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ANCI Calabria, Carmelo Salerno: «Un atto di arroganza del PD»

COSENZA-  «L’elezione del Sindaco di Pizzo Calabro a Presidente dell’ANCI Calabria rappresenta un ulteriore atto di arroganza politica del PD, che non perde occasione per dedicarsi esclusivamente alla conquista di postazioni, scranni, poltrone, senza mai pensare realmente ad affrontare e risolvere le varie problematiche che affliggono la nostra terra».

Così il coordinatore provinciale di Forza Italia, Carmelo Salerno.

«Al di là degli evidenti profili di illegittimità della convocazione dell’assemblea congressuale regionale, già opportunamente sottolineati dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, la forzatura operata dal PD calabrese per l’elezione di Callipo alla guida dell’ANCI è sintomo dell’elevato livello di inaffidabilità di un Partito che è abituato a tradire ogni proprio impegno assunto con le altre forze politiche, così come tradisce quotidianamente gli impegni che assume con i cittadini. È assurdo infatti – continua Salerno – che con ostinata pervicacia il PD abbia proseguito nell’intento di conquistare lo scranno, incurante del fatto che molti sindaci non abbiano partecipato alla elezione e che quasi tutti i sindaci dei capoluoghi di provincia non abbiano nemmeno partecipato all’Assemblea regionale irregolarmente convocata. Così come è politicamente deprecabile il fatto che non si sia utilizzato, nella nomina del presidente ANCI della nostra regione, quello spirito collaborativo, che deve sorreggere ogni forma di associazionismo, che a suo tempo ha portato alla nomina ampiamente condivisa del presidente dell’ANCI nazionale Antonio Decaro. È evidente – conclude Salerno – che il PD allorquando intravede la possibilità di assicurarsi una postazione ‘perde i lumi della ragione’ ed opera nell’esclusivo intento di saziare i propri famelici istinti».

 

 

 

La Santelli sulla visita di Renzi, «Una battaglia navale sulla pelle dei calabresi»

COSENZA – «In una terra in cui le promesse mancate superano lungamente le risposte, Renzi cerca di smacchiarsi e svestirsi dai panni di “restauratore”. Un tentativo, anche attraverso delle scelte politiche di partito che inseguono i grillini (come il caso Visco con cui il PD voleva cercare un capro espiatorio ai disastri causati), di recuperare quella verginità politica prematuramente scomparsa dietro un’arrogante e vuota annuncite, che la realtà si è puntualmente ogni volta incaricata di smentire nei fatti». Questo quanto si legge in una nota stampa diffusa dal coordinatore di Forza Italia Jole Santelli a poche ore dalla fine del tour calabrese dell’ex premier.
«Abbiamo deciso di approcciarci, – si legge ancora-  questa volta, al Renzi viaggiatore con la satira, visto che il segretario PD non considera reali i problemi di una regione come la nostra, ostaggio di un governo in linea con quello nazionale ma troppo impegnato in lotte intestine per accorgersi di essere stato eletto da tre anni.
 Abbiamo cercato di raffigurare attraverso delle vignette il Renzi post-rottamatore. Ed abbiamo deciso di farlo attraverso i social, insieme al nostro movimento giovanile, per rivolgerci a quella fascia più digitalizzata, quella dei giovani, con cui Matteo Renzi non è mai riuscito a dialogare, considerandola solo terra elettorale da conquistare attraverso bonus e mance, mortificandone il futuro». «Renzi sceglie di venire in Calabria- prosegue la Santelli-  attraverso il suo treno magnifico, assai diverso da quelli su cui i calabresi viaggiano, in fondo alle classifiche europee in termini di servizi e confort. Conviene ricordare proprio l’azione del Governo Renzi sul punto, che nel 2016, nel contratto di programma RFI-MIT, stanziava 9 Miliardi di nuovi investimenti per l’ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria di cui solo 400 milioni per il Mezzogiorno, al quale sono stati contemporaneamente definanziati 370 milioni di ex FAS che erano destinati all’adeguamento della rete ferroviaria meridionale. D’altronde non poteva scegliere altro mezzo, data l’incapacità delle politiche governative sull’aereoporto crotonese e visto che l’autostrada di cui il segretario PD si vanta di aver inaugurato in realtà non solo non è mai stata completata ma necessita, in larghi tratti, di interventi di rifacimento necessari a garantire la sicurezza degli automobilisti che nel project review dell’Anas, voluto dal ministro Del Rio, sono stati sostituiti da interventi di manutenzione assolutamente non bastevoli. Insomma, A3 – colpito e affondato. Questa la battaglia navale del segretario PD sulla pelle dei Calabresi.
Una cosa però è certa. Nel ‘treno dei desideri’ di Renzi v’è a bordo tutta la nomenklatura politica che ha mortificato le potenzialità e la libertà della nostra Regione. Che ‘destinazione’ può mai avere questo treno sulla base dei percorsi dei passeggeri? Noi vogliamo permettere invece all’altra Calabria, quella che vuole correre, di avere la meglio».

Aria Nuova PD, Renzi a Paola, «Modello di buona politica»

PAOLA (CS) – «La visita di Matteo Renzi nella Città di Paola rappresenta il giusto segnale di cambiamento che il territorio si aspetta». A dichiararlo è Aria nuova per il Pd che a Paola ha il suo motore pulsante, ormai esteso per tutta la provincia ed ha  avuto modo di affermare come sia importante promuovere il “modello Paola” quale laboratorio politico da estendere per tutta la provincia. «Un modello di buona politica che ha consentito al Partito Denocratico di essere il primo partito del centro sinistra e di investire su una classe politica giovane e brillante. Il segretario nazionale del partito ha avuto modo di visitare,accompagnato dal presidente del consiglio comunale Graziano Di Natale, il Santuario di San Francesco di Paola, luogo ideale per il rilancio del turismo religioso della nostra Regione. Con oggi parte più  forte il processo di rinnovamento che stiamo portando avanti».

Futura “Via Giorgio Almirante”, la replica dell’assessore Caruso al PD

COSENZA – L’Assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Caruso interviene sulle critiche sollevate dal gruppo consiliare del PD alla decisione dell’Amministrazione comunale di intitolare una strada cittadina a Giorgio Almirante.
«Non destano in me meraviglia – sottolinea Caruso – le polemiche insorte riguardo all’intitolazione di una strada cittadina alla figura di Giorgio Almirante, atto da me proposto fin dall’epoca in cui rivestivo la carica di consigliere comunale. Ancora una volta la sinistra comunista – afferma ancora l’Assessore Francesco Caruso – pretende di essere egemone sul versante della cultura e dell’innovazione politica, presentandosi come depositaria di una verità unica e incontrovertibile e stabilendo ciò che è lecito dire o fare e ciò che invece suona come esecrabile; ancora una volta mette in campo l’arma della pregiudiziale antifascista da prima repubblica, con cui era abile a demonizzare non solo ciò che è propriamente ascrivibile al fascismo e incompatibile con i principi della democrazia ma anche i valori legittimi propri di una destra democratica ed europea».

« E così – dichiara ancora Caruso –  si ostina ad ignorare volutamente che il sentimento nazionale prevalente procede verso una compiuta pacificazione attorno alla figura di Giorgio Almirante. Per affermazione di Luciano Violante, uomo di sinistra, Giorgio Almirante è colui che “seppe condurre nell’alveo della democrazia quegli italiani che, dopo la caduta del fascismo e la sconfitta della Repubblica sociale, non si riconoscevano nella Repubblica italiana del 1948”. Due Presidenti della Repubblica, Napolitano e Mattarella, hanno biasimato i giudizi ingenerosi nei confronti di Almirante, riconoscendogli un ruolo fondamentale nella storia politica dell’Italia democratica e repubblicana».

«Molti comuni d’Italia – sottolinea inoltra Francesco Caruso – hanno deciso di celebrare la memoria di questo leader carismatico attraverso l’intitolazione di luoghi simbolo della città: al comune di Altomonte, primo ad istituire il toponimo di “Via Giorgio Almirante” per volontà di un sindaco socialdemocratico come Costantino Belluscio, hanno fatto seguito le decisioni di comuni come Agrigento, Rieti, Ragusa, Lecce, Canosa di Puglia, Putignano, Rossano, solo per citarne alcuni. Giorgio Almirante, politico di grande cultura, ha dato al paese un fondamentale contributo, soprattutto in quel processo di pacificazione che ha consentito di voltare pagina nella storia nazionale. Peraltro, ha avuto un legame forte con la città di Cosenza dove in occasione dei suoi comizi la superficie della vecchia piazza Fera era completamente gremita. Col suo modo puro e autentico d’intendere l’agire politico, è stato esempio, riferimento ed ispirazione per tanti esponenti di una destra democratica e illuminata, protagonisti delle vicende politiche della nostra amata città. Quando sento qualcuno parlare di “scelta opportunistica”, mi viene da sorridere ricordando a me stesso che a quella destra ha guardato con simpatia e rispetto anche la tradizione socialista della nostra città, arrivando con Giacomo Mancini Sindaco a stabilire intese elettorali con esponenti che si ispiravano a posizioni ben più radicali di quelle di Almirante, questo con buona pace di tanti odierni polemizzanti che all’epoca rimasero stranamente silenziosi, allineati e coperti dietro le decisioni dello storico leader socialista».

«Questa Amministrazione, per ciò che sta dimostrando con i fatti, – puntualizza ancora l’Assessore Caruso – non ha certo bisogno di certi espedienti per conquistare il favore dei cittadini e si dimostra superiore a logiche di propaganda elettoralistica che invece a mio avviso appaiono trasparire in alcune proposte di parte avversa, nel passato e nel presente, proprio in tema di toponomastica. Quelle che qualcuno vorrebbe far passare come scelte superficiali e contraddittorie, sono invece delle determinazioni ponderate di un’Amministrazione guidata da un Sindaco illuminato e lungimirante, capace di avviare fin dal suo primo insediamento una stagione di multiculturalismo che la nostra città grazie a lui sta vivendo, capace di rinsaldare legami e accogliere sotto le insegne del civismo e della partecipazione le diverse anime della comunità che amministra, continuando a coglierne il senso identitario ed esprimendo la varietà delle coscienze più profonde. Cosenza, città evoluta politicamente e culturalmente – conclude Caruso – comprenderà le scelte, nella consapevolezza che la vera offesa alle nostre tradizioni di civiltà sarebbe il pensiero unico, contro il quale proprio Giorgio Almirante si è battuto col suo eroico andare contro la corrente del tempo».

Cosenza, per il Pd nuova toponomastica «superficiale»

COSENZA – «Anche nella proposta di toponomastica la giunta Occhiuto dimostra una certa superficialità, quantomeno nell’accostamento di personalità che indicano messaggi diversi e addirittura contraddittori tra loro – E’ quanto si legge in una nota del gruppo consiliare del Pd a Palazzo dei Bruzi – Se la toponomastica, vale a dire dedicare a personalità illustri luoghi della città significa, in buona sostanza, indicare le storie di questi personaggi ad esempio per la cittadinanza, non si comprende come, accanto a proposte condivisibili, alcune avanzate anche da noi, possano trovare posto altre che lo sono assai meno e in palese contraddizione con altre. Se risulta discutibile la decisione di dedicare una strada al Jordanes confermando l’ossessione gota del sindaco per Alarico, davvero non si comprende come si possa proporre l’accostamento di una personalità legata alla storia del nostro territorio come quella di Gustav Brenner, appartenente ad una famiglia di ebrei austriaci sterminata dai nazisti che riesce fortunosamente a scappare e, arrestato in Italia, finisce a Ferramonti decidendo, alla liberazione di restare a Cosenza e aprire la ben nota casa editrice che tanto lustro ha dato alla cultura calabrese, con quella di Giorgio Almirante, personalità della politica nazionale, che nel 1938 firmò il “Manifesto della razza” e collaborò con la rivista “La difesa della razza”. Almirante, come è noto, non ha mai espresso autocritica per queste scelte di gioventù né per quella di avere aderito alla Repubblica di Salò svolgendo per essa funzioni di primo piano e fu colui che firmò l’ordine di fucilazione di tutti i partgiani fatti prigionieri. Come questo possa avvenire a Cosenza, proprio nel momento in cui in Italia ci si accinge a ricordare gli ottant’anni di una delle pagine più tristi della nostra storia, le leggi razziali del 1938, è sintomatico di quella superficialità di cui si parlava prima e dell’assoluta mancanza di senso dell’opportunità, sostituita invece con l’opportunistica volontà di strizzare l’occhio a qualche nostalgico. Tenuto conto che la toponomastica deve riflettere l’identità di una città e indirizzarla positivamente, invitiamo la Giunta ad un supplemento di riflessione su questi temi, anche per evitare di esporre Cosenza a polemiche come quella seguita alla famosa brochure su Himmler».

Renzi in Calabria tra selfie, sostenitori e contestazioni

REGGIO CALABRIA – Con una visita al Parco lineare Sud di Reggio Calabria, si è aperta la seconda settimana di tour del treno del Partito democratico. Matteo Renzi, segretario Dem, è stato in visita al parco, dove sono in corso lavori di riqualificazione, con il sindaco Giuseppe Falcomatà e parlamentari del Pd tra i quali Stefania Covello. Renzi è poi giunto in stazione, da dove il treno è partito per Rosarno. Fuori dalla stazione c’erano ad attenderlo sostenitori, ma anche un gruppetto di contestatori di Fratelli d’Italia e vigili del fuoco precari. Subito dopo l’ex premier si è recato in visita alla Fattoria della Piana, azienda agricola che dà lavoro ad oltre 180 persone, spesso finita nel mirino della ‘ndrangheta. La giornata di Renzi è proseguita a Cirò e Catanzaro. Anche qui non sono mancate le contestazioni. Il secondo e ultimo giorno di visita in Calabria prevede una tappa al Santuario di San Francesco di Paola. 

Pd, la denuncia di Di Natale: «A Tarsia congresso di circolo irregolare»

COSENZA – «Mercoledì 18 ottobre alle ore 16,30, nei locali della federazione provinciale del Partito Democratico, era previsto un incontro tra i candidati alla carica di segretario provinciale Angela Donato e Luigi Guglielmelli, organizzato dai Giovani Democratici della Federazione di Cosenza». Lo si apprende da una nota diffusa dal coordinamento di Aria Nuova, il movimento in seno al Pd guidato dall’ex presidente della Provincia Graziano Di Natale. «Alle ore 18 nemmeno l’ombra del candidato Guglielmelli. Otre alla mancanza di rispetto nei confronti degli intervenuti e della stessa concorrente alla carica di segretario, tanti giovani ragazzi sono andati via e l’incontro è venuto meno. Evidente è stata l’assenza del segretario provinciale dei GD Michele Rizzuti che avrebbe, al contrario, dovuto fare gli onori di casa». Inoltre Aria Nuova denuncia un altro episodio per il quale richiede l’intervento della commissione di garanzia: «A Tarsia il 17 ottobre alle ore 18 si sarebbe dovuto tenere il congresso di circolo . I sostenitori di Aria Nuova e della candidata Angela Donato, hanno atteso fino le ore 19,30 per esercitare il loro voto. Però all’ora indicata non era stato costituito l’ufficio di presidenza per lo svolgimento delle votazioni. Magicamente alle ore 20 i risultati del circolo di Tarsia sono stati comunicati ugualmente alla federazione provinciale: 20 voti a favore di Luigi Guglielmelli e zero per Angela Donato. Un fatto grave, anti democratico, che dovrebbe far vergognare tutti gli iscritti al Partito Democratico. Ecco perché, in tanti, non intendono più fare o rinnovare la tessera».

Di Natale su accordo Oliverio-Guccione: «L’unità del partito è un’altra cosa»

COSENZA – «La politica dell’unità, sbandierata da una parte del Pd cosentino, deve essere conseguenziale». Lo sostiene Graziano Di Natale commentando l’accordo raggiunto tra Oliverio e Guccione per il sostegno alla candidatura di Luigi Guglielmelli per la segreteria provinciale del partito.   «L’unità deve raggiungersi sui presupposti per lo stare insieme, sul confronto e sul metodo per prendere le decisioni. Noi la chiamiamo collegialità. Probabilmente – scrive l’ex presidente della Provincia in una nota – qualcuno ha dimenticato che il Pd, in provincia di Cosenza, sta perdendo terreno a favore di altre forze politiche; probabilmente ci si dimentica che trincerarsi in stanze di partito e non coinvolgere sindaci, assessori, consiglieri comunali, associazioni, movimenti politici e gente comune in generale è sintomo di autoreferenzialità.
I territori non stanno ricevendo l’ascolto che meritano ed esiste un Pd che non si tessera e non si schiera in prima persona per paura di essere divorato da logiche di apparato che distruggerebbero qualsiasi tipo di iniziativa spontanea “non autorizzata”. Non vogliamo stare insieme a tutti i costi – ribadisce Di Natale – La nostra è una riflessione sul metodo che dovrebbe portare all’unità del partito. Non può passare il messaggio di un partito unito perché ci si è messi d’accordo tra capi corrente.
La nostra non è una lotta alla poltrona bensì una discussione che miri a cambiare copione e attori, che dia la possibilità di una ampia partecipazione popolare alle decisioni del partito più importante d’Italia. Non prendiamo decisioni in una stanza ma cerchiamo di dare voce alla gente e di incentivare la partecipazione. Questo è il Pd che vogliamo, questo è il Pd di Matteo Renzi». 

Pd Cosenza: passo indietro di Mazzuca, nuovo spirito collaborativo tra Oliverio e Guccione

COSENZA – Per adesso l’auspicata unità del Pd è limitata alla ricomposizione della frattura tra Oliverio e Guccione. La pace era nell’aria già da tempo e la presenza del consigliere regionale all’incontro organizzato dal governatore per presentare lo studio di fattibilità del nuovo ospedale di Cosenza ne ha fornito la conferma. «Tra me e Oliverio non vi era stato alcun litigio ma solo una differenza di vedute sulla gestione del partito, alla luce anche delle tante sconfitte incassate nelle recenti tornate elettorali» commenta Guccione. A proposito di elezioni, le politiche sono dietro l’angolo e proprio Guccione è il principale indiziato per una candidatura alla Camera nel collegio di Cosenza. «Per adesso svolgo con passione e soddisfazione il mio ruolo a Palazzo Campanella. Non ho altre aspirazioni» replica. Intanto gongola il segretario regionale Ernesto Magorno per il clima di rinnovata collaborazione ripristinato in seno al partito in provincia di Cosenza. Giuseppe Mazzuca ha ritirato la propria candidatura alla segreteria Pd convergendo sulle posizioni di Luigi Guglielmelli. L’uscente ha la vittoria in tasca. La sua antagonista, Angela Donato, espressione di Aria Nuova, sostenuta dalla componente di Graziano Di Natale, non dovrebbe superare, in termini percentuali, la doppia cifra. I vertici democrat si sono ritrovati nella Sala Nova del palazzo della Provincia per un incontro organizzato in concomitanza con il decennale della fondazione del partito. Oltre a Oliverio, Guccione e MAgorno, sono intervenuti il presidente della Provincia Franco Iacucci e le deputate Stefania Covello ed Enza Bruno Bossio

Questione incendi a Mendicino, Bevacqua: «In Calabria c’è un vuoto legislativo»

MENDICINO  (CS) – La scottante questione degli incendi è stata al centro del convegno sulla proposta di legge regionale organizzato dal circolo del PD di Mendicino che si tenuto questo pomeriggio presso il teatro comunale. «Questo convegno- rende noto Vincenzo Spingola del circolo PD di Mendicino- è un’occasione per parlare di incendi, di prevenzione, e soprattutto vuole essere un momento di riflessione affinché non si ripeta più ciò che è avvenuto. Un vero e proprio disastro ambientale ed economico che per molti ha rappresentato un trauma psicologico ed umano. Mendicino è tra i paesi maggiormente colpiti, non si sa se dietro ci sia qualcuno che si diverte a giocare col fuoco, o se dietro ci siano raffinate menti criminali. È doveroso fare chiarezza ed ancor di più è necessario l’inasprimento delle pene per chi si macchia di questo reato». «Mendicino ha subito gravi danni. A farne le spese sono stati molti uliveti» , dichiara Margherita Ricci, segretario del circolo PD di Mendicino. «Questa estate ho assistito a delle vere e prorie scene di guerra urbana. Il mio plauso- dichiara il sindaco Antonio Palermo- va a Domenico Bevacqua per aver proposto una legge sugli incendi boschivi che andrebbe a colmare un vuoto legisltivo di 17 anni». Si dice lieto della tematica scelta il segretario provinciale del PD Luigi Guglielmelli, «ringrazio Domenico Bevacqua che si è messo subito a lavoro avanzando una proposta di legge che presenta delle novità in termini di prevenzione, soccorso e coordinamento. Se viene a mancare la legislazione, non si può fare nulla». Amareggiato il presidente di Legambiente Calabria Franco Falcone che ha incentrato il proprio intervento sulla riforma Madia che ha ripartito le competenze del Corpo forestale dello Stato  che è stato accordato con Carabinieri e Vigili del fuoco facendo venire meno la funzione del Dos che coordinata le operazioni anti-incendio. Emozionato il consigliere provinciale con delega ambientale Francesco Gervasi che, dopo aver ringraziato le associazioni per il soccorso prestato durante gli incendi, marca l’importanza della proposta di legge che fa sì che il problema degli incendi non cada nel dimenticatoio. «Le legge- quadro in materia di incendi boschivi del 2000 va rivisitata soprattutto in merito al campo delle competenze. Nacque per copiare le norme in auge in altri Paesi, dimenticando la nostra conformazione territoriale – dichiara il segretario provinciale generale FNC Giampiero Catalano-. Le regioni non solo devono mettere in campo un personale competente e consapevole, il loro compito è anche sviluppare una politica attiva intervenendo con campagne preventive e di sensibilizzazione e implementando uomini e mezzi».

 

DOMENICO BEVACQUA ILLUSTRA LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE

«Ho voluto essere qui per dimostrare l’esistenza di un corpo dirigenziale che vuol dare delle regole. Da 17 anni- ricorda il presidente della Commissione Ambiente Regione Calabria Domenico Bevacqua- nella nostra Regione c’è un vuoto legislativo; ho depositato una proposta di legge finalizzata ad attuare la legge-quadro in materia di incendi boschivi del 2000. Si tratta di un progetto che dispone l’approvazione del piano A I B, conferisce ranco legislativo alle modalità di approvazione e redazione e stabilisce l’obbligo di redazione, da parte dei Comuni, del catasto di incendi boschivi». Con i dati drammatici sul raddoppio del numero di incendi rispetto allo scorso anno, e sull’ onda dell’entusiasmo per il buon lavoro svolto dal PD, il presidente del consiglio regionale della Calabria Nicola Irto chiude un convegno su una tematica molto sentita da un nutrito pubblico che ha riempito la sala.

Rita Pellicori