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Ordine dei giornalisti: “fondamentale inserire gli Uffici stampa nelle Asp e nelle Ao”

CATANZARO – “E’ necessario che le Aziende sanitarie ed ospedaliere, nella redazione degli Atti aziendali, inseriscano gli uffici stampa nelle dotazioni organiche”. Lo ribadisce in una nota il Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri che più volte ha invitato il Commissario alla Sanità, Scura, a considerare come la comunicazione esterna di una Azienda ospedaliera o di una Azienda sanitaria rappresenti un elemento fondamentale di trasparenza e di collaborazione con il cittadino-utente. “E’ sempre più importante per i cittadini – aggiunge Soluri – essere informati sulla offerta e sui servizi che Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie calabresi sono in grado di offrire oltre che sulle modalità attraverso cui è possibile usufruirne. Il miglioramento del sistema sanità, in Calabria, passa anche attraverso un costante ‘colloquio’ col cittadino che solo un ufficio stampa qualificato ed organico è in grado di assicurare. L’Ordine dei Giornalisti della Calabria si augura -conclude Soluri- che il Commissario Scura, il direttore generale Fatarella e tutti i dirigenti del settore non restino sordi rispetto ad una delle esigenze prioritarie di una sanità che voglia stare al passo coi tempi e rappresentare davvero un punto di riferimento certo e credibile per cittadini e pazienti”

Deontologia del giornalista e rapporto con le fonti d’informazione: Convegno in Prefettura a Catanzaro

th (7)All’evento, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Calabria, il 15 giugno, hanno partecipato il Prefetto Latella, il Procuratore Generale Mazzotta, il Procuratore Aggiunto Bombardieri, Monsignor Bertolone, il vicario del Questore Peluso ed il comandante dei CC di Catanzaro, Cantoni. “Il codice deontologico dei giornalisti ed il rapporto con le fonti d’informazione” sono stati al centro di un interessante incontro-evento organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Calabria al quale hanno partecipato circa 200 giornalisti calabresi e tenutosi nella Sala del Tricolore della Prefettura di Catanzaro. Sul tema sono intervenuti sei relatori d’eccezione che hanno sviscerato in tutti i suoi aspetti il tema del convegno. Il Prefetto di Catanzaro, dottoressa Luisa Latella, ha sottolineato l’importanza di una informazione corretta, che corrisponda alla realtà dei fatti e che non induca, nell’opinione pubblica, una percezione distorta o esagerata della realtà. “La gente si forma un’opinione leggendo i giornali, seguendo le televisioni o andando sui siti web d’informazione -ha detto la dottoressa Latella- e se le notizie che legge o ascolta non sono veritiere finisce col percepire una realtà deformata e con l’adattare anche i propri comportamenti o le proprie reazioni a quella realtà”. Il dottor Raffaele Mazzotta, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro ha incentrato il suo intervento su aspetti essenzialmente tecnici:  prima ha illustrato magistralmente i problemi legati al segreto istruttorio ed al diritto del giornalista di non rivelare la fonte della notizia, poi ha specificato quali siano le responsabilità degli Uffici di Procura e della Procura Generale, in quanto fonti primarie, in relazione alle notizie da diffondere. “Abbiamo il dovere di dare informazioni circostanziate, precise e corrette ai giornalisti” -ha detto il dottor Mazzotta- aggiungendo che “proprio per questo la responsabilità di divulgare le notizie ricade sui capi delle Procure e sul Procuratore Generale, i quali eccezionalmente possono delegare un altro magistrato dell’ufficio. E nel dare le notizie alla stampa -ha aggiunto il Procuratore Generale- bisogna tenere nel debito conto il rispetto della dignità di tutti”. Monsignor Bertolone, arcivescovo di Catanzaro, si è soffermato dal canto suo su aspetti più strettamente etici della professione giornalistica: “Giornalismo non deve significare -ha detto Monsignor Bertolone- soltanto dare notizie ma anche preoccuparsi dell’impatto che quelle notizie possono avere sull’opinione pubblica. Quello che deve venire in campo prepotentemente deve essere la sensibilità, la cultura e la professionalità del giornalista perché informare deve servire anche e soprattutto a formare”. Il dott. Giovanni Bombardieri, Procuratore Aggiunto della DDA di Catanzaro, ha illustrato nel dettaglio, e con grande efficacia, le norme che regolano la pubblicazione di atti giudiziari. “Non tutti gli atti depositati sono pubblicabili  -ha spiegato il dott. Bombardieri- perché alcuni di essi, pur già a conoscenza dell’imputato o del difensore, possono, se pubblicati, determinare danni alle indagini”. Il Procuratore Aggiunto ha inoltre ricordato come sia necessario, raccontando fatti di cronaca, “dare ad ogni elemento la giusta collocazione, evitando di collegare tout court episodi di valenza circoscritta a realtà criminali organizzate e molto più invasive. Bisogna evitare -ha detto ancora Bombardieri- di ingenerare allarmismi eccessivi ed ingiustificati ancorando le notizie alle informazioni che provengono solo da fonti primarie e credibili”. Il dott. Luigi Peluso, vicario del Questore di Catanzaro, si è soffermato sull’organizzazione interna alle Questure e sulle caratteristiche dell’ufficio che è delegato a tenere i contatti con la stampa ed a fornire informazioni. “Sempre raccordandoci con la Procura -ha detto il dott. Peluso- noi della Polizia diamo notizie alla stampa solo dopo averle adeguatamente filtrate e valutate e solo sulla base di elementi certi ed ormai agli atti”. Il colonnello Ugo Cantoni, Comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, ha invitato i giornalisti a tenere conto sempre dell’alta incidenza che le notizie da loro fornite hanno sulle persone. “Ancora oggi -ha detto il colonnello Cantoni- per dare forza ad una notizia la gente usa dire che l’ha letta sul giornale o l’ha sentita in televisione. Questo significa che una notizia falsa data dai giornali o dalla televisione acquista immediatamente una credibilità che non meriterebbe e che può però generare danni seri alle persone. Vi invito a riflettere su questo” –ha concluso Cantoni. Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Giuseppe Soluri, nel ringraziare tutti i relatori per il loro prezioso e pregnante intervento, ha concluso ricordando la necessità e l’obbligo per i giornalisti di rispettare il codice deontologico, “sia quello fissato dalle norme che quello -ha detto- rappresentato dalla propria coscienza, dalla propria cultura e dalla propria maturità professionale”

 

Odg: giornalista Bonanno strattonato dalla scorta della Lanzetta

CATANZARO – ”Davvero incredibile quanto accaduto sabato scorso a margine di un convegno tenutosi a Vibo Valentia ed al quale ha partecipato il neoministro agli Affari Regionali, Carmela Lanzetta. Un giornalista di lunga carriera, dotato oltretutto di una rara mitezza e di una altrettanto rara bonomia, Maurizio Bonanno, si è visto strattonare, dinanzi a numerosi altri colleghi ed a varie persone presenti, dalla scorta del ministro Lanzetta. Di cosa si era ‘macchiato’ Maurizio Bonanno? Aveva forse ‘attentato’ alla tranquillità della ministra? Era stato insolente con la rappresentante del Governo? Nulla di tutto ciò! Aveva solo rivolto all’ex sindaco di Monasterace, oggi ministro della Repubblica, una innocua domanda sulle più recenti vicende politiche calabresi, ricevendo dalla Lanzetta una non risposta”. Lo ha dichiarato Giuseppe Soluri, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. ”Aveva dunque, da bravo giornalista, insistito nella domanda mentre il ministro girava i tacchi e si allontanava. La scorta, più realista del re, ha pensato bene di fermare il ‘pericolosissimo’ giornalista Bonanno – afferma Soluri – intervenendo fisicamente e strattonandolo. Bonanno, che è dotato, come dicevo, di rara mitezza e di notevolissimo buon senso, ha addirittura cercato di sminuire l’accaduto, ma vari colleghi presenti hanno giustamente ritenuto di far sapere come fossero andate le cose segnalando la poco edificante vicenda. Come Ordine dei Giornalisti della Calabria ci permettiamo di ricordare, al ministro dell’Interno Alfano ed a chi si occupa materialmente della protezione dei politici e dei ministri, che le scorte servono a salvaguardare da possibili aggressioni e non dalle domande dei giornalisti. Sui quali, dunque, non è lecito intervenire in modo brusco e senza il dovuto rispetto”.