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Cosenza, i Nas sequestrano oltre 60 kg di dolci e luminarie illegali

COSENZA – I Carabinieri del Nas di Cosenza, nell’ambito dei controlli disposti dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute in materia di luminarie ed articoli natalizi, hanno eseguito negli ultimi giorni, numerosi controlli presso esercizi commerciali, laboratori di pasticceria e rivendite di oggettistica ricadenti nelle province di Cosenza e Crotone, al fine di contrastare il fenomeno della distribuzione di alimenti di dubbia provenienza e prevenire l’immissione in commercio di prodotti non conformi, tutelando la sicurezza e la salute dei consumatori e dei bambini.

L’attività di controllo svolta dagli uomini del NAS, ha inoltre consentito di sequestrare oltre 60 kg di prodotti di pasticceria secca, semilavorati privi di etichettatura ed indicazioni sulla loro tracciabilità. Sono state inoltre sequestrate decine di confezioni di decorazioni e illuminazioni natalizie non conformi ai requisiti normativi, con conseguente segnalazione alle competenti Autorità Amministrative dei titolari di due diverse attività commerciali per carenza dei requisiti igienico-sanitari e strutturali.

I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane, al fine di garantire la tutela della salute pubblica.

False ricette mediche per ottenere rimborsi. Blitz dei NAS di Cosenza: 19 misure cautelari a medici e farmacisti

COSENZA – Nel corso della mattinata odierna i Carabinieri del NAS di Cosenza e del Gruppo Tutela Salute di Napoli con l’ausilio dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza e Crotone hanno dato esecuzione a 19 misure cautelari nei confronti di medici e farmacisti, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari, nell’ambito di un’indagine svolta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cosenza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, per ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Sono altresì in corso numerose perquisizioni presso abitazioni, ambulatori medici e farmacie ubicate nelle province di Cosenza e Crotone con il sequestro preventivo di beni.

 Il provvedimento prevede l’applicazione di tre misure coercitive di custodia cautelare in carcere disposte nei confronti di due informatori farmaceutici e di un medico di medicina generale, una misura degli arresti domiciliari nei confronti della moglie di quest’ultimo mentre per gli altri 15 indagati, tra i quali figurano alcuni farmacisti della fascia ionica cosentina, è stata applicata la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione di titolare, gestore, collaboratore di farmacia.

Le indagini, condotte dal NAS di Cosenza attraverso intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi di controllo e pedinamento, hanno permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, compiuta mediante la redazione di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali, non collegate ad alcuna necessità terapeutica di ignari pazienti, a cui sarebbero state prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario.

Il sistema di frode sin qui ipotizzato, e salve le doverose verifiche di cui sopra, sarebbe il seguente. Secondo quanto ricostruito, l’informatore farmaceutico avrebbe indicato al medico di famiglia l’elenco dettagliato dei farmaci da prescrivere, secondo esigenze di profitto aziendale. Il medico, con l’aiuto della moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci concordate con l’informatore, attribuendole a suoi pazienti ignari, e le recapitava ai titolari delle farmacie compiacenti, che provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (c.d. “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni. Queste ultime, una volta completate delle “fustelle” delle scatole dei singoli prodotti, costituiscono il titolo con cui ogni farmacista richiede ed ottiene il rimborso del prezzo del farmaco prescritto dal Servizio Sanitario Nazionale.

Secondo l’ipotesi accusatoria, il farmacista avrebbe avuto anche il vantaggio di incassare dal S.S.N. il prezzo pieno dei farmaci, anche costosi, quando in realtà li acquistava dall’azienda con sconti superiori del 45%. Le attività svolte da parte dei militari hanno permesso di ipotizzare un danno al Servizio Sanitario pari ad almeno un milione di euro, circostanza che ha determinato il sequestro preventivo dei beni degli indagati in via equivalente. L’ultima parte dell’attività illecita posta in essere dagli associati riguardava le singole modalità di smaltimento delle centinaia di confezioni di farmaci che, ormai privi della “fustella”, non erano più regolarmente commercializzabili. Si ha ragione di ritenere infatti che, quando si trattava di polveri, liquidi o compresse di piccole dimensioni, i titolari delle farmacie si sarebbero disfatti dei medicinali gettandoli in scarpate o nei wc delle farmacie. Nella maggior parte dei casi invece, sarebbe stato il medico prescrittore, in prima persona o per il tramite dell’informatore farmaceutico, a gettarli tra i rifiuti indifferenziati.

Si ribadisce che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati devono essere considerati innocenti fino ad eventuale sentenza passata in giudicato. Tale indagine costituisce l’ ulteriore dimostrazione del rigoroso controllo sull’ osservanza delle norme, specialmente in tema di tutela della salute pubblica e dell’erogazione di risorse dello Stato, che la Procura della Repubblica di Castrovillari ha posto a fondamento primario della propria azione, in sinergica e virtusoa collaborazione con l’ Arma dei Carabinieri. Detta indagine costituisce ulteriore episodio per invitare i cittadini a collaborare con le istituzioni fornendo ogni spunto necessario ad avviare il controllo di legalità che l’ ufficio di Procura, diretto dal Procuratore della Repubblica Alessandro D’Alessio, che ha personalmente seguito le indagini, ribadisce di volere realizzare senza alcuna forma di tutela per alcuno, se non per i cittadini calabresi e della legalità.

Vaccini e tamponi ad amici e parenti, sospeso dirigente medico dell’Asp di Cosenza

COSENZA – Ordinanza di misura cautelare interdittiva a  di un dirigente medico di Cetraro e Paola, Vincenzo Cesareo sospeso dalla professione medica per un anno su disposizione del Gip di Paola. Cesareo utilizzava ripetutamente a fini personali l’autovettura di servizio.

Indagato anche per aver somministrato indebitamente il vaccino anti covid19 a suoi amici e per aver sottoposto illegittimamente soggetti a lui vicini a tamponi per l’individuazione virus SarsCov2 presso le strutture pubbliche da lui dirette.

L’indagato si appropriava inoltre di presidi medici ospedalieri di proprietà dell’Asp di Cosenza che successivamente dispensava a terzi in virtù dei suoi rapporti personali.

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Nel corso della mattinata odierna i Carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare interdittiva emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola su richiesta del Procuratore della Repubblica dott. Pierpaolo Bruni, nell’ambito di un’indagine svolta sotto la direzione del predetto Ufficio Inquirente dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cosenza. Sono altresì in corso perquisizioni domiciliari oltre che acquisizioni documentali presso gli uffici della Pubblica Amministrazione.

Dirigente sospeso per un anno

Il citato provvedimento cautelare prevede l’applicazione della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di mesi 12 a carico di un dirigente medico, Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dello SPOKE Ospedaliero di Cetraro-Paola e di altri uffici sanitari della provincia di Cosenza, poiché ritenuto responsabile del reato di peculato. Risulta altresì indagato anche per truffa, falso in atti pubblici e turbata libertà nella scelta del contraente, oltre che per ulteriori ipotesi di peculato aventi ad oggetto farmaci ed altri presidi medici ospedalieri.

Le indagini, dei Nas Carabinieri di Cosenza sotto la costante direzione del Procuratore della Repubblica di Paola dott. Pierpaolo Bruni e protrattesi per oltre 10 mesi attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che a servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di acclarare una serie di condotte di peculato dell’auto aziendale poste in essere dal dirigente medico, il quale si è appropriato del veicolo in uso al presidio ospedaliero da lui diretto destinandolo al soddisfacimento di fini personali quali, solo per fare alcuni esempi, accompagnare amici e parenti in aeroporto, recarsi a fare acquisti presso il centro commerciale Ikea di Salerno, portare a pranzi e cene, anche fuori regione, i propri familiari ed altri soggetti a lui legati da vincoli personali, talune volte anche pernottando presso strutture alberghiere.

Nel corso delle attività, inoltre, sono state documentate illecite condotte aventi oggetto l’effettuazione indebita, sin dal mese di giugno 2020, di tamponi molecolari per la ricerca del virus Covid19 a beneficio di numerosi soggetti a lui vicini, ed in utlimo anche l’indebita effettuazione di vaccini contro il citato virus su persone a lui legate da rapporti amicali.

Macellavano animali senza controlli sanitari, bloccata filiera dai Nas di Cosenza

Dalle prime ore di oggi, oltre 100 Carabinieri del Gruppo Tutela Salute di Napoli e dei Comandi Provinciali di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, con il supporto aereo di unità SAPR del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone su richiesta della locale Procura della Repubblica, nell’ambito dell’operazione denominata “FOX” del Nas di Cosenza.

Il citato provvedimento prevede l’applicazione di 8 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti – tra cui 6 veterinari ufficiali in servizio presso l’Asp di Crotone – ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali
in atti pubblici, ricettazione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive animali.

Nello specifico sono stati adottati i seguenti provvedimenti:
• nr. 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei gestori di uno stabilimento di
macellazione carni sito in Strongoli (KR);
• nr. 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 ordinanze di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio a carico di altrettanti veterinari ufficiali dell’Asp di Crotone,
in servizio nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda.

Il provvedimento prevede inoltre il sequestro dello stabilimento di macellazione e dei quattro allevamenti ad esso direttamente collegati, per un valore di oltre 1.000.000 di euro.
Le indagini, avviate nell’anno 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario, e svolte dal Nas di Cosenza sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, hanno riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine) nella
citata provincia ed hanno interessato, oltre ai soggetti destinatari dell’odierna misura cautelare, anche 14 allevatori di bestiame, nei cui allevamenti i Carabinieri stanno oggi dando esecuzione ad un decreto di perquisizione, anche mediante ricognizione aerea degli stessi effettuata dagli apparecchi
SAPR – cd “droni” – in dotazione al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.
L’attività investigativa ha consentito di ricostruire compiutamente come i veterinari indagati, al fine di procurare ingiusti vantaggi patrimoniali agli allevatori cui erano contigui, ponessero in essere una
gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio quali l’attestazione di profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, l’alterazione dei prelievi di sangue effettuati su capi suini al fine di consentirne la macellazione, l’intermediazione nell’illecito traffico di marche auricolari, sovente appartenute ad animali deceduti per malattia e successivamente apposte ad altri
capi abusivi al fine di sanarne l’illecita posizione, o ancora l’inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali.
Più in generale è stato documentato, da parte dei pubblici ufficiali coinvolti, un utilizzo distorto dell’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui venivano registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di regolarizzare i traffici commessi dagli allevatori indagati.

L’illeceità dei comportamenti tenuti era bene a conoscenza dei veterinari coinvolti, che infatti la sottolineavano puntualmente nel corso dei colloqui telefonici con gli allevatori, anche al fine di far loro “pesare” l’interessamento speso; in un caso infatti uno dei veterinari, parlando al telefono, ha commentato: “siete certi furbacchioni…tu ti vendi i vitelli, noi parliamo a telefono e poi… viene Gratteri!” evocando tra l’ilarità generale l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.

Terminale delle condotte illecite era lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato tratto in arresto unitamente ad un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività criminose. Presso il citato macello, nel corso dell’indagine, sono
stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e sono finite sulle tavole di ignari consumatori.

 

Covid, ispezione dei Nas nel laboratorio tamponi dell’Annunziata

Cosenza – Stamattina i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Cosenza hanno fatto incursione nel laboratorio dell’Azienda ospedaliera dell’Annunziata dove vengono processati i tamponi per attestare il coronavirus.

 L’ispezione dei militari ha l’obiettivo di accertare i tempi necessari per processare i tamponi ed eventualmente rilevare criticità nelle procedure.

 

I militari del Nas sono andati anche negli uffici della task force dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

L’ispezione dei carabinieri è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha avviato un’indagine conoscitiva che mira ad accertare i tempi di processazione e, di conseguenza, di consegna dei referti, ma anche a verificare l’adozione dei piani Covid da parte dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera. Disposti anche accertamenti sui costi dei tamponi nei laboratori privati. 

Sequestrati 300 mila confezioni di passata di pomodoro

CASSANO ALL’IONIO (CS) – Il Nas di Cosenza ha sequestrato, a Cassano allo Jonio, uno stabilimento di produzione e confezionamento di conserve vegetali e quasi 300 mila confezioni di passata di pomodoro, pari a 215 tonnellate, per carenze igienico-sanitarie e mancanza di tracciabilita’. Il prodotto presentava tracce di muffa e difetti di confezionamento.