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Paventata chiusura Poliambulatoro Aprigliano, interviene Guccione

COSENZA – «Chi pensa di chiudere il Poliambulatorio di Aprigliano ha preso un clamoroso abbaglio. La struttura offre oggi numerose prestazioni agli utenti che arrivano da tutta la provincia, soprattutto da Cosenza e Rogliano. Abbiamo atteso anni per veder rinascere questo centro: i locali rischiavano di rimanere inutilizzati con il pericolo di perdere tutte le attrezzature, ma dopo le nostre denunce queste stanze accolgono, in convenzione con l’Azienda ospedaliera di Cosenza e l’Unical, l’Unità di Ricerca Biotecnologica. Qui nasce anche il laboratorio di Ematologia diretto dal professore Morabito.  Negli altri locali l’Asp invece ha istituto il Cup, il punto prelievi e possono essere effettuate le prestazioni specialistiche ambulatoriali». Sono queste le parole di Carlo Guccione consigliere regionale del PD, che interviene in merito alla paventata chiusura del Poliambulatorio di Aprigliano.

«La struttura costata negli anni novanta 516mila euro – si legge nella nota – oggi è diventata un esempio di buona sanità e l’Unità di Ricerca Biotecnologica è fiore all’occhiello del Mezzogiorno. Ci sono voluti anni di denunce per riprendere questo importante patrimonio e restituirlo ai cittadini. Nel 2013 effettuai un blitz insieme a Franco Laratta per verificare lo stato della struttura ma trovammo tutto fermo, cancelli sbarrati e il centro vuoto e senza arredi. Il Poliambulatorio di Aprigliano rischiava di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto, come denunciammo nel 2014 all’interno del dossier sul cimitero delle opere incompiute. La  mia battaglia contro gli sprechi delle 21 strutture calabresi, costruite grazie all’ex articolo 20 della legge 67/1998 e costate 14 milioni di euro, abbandonate al degrado più totale e mai attivate, è andata avanti e dopo anni di incuria quei centri sanitari sono stati restituiti ai cittadini. E la struttura di Aprigliano fa parte delle 21 strutture un tempo abbandonate. Ecco perché questo esempio di buona sanità oggi non può essere dismesso, considerando anche che finalmente è stato approvato il Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp di Cosenza».

«Non si può tornare indietro nel tempo. I soldi sono stati spesi,- conclude il consigliere Guccione-  i locali sono stati rinnovati e il Poliambulatorio è riuscito a migliorare i livelli essenziali di assistenza sanitaria nel territorio della provincia di Cosenza. Il Poliambulatorio non può essere dismesso, anzi va potenziato così come richiesto dai sindaci del comprensorio e dai numerosi utenti che si recano presso la struttura».

Marco Ambrogio, «Si pensi anche alla TAV calabrese»

COSENZA – «Forse non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti la chiusura prolungata della galleria Santo Marco che collega rapidamente la città di Cosenza a Paola ed i conseguenti lavori necessari alla momentanea riapertura ed alla modernizzazione fa intravedere una prospettiva ottimale che potrebbe veramente segnare un cambio di rotta nei trasporti viari Calabresi».
E’ quanto afferma in una nota stampa il consigliere comunale di Cosenza Marco Ambrogio, capogruppo del PD alla Provincia.
«Infatti, giacché si sta lavorando – si legge ancora – alla progettazione della nuova tratta ferroviaria, si potrebbe pensare parallelamente ad un tracciato viario nella stessa galleria in modo da abolire (o ridurla ad alternativa), l’attuale 107 che collega il Tirreno al Capoluogo, strada poco agevole e pericolosa  non più idonea per l’importanza della infrastruttura e l’accresciuta  mole di traffico.
Tanti sono infatti i pendolari che quotidianamente frequentano questi assi viari ma tanti di più lo diventano  durante il lungo periodo estivo quando Cosenza e zone limitrofe si riversano sulla costa.
Insomma, quello che avvenne tanti anni fa con la sostituzione della Crocetta, all’epoca unica strada di collegamento per la costa, possiamo e dobbiamo immaginarlo anche adesso con tale opera che, a sentire i pareri di diversi tecnici ed addetti ai lavori é certamente realizzabile.
Alla politica spetta invece il compito di programmare ed individuare il finanziamento capendo che tale imponente opera, sarebbe importante per lo sviluppo economico non solo del capoluogo bruzio e della costa ma per l’intera provincia».

Oliverio, «Fa più male il fango dei tuoi amici che quello dei tuoi avversari»

LAMEZIA TERME (CZ) – Il presidente della regione Mario Oliverio è intervenuto a Lamezia Terme all’Assemblea del Pd e ha sferrato un duro attacco nei confronti dei suoi stessi “amici” di partito.

Dopo aver analizzato approfonditamente le ragioni della grave sconfitta registrata il 4 marzo scorso, il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, intervenuto nel pomeriggio di oggi all’Assemblea regionale del Pd, ha rimarcato il fatto che lo “tsunami” che si è abbattuto sul Pd alle ultime elezioni è il frutto di diversi fattori internazionali, nazionali e regionali. «E meschino -ha detto Oliverio- ridurre la devastante sconfitta ad un problema solo calabrese solo per operazioni e calcoli meramente interni. Certo che in Calabria ci sono stati problemi ed io sono il primo ad assumermene le responsabilità. C’è bisogno di etica anche nella lettura dei fatti analizzando le ragioni della sconfitta con responsabilità, guardandosi dentro fino in fondo e leggendo con oggettività e onestà quanto e accaduto.
C’è stato e continua ad esserci nel Paese -ha proseguito- un grave problema economico e sociale, esistono forti diseguaglianze sociali, egoismi, disoccupazione. La fascia della povertà si è allargata. Tutto ciò ha generato paura del futuro e insicurezza. Di fronte a problemi enormi come questi, non possiamo andare avanti con polemiche speciose che non portano da nessuna parte. Non offre un contributo serio e onesto chi continua a porre in questi termini l’analisi della realtà».
Oliverio, dopo aver auspicato che il Pd dedichi all’interno del suo congresso regionale un momento di riflessione sull’attuale esperienza di governo alla Regione, ha ricordato di aver messo in campo in questi anni una seria programmazione che si sta dispiegando, di aver avviato un’opera di riordino e di riforma del sistema di potere consolidatosi nel corso di un lungo periodo di tempo, di aver liquidato molte fondazioni ed enti inutili che hanno prodotto solo guasti, sprechi, malaffare e distorsione nella utilizzazione delle risorse pubbliche.

Un’opera di bonifica della macchina regionale

«Abbiamo -ha aggiunto- avviato una profonda opera di bonifica della macchina regionale, abbiamo chiuso gli sportelli degli sprechi e della clientela e non ci siamo sostituiti, nel perpetrare metodi e azioni, a chi ci ha preceduto. Abbiamo approvato strumenti importanti come il Piano dei Trasporti, il Piano dei rifiuti, la ZES. Abbiamo messo in campo strumenti e investimenti attesi e promessi da anni e li abbiamo predisposti a costo zero, senza ricorrere a consulenze milionarie da affidare agli amici e ai clienti. Abbiamo assunto la linea dell’automatismo, dello sportello a domanda, eliminando qualsiasi intermediazione. E’ un processo in atto, a cui stiamo dedicando energie e fatica. Nessuno può pensare di essere in presenza di un Re Mida che tutto ciò che tocca diventa oro. Sono processi che hanno bisogno dei tempi giusti per dipanarsi e noi questo processo lo stiamo portando avanti. Siamo partiti con i piedi nel fango, tra le macerie e, piano piano, ne stiamo venendo fuori. Certamente ci sono ancora problemi enormi da affrontare. Su tutti quello della Sanità, che rappresenta un capitolo doloroso perché noi, che abbiamo avuto una funzione di governo nazionale, non possiamo non assumerci le nostre responsabilità. Siamo in presenza di un Commissariamento che permane nell’unica regione d’Italia. Bisogna capire perché ciò avviene. Forse c’è un peccato originale che, forse, sta tutto in quelle primarie che mi hanno portato alla guida della Regione. Può darsi che ci sia anche questa componente nella permanenza del Commissario nel sistema sanitario calabrese. Il sospetto ce l’ho, ma non ne ho la certezza. C’è però, un dato di fatto che permane, che il Commissario nominato dal governo e che ci portiamo dietro dal 2010, ha prodotto in Calabria una situazione gravissima. Le interlocuzioni e le denunce non sono servite a nulla. Nonostante ciò ripropongo anche qui questa situazione che rappresenta una vera e propria vergogna per la nostra regione».
«Il Pd -ha sottolineato Oliverio- ha bisogno di fare una riflessione a 360 gradi, senza strumentalismi e demagogia. Dobbiamo guardare in faccia i problemi, vedere quali sono i limiti e le insufficienze e dobbiamo affrontarli, ma soprattutto abbiamo bisogno di recuperare una soggettività politica. Non c’è progetto di cambiamento che non sia e non debba essere sostenuto da una soggettività politica nei territori. Dobbiamo fare rivivere i nostri circoli, molti dei quali, quando esistono e quando funzionano, sono diventati dei veri e propri simulacri. Dobbiamo rivitalizzarli, dedicandoci meno alle iniziative di corrente e più alla discussione vera, profonda sui problemi che abbiamo davanti. Dobbiamo guardare di più alla rete delle organizzazioni sociali. L’intermediazione ed i soggetti dell’intermediazione devono essere spinti a partecipare alle nostre discussioni e, per questo, devono essere adeguatamente considerati.

«Necessario il recupero dell’appartenenza

Ritengo, infine, che è necessario riconquistare una forte etica della militanza, ma anche un recupero dell’appartenenza. Se si appartiene ad un campo occorre avere l’orgoglio di appartenere a quel campo. Non si può essere indifferentemente, anche nella iniziativa politica, da una parte e dall’altra. E non è nemmeno possibile che ad alimentare la confusione ci possa essere una componente che, andando oltre ogni limite tollerabile, supplisce a ciò che non fanno le forze di opposizione in Consiglio regionale.
Siccome il sottoscritto, sostenuto dal Pd, che è e rimane il mio partito, si è presentato agli elettori calabresi dopo aver vinto le primarie, ritengo sia giusto che nella maggioranza ci stia chi assume una dimensione etica e rispetta le regole. Una maggioranza indistinta, nella quale ognuno si può alzare e gettare fango su di essa e su chi la rappresenta, non va bene”.
“Fa più male -ha concluso il presidente della Regione- il fango lanciato da chi ti è amico che dai tuoi avversari. Quella dell’appartenenza è una bussola a cui nessuno può e deve abdicare, perché se questo accade c’è il “rompete le righe” e quando ciò si verifica non c’è prospettiva per nessuno. Io continuerò a stare in campo perché i cittadini calabresi mi hanno dato questa responsabilità che eserciterò fino in fondo, in piena autonomia e libertà e nel rispetto, naturalmente, delle istituzione che rappresento e del mio partito, che è e rimane il Partito Democratico».

Giudiceandrea, «Ecco perché non parteciperò all’Assemblea del PD»

CATANZARO – «Ribadisco di non voler partecipare all’assemblea del 7 aprile, perché rinnova liturgie per le quali il  4 marzo abbiamo ricevuto sonori ceffoni in tutta Italia, e con maggiore vigore e forza in Calabria e soprattutto a Cosenza, ma in pochi sembrano averli sentiti». Esordisce così in una nota stampa il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, nella quale ribadisce la sua volontà a non partecipare alla prossima assemblea regionale del PD che si terrà domani.
Riportiamo di seguito il testo integrale del suo comunicato:
«C’è’ voluta la libertà e la saggezza di Emanuele Macaluso, ieri l’altro, per ribadire dei concetti che non possono sfuggire al nostro gruppo dirigente. Cito testualmente : “…il PD non è più un partito, ma un agglomerato politico-elettorale, con una struttura fondata essenzialmente sugli eletti (ed io aggiungerei gli eligendi) nelle istituzioni nazionali, regionali e locali. Ed e’ questa la sola competizione che interessa il quadro dirigente nazionale e locale. In questo contesto, aggiunge Macaluso, i processi politici, economici, sociali e culturali che attraversano la società non sono colti pienamente, perché non c’è una partecipazione larga, attiva e consapevole di persone orientate a sinistra, giovani o anziane, nella vita di un partito che non è più un partito…”
Ebbene, nonostante i vaticini di Macaluso e di chi (tanti) come lui a mo’ di novella Cassandra tentano di ricondurre alla ragione un gruppo dirigente nazionale e soprattutto locale un tempo dotato di lungimiranze dettate dalla pratica politica oltre che elettoralistica ed autoconservativa, ad un mese dal risultato elettorale che segna una bocciatura storica per la sinistra , il Pd calabrese più di ogni altro sembra più indaffarato a mitigare la discussione, a metterle il silenziatore, che a rimboccarsi le maniche.
A chi dovremmo andare a dirle queste cose in un’assemblea i cui componenti sono stati sostituiti nottetempo in base a chissà’ quali regole rinvenute nelle pieghe di uno sgualcito Cencelli? Un’assemblea che, in silenzio, verra’ disertata da decine e decine di Compagni, dirigenti, amministratori, stanchi di liturgie escludenti e peraltro elettoralmente inefficaci. 
L’onda di populismo che dall’Europa ha “sommerso” anche l’Italia poteva essere evitata, e sbagliato sarebbe non vedere che a votare per chi ha utilizzato un linguaggio politico aggressivo e che non ci appartiene, sia stata una grossa, grossissima percentuale di nostri elettori e dirigenti. 
Abbiamo dunque dato l’impressione prima ai “nostri” che al “ceto medio”, di essere diventato un partito chiuso su personalismi sfrenati, rinunciando persino a propagandare e promuovere le buone attività d’amministrazione realizzate in questa regione, impegnati ognuno di noi piu’ su se’ stesso ed il proprio futuro politico amministrativo, che sul l’interesse collettivo del partito, dei suoi militanti prima ancora che sui cittadini e la nostra terra. E mentre amministratori di sinistra, a partire dal Presidente Oliverio e sul suo esempio,  hanno dato il meglio di se’ sui territori, il partito ha innescato liturgie pessime, forse dettate dalla forzosa mancata costante presenza di un segretario regionale. Sicuramente dalla mancata nomina di una segreteria provinciale che desse una mano, in una delle province più vaste d’Italia, al partito più che al segretario, ad essere presente costantemente sui territori e nei circoli. 
Ed allora ti spieghi le assenze, I disimpegni sulle ultime campagne elettorali.
E’ vero, il paese sembra averci bocciati per le politiche di riforma avviate dai governi Renzi prima e Gentiloni poi, ma e’ mancata più di ogni altra cosa la cassa di risonanza capillare del partito, che avrebbe potuto far ribaltare o quantomeno lenire l’evidente pessimo risultato delle urne.
Non si può pretendere che le sole istituzioni, tramite i risultati raggiunti con il loro operato riescano a bloccare  un malcontento che nasce dal basso, non trova risposte nei circoli, nelle federazioni, nel partito regionale, e dunque come si fa a pensare  oggi di riuscire a trovare una ricetta per la ripartenza lasciando tutto invariato, clonando a somiglianza del precedente apparato organismi  di partito piu’ che rispettabili, ma lontani dalla parte consistente di partito che per il gruppo dirigente ci ha pugnalato alle spalle, ma molto più verosimilmente e’ stato a viva forza allontanato dai processi decisionali e di scelta e partecipazione?
Il partito ha bisogno di trovare nuova linfa, nuove motivazioni e smettere di pestarsi i piedi da solo per poi fare spallucce ad ogni bastonata.
Il PD forse dovrebbe iniziare ad essere un partito e finalmente Nascere.
Per farlo si chiudano i lavori di questa assemblea e si apra un congresso vero, preceduto dalle dimissioni (vere) del segretario regionale, senza candidature unanimistiche precostituite, per quanto rispettabili, ed aprendo un confronto aperto, democratico, vivo fra chiunque abbia voglia di dedicare parte della propria vita alla ri-costruzione del PD in Calabria, senza duplicazione di ruoli, priva di velleità amministrative future (come da regolamento) e  nell’interesse della collettività, per la radicale riforma del partito anche nei territori.»

PD Calabria, Giudiceandrea, «Ci si assuma le responsabilità altrimenti sarà la fine»

CATANZARO – «Ancora una volta un rinvio ed ancora i vertici di un partito allo sbando – inizia così la dura nota del consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea – un partito privo dei componenti delle segreterie provinciali e con i tutti i suoi uomini ai loro posti di comando anche dopo una debacle storica; ricordo che i risultati sono davvero catastrofici 14,2 % su base regionale e 13.3 % in provincia di Cosenza, 5/6%  in meno rispetto al gia’ Nefasto 19% nazionale »
L’on. Giudiceandrea continua «Mentre a Roma si cede il passo ad una dirigenza nazionale nuova ed accreditata, da noi pare non sia successo nulla! Condivido la scelta del Governatore Oliverio e dell’On. Battaglia che hanno deciso di non prendere la parola: ne avrebbero avute di cose da dire! Io sono andato via, ed il 4 marzo non tornerò in assemblea!
Se non ci saranno doverose assunzioni di responsabilità, che sono le vere e reali basi di un rilancio del partito che non può essere il luogo volto alla conservazione di posizioni asfittiche personali, sara’ assolutamente inutile la partecipazione alla non vita di un partito democratico morto».

«Oliverio colleziona solo sconfitte, Mazzuca tuona contro il governatore

COSENZA – «Oliverio passerà alla storia come il presidente che ha collezionato una sconfitta dietro l’altra. Da quando è stato eletto governatore della Calabria abbiamo perso tutte le elezioni amministrative dal 2015 in poi e il referendum del 4 dicembre scorso con la più bassa percentuale di Sì nel nostro Paese». Questo quanto si legge in una nota stampa diffusa da Giuseppe Mazzuca, coordinatore della mozione Orlando. «Oliverio persevera – si legge poi- con il solito ritornello stonato, dove la colpa è sempre degli altri, non rendendosi conto che in questa esperienza regionale ci ha abituato a situazioni donchisciottesche, come quella, ormai passata alle cronache: “incateniamoci tutti” davanti a Palazzo Chigi.  Sappiamo tutti com’è finita (“a taralluzzi e vino”, come si dice a Cosenza). Questo è stato uno dei fattori che ha punito il Pd in Calabria: aver strumentalizzato la sanità per fini di potere, senza però alla fine essere conseguenti ma subalterni al potere romano. Con questo comportamento Oliverio ha svenduto la Calabria e i diritti dei calabresi».

«Le candidature sono una rappresentazione plastica di una visione padronale e feudataria della politica».

«Non volevamo credere alle nostre orecchie – scrive ancora Mazzuca – quando Oliverio ieri ha lamentato di essere stato lasciato solo: tale affermazione è veramente sorprendente. Oliverio, infatti, è in assoluto il presidente che ha accumulato più deleghe nella storia del regionalismo calabrese, in una Giunta pseudo tecnica considerato che alcuni assessori sono stati scelti dalla politica per rappresentare questo o quel gruppo interno al Partito Democratico. La coppia Oliverio e Magorno in questi tre anni ha gestito Il Pd, col concorso esterno di qualche notabile del Partito, in completa solitudine. Hanno superato se stessi con candidature che sono la rappresentazione plastica di una visione padronale e feudataria della politica. Ora con questo gioco delle coppie vorrebbero addossare le loro responsabilità ad altri, ma anche le pietre sanno come sono andate le cose nella nostra regione. Hanno portato il Pd in Calabria all’estinzione, guardando esclusivamente solo alla salvaguardia del loro potere personale. Oliverio adesso tenta di riciclarsi e di sganciarsi prendendo in mano la bandiera dell’autonomia e della piena libertà, dimenticandosi però che in questi anni ha piegato la Calabria alla logica dei poteri forti nazionali, solo per tenere le redini di un potere monocratico e autoreferenziale alla Regione Calabria. Ora basta, il risultato elettorale conferma che bisogna mettere in campo un progetto alternativo all’attuale esperienza regionale: un progetto civico, costituente in netta discontinuità con l’esperienza Oliverio che sappia interpretare l’esigenza di cambiamento che i calabresi ci avevano chiesto e che il presidente ha tradito come nelle migliori tradizioni. Perché  cambiano i colori delle giunte ma a governare in Calabria sono sempre gli stessi interessi».

PD Cosenza, Mazzuca, «Guglielmelli sull’orlo di una crisi di nervi»

COSENZA – E’ tempo di crisi nelle stanze della delegazione del PD della Provincia di Cosenza

«Siamo seriamente preoccupati dello stato di salute del segretario provinciale del Pd, Luigi Guglielmelli, il quale versa ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Lo comprendiamo. È riuscito in una impresa titanica: quella di ridurre il Partito democratico al 13% nella provincia di Cosenza. Nessuno fino ad oggi era riuscito in questa impresa, abbiamo raggiunto i minimi storici: Ds e Margherita, singolarmente, presero molto di più del risultato del Pd. Tutto ciò lo ha fatto in perfetta solitudine». Scrive così, in un comunicato Giuseppe Mazzuca.

«Dopo la sua proclamazione a segretario provinciale del Pd di Cosenza – prosegue Mazzuca- ha gestito in modo monarchico e patronale la Federazione. Gli consigliamo di chiedere i danni al presidente Oliverio (suo datore di lavoro) che di questa sconfitta è corresponsabile. Dovrebbe a questo punto avere un sussulto di dignità verso gli elettori del Pd e verso se stesso, cioè rassegnare le dimissioni da segretario provinciale e affidare quel poco che rimane a una gestione collegiale, cercando di vedere se ci sono le condizioni per salvare in provincia di Cosenza il progetto del Partito democratico. Agli amici più vicini a Guglielmelli (ormai rimasti pochissimi) chiediamo di stargli accanto per evitare gesti inconsulti, visto lo stato di frustrazione politica in cui è precipitato. Anche il dato elettorale dell’ex comune di Pedace dimostra come essere dirigenti di un partito non può prescindere dall’essere radicati sul territorio. A Pedace, da sempre riferimento storico della sinistra, il M5s triplica la forza del Pd. È fin troppo evidente che chi ha provocato una sconfitta senza precedenti nella storia della sinistra cosentina debba oggi non solo mettersi da parte ma addirittura abbandonare l’impegno politico. Guglielmelli ha dilapidato un patrimonio di lotte, battaglie e valori costruito nel corso degli ultimi 60 anni di gloriosa storia della sinistra cosentina. L’agire politico di Guglielmelli appartiene a quella sinistra che per un piatto di lenticchie è diventata renziana, tipico del trasformismo meridionale che è portato ad assoggettarsi al potente di turno e a riciclarsi appena lo stesso cade in disgrazia (vedi Bersani)».

 

«Ridare linfa ai borghi calabresi», il PD ha fatto tappa a Cerisano

CERISANO (CS) – Il tour dei candidati del Partito Democratico di Camera e Senato ha fatto tappa ieri pomeriggio a Cerisano in una affollata Sala Consiliare, nell’ambito di un incontro promosso dal segretario del PD di Cerisano Anna Crocco e dal vicesindaco Francesco Santelli. Si è parlato della Valorizzazione dei Borghi Calabresi con Enza Bruno Bossio, Sonia Ferrari e Giacomo Mancini.  All’appuntamento ha partecipato anche Luigi Guglielmelli, segretario provinciale del Partito Democratico.

 

 

«Valorizzare i borghi della nostra regione» Le prerogative dei candidati del PD

L’importanza di ridare linfa ai borghi, attraverso la promozione di eventi turistico culturali che vadano ad incidere sulle attività economiche e di sviluppo di un comprensorio – di cui Cerisano fa parte- rappresenta – come è stato ampiamente sottolineato dai candidati alla prossima tornata elettorale del 4 marzo – uno dei punti cardini del programma di lavoro. »Cerisano, così come i paesi delle Serre Cosentine sono un fiore all’occhiello della nostra regione, per tale motivo,  è di primaria importanza proporre e attuare contenuti che vadano nella direzione della promozione e della giusta valorizzazione dei luoghi». E in tale prospettiva si inserisce anche una delle manifestazioni più acclamate a livello regionale, il Festival delle Serre, che nel 2018 taglierà il nastro d’argento. «Siamo pienamente convinti – ha detto il vicesindaco del comune di Cerisano  Francesco Santelli- che, oggi più che mai – è necessario indirizzare le energie verso programmi lungimiranti volti alla crescita del territorio e mirati a  favorire progetti ed eventi di qualità che siano motivo di crescita, sviluppo e arricchimento- economico e culturale-  per l’intero territorio». Una proposta ampiamente accolta da Sonia Ferrari, da sempre impegnata nella promozione turistico – culturale dei territori unitamente al coinvolgimento degli attori locali. La Ferrari è Commissario del Parco Nazionale della Sila e il lavoro da lei svolto negli ultimi anni, ha portato la nostra regione alla ribalta nazionale, attraverso tutta una serie di attività volte all’esaltazione delle bellezze naturali della Calabria, e legate ad iniziative che hanno significativamente contribuito al potenziamento dell’intera area del Parco, divenuta oggi una delle mete turistiche più apprezzate e affollate del Sud.

«Palazzo dei Bruzi, a rischio i fondi PAC Infanzia», il PD chiede chiarezza

COSENZA – «A Palazzo dei Bruzi le sorprese non finiscono mai. Per i fondi Pac Infanzia (Piano d’Azione per la Coesione che ha l’obiettivo di potenziare l’offerta dei servizi all’Infanzia) il Comune di Cosenza non riesce a rendicontare le spese alla Regione Calabria con il rischio di perdere i finanziamenti di tali fondi. L’Autorità di Gestione, cioè il Ministero degli Interni, per inviare le risorse del Pac Infanzia alla Regione ha bisogno infatti delle rendicontazioni dei Comuni dei progetti realizzati attraverso il Piano». Questo quanto riportato da una nota congiunta dei circoli  Pd Circolo IV Cosenza e Circolo G.Fragale Cosenza. 

«È stato più volte sollecitato al Comune di Cosenza- prosegue la nota-  la rendicontazione, in particolare sono stati chiesti i curriculum vitae degli operatori che hanno prestato servizio presso il progetto, l’attestazione degli F24 e la firma dei Revisori dei Conti in merito ai progetti Pac Infanzia. I termini per presentare la rendicontazione sono scaduti il 31 dicembre 2017. Nonostante ciò l’Autorità di Gestione, cioè il Ministero degli Interni, ha di fatto prorogato i termini fino alla fine del mese di febbraio per cercare di evitare la perdita dei finanziamenti. Cosa impedisce al Comune di Cosenza di ottemperare alla rendicontazione sapendo che non solo si perdono i finanziamenti, ma che il Comune sarà poi costretto a utilizzare fondi propri del Bilancio pari a oltre un milione di euro per onorare gli impegni che sono stati presi a chi è stata affidata la gestione dei progetti Pac Infanzia. Al danno si aggiunge dunque la beffa».  «Ma c’è dell’altro – si legge ancora nella nota- Il Comune di Cosenza essendo capo ambito del Distretto rischia di pagare, sempre con propri fondi di Bilancio, anche le inadempienze di altri Comuni che risultano essere ancora non in regola con la rendicontazione per oltre 200mila euro. Tutto questo alla faccia della buona amministrazione del sindaco Occhiuto. Siamo pronti a dare una mano per impedire che agli oltre 19 milioni di debiti che il duo Vigna-Occhiuto ha causato alle casse comunali (per ora questi sono solo quelli che siamo riusciti ad accertare) si possano aggiungere altri buchi nel Bilancio per una evidente difficoltà a rendicontare le spese dei progetti finanziati dal Pac Infanzia del Ministero degli Interni. I cosentini sono stanchi di pagare gli errori, le inadempienze, il pressapochismo degli amministratori di Palazzo dei Bruzi».

“La valorizzazione dei borghi calabresi”, i candidati del PD a Cerisano

CERISANO (CS) – Si terrà giovedì 22 febbraio alle 16.30 nella Sala Consiliare del Comune di Cerisano un incontro sul tema “La Valorizzazione dei Borghi Calabresi” dove parteciperanno i candidati del Partito Democratico alla Camera e al Senato. Dopo i saluti del vicesindaco Francesco Santelli e del segretario del PD Cerisano Anna Crocco interverranno Luigi Guglielmelli, segretario provinciale del PD e i candidati Enza Bruno Bossio, Sonia Ferrari e Giacomo Mancini.