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Controlli dei Nas sulle liste di attesa negli ospedali: prenotazioni ‘bloccate’. Denunce anche in Calabria

Nei mesi di luglio ed agosto, i Carabinieri dei NAS, di concerto con il Ministero della Salute, hanno effettuato un’intensa attività di controllo, su tutto il territorio nazionale, al fine di verificare la gestione delle liste di attesa per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali, riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici, afferenti al Servizio sanitario pubblico.

Le ispezioni sono state eseguite presso presidi ospedalieri e ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, nonché presso le strutture private accreditate, con la finalità di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA), stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico ed uniformare un’equa e tempestiva erogazione dei servizi sanitari a favore dei cittadini.

Sono stati effettuati accessi presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il SSN, analizzando 3.884 liste e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici.

Gli accertamenti dei NAS hanno consentito di individuare condotte penalmente rilevanti che hanno determinato il deferimento all’Autorità giudiziaria di 26 tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio.

Tra i casi più rilevanti, i NAS di Milano, Torino, Perugia e Catania hanno deferito 9 medici per aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa, consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto alla prenotazione ed eludendo le classi di priorità.

Il NAS di Reggio Calabria ha deferito, per l’ipotesi di peculato, 3 medici di Aziende Sanitarie per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.

Il NAS di Perugia ha invece individuato un medico radiologo svolgere attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, nonché due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri.

L’attività ispettiva svolta sull’ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3 mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate.

Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche sono state accertate, su 761 agende, carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori, diffusa carenza di personale medico e tecnici specializzati che, unitamente alla mancanza di adeguati stanziamenti ed attrezzature, ha determinato il rallentamento dell’esecuzione di prestazioni sanitarie.

Tale slittamento si ripercuote anche nel mancato rispetto delle classi di priorità (Urgente, Breve e Differibile) ricollocate, in 138 casi, in tempistiche entro i 120 gg (Programmabili), non compatibili con i criteri di precedenza ed urgenza.

In 195 situazioni i NAS hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione.

Proprio in tale contesto, gli accertamenti svolti dai Nuclei di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine hanno consentito di rilevare vere e proprie condotte dolose, deferendo all’A.G., 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio / agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, al fine di consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.

Alle carenze di organico si integrano anche comportamenti non allineati ad una corretta deontologia professionale, come nel caso di un dirigente medico di una ASL della provincia di Roma che, sebbene responsabile degli ambulatori di gastroenterologia e colonscopia per cui vi fosse indisponibilità presso l’intera ASL, lo stesso esercitava le medesime prestazioni  in attività intramoenia extramuraria -regolarmente autorizzata- presso un poliambulatorio privato, con una programmazione fino ad 8 esami giornalieri. In tale contesto, sono state anche individuate 21 irregolarità nello svolgimento di attività intramoenia per esubero delle prestazioni concordate con le ASL e omesse comunicazioni sullo svolgimento delle attività esterne da parte dei medici pubblici.

Un ulteriore aspetto emerso dai controlli è la mancata adesione di cliniche e ambulatori privati, già convenzionati, nel sistema di prenotazione unico delle Aziende sanitarie o a livello regionale, aspetto che riduce la platea di strutture utili per l’erogazione delle prestazioni mediche specialistiche e diagnostiche.

L’intervento dei NAS ha consentito di segnalare ai rispettivi enti di riferimenti locali e regionali le problematiche riscontrate nel corso del monitoraggio, al fine di attuare adeguate misure correttive, permettendo in numerosi casi l’immediata riapertura delle agende di prenotazione che erano state chiuse o sospese, in particolare nel delicato periodo estivo, nonché il ripristino della funzionalità di alcuni sistemi informativi di prenotazione.

Come ulteriore aspetto di efficientamento è stata individuata l’estensione dell’obbligo di annullamento delle doppie prenotazioni effettuate dall’utente in più strutture, anche mediante il ricorso a sistemi informativi automatici nonché attraverso una campagna di sensibilizzazione civica.

Situazioni particolari:

Nas Reggio Calabria (pdc 06-59944336)

Presso due ospedali della provincia di Reggio Calabria è stata accertata, al fine di garantire le ferie estive ai dipendenti, la sospensione, per i mesi di luglio ed agosto 2023, delle agende di prenotazione relative agli esami di diagnostica, senza alcuna autorizzazione della Direzione Generale dell’ASP. In particolare, gli esami in argomento erano stati procrastinati dai 38 ai 95 giorni ben oltre i tempi previsti dalla normativa nazionale. L’intervento ha consentito di riaprire agli utenti le agende impropriamente bloccate.

Presso un altro ospedale del capoluogo calabrese, sono stati accertati l’impropria chiusura delle agende di prenotazione, l’assenza del servizio di recall e il mancato accordo con cliniche private accreditate al fine di ridurre le liste di attesa.

Ancora, sono stati deferiti in stato di libertà tre medici (uno pneumologo, un angiologo ed un cardiologo) per aver prestato servizio presso un poliambulatorio privato, sebbene contrattualizzati in impiego esclusivo con le Aziende Sanitarie di Reggio Calabria e provincia.

Nas Campobasso (pdc 06-59944331)

Nel corso degli accertamenti è stata riscontrata la diffusa mancata:

  • previsione, nelle agende giornaliere dei singoli medici specialisti, dei tempi riservati alle prestazioni con classi di priorità, facendole confluire tutte nella classe di prenotazione ordinaria;
  • pubblicazione dei criteri di formazione delle liste di attesa e dei tempi medi effettivi di attesa per ciascuna tipologia di prestazione erogata;
  • integrazione al sistema unico di prenotazione delle agende relative alle prestazioni specialistiche erogate da strutture sanitarie e studi (radiologici, odontoiatrici, fisioterapici e laboratori di analisi) privati accreditati.

Nas Cremona (pdc 06-59944328)

Segnalati alle competenti Autorità Sanitarie i dirigenti di 16 presidi ospedalieri, 2 cliniche e 4 strutture sanitarie private accreditate, dislocati tra le provincie di Mantova, Pavia e Cremona per accertate criticità nella gestione delle agende di prenotazione e nelle tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie ambulatoriali dispensate oltre i termini previsti dal Protocollo d’Intesa Stato – Regioni e dal “P.N.G.L.A.”, anche con l’ingiustificata chiusura delle agende.

Nas Salerno (pdc 06-59944308)

A seguito degli accertamenti svolti presso due distretti sanitari delle A.S.L. è stato riscontrato il mancato rispetto:

  • dei tempi di attesa, secondo la priorità assegnata dal medico di medicina generale;
  • della corretta procedura da adottare nel comunicare la sospensione delle agende, secondo le indicazioni regionali.

Nas Palermo (pdc 06-59944333)

A seguito delle verifiche presso 14 presidi ospedalieri e sanitari delle provincie di Palermo e Agrigento è stata riscontrata, in complessive 23 distinte unità operative/ambulatoriali, la sospensione delle prenotazioni per l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e strumentali (c.d. agende chiuse). Inoltre, è stato accertato che alcune prenotazioni non venivano fatte confluire nel sistema informatico del CUP, ma inserite in un registro cartaceo.

Nell’approfondimento investigativo relativo al blocco delle prenotazioni presso un ospedale palermitano sono stati deferiti all’A.G. 3 medici, ritenuti responsabili di interruzione di pubblico servizio, per aver sospeso le prestazioni di gastroenterologia, ma, contemporaneamente, aver svolto attività libero professionale (c.d. A.L.P.I.), determinando arbitrariamente volumi superiori a quelli consentiti transitandoli in prestazioni a pagamento a carico del paziente.

Nas Roma (pdc 06-599447111)

A seguito delle verifiche svolte presso un ospedale ed un centro diagnostico polispecialistico della provincia di Roma, sono state riscontrate incongruenze nella gestione dell’agenda degli appuntamenti relativi agli ambulatori di gastroenterologia e colonscopia. Gli accertamenti hanno consentito di appurare che, sebbene per tali branche specialistiche vi fosse indisponibilità per l’intera ASL, il medico responsabile esercitava le medesime prestazioni in attività intramoenia extra muraria, regolarmente autorizzata, programmandone fino ad 8 in una giornata.

Nas Potenza (pdc 06-59944300)

Gli accertamenti condotti presso un poliambulatorio ed un distretto sanitario della provincia di Potenza, hanno consentito di appurare, in entrambi i casi, il mancato rispetto dei tempi di attesa secondo la priorità assegnata dal medico di medicina generale e delle corrette procedure nella comunicazione della sospensione delle agende.

Nas Cagliari (pdc 06-59944302)

In provincia di Cagliari, presso un poliambulatorio specialistico dell’ASL, è emerso che, per l’attività ambulatoriale riferita a specifiche branche, non veniva rispettata la programmazione determinata dalla direzione sanitaria a causa della dichiarata mancanza di medici specializzati, sia strutturati che convenzionati con il SSN. Per tale motivo sono state sospese svariate visite specialistiche e non sono rispettate le priorità assegnate dal medico curante all’atto della prescrizione.

Nas Torino (pdc 06-59944320)

Deferiti in stato di libertà due dirigenti medici impiegati presso il reparto di ortopedia e traumatologia di un ospedale pubblico, responsabili di aver indotto i pazienti a rivolgersi a loro privatamente e di aver utilizzato indebitamente le sale chirurgiche ospedaliere a seguito dell’inserimento dei citati pazienti in una lista d’attesa “non ufficiale”, elusiva delle classi di priorità. Presso una clinica convenzionata della provincia di Novara è stato rilevato che l’attesa per prestazioni, condotte nell’ambito del piano straordinario di recupero delle liste d’attesa della Regione Piemonte, superavano di 71/148 giorni i tempi previsti, accumulate per l’assenza per malattia dell’unico professionista contrattualizzato.

Nas Catania (pdc 06-59944345)

Deferito in stato di libertà un medico di ortopedia e traumatologia di un presidio ospedaliero che eseguiva visite ambulatoriali a vantaggio di pazienti privi della prescritta prenotazione al CUP, bypassando il sistema di “lista d’attesa” ed omettendo di richiedere il versamento del previsto ticket contributivo, in danno del SSR.

Nas Udine (pdc 06-59944323)

Segnalato un dirigente medico referente per la radiologia di 3 ospedali della provincia di Udine per aver disposto l’arbitraria sospensione delle agende di prenotazione delle prestazioni di mammografia, al fine di consentire la fruizione di periodi di ferie al personale dipendente.

Nas Perugia (pdc 06-59944347)

Deferito in stato di libertà un medico che, nello svolgimento dell’attività libero professionale intramuraria “allargata”, visitava i pazienti in studio privato stravolgendo le liste d’attesa in favore di amici e conoscenti, consentendo loro di essere sottoposti prestazioni sanitarie in data antecedente rispetto a quanto previsto dal sistema informatico aziendale di prenotazione.

Sempre le stesso NAS ha deferito un altro medico radiologo in servizio presso un ospedale della provincia di Perugia per aver svolto attività lavorativa, per conto di una cooperativa, presso un’altra struttura, pur trovandosi in malattia.

Giornata della sicurezza alimentare: in un anno sequestrati oltre 8 tonnellate di alimenti

COSENZA – Oggi 7 giugno si celebra la “Giornata mondiale della sicurezza alimentare”, iniziativa internazionale istituita nel 2019 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e CODEX Alimentarius e dal Ministero della Salute – Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione (DGISAN).

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, mediante l’azione giornaliera sull’intero territorio nazionale, da oltre 60 anni è impegnato nell’attenta vigilanza del settore alimentare per il rispetto delle norme poste a tutela della salute dei cittadini.

L’intensa attività sviluppata dalla Specialità dell’Arma, d’intesa con il Ministero della Salute, ha consentito, nell’ultimo anno, di sottrarre dalle tavole degli italiani oltre 8.000 tonnellate di alimenti irregolari di varia natura (prodotti ittici, lattiero-caseari, carne, prodotti da forno e cereali, bibite e bevande), a causa di ignota provenienza, pessime condizioni igienico-sanitarie, stoccaggio in ambienti non adeguati, presenza di evidenti segni di alterazione o con date di scadenza superate, per un valore complessivo di oltre 34 milioni di euro.

Nel complesso sono state eseguite ca. 27 mila ispezioni nei confronti dell’intera filiera agroalimentare (produzione, distribuzione e ristorazione), rilevando irregolarità in oltre 10 mila strutture ispezionate (il 37%).

Nel corso dei controlli sono state accertate 16.118 violazioni alle normative nazionali e comunitarie che disciplinano l’igiene e la sicurezza degli alimenti; arrestati  3 operatori del settore alimentare (2 veterinari addetti ai controlli della filiera delle carni e lattiero-casearia per corruzione ed abuso di ufficio, un titolare di un caseificio per furto di energia elettrica), segnalati 9.328 soggetti alle Autorità competenti (di cui 772 denunciati all’Autorità Giudiziaria), elevate sanzioni amministrative per oltre 126 milioni di euro. 798 le strutture (depositi, ristoranti, panifici, attività di produzione e vendita di alimenti vari, etc. per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro) chiuse per gravi irregolarità igienico-sanitarie ed autorizzative.

In particolare, nelle ultime settimane, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ha eseguito una campagna di controllo mirata al contrasto delle forme illecite di commercializzazione di prodotti etnici importati e distribuiti su ampie aree del territorio nazionale, spesso caratterizzati dall’assenza dei requisiti merceologici ed igienico-sanitari.

Le verifiche, effettuate presso grossisti e distributori di alimenti etnici sono state volte ad accertare le condizioni igienico-sanitarie e strutturali degli ambienti, l’attuazione delle procedure di sicurezza alimentare e tracciabilità, nonché la posizione contrattuale delle maestranze ed il possesso di un’adeguata formazione professionale.

In tale specifico settore i Carabinieri NAS hanno effettuato ca. 700 ispezioni che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 329 strutture (pari al 50% circa degli obiettivi controllati), a seguito delle quali sono state segnalate alla Autorità Giudiziaria e Sanitaria oltre 300 operatori di settore e contestate 540 sanzioni amministrative, per un valore complessivo di oltre 500 mila euro.

Sono stati rinvenuti alimenti con la data di scadenza superata, artatamente cancellata e successivamente modificata in modo da procrastinarne la validità. Scoperte, altresì 25 tonnellate di carni in pessimo stato di conservazione e in presenza di escrementi di roditori, nonché altri prodotti di origine extra comunitaria completamente ricoperti da liquido congelato, percolato dal soffitto a causa di malfunzionamento dell’impianto di refrigerazione, etc. etc.

Nel complesso, sono state sequestrate 200 tonnellate di prodotti alimentari (prodotti ittici, carnei, vegetali etc.)  poiché non idonei al consumo in quanto privi di tracciabilità, in cattivo stato di conservazione e o detenuti in locali interessati carenze igieniche e/o con etichettatura irregolare, per un valore commerciale di circa 4 milioni di euro.

Nel corso delle attività è stato constatato l’uso di magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, depositi in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori, che hanno comportato l’applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività a carico di 15 imprese commerciali.

Tra le situazioni più significative accertate dai NAS si evidenziano:

 

Nas Catania (pdc 06.59944345)

A seguito del controllo eseguito su un mezzo adibito al trasportato di alimenti riconducibile ad un’agenzia commerciale rumena, avente sede logistica a Catania, si è proceduto al sequestro di complessivi kg 1.500 di prodotti carnei di origine suina provenienti da zone estere soggette a restrizione, destinati a grossisti siciliani e introdotti nel territorio nazionale in violazione dei vigenti regolamenti comunitari. Segnalato alle autorità sanitarie il cittadino comunitario di origine rumena, referente locale dell’agenzia commerciale. Il valore delle carni sequestrate corrisponde ad euro 30.000.

Nella medesima provincia è stata sequestrata un’attività commerciale all’ingrosso di alimenti etnici, costituita da un capannone prefabbricato di tipo industriale ove, all’interno di celle frigorifere, sono state rinvenute circa 25 tonnellate di prodotti, prevalentemente carnei ed ittici importati illegalmente, in cattivo stato di conservazione in considerazione delle gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali rilevate in tutti gli ambienti e della copiosa presenza di escrementi di roditori. Rinvenute specie ittiche alloctone vive (gambero della Louisiana) di cui non è consentito il commercio nel territorio europeo, per cui è stato avviato l’iter per l’immediato abbattimento e smaltimento. Deferito in stato di libertà il cittadino extra-comunitario di origine cinese, titolare dell’attività. Il valore della struttura equivale ad un milione di euro e quello degli alimenti in sequestro a 500.000 euro.

Ed ancora sequestrati 4.000 kg di alimenti etnici (del valore di 50.000 euro), prevalentemente vegetali, confezionati su pallet senza alcuna indicazione commerciale attestante la rintracciabilità, rinvenuti in un deposito abusivo di alimenti etnici di Catania ove, all’atto del controllo, era in corso il carico di derrate alimentari su autoveicoli di commercianti privati. Sospesa immediatamente l’intera attività (il valore della struttura corrisponde ad euro 200.000) totalmente priva di autorizzazioni amministrative e sanitarie. Segnalato alle competenti autorità il gestore, cittadino extra-comunitario di origine bengalese.

 

Nas Milano (pdc 06.59944338)

Deferito in stati di libertà il titolare di una ditta di Milano per aver commercializzato confezioni di prodotti di origine animale, a base di carne, riportanti indicazioni fraudolente con riferimento agli ingredienti non rispondenti alle informazioni contenute nell’etichetta originaria. La merce, illegalmente importata dalla Cina, è risultata altresì priva dei documenti relativi alla tracciabilità. Sequestrate 60 confezioni di prodotti carnei, per un valore complessivo di euro 1.200.

 

Nas Livorno (pdc 06.59944313)

Segnalato all’Autorità Sanitaria il titolare di una piattaforma logistica di alimenti etnici cinesi della provincia di Lucca, per avere attivato una porzione dell’attività di vendita all’ingrosso, adibita a deposito e stoccaggio derrate alimentari, privo di notifica sanitaria e registrazione all’autorità competente. Disposta l’immediata chiusura ed inibizione dell’attività di deposito, per un valore complessivo di euro 2.000, ed eseguito contestualmente il blocco sanitario di 30 tonnellate di alimenti ivi custoditi, del valore di un milione e mezzo di euro. Elevate sanzioni pecuniarie pari a 1.000 euro.

 

Nas Parma (pdc 06.59944330)

Nel corso di un controllo eseguito presso una rivendita all’ingrosso di prodotti alimentari etnici di Reggio Emilia sono stati sequestrati 2.128 kg di prodotti alimentari vari confezionati (conserve alimentari ittiche e vegetali, condimenti e salse varie) dal valore commerciale complessivo di 10.000 euro, in quanto privi in etichetta delle indicazioni in lingua italiana. Contestualmente sono state rilevate carenze igienico sanitarie all’interno del locale deposito interessato da numerose confezioni di prodotti alimentari stoccati a diretto contatto con il pavimento. Diffidato il cittadino marocchino, legale responsabile dell’attività.

Inoltre, presso una rivendita di prodotti alimentari etnici di Modena, è stato deferito in stato di libertà il titolare, cittadino di origine cinese, poiché nel corso dell’ispezione, all’interno di una cella frigo, sono stati rinvenuti, e sottoposti a sequestro, 2.000 kg di prodotti alimentari (carnei ed ittici del valore di 25.000 euro) in cattivo stato di conservazione in quanto completamente ricoperti da liquido congelato, percolato dal soffitto a causa di malfunzionamento dell’impianto di refrigerazione.

Nella medesima circostanza:

  • sono stati sequestrati ulteriori 115 kg di prodotti alimentari vari confezionati (pasta, condimenti, spezie e bevande dal valore di euro 1.000) decorsi di validità;
  • sono state riscontrate gravi carenze igienico sanitarie dei locali quali sporcizia diffusa, l’omessa istallazione sulle finestre delle barriere antintrusione degli agenti infestanti con conseguente presenza di carcasse di insetti (blattoidei) sul pavimento e, nel locale deposito, la presenza di escrementi di roditori su tutte le superfici nonché la carcassa di un topo morto.

Disposta l’immediata sospensione dell’attività, il cui valore corrisponde ad un milione di euro, ed elevate a carico del titolare sanzioni per 3.000 euro.

 

Nas Brescia, (pdc 06.59944327)

Deferito in stato di libertà, per frode nell’esercizio del commercio, il titolare, di origini pakistane, di un’azienda di Brescia deputata al commercio all’ingrosso di generi alimentari, dove è stata riscontrata la presenza di diversi alimenti, impacchettati, la cui data di scadenza, ormai superata da mesi, era stata cancellata per mezzo di un apposito prodotto e poi riscritta al fine di estenderne fraudolentemente la genuinità, così da renderli vendibili. All’interno di una cella frigorifera inutilizzata infatti, sono state rinvenute e sequestrate oltre seicento confezioni tra cocco disidratato, farine, legumi e spezie, sottoposte e da sottoporre ad un’azione di “ripulitura” della scadenza secondo le anzidette dinamiche (per complessivi 320 chilogrammi di prodotti).

L’illecita condotta è stata confermata dal ritrovamento, nel locale di deposito, di solventi e cotton fioc sporchi d’inchiostro nonché di molteplici scatole vuote riconducibili al medesimo lotto di produzione degli alimenti oggetto di contraffazione.

 

Nas Cremona, (pdc 06.59944328)

Nel corso dell’ispezione svolta presso un deposito di commercio all’ingrosso di cereali etnici di provenienza estera avente sede nella provincia di Pavia, sono stati sequestrati:

  • 4 quintali di quinoa bianca proveniente dal Perù per la presenza di contaminanti chimici oltre i limiti consentiti e derivanti dall’uso di pesticidi;
  • 18 quintali di cereali esteri (azuki verde, lenticchie puys, bulgur, lenticchie eston) per etichettatura non conforme (indicazione di stabilimento di confezionamento diverso da quello reale);

per un valore complessivo di euro 23.000.

Elevate a carico del responsabile dell’attività (cittadino italiano) sanzioni per 3.000 euro.

 

 

Nas Padova (pdc 06.59944325)

Segnalato alle competenti Autorità e deferito in stato di libertà il titolare, di origini bengalesi, di una ditta della provincia di Vicenza per aver attivato un fabbricato per la vendita all’ingrosso di prodotti etnici privo di registrazione aggiornata, in mancanza di manuale di autocontrollo, in carenti condizioni igieniche e per aver omesso di redigere il documento di valutazione dei rischi sul luogo di lavoro. Disposta l’immediata chiusura ed inibizione dell’attività di deposito con contestuale sequestro di 30.000 kg di alimenti ivi custoditi per un valore complessivo di 2 milioni di euro.

 

Nas Ancona (pdc 06.59944304)

Nel corso dell’ispezione condotta presso un deposito di alimenti e bevande della provincia di Macerata, gestito da un cittadino di origine pakistana, sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 402 bottiglie da litri 1,5 cadauna, di bevanda analcolica, all’aroma di pera, denominata “strumka”, con etichette non conformi poiché prive delle previste indicazioni obbligatorie. Elevate sanzioni pecuniarie di euro 2.000 a carico del predetto legale responsabile.

Nas Roma, (pdc 06.59947111)

Sequestrate 875 tonnellate di alimenti e sospesa l’intera attività di una società di distribuzione di prodotti etnici asiatici sita in Roma dove, nel corso dell’ispezione svolta, sono state riscontrate gravi carenze igienico sanitarie e strutturali. In particolare, nel deposito è stata accertata la presenza di sporcizia massiva frammista a escrementi di volatili nonché di insetti morti non rimossi da tempo. La notevole quantità di colli contenenti alimenti è stata trovata accatastata, senza scaffalatura, fino al soffitto così da costituire pericolo per il personale dipendente. Gli imballaggi riempivano la totale area degli ambienti tanto da non permettere il camminamento e/o consentire la regolare sanificazione.

In relazione alla descrizione di specifici interventi operati dai NAS nel presente comunicato stampa, le persone deferite all’autorità giudiziaria sono da ritenersi presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza in successiva sede processuale

Farmaci illegali sul web: sequestro da 3mln, 93 siti oscurati e 21 arresti

COSENZA – Carabinieri del NAS hanno concluso “SHIELD III”, acronimo di Safe Health Implementation, Enforcement and Legal Development, vasta operazione internazionale finalizzata alla tutela della salute e al contrasto della criminalità farmaceutica.
L’operazione si è sviluppata, tra aprile e novembre 2022, sotto la direzione di EUROPOL e con la partecipazione, quale unica Forza di Polizia italiana, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, il quale ha svolto un ruolo organizzativo, di pianificazione e direzione, unitamente alla Polizia greca, all’OCLAESP francese e alla Guardia Civil spagnola. All’operazione hanno aderito 28 Paesi (19 stati membri dell’UE e 9 paesi terzi), unitamente all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) che ha offerto sostegno finanziario, Frontex, l’Agenzia
Mondiale Antidoping (WADA) e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
L’azione congiunta ha affrontato in maniera globale il fenomeno del cd. pharma crime, inteso come contraffazione, diversion dalla catena legale di approvvigionamento, furti e traffico illecito, mediante lo svolgimento di targeted actions in materia di doping, medicinali, principi attivi farmacologici anche ad
effetto stupefacente, con un focus sulle nuove sostanze psicoattive, integratori alimentari e prodotti connessi con l’emergenza COVID-19.

Particolare attenzione è stata dedicata al cyber patrolling del mercato on-line, che rappresenta come noto un fenomeno in crescita esponenziale favorito dall’anonimato della rete e dalle opportunità di speculazione offerte dai differenziali normativi nelle legislazioni di settore dei diversi Paesi.

Anche quest’anno al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, è stato affidato il delicato ruolo di co-leader di EUROPOL, posizione di primaria responsabilità che ha consentito al NAS di partecipare al processo decisionale prendendo posto nella “cabina di regia” (composta anche dalla Polizia greca,
all’OCLAESP francese e alla Guardia Civil spagnola) che ha pianificato le attività, nonché diretto e coordinato i Paesi aderenti nei vari settori d’intervento nonché posizione di action leader nell’ambito del progetto EMPACT 3.5 sulla contraffazione dei farmaci.
Significativo è stato il contributo fornito all’Operazione a livello nazionale da parte della Specialità, nel quale i Carabinieri NAS hanno condotto 170 attività ispettive e di polizia giudiziaria, con l’avvio di 82 tra procedimenti giudiziari e amministrativi, che hanno portato all’esecuzione di complessivi 21 arresti e 123
deferimenti alle competenti Autorità giudiziarie.
Ingenti i sequestri di medicinali e di sostanze dopanti di diverse tipologie, d’integratori nonché di dispositivi medici e di prodotti di vario genere anche collegati al trattamento del COVID-19: oltre 9.000 confezioni e circa 362.000 unità in diverse forme farmaceutiche (compresse, fiale, iniettabili, polveri), contenenti principi
attivi a varia indicazione terapeutica, principalmente riconducibili ad anabolizzanti, antibiotici, antinfiammatori, disfunzione erettile e vantanti proprietà per il trattamento del COVID-19.
Il valore commerciale di tutti i sequestri raggiunge la cifra di circa 3.000.000 euro.
Parallelamente è stato condotto un mirato controllo sull’offerta in vendita e la pubblicità illecite di medicinali on line. Lo specifico ambito del contrasto al cd. cybercrime farmaceutico rimane, infatti, uno degli aspetti più sensibili soprattutto rispetto alla diffusione del COVID-19, atteso il rischio che i cittadini si affidino a
rimedi “fai da te” disponibili in rete piuttosto che seguire le indicazioni delle autorità sanitarie, alimentando quindi il mercato dei farmaci di provenienza dubbia, se non illecita, e i canali paralleli di approvvigionamento. In questo contesto, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute hanno quindi condotto mirate analisi del web che, nel solo periodo di riferimento, hanno consentito di individuare e “oscurare”, su provvedimenti del Ministero della Salute, 93 siti internet tutti con server ubicati all’estero e con dati fittizi dei relativi gestori. Di questi siti, 49 erano riferiti a medicinali a base di principi attivi (idrossiclorochina, clorochina, lopinavir/ritonavir, azitromicina, colchicina e ivermectina) per i quali sono state emesse restrizioni all’impiego off label al di fuori di ricerche e studi clinici connessi con il COVID-19, mentre 44 proponevano in vendita e pubblicizzavano medicinali a varia indicazione terapeutica, prevalentemente dopanti, contro la disfunzione erettile, antinfiammatori e antibiotici, tutti soggetti a obbligo di prescrizione, nonché presunti integratori alimentari vantanti, indebitamente, proprietà terapeutiche.
Altro settore di attenzione sono state le attività sportive, sia a livello professionistico sia amatoriale, nel cui ambito sono state condotte 145 verifiche antidoping “in” (134) e “out” (11) competition, che hanno consentito di sottoporre a controllo 571 atleti (560 a margine di gare e 11 fuori gara), 18 dei quali sono risultati positivi (17 “in” e 1 “out” competition). In tale contesto, gli Ispettori Investigativi Antidoping del NAS si sono avvalsi della consolidata collaborazione di NADO-ITALIA e della Sezione Vigilanza sul Doping del Ministero della Salute, sotto la cui egida hanno effettuato i vari controlli.
L’occasione operativa è, infine, stata proficua per favorire i rapporti di cooperazione istituzionale tra il NAS e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in linea con quanto previsto dal Protocollo d’intesa tra il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la medesima Agenzia.
Da segnalare, al riguardo, oltre ai numerosi controlli e sequestri condotti congiuntamente in relazione all’illecita importazione dall’estero di medicinali sprovvisti di autorizzazione all’immissione in commercio, la recente operazione che nel mese di novembre, a San Marino, ha portato al sequestro di un laboratorio
clandestino al cui interno venivano prodotte sostanze anabolizzanti e dopanti.
Complessivamente l’Operazione “SHIELD III”, condotta nei Paesi aderenti, ha permesso di smantellare 59 gruppi criminali, sequestrare migliaia di medicinali, materie prime e prodotti dopanti di vario genere, per un totale di oltre 10 milioni di unità, in varie forme farmaceutiche per un valore commerciale di 40 milioni di
euro. Sequestrati, inoltre, 10 laboratori clandestini e oltre un milione di mascherine non conformi. Sono state controllate oltre 218.000 spedizioni, 74.000 circa di esse poste sotto il vincolo del sequestro, nonché monitorati oltre 1.000 siti web oscurandone 93. L’attività antidoping si è, invece, concretizzata in circa 6.800
controlli ad atleti, tra “in” e “out” competition, riscontrando 48 positività, di cui 39 “in” e 9 “out” competition. Al termine delle operazioni 349 persone sono state deferite a vario titolo alle Autorità Giudiziarie nazionali.

Covid, controlli dei Nas su treni e bus: sanzionata una società lametina

ROMA – I controlli dei carabinieri del NAS hanno interessato 693 veicoli, tra autobus urbani ed extraurbani, metropolitane, scuolabus, collegamenti ferroviari locali e di navigazione, ma anche biglietterie, sale di attesa e stazioni metro. Tra gli obiettivi controllati, 65 hanno evidenziato irregolarità, principalmente connesse con l’inosservanza delle misure di prevenzione al contagio, quali la mancata esecuzione delle operazioni di pulizia e sanificazione, l’omessa cartellonistica di informazione agli utenti circa le norme di comportamento ed il numero massimo di persone ammesse a bordo, l’assenza di distanziatori posti sui sedili e di erogatori di gel disinfettante o il loro mancato funzionamento.

Complessivamente sono stati denunciati 4 responsabili di aziende di trasporto, per non aver predisposto le procedure di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro a favore degli operatori, e sanzionati ulteriori 62 responsabili per irregolarità amministrative, elevando sanzioni pecuniarie pari a circa 25 mila euro.

Rilevati 32 casi di positività di materiale genetico

Tra i tamponi di superficie raccolti, sono stati rilevati 32 casi di positività per la presenza di materiale genetico riconducibile al virus, individuati in autobus, vagoni metro e ferroviari operanti su linee di trasporti pubblici di Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone, Varese e Grosseto. Il riscontro della presenza di materiale genetico del virus sulle superficie dei mezzi di trasporto, seppur non indice di effettiva capacità di virulenza o vitalità dello stesso, rileva con certezza il transito ed il contatto di individui infetti a bordo del mezzo, determinando la permanenza di una traccia virale.

I militari del Nas di Catanzaro ha accertato che un autobus della società di trasporti di Lamezia Terme non era stato sottoposto alla prescritta disinfezione ed era sprovvisto dei dispenser igienizzanti. Per tale motivo è stata elevata nei confronti dell’amministratore la sanzione amministrativa di 400 euro.

Anziani sedati e malnutriti, sigilli alla casa di riposo degli orrori

REGGIO CALABRIA- A Reggio Calabria, i Carabinieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nei confronti di una cooperativa sociale – casa alloggio, della struttura immobiliare ove la stessa insiste, abusivamente trasformata in una casa di riposo per anziani, e notificato contestualmente una “informazione di garanzia” nei confronti della legale rappresentante dell’attività e di due operatori socio sanitari, accusati a vario titolo di abbandono di persone incapaci, maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

L’attività scaturisce ad esito di un’attività di indagine condotta dai Carabinieri del NAS – Nucleo Antisofisticazione e Sanità e della Compagnia di Reggio Calabria,avviata nel marzo dello scorso anno, quando, in piena pandemia e nella fase più critica, un ospite della struttura sanitaria, ubicata nel quartiere reggino di Ciccarello, era risultato positivo al Covid-19 e ricoverato, in gravi condizioni, presso il GOM di Reggio Calabria.

Nel giro di un mese lui ed altre due donne, ospiti nella stessa casa di riposo, erano poi deceduti a causa del virus, ed altri cinque degenti risultati contagiati.

Immediatamente i militari del N.A.S e della Compagnia Carabinieri di Reggio Centro, sotto il coordinamento del sostituto Procuratore Marika Mastrapasqua e dal Procuratore Vicario Gerardo Dominijanni – della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, avevano eseguito un’ ispezione al fine di verificare le condizione della struttura e le misure in atto per il contenimento del contagio da coronavirus, constatando che la casa alloggio, autorizzata solo per sei unità ed “a bassa intensità assistenziale”, in realtà era stata trasformata in casa di riposo con oltre dieci ospiti, di cui molti non autosufficienti e allettati, bisognevoli di cure e terapie farmaceutiche continue e, quindi, di una assistenza altamente professionale.

È stato, inoltre, accertato che non vi era alcuna autorizzazione né, tantomeno, erano mai state fatte le previste comunicazioni alle Autorità di Pubblica Sicurezza, e che l’assistenza agli anziani veniva assicurata solo dalla cuoca e da due operatori sanitari – i quali somministravano abusivamente anche i farmaci – oltre che la rappresentante legale non riforniva adeguatamente di derrate alimentari la struttura. Per effetto di ciò molti anziani, soprattutto quelli allettati, erano malnutriti o lasciati privi di cibo – una degente arrivò a pesare addirittura 35 kg – e venivano sedati somministrando loro massicce dosi di medicinali con effetto psicotropo.

Le gravissime condotte così riscontrate, anche grazie alla collaborazione dei parenti delle vittime, hanno fatto si che il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria accogliesse la richiesta di sequestro avanzata dalla locale Procura della Repubblica. 

Tute non conformi ad operatori 118, segnalazione a Nas

COSENZA – Alcuni dispositivi di protezione individuale non conformi, in particolare delle tute monouso, sono stati consegnati agli operatori del 118 dell’area di Cosenza. A denunciare la circostanza sono stati gli stessi addetti al servizio che hanno reso noto di avere fatto delle specifiche segnalazioni ai carabinieri del Nas.
Come si legge su Ansa Calabria, il materiale rientrerebbe nelle forniture in dotazione ai sanitari, ma – secondo quanto riferito – si tratta di tute prodotte in Cina e che riportano sulla confezione la dicitura “non è sterile”. Gli operatori sollecitano un’indagine che serva a fare la necessaria chiarezza sulla dotazione di questi dispositivi di protezione individuale e sul loro livello di sicurezza.

I Nas all’Ospedale di Serra San Bruno, «Emerse criticità strutturali»

SERRA SAN BRUNO (VV) – Varie carenze igienico strutturali sono state riscontrate nell’ospedale di Serra San Bruno nel corso di un controllo straordinario di natura ispettiva eseguito dai carabinieri del Nas di Catanzaro e della Compagnia.

L’ispezione è stata disposta dopo che nello stesso ospedale era stato denunciato il “caso” della salma di un paziente rimasta bloccata per ore nel reparto in cui era avvenuto il decesso a causa della rottura dell’ascensore.

 Gli accertamenti dei Nas hanno interessato l’intera struttura ospedaliera. «Le criticità strutturali riscontrate – è detto in un comunicato dell’Arma – sono addebitabili al vetusto immobile in cui è ospitato l’ospedale, risalente agli anni ’70. All’esito del controllo verranno segnalati alle competenti Autorità alcuni dirigenti, funzionari e medici per le rispettive competenze.
Inoltre, saranno interessati i competenti uffici regionali e provinciali per i provvedimenti di competenza e per l’adeguamento delle strutture alle normative vigenti».

Fonte Ansa

 

I Nas all’Ospedale di Vibo, scatta la denuncia per il commissario Caligiuri

VIBO VALENTIA – I Carabinieri di Vibo Valentia e gli specialisti del Nas hanno denunciato in stato di libertà il Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Angela Caligiuri, di 63 anni, per le “gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate in ogni reparto dell’ospedale Iazzolino”.

I militari hanno adottato il provvedimento al termine di un’ispezione che rientra nei controlli avviati nelle varie strutture sanitarie della provincia e dopo avere passato al setaccio le unità operative di Utic/Cardiologia, Rianimazione, Chirurgia ostetricia, e ginecologia. Al commissario straordinario vengono contestate «gravi carenze di condizioni igienico strutturali».

Fonte Ansa

Nas sequestrano clinica abusiva a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Una struttura sanitaria polispecialistica di chirurgia plastica estetica e di otorino laringoiatria è stata sequestrata dai carabinieri del Nas di Reggio Calabria al termine di un’attività ispettiva nel settore sanitario.

I militari, infatti, hanno accertato che la struttura, dove è stata riscontrata l’avvenuta esecuzione di interventi chirurgici estetici e di liposuzione, era stata attivata in assenza dell’autorizzazione sanitaria al funzionamento.

Nel corso delle verifiche, inoltre, sono stati trovati e sequestrati anestetici scaduti di validità e pertanto da ritenersi guasti o imperfetti.

Farmaci scaduti e rimborsi per pazienti deceduti, denunce nel catanzarese

CATANZARO – Controlli serrati da parte dei carabinieri dei Nas di Catanzaro in farmacie, studi medici, poliambulatori e strutture veterinarie, al fine di valutare la correttezza della distribuzione dei medicinali.

I militari, nel corso dei controlli, hanno proceduto a sequestrare oltre 600 confezioni di farmaci scaduti o defustellati e per le i quali era già stato richiesto il rimborso al Servizio Sanitario Nazionale per una cifra di dieci mila euro.

In alcuni esercizi commerciali, soprattutto parafarmacie sono stati evidenziati cosmetici scaduti a altri prodotti per i quali non è consentita la commercializzazione. Per alcuni medicinali poi, è stato scoperto, che veniva richiesto il rimborso, nonostante questi fossero stati erogati a pazienti deceduti.

In tutto i Nas hanno controllato 26 strutture e denunciato una dozzina di persone