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[#MarvelNews] Disney Play, in arrivo la serie tv su Soldato d’Inverno e Falcon

Sorprese in casa Marvel: in lavorazione una serie tv su Soldato d’Inverno e Falcon.

Marvel in fermento: Variety ha rivelato in esclusiva in queste ore che la Disney avrebbe avviato la lavorazione di una serie live action dedicata a Soldato d’Inverno e Falcon. La serie tv è destinata alla nuova piattaforma streaming della casa di produzione di Topolino, il cui debutto è previsto per il prossimo anno.

IL RITORNO DEGLI ATTORI ORIGINALI

La vera chicca è che i protagonisti saranno interpretati dagli attori originali, Sebastian Stan e Anthony Mackie che indosseranno nuovamente i panni di Bucky Barnes e Sam Wilson. Lo show entra a far parte del Marvel Cinematic Universe: la produzione è infatti targata Marvel Studios e non Marvel Tv. Gli episodi previsti sono otto e pare che la sceneggiatura sia stata affidata a Malcom Spellman, già sceneggiatore di Empire.

CONTINUITY CON LE PELLICOLE?

Sicuramente è una notizia che farà felici molti fan di questi supereroi, ma resta da capire dove, come e quando si svolgeranno le storie e in che modo saranno legate alle vicende delle pellicole, soprattutto in attesa di scoprire cosa succederà dopo Infinity War. Quel che è quasi certo, però, è che Kevin Feige, produttore e presidente dei Marvel Studios, sarà direttamente coinvolto nella realizzazione del progetto.

 

SERIE TV ANCHE PER LOKI E SCARLET WITCH

La serie live action su Soldato d’Inverno e Falcon, si aggiunge alle miniserie televisive dedicate a Loki e Scarlet Witch, entrambe interpretate dagli attori originali. Gli show con protagonisti Tom Hiddleston ed Elizabeth Olsen dovrebbero essere in continuity con i film. Non sono previste partecipazioni di altri membri degli Avengers in queste prime produzioni. È assodato che l’intenzione della Disney sia quella di realizzare in futuro nuove miniserie incentrate su altri personaggi secondari del Marvel Cinematic Universe.

In attesa di ulteriori notizie e di poter vedere queste serie sulla nuova piattaforma Disney, non resta che iniziare una mega maratona Marvel prima dell’uscita nei cinema del nuovo film sugli Avengers.

Speciale Milan Games Week, le ultime novità dal mondo videoludico

Nel precedente weekend si è tenuta la consueta MILAN GAMES WEEK, kermesse prevalentemente dedicata ai titoli videoludici di prossima uscita.

Noi di NERD30 non potevamo di certo lasciarci sfuggire la possibilità di provare nuovi giochi, ma soprattutto il nuovo hardware Vr. Ecco quindi il nostro personalissimo resoconto di quanto siamo riusciti a provare nel poco tempo concessoci dalle case di sviluppo alla Milan Games Week.

Varcata la soglia della fiera, siamo stati accolti dal solito clamore tipico degli eventi E-Sport: caster alle prese con il commentary, folle in visibilio e pro-player che si contendevano gloria e premi. Abbandonata a fatica l’area esports lo stand di Wakanda VR ha immediatamente catturato la nostra attenzione.

UN PADIGLIONE NEL PADIGLIONE

Wakanda VR altro non è che un format sviluppato dalla VRZONE S.r.l., proprio come recita l’omonio sito, che propone periferiche VR ben più immersive di quanto siamo stati abituati a vedere in questi anni. I loro titoli spaziano dalla simulazione di volo alla riproduzione di un Escape Room per 4 giocatori, per un totale di 6 esperienze differenti.

Il primo titolo del sestetto ad esser provato è stato il simulatore di volo ICAROS. Dopo le consuete operazioni di calibrazione del VR, gli operatori ci hanno fatto adagiare su di una bizzarra piattaforma semovente. La posizione ricorda quella adottata negli ultraleggeri e tutti i movimenti della macchina vengono attuati dalla muscolatura del giocatore, senza alcun tipo di aiuto meccanico. Dopo qualche secondo passato a familiarizzare con gli spostamenti sui vari assi spaziali abbiamo iniziato la simulazione vera e propria: un circuito a checkpoint da attraversare nel minor tempo possibile. Il feeling dato dalla macchina può stranire a un primo impatto, ma dopo qualche checkpoint perso si riesce tranquillamente a prender confidenza con i comandi e dirigere l’aliante digitale esattamente dove si vuole.

Sfortunatamente, la brevità della simulazione non ci ha fatto assaporare le potenzialità dell’apparecchio per come avremmo desiderato ma si è rivelata sufficiente per promuovere l’esperienza in toto.

Dopo aver ripreso contatto con il suolo, ci siamo diretti verso le postazioni di Laser Maze Tunnel e del Simulatore 3DoF. Tuttavia, entrambe le esperienze si sono rivelate ben al di sotto delle aspettative settate da ICAROS. Il sedile motorizzato sviluppato da KYNEPROX ed adottato nei simulatori 3DoS risulta essere una versione sotto ingenti dosi di steroidi di un comune simulatore da sala giochi: preciso, reattivo, ma comunque una tecnologia conosciuta. Qualcosa di analogo si trova nelle sensazioni lasciateci dal Laser Maze: un applicativo divertente, soprattutto se giocato in multiplayer, ma che non stuzzica la fantasia dei giocatori più navigati.

NERD30 E LA (NON TANTO) GELIDA MADRE RUSSIA

Lasciata la causa della sperimentazione VR, ci siamo spostati verso il padiglione di Koch Media, ansiosi di provare l’ultima fatica di Artyom: Metro Exodus. Dopo un’interminabile coda siamo finalmente riusciti a prender in mano il pad dell’Xbox One X che hostava la demo e immergerci nel mondo immaginato da Dmitry Glukhovsky. La prova inizia con un breve e intuitivo filmato che preannuncia al giocatore ciò che vedrà nei prossimi venti minuti di gameplay e riassume i comandi del titolo. Bastarda e doppietta alla mano impersoniamo nuovamente i panni del nostro russo preferito.

A seguito di una cutscene introduttiva finalmente riusciamo a muovere i primi passi in un’ambientazione decisamente meno claustrofobica delle precedenti: sole e verde accompagnano il ranger di Sparta. Il titolo si conferma un fps solido, con meccaniche stealth ben rodate e uno shooting su console capace di convincere noi redattori, ultimi baluardi di una ferrea tradizione a base di sparatutto con mouse e tastiera. Unica pecca di quanto mostrato sembra esser l’IA dei nemici, piuttosto banale e facile da aggirare; tuttavia non ci è dato sapere se il livello di reattività dei nemici possa andare via via crescendo o sia settabile tramite opzioni. Però, malgrado un comportamento semplificato degli NPC, Metro Exodus non è un titolo da prendere sottogamba. Le orde di predoni, infatti, soverchieranno facilmente gli Artyom più spavaldi e l’assenza di caricatori rende tutto più ostico per chi cerca un approccio combattivo.

Dopo aver dato fondo a tutte le munizioni dei nostri caricatori e aver provato diversi approcci per risolvere la  missione assegnataci lasciamo soddisfatti il padiglione di Koch Media con tanto di dogtag omaggio al collo.

IN DEFINITIVA LA MILAN GAMES WEEK SI CONFERMA UNO DEGLI APPUNTAMENTI IMMANCABILI PER OGNI APPASSIONATO DEL GENERE.

NOI DI NER30 VI CONSIGLIAMO CALDAMENTE DI PREVENTIVARE UNA VISITA NELLE PROSSIME EDIZIONI VISTA LA FORTE PRESENZA DI OFFERTE PER IL PARCO CONSOLE E L’INCREDIBILE QUANTITà DI MATERIALE TESTABILE.

 

Daniele “Icelo” Pezzolla

 

 

 

 

 

[#NerdInterview] Intervista con il saggista Mauro Biglino

Durante l’evento “Terra Opera Aliena” abbiamo avuto il piacere di intervistare Mauro Biglino, noto studioso e traduttore di ebraico biblico.

Ci ha parlato dei suoi lavori e delle teorie a cui è giunto nel corso degli anni, con qualche domanda speciale sugli alieni.

 

 

Intervista a cura di Miriam My Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel Ink Ferullo

[#Nerd30Consiglia] Noein: To Your Other Self, Recensione Anime

Torna la rubrica dei consigli anime di Nerd30, questa volta con un’opera di genere fantascientifico in 24 episodi, prodotta nel 2005 da studio Satelight.

Stiamo parlando di Noein, serie distribuita in Italia da Dynit per il reparto home-video (il cofanetto DVD si trova a meno di 20 euro su Amazon).

LA TRAMA

Nel futuro è scoppiata una terribile battaglia fra due linee temporali: Shangri-La, il cui obiettivo è l’annullamento di tutti gli universi, e La’cryma, l’ultimo baluardo dell’umanità. Pressato dalla sempre più consistente minaccia posta da Shangri-La, l’Ordine dei Cavalieri del Drago si mette in viaggio tra le infinite pieghe dello spaziotempo per trovare l’unica cosa in grado di assicurare la vittoria agli esseri umani: la misteriosa Catena del Drago.

Nel presente, l’apparizione di un misterioso Cavaliere del Drago di nome Karas sconvolge le vite di Haruka e del suo compagno di classe Yu: non solo il misterioso individuo identifica la ragazza come la Catena del Drago, ma afferma anche di essere uno Yu proveniente da un futuro lontano 15 anni. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

nein

Noein è una serie che tratta il tema viaggio nel tempo in maniera parecchio interessante, utilizzando teorie scientificamente valide come “L’interpretazione dei molti mondi” di Everett, il paradosso del “gatto di Schrödinger” e in generale diversi temi legati alla meccanica quantistica. Per questo motivo risulta una serie parecchio complessa da seguire per chi non mastica determinati concetti scientifici.

gatto Schrödinger
Illustrazione sul paradosso del gatto di Schrödinger.

“In un lancio del dado avremo la stessa probabilità di ottenere il numero uno, o il numero sei, o uno qualsiasi degli altri numeri. In un universo quantistico c’è la possibilità che al momento del lancio l’universo si ramifichi in sei universi distinti, uno in cui è uscito il numero uno, uno in cui è uscito il numero due, ecc. L’unico modo per escludere 5 delle possibilità è l’osservazione del risultato.”

In Noein “osservare” un evento significa renderlo reale, dargli una concretezza che fino a quel momento non possedeva. Un concetto complesso ma semplice allo stesso tempo, del resto in questo momento state leggendo un articolo che fino a 2 minuti fa credevate non esistesse. L’osservazione dell’articolo concretizza la sua esistenza ai vostri occhi. Se immaginiamo che l’universo si ramifichi secondo infinite possibilità, abbiamo appena creato un universo in cui questo articolo esiste. In Noein funziona più o meno in questo modo.

noein

La serie ha dalla sua un cast di personaggi veramente solido, sia quelli principali che i comprimari. Inoltre il personaggio che da’ il nome alla serie si dimostra un villain di altissimo livello.

In ogni caso non si tratta di una serie esente da difetti, il punto debole sta proprio nel suo voler rendere scientificamente valido lo svolgersi della trama, cosa che non fa mai bene alla fantascienza. Ci sono veramente troppi spiegoni, quando sarebbe bastato lasciare più spazio all’interpretazione, come ci si aspetterebbe da un’opera di fantascienza. In ogni caso si tratta di una serie di ottimo livello.

COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo un character design molto particolare, ad opera del grande Takahiro Kishida (Haikyuu, Welcome to the ballroom), dal quale si dipanano delle animazioni molto buone, soprattutto nelle scene d’azione, in cui si notano diversi stili d’animazione, quindi una serie abbastanza sperimentale in quel senso. La regia è notevole, riuscendo a valorizzare sia i dialoghi che i combattimenti. Il doppiaggio italiano è tra i migliori di casa Dynit.

IN CONCLUSIONE

Noein è una serie adatta a chi ama la fantascienza e i viaggi nel tempo, ma riesce a farsi apprezzare anche sul lato puramente slice of life. Consigliata soprattutto a chi ama le teorie scientifiche relative ai viaggi nel tempo.

Antonio SaiTony Vaccaro

[#NerdInterview] Intervista con i Pro Player Rondanini e Marotta

Durante l’evento “Esports Italy”, interamente dedicato al mondo degli esports, abbiamo avuto il piacere di intervistare due talentuosi pro player: Antonio Rondanini e Federico Marotta.

Ci hanno parlato della loro esperienza nel mondo del gaming e della vita da giocatori professionisti. Buona Visione 😉

Intervista a cura di Fabio Gianni Patanella
Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo

[#CiNerd] Solo: a Star Wars Story, la Recensione

“Ho un brutto presentimento a riguardo”

Quasi ogni fan di Star Wars l’avrà pensato accomodandosi sulla poltroncina del cinema per vedere Solo: A Star Wars Story. Un presentimento che sembra aver scoraggiato molti, considerato il flop d’incassi.

Io, però, sono una fangirl e non mi sarei persa la nuova pellicola della saga per nulla al mondo. Anzi, ho trovato insopportabile la mancanza di fede di chi al film non ha dato neanche una possibilità. Solo: A Star Wars Story è il secondo spin-off della saga creata da George Lucas. Dopo un gioiellino di narrativa e regia come Rogue One, il compito di mantenere alto il livello qualitativo era arduo. Ed è stato reso più complesso dalle sfortunate vicende di produzione: parlo del cambio di regista in corsa e delle difficoltà recitative del protagonista che, diciamolo, aveva sulle spalle l’onore e l’onere di ridare vita a un personaggio reso iconico da un Harrison Ford, che ci piace così tanto perché non ci sono canaglie come lui nella nostra vita. Ma andiamo con ordine ad analizzare la pellicola.

LA TRAMA

Solo narra le spericolate avventure del contrabbandiere più famoso della galassia, tra i 18 e 24 anni, molto tempo prima dell’incontro con un giovane Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi nella rumorosa e affollata Cantina di Mos Eisley: 11 gli anni di distanza. L’intento della pellicola, come il trailer aveva annunciato, è quello di mostrarci gli scorci tanto amati della galassia lontana lontana da un altro punto di vista, quello outsider e malfamato di pericolosi predoni, contrabbandieri e cacciatori di taglie. Alcuni si sono chiesti: c’era davvero bisogno di aprire uno squarcio sulla back story di un personaggio ormai così radicato nell’immaginario collettivo dei fan, di vecchia data e non? Forse no, se questi scorci non sono in grado di mostrare qualcosa di credibile e ben costruito ma, d’altra parte, chi non si è mai chiesto quali fossero le origini di Han, quali e quante imprese avesse compiuto per diventare un fuorilegge, come avesse conosciuto il suo peloso co-pilota?

LA REGIA E IL  COMPARTO TECNICO

Il merito di Solo è il seguente: raccontarci ciò che avremmo voluto sapere. E ci riesce bene.

Per questa ragione, un plauso va anche al regista, quel Ron Howard che ha avuto l’ingrato compito di assumere la direzione della pellicola a riprese ormai iniziate, dopo il licenziamento dei due registi precedentemente scritturati. Nonostante le settimane di riprese aggiuntive e i conseguenti ritardi nella produzione, le sequenze del film sono ottime, dirette e montate alla perfezione, senza disturbanti scarti tra le diverse scene. Ron Howard compie il suo lavoro in maniera precisa e rispettosa. Agli spettatori più attenti non è sfuggita quella rete di citazioni e omaggi alla trilogia originale: in particolare, Solo svela un dettaglio de L’impero colpisce ancora, quando C-3PO esprime meraviglia per la singolare maniera di comunicare del Millennium Falcon. La regia di Howard non ricerca spettacolarità gratuita: è narrativamente pulita e lineare e alcune scene ne beneficiano, risultando di grande impatto visivo, come per l’iniziale inseguimento per le strade di Corellia e la mitica sequenza della rotta di Kessel. La sceneggiatura, di Lawrence Kasdan e figlio, è ben scritta, seppur prevedibile: la pellicola narra la storia della formazione di un giovane Han Solo che si avventura nei bassifondi della galassia per realizzare un sogno, quello di diventare un grande pilota. E come in ogni buona storia di formazione, e come il mito già ci ha insegnato, Han riuscirà in quest’obiettivo: chi, se non lui, ha pilotato la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec lasciando indietro le navi stellari dell’impero?

Una pecca nella sceneggiatura è, però, la mancanza di un vero e proprio colpo di scena, di quel momento epico che possa dare un posto alla pellicola nella storia della saga, esattamente ciò che aveva fatto Rogue One. La storia, certo, era già scritta, ma i Kasdan non hanno osato, col rischio di stravolgere un percorso ormai fissato, preferendo concentrare l’attenzione sulla messa in scena di quei personaggi che assumono un ruolo determinante nel fare di Solo, quell’adorabile canaglia che tanto amiamo. Deludenti, invece, le musiche di John Powell: ancora una volta, viene ripresa la colonna sonora originale omaggiandola ma, trattandosi di un film stand-alone, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più originale.

IL CAST

Quello che tutti temevano fosse una delle pecche della pellicola si è rivelato, invece, una sorpresa piacevole. Notevole la chimica tra gli attori nelle molte scene corali di Solo. Malgrado i problemi avuti con la recitazione e il rischio che la sua prima importante prova attoriale fallisse, considerato il peso iconico del suo predecessore, Alden Ehrenreich si è trovato a suo agio con il ruolo. Anzi, pur dando un’impronta personale al giovane Han, ha reso omaggio ad Harrison Ford, riprendendone le irriverenti caratteristiche espressive, nonché le pose nelle scene di combattimento con le armi. Buona la performance di Emilia Clarke, nei panni della coraggiosa Qi’ra, anche se in alcuni tratti sembrava di osservare una spietata Madre dei Draghi. Menzione speciale per Woody Harrelson per la sua interpretazione del mentore e fuorilegge Tobias Beckett, e a Paul Bettany, perfetto nel ruolo, seppur minuscolo, del perfido Dryden Vos. Plauso a Donald Glover per il suo audace, inaffidabile e scanzonato Lando Calrissian, uno dei personaggi senz’altro meglio riusciti e per il quale unico difetto è quello di un esiguo minutaggio on screen.

Di contro, non sono mancati un paio di personaggi simpatici come Jar Jar, ma meglio non spoilerare.

IN CONCLUSIONE

Solo: A Star Wars Story non è un capolavoro, non è L’impero colpisce ancora, ma… non vuole neanche esserlo.

Voi davvero vorreste vedere la copia di un film già visto? Lo scopo non è stupirci, ma raccontare cose che prima avremmo solo potuto immaginare o intuire, farci capire perché Han Solo è diventato Han Solo. La pellicola si svolge in crescendo: la prima parte scorre piana, quasi non sembra di guardare un film di Star Wars, ma un comune film di fantascienza, non ci sono Jedi o spade laser, la Forza non scorre potente. Poi, il ritmo accelera vertiginoso e a bordo di un Millennium Falcon tirato a lucido come non mai, siamo catapultati su Kessel, tra uno Star Destroyer imperiale e l’Alleanza Ribelle allo stato embrionale, tra una partita a Sabacc e l’altra, su quella stessa nave insieme ad Han e al suo fedele amico Chewbecca, nel mezzo di un’amicizia che nasce dall’aver salva la vita insieme.

E, sul finale, l’inaspettato: Solo non si conclude sul serio, lascia uno spiraglio aperto per qualcosa che potrà ancora accadere. Forse che il successo del MCU abbia influenzato un franchise come quello di Star Wars?
Com’era il detto? Tutto fa brod…no, tutto fa Disney. In ogni caso, questo finale – non finale che pone le basi per un sequel, rende omaggio alle serie animate dell’universo espanso, in particolare The Clone Wars.

Allora, niente smancerie e guardate il film. Vale la pena allacciare le cinture per un salto nell’iperspazio piacevole e scanzonato e, dopo un po’, verrà facile dire: «Chewbe, siamo a casa».

Voto: 7+

Francesca Belsito

[#SpecialeE3] Square Enix, tutti gli annunci della software house

Dopo l’assenza dell’anno scorso all’evento di Los Angeles, Square Enix torna presentandoci il suo parco titoli previsto per la fine del 2018 e inizio 2019.

Non possiamo certo dire che sia stata soddisfacente, vista la grande assenza di Final Fantasy VII Remake, ma i trailer presentati hanno dato spunti interessanti sui vari progetti intrapresi dalla Software House.

Siamo riusciti a saperne di più su Shadow of Tomb Rider, titolo attesissimo della Eidos Montreal con uscita prevista per il 14 Settembre, di cui abbiamo visto un piccolo gameplay che ci mostra l’intramontabile Lara Croft in fasi stealth. Importante sarà la giungla che fa da scenario al gioco, dandoci riparo dai vari nemici che incontreremo lungo la nostra strada.

Presentata una nuova patch di Final Fantasy XIV, chiamata “Stormblood – Under the Moonlight”,  che ci ha mostrato un curioso crossover con Monster Hunter, già disponibile da quest’estate.

Capitan Spirit, nuovo titolo della DONTNOD, ha catturato già l’attenzione durante la conferenza di Microsoft, mostrandoci come il protagonista, con l’uso della sua immaginazione, riesca a diventare un supereroe. E’ confermato che non si tratterà di Life is Strange 2, ma farà parte dello stesso universo. Sarà disponibile gratuitamente dal 26 Giugno.

Nuovi dettagli su Just Cause 4, che ci mostrano tempeste di sabbia e uragani sul nostro cammino per sconfiggere l’organizzazione militare Black Hand. Il tempo atmosferico sarà importante a livello di gameplay e interagirà con noi rivelandosi spesso distruttivo e poco amichevole. L’uscita e prevista per il 4 Dicembre.

L’annuncio più atteso era ovviamente quello di Kingdom Hearts 3, di cui finalmente abbiamo visto il trailer completo e scene del gameplay, presentandoci personaggi come Elsa e Anna di Frozen, Ralph Spaccatutto e Rapunzel, ma anche personaggi che avevamo già incontrato nelle avventure precedenti, come Hayner, Pence e Olette a crepuscopoli, Xigbar, Zexion, Larxene e Aqua, di cui scopriamo ormai la natura malvagia.

Altri annunci sono stati:

  • Dragon Quest XI: Echoes of an Elusive, previsto per il 4 settembre
  • Nier:Automata su Xbox il 26 Giugno
  • Babylon Fall della Platinum Games, previsto per il 2019
  • A Quiet Man, che ha catturato l’interesse generale grazie a un innovativo trailer ibrido con attori reali e fasi di gameplay
  • Octopath Traveler, previsto per Switch il 13 Giugno

Vittoria Aiello

[#SpecialeE3] Tutti i titoli annunciati durante la conferenza Microsoft

Finalmente il tanto atteso E3 è iniziato: ieri sera alle 22 (ora italiana) si è tenuta la conferenza Microsoft.
Tanti i titoli annunciati, sia multipiattaforma che esclusiva.

La conferenza si apre col botto mostrando il trailer del nuovo titolo della saga sparatutto esclusiva Microsoft, Halo Infinite. A seguire le altre esclusive annunciate sono state: Ori and the Will of the Wisps, che uscirà nel 2019, Crackdown 3 con uscita prevista per il 10 febbraio 2019; Forza Horizon 4, che sfoggia grandi video di trailer e gameplay con uscita prevista 2 ottobre 2018; Gears 5 nuovo capitolo della saga Gears of War con uscita prevista per il 2019. Per chiudere la conferenza è stato mostrato un lungo trailer di uno dei giochi più attesi; Cyberpunk 2077, di cui, purtroppo, non si ancora nulla.

Mentre per i giochi multipiattaforma abbiamo: Kingdom Hearts 3, finalmente Square Enix mostra un trailer completo con altri mondi e colpi di scena nella trama, con data di uscita prevista per il 29 gennaio 2019; Sekiro: Shadow of die twice, titolo completamente nuovo di From Software e Activision che viene mostrato a sorpresa e uscirà nel 2019; Fallout 76 che era stato già mostrato settimana scorsa e che ora si presenta con un nuovo trailer; The Awesome advenuters of Captain Spirit annunciato da Square Enix e Dontnod per giugno 2019; The Divion 2 accolto con un grande applauso è stato mostrato sia il trailer d’annuncio che il gameplay e l’uscita è prevista per il 15 marzo 2019; Shadow of the Tomb Raider capitolo finale della trilogia, Square Enix e Montreal hanno mostrato un corposo trailer e fissato l’uscita per il 24 settembre 2018; Devil May Cry 5 dopo voci, indiscrezioni e smentite è stato mostrato il trailer (con grande approvazione del pubblico) del nuovo capitolo della saga di Capcom; Jump Force per festeggiare i 50 anni dell’omonima rivista nipponica Bandai Namco annuncia il nuovo gioco con protagonisti i personaggi principali della rivista, l’uscita è prevista per il 2019.

Ora non ci resta che aspettare cosa mostrerà la casa rivale Sony per fronteggiare le esclusive Microsoft, per ora ci è stato mostrato un buon parco titoli per la gioia dei videogiocatori e un po’ meno per i loro portafogli.

Carmine Aceto

[#NerdInterview] Intervista con Giorgia Cosplay

Nell’accogliente scenario del Lucania is Comics, abbiamo avuto il piacere di intervistare la madrina dell’evento, Giorgia Vecchini in arte Giorgia Cosplay.

Ci ha raccontato dei suoi primi passi nel mondo del cosplay e tante novità sul suo lavoro. Buona Visione 😉

 

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo