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Antimafia, i dati del rapporto della Camera di Commercio di Vibo nella relazione di Minniti

VIBO VALENTIA – Il Rapporto MonitorMonitoraggio dell’economia locale per prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata della Camera di Commercio di Vibo Valentia, importante analisi sui fattori di rischio nel tessuto sociale, economico e imprenditoriale della provincia, realizzato in collaborazione con il Centro di ricerca sul crimine transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore attraverso il suo spin-off Crime&tech, è stato utilizzato come base dati informativa dell’importante relazione del Ministro dell’Interno on. Marco Minniti sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel I sem. 2017, presentata nei giorni scorsi al Parlamento.

Le parole del presidente Lico

«Dopo anni di silenzioso lavoro sui temi della legalità e dell’analisi economica la Camera di Commercio di Vibo Valentia – dice il presidente Michele Lico – ottiene un nuovo importante riconoscimento a riprova della rilevanza delle Camere di commercio, ed in particolare di quelle minori, come presidi di legalità e laboratori di innovazione e di sviluppo. E’ doveroso evidenziarlo, alla luce di una riforma del sistema camerale che penalizza gli enti minori e li obbliga ad accorparsi ad altri Enti senza considerare le peculiarità e le specificità delle singole province».

«La Camera di commercio è impegnata da anni sulla tematica della legalità, quale precondizione di sviluppo socioeconomico del territorio – evidenzia il Segretario generale Donatella Romeo – A partire da Insider, divenuto caso di eccellenza a livello internazionale, è stato sviluppato il Rapporto Monitor, oggi utilizzato addirittura nella relazione del Ministro Minniti come base informativa per la sua relazione semestrale sull’attività della DIA».

«Crediamo – prosegue il Presidente Lico – che occorra cambiare visione e avere il coraggio di sperimentare progetti innovativi di dialogo tra le istituzioni per un’azione sinergica sul fronte comune della lotta alla criminalità, in modo che ognuno, per la propria parte di competenza, possa fornire un contributo reale ed efficace».

Pon sicurezza, finanziati 15 progetti

Dei 66 progetti, finanziati con il Pon Sicurezza, 15 riguardano la Calabria fra sistemi di videosorveglianza, due Centri di accoglienza per rifugiati e un Centro di aggregazione giovanile. Nell’ambito del Programma cofinanziato dall’Unione europea, gestito dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza e guidato dall’Autorita’ di Gestione, prefetto Nicola Izzo, sono moltissimi i comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento per l’installazione di telecamere a tutela dei centri storici, delle aree a vocazione commerciale e turistica o a presidio dei principali assi stradali. Delle 62 nuove proposte che verranno realizzate, finanziate con complessivi 16 milioni di euro, 12 riguardano la Calabria per un totale di risorse che supera i 3 milioni di euro; 19 la Sicilia per oltre 5,5 milioni; 13 la Puglia per un ammontare di 3 milioni e mezzo; 18 la Campania con piu’ di 4 milioni di euro. In Calabria, in particolare, sono stati ammessi a finanziamento i progetti presentati dai comuni di Bagnara Calabra, Delianuova, Scilla, Bianco, Cittanova (in provincia di Reggio Calabria); Roggiano Gravina e Spezzano Albanese, Rossano, San Lucido (in provincia di Cosenza), Lamezia Terme (in provincia di Catanzaro); Isola Capo Rizzuto (in provincia di Crotone) e gli stessi comuni capoluogo di Catanzaro e Vibo Valentia. Inoltre, piu’ di 3 milioni sono stati assegnati al progetto ”Vigiles”, che va ad integrare i 4 progetti regionali di videosorveglianza a carattere di sistema gia’ finanziati in precedenza. I restanti progetti ammessi a finanziamento dal Comitato di Valutazione del PON Sicurezza riguardano ancora la Calabria.

Due riguardano la nascita di centri di accoglienza per immigrati extracomunitari rifugiati e richiedenti asilo (Centri Sprar) che verranno realizzati a Rizziconi e Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. Un terzo progetto prevede la realizzazione di un Centro di aggregazione giovanile a Mesoraca (Crotone).

Fonte: Asca