Archivi tag: obesità

Obesità: rischi e soluzioni. Come combatterla con sport, dieta e integratori

Nell’ultimo trentennio la percentuale di popolazione in sovrappeso a livello nazionale è raddoppiata. È un problema che colpisce sia donne che uomini pressoché in uguale misura. A livello geografico, il Meridione sembra leggermente più colpito rispetto al Nord del nostro paese. La situazione è molto preoccupante anche a livello europeo e le proiezioni future mostrano che nei prossimi quarant’anni, se non si interviene prontamente, la percentuale di persone obese raddoppierà ulteriormente e con essa aumenteranno i casi di diabete abbassando l’aspettativa di vita di 3 anni.

L’obesità è una malattia cronica che deve essere riconosciuta, trattata e sradicata non solo dagli apparati sanitari ma anche prevenuta attraverso l’educazione, per cui è necessario parlarne nelle scuole a partire dalle scuole elementari. Inoltre l’obesità dovrebbe essere trattata anche come un problema sociale per cui i piani di cura e prevenzione andrebbero gestiti dagli amministratori locali e dai servizi sociali in maniera strutturata e con i giusti finanziamenti. Prevenzione e cura non devono essere viste soltanto nell’interesse della salute pubblica ma vanne inserite in un contesto di spesa pubblica in quanto l’obesità grava su di essa e questo potrebbe accentuarsi in futuro se le necessarie misure correttive e iniziative mirate di sensibilizzazione, prevenzione, e cura non vengono realizzate tempestivamente.

L’obesità favorisce lo sviluppo di altre malattie comunemente ad essa associate che interessano l’apparato cardio-circolatorio e il metabolismo, e nei casi più gravi rappresenta un fattore importante di rischio per cancro, diabete ed ictus. Come se questo non bastasse essa contribuisce all’insorgere di complicazioni nei casi dell’infezione da Covid-19 e, per tutti coloro che hanno più di 30 anni, rappresenta la seconda concausa di morte legata al virus in quanto contribuisce a ridurre le risposte del sistema immunitario.

L’adozione di uno stile di vita differente è certamente un buon punto di partenza. Andrebbero evitate diete squilibrate e sregolate per quanto difficile in un contesto in cui vi è sovrabbondanza – e spesso spreco – di cibo. Bisognerebbe poi non trascurare l’attività fisica, come lo sport, da integrare con la giusta dieta e i giusti integratori alimentari facilmente reperibili presso la propria farmacia online di fiducia. Anche qualora si volesse praticare sport da casa o semplicemente dedicarsi più spesso ad attività motorie anche non sportive, come passeggiate all’aria aperta, questi integratori aiuteranno a soddisfare il fabbisogno nutritivo dell’organismo.

Quando si parla di obesità e sovrappeso non si tratta di pregiudizi o di canoni estetici, si tratta di un vero e proprio problema con ripercussioni importanti sulla salute pubblica scientificamente e statisticamente dimostrate. Ignorando questo problema o non apprezzarne la gravità, si mette a rischio la salute e l’equilibrio delicato del nostro sistema sanitario con spese eccessive. Informazione, prevenzione e cura si riveleranno fondamentali per migliorare la salute pubblica sradicando abitudini e stili di vita che favoriscono l’obesità e che sono dannosi per la nostra salute generale e il nostro benessere psico-fisico.

Anche in Calabria la Giornata Nazionale del Fiocchetto Verde contro l’obesità

FIGLINE VEGLIATURO (CS) – Anche in Calabria si svolgerà domenica prossima 7 aprile, la quinta edizione della giornata nazionale del Fiocchetto verde.

Si tratta di una iniziativa informativa sulla chirurgia bariatrica organizzata dall’associazione Mai più obesi Onlus, da Chirurgia obesità e dall’associazione Adaoba: da Bruco a Farfalla. L’appuntamento sarà ospitato nei locali de Il Capriolo, a Piano Lago di Figline Vegliaturo, nel cosentino. Saranno presenti chirurghi e medici specializzati nella materia.

L’ospedale dell’Annunziata è diventato un centro di eccellenza della chirurgia bariatrica. Negli ultimi tre anni sono stati eseguiti quasi trecento interventi di sleeve gastrectomy, la riduzione dello stomaco per i pazienti in sovrappeso, tutti con esito positivo. L’equipe, guidata da Ninni Urso e Carlo Chiodo, ha preso parte, con una live surgery, anche al 29mo congresso internazionale di chirurgia dell’apparato digerente.

L’ospedale dell’Annunziata è un centro di riferimento per la cura dell’obesità

COSENZA – Dal nuovo blocco operatorio “A. Petrassi”, due interventi di Sleeve Gastrectomy, per il secondo anno consecutivo, saranno proiettati in diretta, nell’ambito del 29° Congresso Internazionale di Chirurgia dell’Apparato Digerente.
L’equipe, composta dagli Operatori Ninni Urso e Carlo Chiodo e dagli Aiuti Domenico Chiappetta e Francesco Novello, i dottori anestesisti: Pino Pasqua, Alessandra Silvagni, Giovanni Reda e il gruppo infermieristico del Complesso Operatorio coordinato da Pino Scarpelli), ha eseguito in video laparoscopia due interventi di Sleeve Gastrectomy – restrizione dello stomaco – su due giovani pazienti affette da obesità patologica, entrambe provenienti da fuori provincia – Catanzaro e Reggio Calabria.
La Chirurgia bariatrica dell’Annunziata si conferma centro di riferimento dell’intera Calabria. Dal 2016 ad oggi sono stati condotti 260 interventi, di cui il 40% fuori provincia e lo 0.6 % provenienti da fuori regione.
«I risultati che stiamo ottenendo – ha dichiarato il dr Ninni Urso, Responsabile dell’Unita’ Operativa Dipartimentale di Chirurgia Bariatrica – sono il frutto del lavoro sinergico di un team multidisciplinare composto da endocrinologi, gastroenterologi, nutrizionisti, psicologi, radiologi ed Anestesisti», oltre alla preziosa collaborazione del personale parasanitario dell’UOC di Chirurgia Falcone, diretta dal Dr. A Perri.
«L’obesità è una patologia in triste aumento soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione: la Calabria detiene il primato di obesità infantile ed è al secondo posto per l’obesità degli adulti. Grazie al management aziendale siamo riusciti, dal nulla, a creare una realtà che è punto di riferimento per l’intera regione che sta facendo registrare un trend positivo di migrazione al contrario».
«Sulla chirurgia bariatrica – ha detto il Direttore Generale, Achille Gentile – abbiamo giocato una scommessa che, visti i risultati riteniamo di avere abbondantemente vinto. Un servizio che arricchisce l’offerta sanitaria dell’Azienda cosentina, ma soprattutto da risposte concrete ad una patologia, quella dell’obesità che ha costi sociali molto alti». «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – ha detto Gentile – che vanno annoverati nell’ottimo lavoro svolto dall’equipe guidata dal dr Urso e dal team multidisciplinare che prende in cura il paziente e lo accompagna lungo il percorso di cambiamento. La riconoscenza dei pazienti e vetrine internazionali come quella offerta dal 29° Congresso internazionale di Chirurgia dell’Apparato Digerente ci confermano la bontà delle scelte manageriali a suo tempo effettuate».
Una vetrina prestigiosa quella del Congresso internazionale in cui sono previste dirette dalle sale operatorie dei cinque continenti. Una maratona di videochirurgia che ha visto l’Annunziata protagonista nella cura chirurgica dell’obesità grave.

 

 

Capire e curare l’artrosi del ginocchio

 

ALTOMONTE (CS) – L’artrosi del ginocchio, definita anche gonartrosi, è un processo di usura dell’articolazione che coinvolge primariamente le cartilagini che rivestono i capi ossei. Queste si assottigliano sempre di più fino a scomparire, lasciando le ossa prive del loro rivestimento protettivo. In queste condizioni il tessuto osseo si addensa e forma degli speroni appuntiti, noti come ostiofiti, che sono tra gli elementi caratteristici della malattia. Tale processo avviene lentamente nel tempo ed è favorito dal carico eccessivo sull’articolazione. Esistono fattori predisponenti quali: l’età, l’obesità, attività lavorative o sportive usuranti, traumi, alterazioni del normale allineamento tra femore e tibia, articolazione instabile per problematiche legamentose e le malattie infiammatorie del ginocchio.

Quali sono i disturbi di un ginocchio artrosico ?

Un paziente affetto da gonartrosi lamenta come disturbo principale il dolore. Inizialmente esso si presenta solo con il movimento e con le attività in carico come la stazione eretta o la deambulazione prolungata e si attenua con il riposo. Con l’aggravarsi della malattia, compare anche a riposo e di notte e spesso compromette la capacità di deambulare correttamente, portando alla zoppia. Spesso al dolore si associa la perdita del completo movimento dell’articolazione associato ad una rigidità articolare, cioè la difficoltà nel muovere l’articolazione dopo un periodo di riposo, che si manifesta soprattutto al mattino. Quando l’articolazione viene sovraccaricata, ad esempio dopo una lunga camminata, può artrosiinfiammarsi e sviluppare del liquido che si accumula al suo interno. Le fasi avanzate del processo artrosico sono caratterizzate da modificazioni anatomiche dell’arto inferiore: il femore e la tibia perdono il loro normale allineamento e si incurvano spesso verso l’esterno (varismo). Dal punto di vista del trattamento è bene precisare che l’artrosi determina delle alterazioni anatomiche che attualmente è impossibile far regredire, pertanto qualsiasi intervento terapeutico sarà orientato al contenimento dei sintomi e al rallentamento della progressione della malattia, ma non porterà alla ricostituzione anatomica dell’articolazione. Il trattamento conservativo, riservato alle forme lievi – moderate, consiste nell’utilizzare in maniera integrata diversi presidi: misure comportamentali, terapia farmacologica e trattamento rieducativo e fisioterapico. Per le forme lievi – moderate è fondamentale la fisioterapia

 

Il primo intervento da effettuare è la presa di coscienza, da parte del paziente, della propria condizione e della malattia: deve conoscere le cause del disturbo e le misure che può mettere in atto per prevenire il peggioramento. La perdita di peso, ad esempio, è essenziale per ridurre il carico sull’articolazione . Allo stesso modo l’utilizzo di un bastone e di calzature morbide consente di scaricare il ginocchio sofferente durante le attività in carico come la deambulazione. Il trattamento fisioterapico è di fondamentale importanza ed è il fulcro del trattamento conservativo dell’artrosi lieve e moderata. Nelle fasi iniziali è estremamente importante la rieducazione in acqua (idrochinesiterapia) dove è possibile far lavorare l’articolazione in assenza di carico o con un carico estremamente ridotto allo scopo di recuperare il movimento articolare e far sgonfiare il ginocchio. Sugli stessi obiettivi si lavora anche in palestra attraverso le terapie fisiche (correnti antalgiche, ultrasuoni, laserterapia, tecarterapia), le mobilizzazioni, i massaggi e gli esercizi per il miglioramento della deambulazione. Quando il dolore e l’infiammazione dell’articolazione risultano particolarmente difficili da trattare è possibile ricorrere ai farmaci. Gli antinfiammatori veri (fans o cortisone) possono essere di aiuto per superare la fase acuta, ma non è prudente protrarre per lunghi periodi il loro artrosi 2utilizzo a causa degli effetti collaterali che comporta.

Una volta controllati il dolore e l’infiammazione, l’obiettivo delle fasi successive sarà il rinforzo della muscolatura dell’arto inferiore. Generalmente i muscoli di chi soffre di gonartrosi sono deboli ed ipotonici. Questo non fa altro che aumentare il carico sull’articolazione innescando un circolo vizioso. È come una macchina con gli ammortizzatori scarichi: tutto il carico dovuto alle irregolarità del terreno viene trasmesso direttamente al telaio dell’auto, danneggiandolo. Il rinforzo adeguato dei muscoli fornisce al ginocchio degli ammortizzatori naturali che consentono di ridurre il carico sull’articolazione e di conseguenza di migliorarne la funzionalità e ridurre il dolore. In alcuni casi l’artrosi colpisce solo una parte dell’articolazione; è possibile impostare un programma di rinforzo e di allungamento muscolare che è in grado di ridurre il carico sulla posizione dell’articolazione maggiormente sofferente, distribuendolo in maniera più omogenea su tutta la superficie articolare. Tale tipo di trattamento ha la durata, in media, di 6 settimane, con una frequenza di 3 sedute di fisioterapia settimanali, garantendo ottimi risultati in termini di riduzione del dolore e miglioramento dell’autonomia funzionale. Affrontando il problema per tempo si può evitare l’intervento chirurgico.

È possibile associare al trattamento fisioterapico il trattamento infiltrativo con l’acido ialuronico: una sostanza simile ad un gel che ha la funzione di proteggere le superfici articolari e ammortizzare gli impatti sul ginocchio, rallentando il decorso dell’artrosi. Il suo effetto, però ha una durata limitata nel tempo e il trattamento va ripetuto generalmente ogni 6-8 mesi. Nei casi di gonartrosi severa e resistente al trattamento conservativo, il trattamento protesico rimane la soluzione più valida. artrosi 3L’articolazione irreversibilmente danneggiata viene sostituita da un’articolazione meccanica. Anche in questo caso è estremamente importante sottoporsi ad un ciclo di fisioterapia sia prima (pre-operatoria) che dopo l’intervento. Diversi studi hanno dimostrato come il trattamento rieducativo garantisca un miglioramento della sintomatologia dolorosa già nel periodo pre-operatorio e un notevole incremento delle capacità funzionali del ginocchio nel post-operatorio. L’artrosi può essere una malattia estremamente invalidante in grado di compromettere la qualità di vita. Spesso chi ne soffre ha un atteggiamento di resa e di rassegnazione alla sofferenza. Affrontarla nel modo giusto al primo apparire dei sintomi consente, invece, di rallentarne il decorso, contenere in maniera significativa la sintomatologia ed evitare l’intervento chirurgico.

 

Dott. Fisioterapista Mario Turano, Via Aldo Moro, Altomonte (CS), cell. 348 8841170

Giornata mondiale del Cuore: cause di rischio e prevenzione

obesitàCATANZARO – Domenica 29 settembre al Campus dell’Università Magna Graecia di Catanzaro si terrà la Giornata mondiale del Cuore, organizzata dalla Cattedra di Cardiologia, diretta dal prof. Ciro Indolfi, dell’Azienda Mater Domini, in collaborazione con la World Heart Federation, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unesco, la United Nations Sport for Development and Peace initiative e l’International Yearof Sport and Physical Education. L’evento prevede la partecipazione della Direzione Sanitaria e dell’UO di Malattie del Metabolismo diretta dal prof. Agostino Gnasso.

I cittadini potranno incontrare gli esperti per controllare il proprio rischio cardiovascolare e avere consigli e chiarimenti, presso l’University Club (III Livello) dalle ore 9,00 alle ore 13,00.

”La Giornata Mondiale del Cuore” è un evento creato con lo scopo di aumentare la consapevolezza riguardo alla salute in ambito cardiologico e per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.

“Le malattie cardiovascolari – ha affermato Ciro Indolfi – sono la prima causa di morte in Italia. 127.000 donne e 98.000 uomini ogni anno muoiono per malattie cardiache e ictus. Molte di queste morti si verificano prima dei 60 anni di età. Le buone notizie ci sono. L’innovazione tecnologica – ha proseguito Indolfi – ha permesso di curare meglio le malattie di cuore. In Calabria, nel Policlinico Universitario dell’Azienda Mater Domini oggi siamo in grado di curare con tecniche sofisticate l’infarto miocardico impiantando, ad esempio, protesi che scompaiono dopo aver riparato la coronaria o, ancora, vengono effettuati di routine sial’impianto percutaneo senza bisturi della valvola aortica sia la riparazione percutanea della valvola mitrale”.

L’ambizioso obiettivo è però quello di prevenire, e non quello di curare, le malattie del cuore. La maggior parte delle malattie cardiovascolari è, infatti,causata da fattori di rischio che possono essere controllati e modificati.

L’alimentazione scorretta e la sedentarietà sono la causa di quei fattori di rischio che portano a morti cardiovascolari come: pressione alta, colesterolo elevato, elevato tasso di zuccheri nel sangue,sovrappeso ed obesità.

Un’attenzione particolare deve essere riservata al fumo di sigarette che uccide direttamente 7 milioni di persone all’anno nel mondo. Purtroppo l’Italia vanta il primato europeo di crescita di fumo tra i giovani di 15 anni. La Giornata Mondiale del Cuore è stata organizzata dall’Unesco e altre società internazionali proprio perchè molti dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari possono essere modificati. L’intento è spingere tutti i cittadini ad impegnarsi sia direttamente che indirettamente a proteggere la propria salute, quella della propria famiglia e della loro comunità.Quest’anno l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è dedicata soprattutto alle donne e ai ragazzi. Secondo uno studio promosso dal Ministero della Salute, nel nostro Paese un bambino di 8-9 anni su tre è particolarmente grasso o sovrappeso. Tra le regioni, il triste primato dell’obesità infantile spetta a quelle centro-meridionali: in Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia Calabria, Sicilia. Le cause dell’obesità infantile risiedono in tre fattori che agiscono da soli o in combinazione: fattori genetici, una cattiva alimentazione e mancanza di esercizio fisico. Il 36% dei bambini trascorre oggi più di 2 ore al giorno davanti alla TV o ai videogiochi. L’importanza del controllo del sovrappeso nei bambini risiede nel fatto che l’obesità predispone i ragazzi al diabete e alle malattie cardiovascolari.

Nasce in Calabria un gruppo multidisciplinare per il trattamento dell’obesità

obesitàCATANZARO, 21 GIU 2012 – L’obesita’ e il sovrappeso, da sempre considerati problemi solo dei paesi ricchi, sono ora in forte crescita anche nei paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica.

In Calabria, nel 2011, da una proposta del professor Alessandro Puzziello, direttore dell’unita’ operativa di Endocrinochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Germaneto di Catanzaro, nasce un gruppo multidisciplinare per il trattamento dell’obesita’, che e’ condizione essenziale per effettuare alcuni trattamenti. Il reparto dell’Azienda Mater Domini, di recente costruzione – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – e’ stato realizzato con tutte le strutture e le apparecchiature necessarie a rendere il percorso diagnostico, la fase chirurgica e la degenza in modo piu’ sicuro e confortevole possibile, evitando finalmente ai pazienti calabresi di recarsi altrove.

L’Azienda Mater Domini e’ dotata delle migliori competenze tecnico-scientifiche e della strumentazione adeguata – sostiene il professor Puzziello – per un corretto inquadramento, diagnostico e terapeutico dell’obesita’. Penso fermamente e con convinzione che iniziative del genere debbano nascere e svilupparsi nell’Universita’, alveo naturale dell’incontro di piu’ discipline, ove si coniuga perfettamente la sua triade istituzionale di didattica, ricerca e assistenza. Colgo l’occasione per ringraziare il Magnifico Rettore dell’Universita’ Magna Graecia professor Aldo Quattrone e dottor Antoniozzi, cosi come il professor Rosario Sacco, che sono stati vicino al gruppo per la concretizzazione di quest’avventura”.

 

 

(ASCA)