che si lega al problema del meridione d’Italia. Il nord può crescere se cresce il Mezzogiorno d’Italia. Dobbiamo governare i processi tecnologici di crescita. Il liberalismo dall’ altra parte. Due temi che fanno parte di un dibattito storico importante. Una visione liberale del mercato del lavoro – conclude il presidente – che non viene inteso in maniera separata, una struttura complessa staccata dall’ economia nazionale e dalle strategie delle linea di politica economica nazionale, perché  funzionale alla conservazione del posto di lavoro e  al mantenimento di un assetto ideologizzato. Il mondo del lavoro è stato un mondo ideologizzato”.

Nico D’Ascola: “Realizzare grandi opere per il bene del Mezzogiorno”

ROMA – “La proposta di legge sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto presentata da Area Popolare dimostra l’impegno per lo sviluppo delle infrastrutture nel Mezzogiorno, inserite nell’ottica di un contesto geopolitico internazionale che deve comportare una redistribuzione del peso politico del nostro paese all’interno dell’Europa”. Lo dichiara il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola. “La realizzazione del Ponte sullo Stretto costituisce il compimento di un’opera strategica all’interno del corridoio Helsinki – Palermo, una direttrice fondamentale nelle rotte commerciali, oltre a rappresentare un’opportunità essenziale di lavoro e di sviluppo per l’intera economia nazionale. Il Ponte sullo Stretto – prosegue D’Ascola – da un lato consentirà di rendere più efficienti, dal punto di vista commerciale, i porti di Gioia Tauro e Augusta che altrimenti non potranno mai conseguire uno sviluppo effettivo, dall’altro creerà le condizioni per la fruibilità sul territorio delle attività commerciali. Lo sviluppo del Mezzogiorno passa soprattutto attraverso la realizzazione di grandi opere. In tale ambito – conclude – è importante pensare ai vantaggi che la realizzazione del Ponte sullo Stretto darebbe al porto di Gioia Tauro, nella prospettiva di una sua utilizzazione non solo come scalo di transhipment, ma come retroporto industriale e commerciale”.