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In Calabria nasce la prima pet-therapy

Ad Aiello Calabro, in provincia di Cosenza, nasce una delle prime esperienze, la pet-therapy, con l’intento di curare diverse patologie fisiche e psichiche sulla base interelazionale tra uomo e animale.”Il Comune – afferma il sindaco Franco Iacucci – ha sottoscritto con l’assocuazione “RisPETtiamoci” ed all’Istituto Scoastico Comprensivo, un protocollo d’intesa su questa forma d’intervento terapeutico”.

Alla Città dei Ragazzi Pet Therapy per i diversamente abili

Da quando cinque mesi fa il Comune di Cosenza e in particolare l’Assessore ai giovani e al futuro Davide Bruno ne hanno sposato la mission, dando loro la possibilità di utilizzare lo scrigno rosso della Città dei Ragazzi, gli operatori dell’Associazione “risPETtiamoci” hanno mostrato di credere ancora di più in quello che fanno: occuparsi a tempo pieno di Pet Therapy.
Espressione fino a qualche tempo fa sconosciuta, ma dietro alla quale si cela un fine nobilissimo, quello di migliorare la qualità della vita delle persone diversamente abili, che soffrono o vivono nel disagio psico-fisico, attraverso l’utilizzo terapeutico degli animali d’affezione, in particolare dei cani, tradizionalmente predisposti al contatto con gli altri.
E così Susanna Tosti, Annalisa Gallo e Simona Florio, le tre giovani anime dell’Associazione “risPETtiamoci”, si sono tuffate con particolare entusiasmo nel loro progetto.
L’organico che si occupa di Pet Therapy, oltre alle tre operatrici, è composto anche da uno psichiatra, un nutrizionista, uno psicologo, un educatore motorio, un insegnante di sostegno, alcuni volontari e, ovviamente, i co-terapeuti a quattro zampe, i meticci Sissi, Piero, Waka e Poldo, cani ben addestrati a stabilire con il soggetto diversamente abile un’interazione sia dal punto di vista comunicativo che emozionale. Gli animali utilizzati hanno il compito, importantissimo, di stimolare la curiosità di chi segue la pet therapy riuscendo, a volte, a sbloccare condizioni patologiche cristallizzate nel tempo.
L’Associazione  “risPETtiamoci” si rivolge a tutti, ma ha come punto di riferimento delle attività messe a disposizione un’utenza più “fragile” e “svantaggiata”, proponendosi come risposta, certamente non esaustiva, ma di utilissimo affiancamento, ai bisogni dei familiari.