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Mendicino è pronta ad accogliere minori dall’Ucraina. Oggi il sit-in

MENDICINO (CS) – Si stima che saranno circa 5 milioni i profughi ucraini e di questi, secondo le organizzazioni internazionali, il 15% arriveranno in Italia. 

“La comunità mendicinese che in questi anni ha aperto tante volte le braccia a ragazzi e a famiglie provenienti dagli scenari di guerra in Africa o in Asia, accogliendoli nei centri d’accoglienza attivi sul nostro territorio e integrandoli nella nostra Città, sarà anche stavolta in prima linea. 

Offriamo, dunque, come in queste ore stanno facendo enti o associazioni, in primis l’Istituto degli Innocenti di Firenze, la nostra disponibilità al Governo, specie per accogliere a Mendicino i minori orfani ucraini a cui la guerra ha tolto l’amore dei propri genitori e per i quali è in corso l’attivazione di corridoi umanitari.

Mendicino c’è e ancora una volta, se ci sarà chiesto, faremo la nostra parte”. Lo scrive in una nota il sindaco di Mendicino Antonio Palermo che annuncia un sit in domani in piazza. 

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Sit In domani

“Scendiamo in Piazza anche nella nostra Città per dire NO alla Guerra in Ucraina 🇺🇦

Questa sera alle ore 18 ritroviamoci come comunità tutti insieme in Piazza Municipio, insieme ai nostri concittadini ucraini, per un Sit-In per affermare con la nostra presenza la Pace nel mondo.

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La Torre dell’Orologio illuminata dei colori nazionali dell’Ucraina 🇺🇦

Uno dei luoghi simbolo della nostra Città si tinge di giallo e di blu in segno di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, sotto assedio a seguito dell’invasione russa.

Esprimiamo ancora una volta ferma condanna per i gravi fatti che da giorni stanno interessando l’est Europa e ci uniamo alla comunità internazionale per chiedere alla Russia di fermare la violenza e riaprire un vero negoziato di pace”.

La Calabria per la Siria, manifestazione a Cosenza

calabria-per-la-siria_locandinaCOSENZA – Erano studenti e docenti, commercianti e impiegati, ricercatori e medici, bambini e casalinghe. Dal 15 marzo 2011 sono diventati profughi in fuga. Dalla Siria. Per loro, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle loro sofferenze, il gruppo di volontari #CALABRIAxIDOMENI ha organizzato una manifestazione a Piazza Loreto (ore 17.00).

L’intento è stato radunare quanta più gente possibile per chiedere «di non restare indifferenti di fronte a quanto sta accadendo sotto i nostri occhi», ci spiega Nicola Regina insieme a Josephine Cacciaguerra e Ciro Palomba, esponenti di CALABRIAxIDOMENI. Per questo, oltre a condividere riflessioni e a scrivere ‘saveSiria’ con le candele, in piazza si fa un flashmob e si esibisce un gruppo musicale.

Il gruppo ‘CALABRIAxIDOMENI’, nell’aprile di quest’anno, ha portato beni di prima necessità nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, dove i profughi erano bloccati. L’iniziativa è partita da Morano Calabro, ma a mano a mano ha coinvolto tutta la Calabria. Dopo lo sgombero del campo, le morano-calabro-per-la-pace-siriamissioni di CALABRIAxIDOMENI in Grecia sono continuate. Inoltre, la Vigilia di Natale, a Morano Calabro è stato acceso l’Albero della Pace «chiedendo con forza la fine del genocidio in Siria».

«È stato un anno drammatico per quanto sta succedendo in Sira – raccontano i promotori dell’iniziativa di oggi – organizziamo questa manifestazione subito dopo essere tornati dall’ennesima missione per supportare i profughi in Grecia e con la speranza che il nuovo anno ponga fine a questo genocidio, cerchiamo di sensibilizzare la gente tramite, appunto, questa manifestazione».

Hanno aderito all’iniziativa: Aula P2 Unical, Maialmondo Castrovillari, Marinella Bruno Onlus, Azione Cattolica Morano Calabro, Gruppo Autonomo Unical, Cgil Cosenza, Vivalavida Mormanno, Otra Vez, Ultrà Cosenza, Meet Project Catanzaro.

 

Rita Paonessa

Vibo Valentia, giunta nel porto la nave Aquarius con a bordo 725 profughi

1456125143-immigratiVIBO VALENTIA – È giunta nel porto di Vibo Valentia, con a bordo 725 profughi, la Aquarius, nave di Sos Mediterranee che opera in partenariato con Medici senza frontiere. I migranti sono stati tratti in salvo lunedì scorso mentre si trovavano al largo della Libia, a Nord Ovest di Tripoli. Si tratta di 529 uomini, 191 donne e 198 minorenni, 178 dei quali non accompagnati. Tra loro vi sono 9 bambini sotto i 5 anni. Le operazioni di screening sanitario e di sicurezza, visto il numero di persone, proseguiranno nel corso della giornata.

Cosa significa Essere profughi oggi

migrantiCOSENZA – C’è chi subisce l’attualità e accetta passivamente tutto quello sente intorno e chi invece prova a fare un passo in più, sforzandosi di capirne meglio meccanismi e retroscena.

E proprio dal desiderio di alcune persone e di alcune organizzazioni del territorio (Coordinamento Libera Cosenza, Otra Vez Bio Eco Equosolidale, Gruppo Emergency Cosenza, le cooperative sociali Dignità Del Lavoro e R-Accogliere) di fare maggiore chiarezza su un argomento così complesso, ma quanto mai appunto attuale, come quello dei migranti e dei profughi, che nella bottega del commercio equo di via Mari si è tenuto ieri un incontro dal titolo “Essere profughi oggi”. Ad aiutare a trovare alcune risposte Donatella Loprieno, docente di Diritto dei migranti, presso il Dipartimento di Scienze politiche e Sociali dell’Unical.

L’immagine del piccolo Aylan ha toccato il cuore di tutti, scatenando reazioni differenti e anche qualche strascico di polemica. Ma Aylan non è il primo e non è l’unico che ha perso la vita in modo così tragico. Aylan ha scosso le coscienze, in qualche modo ha aperto gli occhi su una vicenda, quella della Siria, che non è poi così lontana come si possa credere. Ha mobilitato cittadini e istituzioni, smuovendo persino i più alti vertici politici degli stati europei.

Ma Aylan non è il primo: è diventato l’emblema di un popolo in fuga; è diventato l’emblema di tutti coloro che fuggono.

Partendo da qui emerge allora prepotente l’esigenza di capire, di sapere, di conoscere. Perché i migranti non sono tutti uguali, nonostante i tentativi di facile generalizzazione; non hanno la stessa storia, le stesse esperienze, la stessa identità. E non si riduce solo ad una questione di linguaggio, all’utilizzo di termini politically correct: le parole custodiscono significati precisi. Un glossario consapevole che apre naturalmente la strada ad nuovo modo di intendere l’accoglienza, ad un approccio basato sulla reciprocità e il senso di responsabilità verso l’altro.

L’incontro ha sollevato numerosi spunti di riflessione e di interesse, dipanandosi tra i dettami delle convenzioni internazionali, le altalenanti scelte politiche dell’Europa e degli stati membri, le specifiche esigenze degli operatori di frontiera, le legittime richieste dei viaggiatori, l’inadeguatezza culturale delle nostre comunità, guidate troppo spesso dalla paura del diverso.

Un dibattito che non si ferma solo alle parole. L’appuntamento infatti è per venerdì 11 settembre, in piazza 11 settembre, al sit-in delle donne e degli uomini scalzi, un presidio di solidarietà con i migranti che partendo dal Lido di Venezia attraverserà idealmente tutta l’Italia.

Mariacristiana Guglielmelli