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Pallagorio, iniziative per realizzare una filiera corta e valorizzare i grani antichi

PALLAGORIO (CR) – Dall’evento organizzato nel  borgo di Pallagorio dalla circoscrizione provinciale di Crotone dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche della Calabria, diretto da Caterina Spina, con cui si è voluto rilanciare sul territorio il tema del recupero e della valorizzazione dei grani antichi, soprattutto della coltivazione del grano Senatore Cappelli, nonché il ripristino dei mulini con macina a pietra e le lavorazioni tradizionali dei maestri panificatori, è emersa la volontà di tutti i soggetti pubblici partecipanti di dar vita a una filiera corta del segmento.

In particolare, il GAL Kroton e il Comune di Pallagorio, a seguito dei rispettivi e qualificati lavori di ricerca, tutela e promozione della coltivazione e trasformazione del tipico grano, vogliono rianimare l’interesse intorno a questo prodotto con una serie di iniziative che comprendano: la selezione del cereale sulla base delle sue singolari proprietà organolettiche, la coltivazione con tecniche tradizionali a basso impatto ambientale, la macina a pietra dei suoi ricchi germi, la lavorazione delle farine,  la produzione di pane e pasta, fino alle prove di assaggio e alla diffusione del prodotto sul territorio regionale e nazionale. Temi e azioni che saranno fortemente sostenute dagli esperti dell’Accademia.

«È necessario operare con azioni di informazione e promozione verso gli agricoltori, i panificatori e i consumatori – ha affermato il presidente del GAL Kroton, Natale Carvello, nel suo intervento – ma anche di strutturare una vera filiera produttiva che coinvolga tutte le aziende agricole per stimolarle a sperimentare nuove semine. Un’iniziativa che siamo pronti a portare avanti con maggiore impegno rispetto al passato, che ci consentirebbe di proseguire in una ricerca più attenta sui semi e sulla loro selezione. Ricordiamoci che i grani antichi sono stati abbandonati perché la meccanizzazione ha spinto verso cereali più facili da coltivare».

Di particolare rilevanza anche il contributo apportato dal sindaco di Pallagorio, Umberto Lorecchio: «Bisognerà individuare la realizzazione di un centro di raccolta con dei silos e dei mulini per la produzione delle farine utilizzando la macina in pietra, ma anche dei pastifici attenti all’uso di queste farine, oltre che la creazione d’impresa con l’apertura di forni e la strutturazione di una buona rete di distribuzione ai negozi alimentari e ai ristoranti della provincia e, perché no, della Calabria. Ovviamente, tutte queste diverse fasi della filiera dovranno essere curate da tecnici e specialisti, oltre che da microbiologi che si occupano della microflora dell’impasto madre. Tante professionalità differenti intorno a un prodotto biotecnologico, antichissimo e moderno al tempo stesso, la cui autenticità sarà garantita da una sorta di passaporto molecolare».

«Nella riscoperta dei grani antichi e della loro possibilità di coltivazione naturale, c’è la conferma che la biodiversità può trovare un’applicazione concreta e assicurare la salvaguardia delle attività agricole locali – l’apporto, invece, del presidente dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche della Calabria, Giorgio Durante -. È la grande spinta a un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, capace di essere valore aggiunto per la comunità».

Un convegno che ha sottolineato come il riscatto sociale di un territorio e delle sue comunità passi necessariamente dallo sviluppo locale. Peraltro, un territorio non particolarmente vasto come quello crotonese non può prescindere dallo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia locale con una chiave di funzione solidale.

«Recuperare produzioni di nicchia può rappresentare la strada giusta per trovare nuove forme di reddito – il commento conclusivo dell’esperto di marketing territoriale Valerio Caparelli – e dare delle speranze ai giovani che non hanno lavoro e possono trovare un’occasione di vita nelle attività legate all’agricoltura. Tutti i prodotti, a partire dal pane e dal grano Senatore Cappelli, se opportunamente valorizzati da un brand che lega i prodotti al territorio, possono diventare fattore di attrazione per il comprensorio ed elemento di riscoperta della filiera cerealicola di un tempo, in un momento in cui la riscoperta dei grani antichi consente in Italia un rinnovato ritorno alla terra con risvolti economici interessanti».

Il tutto senza dimenticare le altre risorse con cui poter comporre un paniere di grande qualità, grazie ai vini eccellenti, ai salumi, ai formaggi, all’olivicoltura, e ai tanti altri prodotti dolciari ed enogastronomici che fanno della provincia di Crotone un vero paradiso agroalimentare.

L’A.S.D. Umbriatico Calcio a 5 è bella anche se perde

Lo sport non è sempre una macchina di soldi, lo schifo tradizionale nel quale galleggiano personaggi perfidi. Se è gestito da persone eticamente pulite, può diventare un mezzo per aggregare e divertirsi. Il lato positivo dell’agonismo sportivo, da pochi mesi a questa parte, è l’A.S.D. Umbriatico Calcio a 5, la squadra di calcetto di un paese crotonese che ha meno di 900 abitanti. Questo gruppo sportivo, amministrato da quattro ragazzi al di sotto dei trent’anni, ha la sua genesi nella solidarietà. Per poter nascere, infatti, ha potuto contare sui soldi di una riffa, su una quota comunale e sui piccoli contributi delle aziende locali, che hanno provveduto a fornire divise e borsoni ai giocatori.

In una sintetica e partecipata intervista telefonica, il segretario della squadra umbriatichese Chiarello Raffaele, ha confidato che la neo-formazione, oltre a coinvolgere paesani e sportivi, “abbatte il muro e le divisioni tra la gente di Perticaro e di Umbriatico”. L’A.S.D Umbriatico Calcio a 5 (unica crotonese in un girone cosentino di serie D), formata da ragazzi di età compresa fra i venti e i sedici anni, è stata utile perciò capace di lavare le stupide e territoriali antipatie fra le due fazioni. Il calcio, anzi il calcetto ad Umbriatico, unisce, anche se ogni partita è una sconfitta nel punteggio e un’ estasi nell’animo.

Come sottolineato dal segretario Chiarello, nonostante le tantissime sconfitte sportive, i giocatori “sudano, si impegnano, fanno amicizia e senza pensare a quanti finanziamenti servano, sperano di poter giocare anche il prossimo anno”. La squadra, che a Gennaio probabilmente avrà il suo palazzetto sportivo, gioca nel campo di Pallagorio, non tira mai via la gamba in un contrasto, prende tanti gol, esce dal campo contenta e fa capire ai tanti arrivisti del pallone che lo sport deve ritornare alla sua purezza. Deve ritornare ad essere il centro di una comunità, piccola o grande che sia. Ogni vittoria si costruisce con una mentalità sana e dopo aver imparato a perdere con onore. “Per vincere qualcosa ci vuole tempo e pazienza”, ha detto onestamente il segretario Chiarello.

Umbriatico, per questo tipo di iniziative socialmente stimolanti, è una delle più gradevoli sorprese natalizie. Regala sprazzi di quel calcio che in tanti vorrebbero riavere e quasi nessuno ha la forza di ricostruire. Sarà pure piccolo, ma sicuramente ha grande ambizione.