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Al Parco Internazionale della Scultura la nuova opera di Daniel Buren

CATANZARO – A distanza di due anni dalla grandiosa mostra personale di Daniel Buren realizzata per Scolacium nell’ambito del progetto Intersezioni, il Parco Internazionale della Scultura si arricchisce di una nuova opera permanente dell’artista francese che viene inaugurata lunedì 6 ottobre alle ore 17.
Si tratta di Cabane éclatée aux 4 couleurs, opera in situ, un vero e proprio organismo plastico-architettonico che ha la caratteristica specifica di trasformare e di essere trasformato dal luogo creando un rapporto di reciproca interdipendenza. “Sono particolarmente soddisfatta che il mio mandato come Presidente della Provincia di Catanzaro e come Commissario Straordinario si concluda con l’installazione di un’opera fondamentale per il nostro Parco destinata a diventare un punto di riferimento per il territorio. Ancora una volta l’investimento in arte e cultura ci ha premiato e l’intervento di Daniel Buren lo sta a dimostrare,” ha affermato Wanda Ferro.

Con l’artista francese sono in 11 i protagonisti dell’arte plastica contemporanea ad essere presenti nell’ambito del Parco Internazionale della Scultura e Buren si trova in compagnia di Stephan Balkenhol Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn, Mauro Staccioli. E come ribadisce Alberto Fiz, direttore artistico del MARCA e del Parco Internazionale della Scultura, “con la Cabane éclatée si accentua l’aspetto relazionale del nostro progetto al Parco iniziato nel 2004 in quanto l’opera di Buren sfida costantemente la visione del luogo modificandola. Un’opera, dunque, che accentua la componente dinamico-spaziale grazie al suo dispositivo di carattere architettonico.”

Cabane éclatée aux 4 couleurs (blu, giallo, nero e rosso) è un cubo di 4x4x4 metri percorribile e visitabile che, “esplodendo”, si proietta fino ai limiti estremi dell’ambiente intercettando i cambiamenti atmosferici e ambientali. La Cabane è un corpo vivo che crea una relazione continua tra pieni e vuoti, tra costruzione e decostruzione dando l’impressione di dissolversi e di perdere la sua consistenza fisica a contatto con lo spazio. Come ci ricorda Daniel Buren “ La Cabane non è né un oggetto né un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova verifica.”
In occasione dell’inaugurazione, è prevista una performance di danza realizzata da Emanuela Bianchi e Lubì che si svolge proprio intorno alla Cabane.
La serata rappresenta anche l’occasione per presentare il primo importante volume sul Parco Internazionale della Scultura pubblicato da Silvana editoriale che racconta una vicenda iniziata nel 2005 e che ha consentito di realizzare a Catanzaro uno dei più importanti progetti di arte pubblica in Italia. Si tratta di un modello integrato tra arte e natura che ha saputo trasformare radicalmente un territorio dove solo una quindicina d’anni fa l’indagine sul contemporaneo rappresentava un episodio sporadico. Oggi, invece, attraverso il MARCA e il Parco Internazionale della Scultura inserito all’interno del programma MARCA OPEN, rappresenta una precisa realtà.
Il volume analizza tutte le opere mettendo a confronto il Parco di Catanzaro con i maggiori parchi italiani e stranieri. Accanto alla testimonianza di Alberto Fiz la pubblicazione comprende i contributi di Elena del Drago e Francesco Poli.
Ma l’avventura continua e la pubblicazione non vuole essere affatto riepilogativa: al contrario, rappresenta un punto di riferimento per una vicenda destinata a proseguire nei prossimi anni con un rinnovato programma di acquisizioni reso possibile grazie alla collaborazione tra la Provincia di Catanzaro e la Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria presieduta da Francesco Prosperetti.

Una nuova installazione di Mauro Staccioli al parco internazionale della scultura

Sarà la più imponente scultura del Parco, l’installazione in acciaio corten di Mauro Staccioli alta otto metri dal peso di 12 tonnellate che viene inaugurata ufficialmente domenica 20 gennaio da Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro. L’evento è preceduto da un incontro pubblico con Staccioli previsto alle ore 11 nella sala convegni del Musmi all’interno del Parco della Biodiversità (via V. Cortese 1) a cui partecipa, insieme a Wanda Ferro, il direttore artistico del MARCA Alberto Fiz.
L’opera del maestro toscano realizzata nel 2011 per il progetto Intersezioni rappresenta un ulteriore arricchimento del Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro che costituisce un patrimonio pubblico di straordinaria importanza. “La collezione di sculture all’aperto è, insieme al MARCA, la più chiara testimonianza di quanto sia stato proficuo e produttivo l’impegno costante nei confronti dell’arte e della cultura durante i cinque anni della mia amministrazione”, afferma Wanda Ferro. “La città di Catanzaro oggi può andare orgogliosa di un Parco Internazionale  tra i più importanti in Italia.”
Il lavoro di Staccioli si va ad inserire in un contesto dove sono presenti 23 opere di alcuni dei maggiori artisti italiani e internazionali come Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino e Marc Quinn.
Come afferma Alberto Fiz, curatore della collezione, “a Catanzaro sono presenti le testimonianze di tutti gli artisti che hanno partecipato a Intersezioni. In tal modo si è creata una delle più significative esperienze di arte ambientale proposte in Italia lasciando un’impronta permanente e indelebile nella città.”
L’installazione di Staccioli assume un significato particolare in quanto, come emerge dal titolo, Catanzaro ’11, è stata realizzata appositamente per la città di Catanzaro.
L’opera non è un corpo separato da contemplare in silenzio, ma prende parte attiva alla trasformazione del luogo. Il dinamismo potenziale trova la sua piena applicazione in un lavoro che accoglie lo spazio, lo assorbe e lo attraversa in modo da creare una rinnovata dialettica tra pieno e vuoto. “Creare scultura”, afferma Staccioli, “significa esistere in un luogo” e questo concetto appare particolarmente efficace di fronte ad un’installazione dove prevale la tattilità emozionale e la traccia indelebile del paesaggio.

Nato a Volterra nel 1937, gli inizi del’attività artistica di Staccioli sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica, a quella di intellettuale e politico militante. Dopo un primo periodo in cui sperimenta pittura e incisione, dalla fine degli anni sessanta si dedica alla scultura elaborando le sue forme in stretta relazione con la società e lo spazio urbano. E’ nel 1972 che Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento.” Le scelte linguistiche si caratterizzano per la coerenza, l’essenzialità delle forme e la perfetta adesione agli ambienti per i quali realizza le sue opere. Con il suo lavoro “segna” il luogo modificandone la percezione. Ha preso parte a due edizioni della Biennale di Venezia esponendo in Europa e America. Le sue installazioni permanenti sono inserite in contesti differenti, dalla California alla Corea, da Portogallo a Taiwan. Tra le tante presenze di Staccioli in Italia, è sufficiente ricordare l’installazione davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, i lavori collocati nel parco di Giuliano Gori a Celle di Santomato, a Greve in Chianti, Volterra, Motta d’Affermo o di fronte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.