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Cosenza città della musica, ecco il bando del Conservatorio

COSENZA – Il Conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio di Cosenza” ha pubblicato un bando per enti pubblici e privati riservato alla produzione (con scadenza 31 agosto), alla collaborazione e alla creazione di una rete artistico culturale che possa per la prima volta entrare sul territorio dell’area urbana della provincia di Cosenza.

“Sono molto orgoglioso – afferma il direttore del Conservatorio di Cosenza Mº Francesco Perri- per questa importante azione rivolta ad enti pubblici e privati per manifestazioni di interesse riservate alla produzione”. Il Conservatorio di Cosenza cambia per la prima volta il suo approccio verso il territorio. Attraverso una forte rete/filiera musicale sarà possibile tentare di creare una diversificata offerta musicale in cui ci siano per la prima volta diversi interlocutori a lavorare insieme. “Cosenza, città della musica” sarà un brand in cui l’istituzione musicale cosentina intenderà accogliere ed abbracciare molte istituzioni ed associazioni del territorio. “In questo particolare periodo storico sarà importante fare rete, attraverso la musica, stabilire relazioni e sviluppare economie future per i giovani. Ringrazio – ribadisce il direttore Perri – tutti coloro che hanno favorito e contribuito alla realizzazione di questa storica azione per Cosenza”.

Dopo otto mesi di nuova direzione, il ruolo della musica per Cosenza può rivelare sicuramente opportunità diverse da costruire per i prossimi anni. “Serve lucidità per costruire opportunità di sviluppo – segue il Presidente, prof Luigino Filice. Un primo passo, coerente con la strategia che il Conservatorio si sta dando, di collaborazione forte e visibile con il territorio”.

Il progetto guarda con molta attenzione al marketing territoriale, legato alla musica, in cui le strategie di comunicazione e le interazioni nuove sono poste alla base di una ripartenza attesa- ed auspicata- da tutti.

Scarda – Cardamone al Mood, una “Non Relazione” ad “Amsterdam”

 

RENDE (CS)- Successo di particolare rilevanza quello riscosso venerdì 8 dal connubio ScardaSantino Cardamone al Mood Social Club.

Volo diretto Petilia Policastro – Amsterdam

Quando vieni da realtà piccole come i paesi dell’entroterra calabrese, non è mai facile ritagliarti il tuo spazio nella “musica che conta”. Santino Cardamone, originario di Petilia Policastro, questo lo sa e venerdì ha dato prova di quanto può dare alla musica italiana. Noto ai più per la sua partecipazione nel 2015 a XFactor, Cardamone diverte e coinvolge il pubblico del Mood. Irriverente la sua “Amsterdam”, quasi un inno sporcato dal popolo. Canta “Sasha Grey”, ultimo singolo pubblicato,  canzone dal testo molto spinto ma dal ritornello travolgente. Il calabrese fa un’apertura di serata canonica, riscaldando la folla in attesa di Scarda. Va evidenziata anche la bravura dei sangiovannesi Antonio Veltri, al basso, e Giovanni Ferrarelli, alla batteria.Santino Cardamone

Non sarà un cantautore classico ma dà grande prova di innovazione e di una visione ibrida tra la forza calabrese, i testi non convenzionali e la voce di un outsider che può farcela. Ciliegina sulla torta la cover di “Don Raffaè” di De Andrè.

 

 Il “Tormentone” Scarda

Scarda nasce a Napoli ma vive a Vibo Valentia. Pubblica per MK Records il suo primo lavoro artistico “Piedi sul Cruscotto” nel 2014. Ricordato anche per la sua nomination ai David di Donatello 2014 come miglior canzone originale nel film “Smetto quando Voglio”. Scarda pubblica il suo ultimo album, “Tormentone”, nel 2018 sotto “Bianca Dischi”. Proprio con il “Tormentone Tour” arriva nella città rendese. Apre con “Bianca”, prende il pubblico per mano in un itinerario del sentimento e della quotidianità. Accompagnano il vibonese d’adozione Nicola Russu alla tastiera, Francesco De Palma al basso e il giovane Emanuele Fragolini alla batteria.Scarda Momento topico quando duetta, a sorpresa, con Cardamone in uno dei successi più iconici del cantautorato italiano: “Canzone dell’amore perduto” dell’indimenticabile Faber. Scarda sa comunicare immagini di forte immediatezza ma al contempo fa breccia nell’io dell’ascoltatore come una freccia silenziosa. Il graffio vocale è estremo ma il messaggio è quasi un morbido panneggio resistente al tatto e all’udito. Porta il mare a Rende con il suo ultimo singolo “Tropea”, brano che vanta oltre 150 mila ascolti su Spotify. Salsedine e granelli di sabbia nelle note percepite dal pubblico del Mood. Conclude con “Sorriso” e “Tramonto”, proprio come una piacevole giornata estiva.

 

Serata condita dal dj set di Fabio Nirta e coordinata in toto dai ragazzi di BE Alternative Eventi, ormai specialisti nello scovare le sonorità nuove del momento.

Claver Gold al Mood, l’ululato del “Lupo di Hokkaido” che risveglia il pubblico

Rende (CS) – Grande performance quella di Claver Gold, venerdì sera, per il primo live della stagione musicale del Mood Social Club. Underground, innovazione e al contempo old school sono stati i punti cardine della serata organizzata da BE Alternative Eventi.

Il rap di verità

L’opening della serata è affidato al dj set di Kerò, storico dj dell’interland cosentino, mai banale e non conforme alle sonorità abitué dell’ultimo periodo. A motori riscaldati prende il microfono TMHH, spalla di Claver Gold per tutto il concerto e nuova leva davvero interessante dal punto di vista artistico. Un rap riflessivo e con molta attenzione verso i testi. Nel 2014, esordisce con l’album “Roor Roulette” al pubblico hip-hop e continua la sua scalata artistica, nel 2018, con “Errare Umano”. In entrambi i lavori è presente come featuring Claver Gold. Quest’ultimo dà una botta d’asfalto al pubblico del Mood. Un’idea di rap puro: microfono, beat e rime che poco ha a che fare con il mondo dei denti d’oro e dell’autotune. Nessun elemento che faccia pensare o presagire altro se non alla musica. Ibrida i successi dei suoi album dando molto spazio alla sua ultima opera “Lupo di Hokkaido” senza dimenticare “Requiem” e altri successi di rilevante importanza.Il giusto spazio e il giusto tempo per ogni pezzo crea un’atmosfera alle volte romantica alle volte critica e graffiante. Un rap di pensiero, di ideale che viaggia sui beat di Mr. Gaz e si conclude con un pezzo leggendario del rap mondiale.

Il lupo come scelta di non essere

E’ verosimile che, come uomo prima che come artista, Claver Gold abbia fatto una scelta. Per restare in ambito animale, preliminarmente, più che un lupo solitario, ricorda molto un salmone che risale la corrente e sguiscia dalle mani dell’orso. Quanto detto però si ferma alla metafora della scelta astratta. In realtà Claver Gold è un vero e proprio predatore affamato di liriche e con una maniacale minuziosità nella stesura dei suoi testi.Le rivoluzioni partono dal basso, è vero, ma quella del rapper marchigiano più che rivoluzione musicale è una scelta di non essere, come i lupi alpha, leader di un branco.Sarebbe stato semplice conformarsi e fare una musica passeggera. Il live di Claver Gold è verità, purezza. Un pugno nello stomaco che, empaticamente, dà una lezione a noi fruitori della musica. La verità, soprattutto musicale, paga sempre. A maggior ragione se sei un “Lupo di Hokkaido” e vieni in Sila.

Grande encomio va mosso a BE Alternative Eventi che, come sempre, si è distinta nel panorama musicale locale portando una ventata di novità.

Claver Gold al Mood, il Lupo di Hokkaido arriva in Sila

Rende (CS)- Riparte la stagione del Mood Social Club, promossa da BE Alternative Eventi, con il solito timbro  innovativo. Ad esibirsi sul palco, stasera, sarà il rapper Claver Gold.

Dalla Strada ai palchi

Classe ’86, non un novellino ma uno che con le rime ci lavora ormai da anni, Claver Gold è uno di quei rapper che, prima della musica, incontra il writing. Dai muri di Ascoli Piceno alle battle freestyle, il rapper  si fa spazio nella scena pubblicando album come “Mr. Nessuno” e “Melograno”. La sua scalata artistica più rilevante dal punto di vista del pubblico avviene, in maniera preponderante, con “Requiem” nel 2017. Album eclettico nel quale sono presenti tracce di assoluta bellezza artistica e di importante lustro per la scena hip-hop italiana. Da ricordare, all’interno dell’album, featuring di spessore come Egreen, Rancore, Murubutu e Ghemon. “Il meglio di me”, “Quando sei con lui” o “Balla coi lupi” sono pezzi di pregevole scrittura che segnano un forte limes positivo nella musica hip-hop. Ciò avviene soprattutto per l’avvento di sonorità molto più ricche di beat e meno di contenuti di cui è costellato quell’anno. Una visione di “Libertà” (per citare un altro pezzo) quella di Claver Gold. Il tour di “Requiem” registra diversi sold out per tutto il Bel Paese, a riconferma che il pubblico fosse già pronto all’underground prepotentemente poetico.

Il Lupo di Hokkaido o della Sila?

Quando si parla di lupi, nella zona Bruzia, il parallelismo è naturale. Non sarà il predatore silano ma, “Lupo di Hokkaido”, graffia e morde le orecchie provocando un dolce dolore dell’anima. Sonorità orientali per l’ultimo lavoro del rapper marchigiano, il quale, si trova in netto contrasto, per genere, con l’onda musicale del momento. Una scelta di coraggio che, finora, ha sempre premiato Claver Gold con un riscontro molto positivo.  “Calicanto”, “Ikigai”, “La tana del Lupo” e molte altre canzoni porteranno alto lo stendardo del rapper ed infuocheranno il pubblico del Mood pronto a cantare a perdifiato.

Be Alternative Eventi propone ancora una volta la novità artistica senza mai conformarsi in maniera piatta all’offerta già presente. Le porte del Mood apriranno alle 22, l’opening sarà affidato a Tmhh mentre il Pre& After all’ormai storico  Dj Kerò.

Ritorno al futuro, la magia degli Hooverphonic al Castello Svevo

COSENZA – Castello Svevo inebriato dagli Hooverphonic, ieri sera, in occasione del BE Alternative Festival.

Per la seconda serata del festival, che ha già visto ospiti Rancore e Nitro, BE Alternative Eventi ha portato sul palco cosentino una delle più importanti band europee dell’ultimo ventennio. Hooverphonic

“Mad about…Hooverphonic”

“Comfortably food”, questa è la metafora che ha utilizzato Alex Callier (leader della band) ieri, in conferenza stampa, per indicare l’obiettivo musicale degli Hooverphonic. “Non abbiamo bisogno di un’osteria francescana, bensì di una buona e normale osteria” afferma Alex, sottolineando che “[…] sta tutto nell’evolversi in qualcosa di nuovo rimanendo fedeli a sé stessi”. Personaggio eclettico, per utilizzare un attributo a lui caro, Alex anche durante il concerto non risparmia le metafore culinarie e i rimandi alle eccellenze del territorio calabrese. Concerto che ha unito le nuove sonorità portate dalla voce di Luka Cruysberghs, con gli evergreen come “Mad about you”, “Amalfi” o “Anger Never Dies”. Proprio su “Anger Never Dies”  Alex ha espresso un curioso parallelismo con Cenerentola. “Era stata scritta prima di incontrare la futura cantante della band e non aveva mai funzionato con nessuna delle precedenti. Nel 2009, con l’arrivo di Noémi Wolfs, è stata un successo. A volte le canzoni sono scritte per delle persone in particolare o per delle cantanti nello specifico […] come la scarpa di Cenerentola che calza solo al suo piede”.

Il prodigio Luka Cruysberghs

A questo proposito, sia Alex che Raymond, non nascondono l’entusiasmo provato per l’ingresso di Luka nella band. “Nel caso di Romantic– spiegano i due- “[…] avevamo il suono nella testa su come dovesse  essere realizzata. Quando l’ha cantata per la prima volta Luka […] ha espresso ciò che era nella nostra mente”. HooverphonicLa vincitrice di “The Voice 2017”, non solo ha dato prova sul palco di una maturità artistica già avanzata nonostante i soli diciotto anni, ma con molta umiltà ha manifestato la volontà di crescere ancora artisticamente. “Da queste esperienze-riferendosi a The Voice- impari facendo molta pratica”. Alex, riferendosi all’esperienza della giovane cantante, ha lasciato intendere un grande riferimento all’allenamento e alla dedizione verso questo.  “A The Voice […] è come uno sprint mentre, quando viaggi con una band come gli Hooverphonic, devi cantare per un’ora e quarantacinque minuti. […] Diventi un musicista di talento facendo molta pratica”.

Un concerto non privo di sorprese. Al di là della grande capacità degli Hooverphonic nell’incantare la platea presente nel Castello, va evidenziata la potente voce di Pieter Peirsman. Bassista e seconda voce della band, ha accompagnato magistralmente Luka nella realizzazione live dell’ultimo album, “Looking for Stars”. Da non dimenticare anche la performance dei Kinte, gruppo neo soul cosentino che ha aperto il  concerto. Contemporanei e dotati di buona duttilità musicale.

Una serata da ricordare, accompagnata dal warm up di Fabio Nirta e dalla splendida cornice del Castello Svevo.

(Foto di Andreina Morrone)

Mendicino, proseguono gli appuntamenti musicali di Radicamenti

MENDICINO (CS) – Radicamenti 2019 continua e ci avviciniamo all’ultimo appuntamento di luglio con un’altra straordinaria serata nel cuore del centro storico. Giovedì 25 luglio dalle 21 in piazzetta San Giuseppe, Elisa Brown “Una voce Soul dalle sfumature africane” con Daniele Fabio Cgs in Donya Muni. Alle 21:30, nel largo denominato ‘U cchianu’, Salvatore Cauteruccio – Enzo Campagna Duo. Infine, alle 22 in piazza Municipio, la Banda Musicale Raimondo Reda – Mendicino.

Il festival, voluto dall’amministrazione comunale di Mendicino guidata dal sindaco Antonio Palermo, ideata con il supporto del direttore artistico Checco Pallone, prosegue con i concerti “preparatori” al festival vero e proprio che si svolgerà dal 29 agosto al 1 settembre, che vedranno alternarsi nel centro storico di Mendicino, ospiti importanti del calibro di Sud Sound System Official, Morgan, Tonino Carotone , Baba Sissoko, Violons Barbares e gran finale, sulla vetta di monte Cocuzzo, con Teresa De Sio.

Ad aprire i concerti di agosto saranno Cataldo Perri e lo Squintetto in Calarbresh, ospite Carmine Abate a Palazzo Campagna venerdì 2, ore 21.

Cuori a mille per Calcutta a Cosenza

Rende (CS)- Cosenza in un’atmosfera mozzafiato per il concerto di Calcutta, ospite della XXI edizione del Festival delle Invasioni.

Mazinga Eventi, MK Live e BE Alternative Eventi hanno regalato alla comunità cosentina un evento unico, nel quale a parlare è stata la musica di uno dei massimi cantautori indie-pop del nostro tempo.

“Una notte soltanto per viaggiare”

Piazza gremita di voci unite all’unisono per intonare le note di “Evergreen” e “Mainstream”. Calcutta esordisce con “Briciole”, pezzo dalla grande profondità e malinconia sentimentale contornato da metafore vicinissime al pubblico. Continua la sua scaletta con “Orgasmo”, “Kiwi” e “Cane” prima di arrivare a uno dei momenti clou della serata. Tira fuori dal cilindro una cover di “Si tu no vuelves” di Miguel Bosè.Calcutta Continua, nel visibilio generale, con “Gaetano”, “Del Verde”, “Nuda Nudissima” e altri pezzi di rilevanza importantissima nel panorama indie e non. Arricchisce la sua scaletta estiva con le sue due ultime uscite, “Due Punti” e “Sorriso (Milano Dateo)”.  Chiude con il canonico ultimo pezzo, “Albero”. Successo chiaro quello di Calcutta, manifestato dalla grande partecipazione del pubblico in piazza e dall’emozione creata nei volti.

Il Vintage Moderno

Concerto degno di nota che viene arricchito dalle bellissime scenografie digitali. Dodò dell’Albero Azzurro con il violino, antenne Rai, richiami al VHS, video dell’artista stesso e richiami nonsense tipici di Edro sono le esilaranti immagini proiettate sul palco. Un “Mainstream” diventato “Evergreen” per sonorità e approccio alla musica da parte dell’artista. Calcutta si esibisce sul palco adiacente al Teatro Rendano con la mano destra ingessata, quest’ultima impreziosita da inserti luminosi e paillettes. CalcuttaIndossa la maglia del Boca Junior che, per i più nostalgici, ricorda quell’eleganza calcistica di Riquélme, Maradona o Veròn. La stessa eleganza che non ti aspetteresti mai a primo impatto da Calcutta. Un sentimento vintage che riprende modelli musicali molto più alti. Il latinense, ormai, rappresenta l’inizio di un’inversione artistica di spinta culturale totalmente nuova e indipendente e una conferma nel panorama musicale italiano.

Ottima performance anche per il giovane cantautore, classe ’95, Giuseppe Bartolini. Apre e chiude la serata il solito e inimitabile dj set di Fabio Nirta.

 

Cortale, ritorna l’atteso appuntamento con Jazz & Vento

CORTALE (CZ) – Sono stati svelati i dettagli dell’edizione numero 16 per il festival Jazz & Vento a Cortale (Cz), uno degli appuntamenti più attesi dell’estate artistica calabrese, in un borgo noto per la sua fervente (e ricorrente) attività culturale.

La kermesse che si avvale della direzione artistica di Franco Suppa ed il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cortale, prevede il 5 agosto il trio Trace Elements guidato da Paolo di Sabatino al pianoforte con il portentoso Dominique Di Piazza al basso elettrico (spesso ammirato con John Mc Laughlin e Dennis Chambers) e Damien Schmitt alla batteria. Nella seconda parte della serata ancora un trio ma questa volte in una scintillante dimensione acustica e nessun leader evidente, visto lo straordinario curriculum che accomuna i tre partecipanti, ovvero Dado Moroni, Peter Erskine ed Eddie Gomez.

Il primo è semplicemente il pianista jazz per antonomasia: difatti in Italia non c’è nessuno che lo conosce e lo suona meglio di lui. Non per niente all’inizio di carriera, Dado è stato un pupillo di Ray Brown e Ron Carter, ovvero due icone del genere e non solo per la storica militanza nei gruppi di Oscar Peterson e Miles Davis. Da quel momento in poi Moroni ha sviluppato una carriera notevole anche negli Stati Uniti, dove è da sempre molto conosciuto ed apprezzato. Non ci sono superlativi, più che semplici aggettivi per contenere ciò che di vertiginoso hanno realizzato in carriera Peter Erskine ed Eddie Gomez: dai favolosi Weather Report a Bill Evans, Jaco Pastorius, Wayne Shorter, Steps Ahead, Yellowjackets, Kate Bush, Paul Bley, Herbie Hancock, Dizzy Gillespie, Gerry Mulligan, rappresentano solo qualcuno dei nomi dell’olimpo musicale con cui questi due eccelsi musicisti si sono trovati a collaborare, incidendo o esibendosi in degli happening rimasti nella storia della musica. Proprio per questo motivo il gruppo si chiama semplicemente EGM, giusto perché prende lo spunto dalle iniziali dei loro tre cognomi. Tenendo fede alla sua vocazione di esulare fuori dal giro dei soliti nomi, Jazz & Vento si concluderà il 6 agosto con l’esuberante formazione francese dei Dam’n’Co, al  suo debutto assoluto in Italia, che può vantare delle notevoli individualità nei nomi di Swaeli M’Bappè (basso) e Tom Ibarra (chitarra) che formano insieme a Damien Schmitt una poderosa sezione ritmica, per questo quintetto completato da Nicholas Vella e Michel Lecocq. Il repertorio sarà quanto mai variegato ed aperto alle mille influenze che arrivano dai quartieri di Parigi dove i membri vivono stabilmente: pezzi in cui si potrà cantare, ma anche ballare e danzare in cui ci sarà spazio per folgoranti improvvisazioni, nel pieno rispetto della seminale radice jazzistica. La cornice sarà quella di Piazza Cefaly, nel pieno centro storico ad ingresso gratuito ed inizio previsto per le ore 22, anche questa una tradizione del festival, riassunta dalle parole dell’Assessore alla Cultura di Cortale, Simona Papaleo: «Grande musica, grande jazz anche in questa edizione: si vuole dare continuità ad un evento culturale perché crediamo che la cultura debba essere il motore che porta al cambiamento. Siamo capaci, e lo dimostriamo, di fare cultura e di mostrare il volto buono della Calabria che può e deve affermare tutte le proprie potenzialità. Il festival è la prova che, se si vuole e ci si crede, la Calabria può veramente proporre offerte culturali di pregio e la presenza sempre maggiore di affluenza conferma l’apprezzamento della gente che torna nel nostro incontaminato centro storico sempre molto entusiasta».

A lei fa eco il direttore artistico Suppa: «Non è assolutamente facile, ma neanche poi così difficile, “pescare” nell’olimpo della musica. Questa sedicesima edizione sarà dedicata alle Corde e alle Percussioni, proprio come si faceva agli albori della storia della musica, con rispettivi super talenti  e campioni consolidati da almeno mezzo secolo. Per quanto mi riguarda, sono orgoglioso di dirigere il Festival ideato e voluto sin dal lontano 1998, sono altrettanto onorato e grato all’assessore alla cultura e all’amministrazione tutta per la fiducia e la stima  accordatami».

Come di consueto, le performance dei musicisti  in cartellone saranno precedute nella sera antecedente al programma  del festival, dal canto lirico propiziatorio, un rito appunto che aspira alla calma del Dio del vento nelle sere della festa del Jazz. La performance sarà a cura del direttore artistico e del suo staff con musicisti ed artisti del luogo. Tuti gli altri aggiornamenti sulla pagina facebook ufficiale dell’evento che sarà attiva a partire dalla prossima settimana.

Cosenza sogna, suona, parla. Uno spettacolo di città per Invasioni 2019

COSENZA – Ai nastri di partenza la 21.esima edizione del Festival delle Invasioni 2019, nel segno della città contemporanea. Molti gli appuntamenti disseminati tra  centro storico, museo all’aperto “Carlo Bilotti” e beni culturali urbani. Tre sezioni: beni sognati, beni suonati e beni parlati ed una miriade di eventi che rendono la città ricca di contenuti culturali, spettacolo e attrattiva turistica.

“Il battito urbano che è stato prescelto come claim che caratterizza l’edizione di quest’anno del Festival delle Invasioni – sottolinea il Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Cosenza, On.Jole Santelli – pur facendosi sentire in tutta la città, ha ancora una volta nel centro storico il luogo privilegiato delle molteplici iniziative ed azioni culturali che sono state messe in campo e delle quali la sezione musicale, che ha saputo cogliere ed intercettare le tendenze più in voga, soprattutto nei nostri giovani, sarà il vero motore trainante”.

Sulla scia del successo delle installazioni dell’anno precedente, anche quest’anno il Festival, finanziato dal Fondo PAC Calabria 2014/2020, dedica una sezione ai beni sognati. Lungo il Mab l’arte contemporanea incontra il Novecento. Una grande installazione focalizza l’attenzione sul museo permanente. “BATTITO ANIMALE – CRACKING ART”, in programma fino al 15 settembre, tra educazione ambientale e rigenerazione urbana. Cosenza si caratterizza per essere una delle poche città dotate di un’area pedonale lunga più di 1 km su cui insiste il MAB, che dà la possibilità al cittadino o al turista di fruire quotidianamente e gratuitamente, H24, di importantissime opere d’arte. L’idea è quella di collegare il bene culturale con le 61 installazioni urbane di opere raffiguranti animali, realizzate in plastica rigenerata colorata: opere che hanno già invaso altri centri urbani tra cui Milano, Central Park, la Reggia di Caserta, la Biennale di Venezia, San Pietroburgo. Succede così che i Lupi, animali simbolo della Sila, si riuniscono in branco in Piazza Bilotti, dove dialogano idealmente con I Filosofi guerrieri di Peppe Gallo, vestendo i colori che caratterizzano la città (il giallo e il verde), per auspicare l’equilibrio e la convivenza tra la natura selvatica e le popolazioni del territorio o i suricati, animali tipici delle zone desertiche, posizionati in prossimità della Grande Bifrontale e i Paracarri di Consagra, si pongono a sentinelle dell’acqua delle Fontane danzanti di via Arabia, invitando tutti ad adottare lo stesso comportamento responsabile. Un percorso espositivo che è già un grande successo di pubblico, soprattutto per famiglie e giovanissimi, e che solletica l’attenzione di chi vive la città d’estate, fruendo lo  spazio urbano che genera flussi turistici di dimensioni importanti e favorisce il commercio cittadino.

 

I BENI SUONATI

La grande musica passa per la città:

Il 16 luglio DANIELE SILVESTRI, fresco di uscita col suo nuovo “La terra sotto i piedi”, Targa Tenco 2019 per la Miglior Canzone con Argentovivo, sarà a Cosenza in una delle poche e blasonate uscite estive, che anticiperanno il tour nei palasport a partire dall’autunno; prima di lui sul palco PEPPE VOLTARELLI (cantautore calabrese doc) e DIODATO (direttore artistico del 1 maggio di Taranto) ad aprire il festival e questa prima serata che si preannuncia lunga e dedicata alla canzone d’autore che si chiuderà in Villa vecchia con il Live set di INDIAN WELLS.

Il 17 luglio una giornata intensa che vedrà mescolare più generi: apertura nei Giardini storici della città antica con MARIA ANTONIETTA e le sue  Sette ragazze imperdonabili; a seguire in Piazza XV Marzo il meglio del rap per i giovanissimi: il vietnamita MIKE LENNON, il talentuoso NAYT si esibiranno prima della rivelazione dell’anno IZI. A seguire si ritorna in Villa ad ascoltare il cantautore GIOVANNI TRUPPI con il tour Poesia e Civiltà.

Il 18 luglio ACHILLE LAURO, pioniere della samba trap, disco d’oro 2019 con il brano Rolls Royce, prima di lui l’eclettico violinista ANDREA CASTA in una performance di grande effetto scenico e sonoro.

ll 19 luglio il musicista internazionale jazz e Maestro concertatore della Notte della Taranta RAPHAEL GUALAZZI.

Il 20 luglio l’attesissimo concerto di CALCUTTA, tra i più rappresentativi della scena indie italiana (biglietti su inprimafila.net e ticketone).

A seguire ogni sera in Villa Vecchia dj set con le sigle della scena musicale cittadina.

Il 28 settembre, MAHMOOD chiuderà la lunga estate cittadina con il suo attesissimo live. E sarà tutto un “Calipso”.

I BENI PARLATI (ed anche suonati)

Il Museo dei Bretti e degli Enotri sarà teatro di varie attività. Dal 5 al 25 luglio, a partire dall’imbrunire fino alle 23,00, sarà fruibile l’opera immersiva “Nel Chiostro del tempo” di Teatro Krypton di Giancarlo Cauteruccio che il 15 luglio si racconterà in una sorta di autobiografia dal vivo dal titolo “DAL TEATRO DELLA SCENA ALLA DRAMMATURGIA DELLO SPAZIO”.

Dal 16 al 26 luglio la Mostra “TORNARE@ITACA  XIII – CAMPO VISIVO IN/OUT” a cura di Mimma Pasqua e Rosa Pivicori, rassegna di arte visiva, musica, cinema e poesia, che si svolge tra Cosenza e Milano e che conta sulla presenza di apprezzati artisti, poeti e scrittori.

Dal 17 al 19 luglio, in programma, la I edizione del Festival dell’Antico, con un programma di reading, teatro, musica, che, tra gli altri, vedrà la partecipazione, il 18 luglio, del cantautore ROBERTO VECCHIONI.

Il Festival si svolge nei più importanti beni culturali della città di Cosenza. I beni parlati e i beni suonati sono contenitori tematici nei quali artisti, scrittori, giornalisti, musicisti, si confrontano con il tema dei luoghi della cultura. Tra le iniziative:  THE SOUND OF CITY® di Chiara Luzzana, presente in città dal 12 al 16 luglio col suo progetto di composizione delle colonne sonore delle città contemporanee. Un marchio registrato dal 2010, sostenuto da importanti brand e da Ambasciate di tutto il mondo, con l’obiettivo di vivere l’esperienza della città, del viaggio, non più attraverso la vista ma attraverso l’udito, giacché ogni città ha la sua colonna sonora (traffico, campane, sirene, rumori tipici…). Le città parlano, suonano, fanno sentire la propria voce; ascoltarle significa cogliere il ritmo della vita moderna.  Le città finora registrate sono state 16, tra le quali: New York, Tokyo, Zurigo, Milano, Shanghai, Venezia, Genova. Il 30 Ottobre 2019 è prevista l’uscita del secondo capitolo del progetto, che riguarderà un album, un documentario e un video dedicati a ciascuna città, tra cui  Cosenza e  le sue impronte sonore, il suo paesaggio acustico, che sarà illustrato il 16 luglio alle ore 19 in una conferenza talk.

 

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN DOMENICO

 

Fari culturali del Mediterraneo, in programma dal 12 al 14 luglio. Progetto  sostenuto dal Mibac e promosso dal Teatro Brecht di Formia, con la direzione artistica di Maurizio Stammati, dalla Compagnia Errare Persona di Frosinone e dal Centro R.A.T. Teatro dell’Acquario di Cosenza. Laboratori teatrali, spettacoli, sonorità dal mondo e letture ad ingresso gratuito.

Mostra dell’artista greca Maria Kompatsiari: dall’8 al 14 luglio. Apertura dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00.

 Mostra fotografica di Stefania Sammarro – Art Fabrique “Metamorfosi”- 4 Settembre – ore 17,00

 Musei aperti in un progetto ampio a cui ha aderito anche il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, con l’apertura straordinaria di Palazzo Arnone dove, il 24 luglio, si terrà un evento speciale,  a partire dalle ore 21,00.

Museo Multimediale Città di Cosenza (Piazza Bilotti)

Dal 13 luglio al 13 ottobre – Mostra multimediale “Atlantis- la città sommersa” di Antoinette Strauss – Visitabile tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 20,00 – Il sabato e la domenica fino alle 23,00.

Museo del Fumetto

 Dal 16 al 20 luglio (dalle ore 19,00 alle 22,00) – Esposizione di alcune tavole originali, tratte dal volume “Storia della musica leggera italiana illustrata” di Vincenzo Giordano e dai volumi “Storia della musica rock, pop e metal” di Enzo Rizzi, editi da NPE.

Teatro Rendano

 Venerdì 19 luglio (ore 18,00) Spettacolo teatrale “Amore sbarrato Cap.III – Il Ritorno” – Drammaturgia e regia di “Adolfo Adamo”, liberamente ispirato al “Moby Dick” di H.Melville, con i detenuti della casa circondariale di Cosenza.

Castello Svevo

 Rassegna estiva di teatro e musica

Rivive a Montalto il mito di Ruggiero Leoncavallo

MONTALTO UFFUGO (CS) – Nel dolce peregrinare da un luogo storico all’altro cui ci ha piacevolmente abituati la rassegna concertistica “I luoghi, la storia, la musica”, promossa dall’Associazione culturale “Polimnia”, la tappa di Montalto Uffugo per un omaggio a Ruggiero Leoncavallo, concepito dalla Presidente di “Polimnia”, Luigia Pastore, in previsione, il prossimo 9 agosto, del centenario della morte del celebre compositore e autore di pagine liriche indimenticabili, è sicuramente tra quelle da ricordare a futura memoria, non solo e non tanto per il tentativo, ampiamente riuscito, di riaccendere l’interesse attorno alla figura di Leoncavallo, quanto per per aver saputo organizzare una serata dalle mille emozioni che ha sapientemente coniugato musica, storia, architettura e buon cibo.
Si comincia da una visita al Museo Leoncavallo di cui è direttore Franco Pascale, un salernitano, ormai montaltese di adozione, che riversa nel museo dedicato all’autore de “I Pagliacci” passione, arte affabulatoria e capacità uniche di intrattenere i visitatori, ancorandoli alla sua brillante aneddotica nel descrivere documenti, cimeli e memorabilia legati al compositore: dalla bacchetta appartenuta a Leoncavallo, alla minuziosa descrizione del fatto di sangue accaduto a Montalto e che ispirò l’opera “I Pagliacci”, alle foto di scena scattate sul set montaltese del film omonimo di Giuseppe Fatigati, dal fotografo cosentino Giuseppe Malito e che meriterebbero un approfondimento a parte.
L’omaggio a Ruggiero Leoncavallo prosegue poi all’interno del chiostro di San Domenico con un concerto il cui humus è dato dalle romanze a arie leoncavalliane, anche se il programma è integrato da un repertorio coevo e che diventa ancora più accattivante quando spinge nella direzione di canzoni molto celebri ed inclini a strappare l’applauso. Il vero valore aggiunto diventano le esecuzioni, affidate all’esperienza di una maestra di canto come il soprano Maria Carmela Conti (per lei il tempo sembra essersi fermato) e alla verve giovanile di due autentici talenti del belcanto, i tenori Stefano e Andrea Tanzillo, non nuovi ai seguaci di “Polimnia”, ma in un crescendo artistico che merita più di una sottolineatura. E non solo per l’espressività e l’estensione vocale e per una timbrica che rivela apprezzabilissimi slanci di maturità, ma anche per un saper coniugare il gesto alla voce, tanto per ribadire che la presenza scenica nell’opera non può essere considerata un optional.
L’intesa tra il soprano Maria Carmela Conti e i due Tanzillo è sperimentata da tempo e in alcuni frangenti del concerto di Montalto fa affiorare punte di gradimento in chi ascolta, complice l’atmosfera unica di una serata da incorniciare. Segno che il percorso di valorizzazione dei giovani talenti del belcanto avviato da “Polimnia” sta dando i suoi frutti. E ad accorgersene sono anche le Amministrazioni comunali di volta in volta coinvolte da Polimnia: dal comune di Cosenza che ha patrocinato l’intera rassegna a quello di Montalto che ha accolto l’omaggio a Leoncavallo (alle diverse fasi della serata era presente il Sindaco Pietro Caracciolo). Nella serata montaltese era coinvolta anche la Camera di Commercio.


Nel corso del concerto al Chiostro di San Domenico, presentato da Rosa Cardillo, i cantanti sono stati accompagnati dall’ottimo pianista Giovanni Marsico le cui doti sono apparse subito in evidenza sin dall’apertura del concerto, affidata a “La meditation de thais” di Jules Massenet, divenuto ormai l’inno ufficiale di Polimnia.
Di Leoncavallo sono state eseguite: la romanza “Lasciati amar” (da Maria Carmela Conti e Andrea Tanzillo), la celeberrima “Mattinata”, con Stefano Tanzillo a strappare applausi a scena aperta, l’aria di Mimì “Musette svaria sulla bocca viva” da “La Bohème” (protagonista la Conti, eccellente il suo contributo), “O Colombina”, l’aria di Arlecchino da “I Pagliacci” (eseguita dal solo Andrea Tanzillo) e l’Intermezzo, sempre da “I Pagliacci”, eseguito al pianoforte, con tocco rigoroso e delicato, dal maestro Marsico.
Ancora applausi quando i due Tanzillo intonano “Ti voglio tanto bene” di Ernesto De Curtis e Domenico Furno. Il proscenio è poi ancora per Maria Carmela Conti che esegue “Tace il labbro” da “La vedova allegra” di Franz Lehàr.
Le richieste di bis si sprecano e a soddisfarle ci pensa una versione di “O surdato nnammurato” che tra i ritmati battimani del pubblico riporta sul palco i tre cantanti della serata che si congedano sorridenti e consapevoli di aver ben figurato. Ma non è finita qui.
Se il connubio musica e cibo ha un che di alchemico, lo ha ampiamente dimostrato il dopo concerto, nella magnifica dimora storica di Donna Letizia Chimenti, a Vaccarizzo di Montalto dove, complice il fiuto del Touring club di Cosenza, guidato dall’ottimo Raffaele Riga, il pubblico della serata si è radunato per una cena estiva magistralmente preparata dalle donne del borgo. Il trionfo di sapori ha contemplato i maccarruni di una volta, rigorosamente lavorati a mano e conditi con una salsa delicata, frutto delle conserve fatte in casa, cui hanno fatto da speciale seguito, una parmigiana bianca di zucchine di rara delicatezza, più altri prodotti dell’orto declinati nelle più diverse varianti. Compagni ideali, il vino di “Genuzzu” e la fisarmonica di padre Eraldo che ha deliziato i presenti per il resto della serata. Deliziose Anfitrioni, donna Letizia e Rosina Chimenti, perfette padrone di casa e guide insostituibili, quando, poco dopo la mezzanotte, hanno condotto gli ospiti alla scoperta, al piano terra della loro dimora storica, di una sorta di museo della civiltà contadina dove fanno ancora bella mostra di sé alcune antiche confezioni di miele, prodotto da Casa Chimenti per la celebre azienda Ambrosoli.