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Rifiuti, Pedicini: «In Calabria ci sono 21 discariche abusive»

CATANZARO – Dagli ultimi dati ufficiali acquisiti presso la Commissione Ue, aggiornati a dicembre 2017, in Calabria ci sono ancora 21 discariche abusive da bonificare o da chiudere in riferimento alla sentenza C-196/13 sancita dalla Corte di giustizia europea a dicembre 2014.

Per queste discariche, che costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente, l’Italia, la Calabria e di conseguenza i cittadini, stanno pagando vari milioni di euro di multa considerato che vengono conteggiati 200mila euro di sanzioni ogni sei mesi per le discariche non contenenti rifiuti pericolosi e 400mila euro ogni sei mesi per le discariche con rifiuti pericolosi.

Qui di seguito, i comuni, e tra parentesi le località, dove si trovano le 21 discariche abusive calabresi: Acquaro (Carrà); Amantea (Grassullo); Belmonte Calabro (S. Caterina); Belmonte Calabro (Manche); Colosimi (Colle Fratantonio); Longobardi (Tremoli Tosto); Mormanno (Ombrele); Pietrapaola (Camigliano); Sangineto (Timpa di Civita); Tortora (Sicilione); Verbicaro (Acqua dei Bagni); Badolato (S. Marini); Davoli (Vasi); Magisano (Finoieri); Martirano (Ponte del Soldato); Reggio Calabria (Calderiti); Petronà (Pantano Grande); Sellia (Aria); Taverna (Terrazzo); Joppolo (Colantoni); Pizzo (Marinella); Sana (Calogero Papaleo).

«L’emergenza discariche abusive in Calabria continua ad essere preoccupante e inaccettabile – ha commentato l’eurodeputato del M5S, PiernicolaPedicini -. E’ assurdo che a quattro anni dalla sentenza della Corte di giustizia e dopo il continuo pagamento di multe milionarie alla Ue, in Calabria ci siano ancora 21 discariche da regolarizzare. Se siamo a questo punto, non possiamo non denunciare i ritardi e le incapacità nell’affrontare l’emergenza da parte del governo nazionale e della Regione Calabria. Fermo restando – ha aggiunto Pedicini – che a marzo 2017 il governo Gentiloni ha nominato il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà, commissario straordinario per realizzare gli interventi di messa in sicurezza e di messa a norma delle discariche abusive, sono gravi le responsabilità politiche che si sono susseguite nel corso degli anni. In particolare, perché le procedure sanzionatorie della Ue sono più di una e poi perché per decenni il tema discariche abusive e gestione dei rifiuti nelle regioni del Sud e in Calabria è stato ignorato, mal gestito e troppo spesso lasciato nelle mani della malavita e dei faccendieri politici e imprenditoriali che hanno fatto affari e traffici sporchi sulla pelle dei cittadini».

 

 

 

Pedicini (M5S) su emergenza acque reflue, triste primato calabrese

L’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini denuncia le criticità evidenziate dalla Commissione europea riguardo la gestione delle acque reflue urbane. La Commissione ha deferito per la seconda volta l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue per la mancata esecuzione di una sentenza del 2012 in cui le autorità italiane erano state diffidate per non aver provveduto in modo adeguato alla gestione delle acque reflue urbane in 109 città, centri urbani e insediamenti. Ottanta in totale i casi segnalati. In questo quadro allarmante per la salute dei cittadini, le regioni del Sud vedono in testa per il maggior numero di irregolarità rilevate in sede europea la Calabria con 13 casi, la Campania con 7 casi, la Puglia con 3 e l’Abruzzo con un caso.

(immagine di repertorio)

Intervento Commissione Ue per fare chiarezza sulla diga del lago Alaco

VIBO VALENTIA – La diga del lago Alaco in provincia di Vibo Valentia è sotto i riflettori di Bruxelles. La Commissione europea chiederà infatti diga lago alacochiarimenti alle autorità italiane circa lo stato attuale e il rispetto delle direttive Ue riferiti alla qualità dell’acqua dell’invaso calabrese. La notizia è contenuta nella risposta ad una interrogazione presentata a maggio scorso dai portavoce eurodeputati del M5s Piernicola Pedicini e Laura Ferrara. I due esponenti pentastellati avevano chiesto alla Commissione europea di far sapere perché la diga continua ad alimentare i rubinetti di circa 400mila calabresi nonostante nel 2012 sia stato sequestrato dalla Procura di Vibo Valentia e nonostante nel 2013 l’Arpa Calabria abbia rilevato nell’acqua del lago la presenza di sostanze altamente cancerogene.

Nella risposta della Commissione viene anche spiegato che la direttiva Ue sull’acqua potabile, numero 83/Ce del 1998, prescrive il rispetto degli standard qualitativi applicabili all’acqua del rubinetto del consumatore a prescindere dalla sua origine e dopo il trattamento e la distribuzione, mentre la direttiva quadro sulle acque (2000/60/Ce) impone agli Stati membri di assicurare che i corpi idrici utilizzati per l’estrazione di acque destinate al consumo umano siano oggetto di particolare protezione. Inoltre, la direttiva 2013/39/Ue, stabilisce gli standard di qualità ambientale per le acque superficiali interne. Nell’interrogazione i due portavoce pentastellati avevano evidenziato che l’opera fu ultimata nel 2004 e costò 150 miliardi di lire. Venne realizzata su terreni ricchi di ferro e manganese e la Procura predispose nel 2012 il sequestro preventivo degli impianti a causa degli omessi controlli dei serbatoi, delle reti di distribuzione, delle sorgenti e dei pozzi.

Elettrodotto Montalto Uffugo: “gravi danni per la salute”, l’interrogazione di Pedicini e Ferrara

Bruxelles – I portavoce eurodeputati del M5s Piernicola Pedicini e Laura Ferrara hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea, sui danni alla salute pubblica provocati dall’elettrodotto “Laino-Feroleto-Rizziconi” della società Terna, che attraversa un’area densamente popolata delle frazioni Lucchetta e Pianette del comune di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza. Pedicini e Ferrara hanno chiesto alla Commissione di verificare se i limiti di base previsti dalle norme europee e nazionali in tema di esposizione ai campi magnetici generati dall’elettrodotto in questione siano stati rispettati e se prevede di effettuare una valutazione per controllare l’adeguatezza dei livelli di esposizione a cui sono sottoposti i cittadini residenti nelle aree interessate. Inoltre hanno chiesto in  che modo la Commissione Ue intende garantire “un alto livello di protezione della salute umana e dell’ambiente come previsto dall’articolo 191 del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea)”. Nell’interrogazione è stato anche evidenziato che l’elettrodotto “Laino-Feroleto-Rizziconi” ha una tensione di 380 kv e che, nonostante un decreto del Consiglio dei ministri italiano del 2003 fissi in 3μT (unità di misura dell’induzione magnetica) l’obiettivo di qualità del campo magnetico in normali condizioni di esercizio, le misurazioni effettuate dall’Università della Calabria, hanno certificato che la popolazione residente nella tratta tra le frazioni di Pianette e Lucchetta, sarebbe esposta a valori superiori ai 3μT soprattutto nelle sue prossimità. Oltre a ciò, Pedicini e Ferrara hanno sottolineato che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), in base ai risultati di diversi studi epidemiologici, ha classificato i campi magnetici a 50 Hz come possibili agenti coinvolti nello sviluppo di tumori in particolare di leucemia infantile, glioblastomi e tumori dell’apparato digerente a causa di esposizioni a campi magnetici superiori a 0,3-0,4 μT. Considerata tale situazione, i due portavoce del M5s hanno espresso la loro piena solidarietà ai cittadini e alle associazioni dell’area calabrese coinvolti e hanno dichiarato che in attesa della risposta all’interrogazione della Commissione europea seguiranno la vicenda con la massima attenzione.