Archivi tag: “Quasi quasi m’ammazzo”

Riprendono gli appuntamenti di Diteca Centro, domenica a Cirò Marina in scena “Quasi quasi m’ammazzo”

CIRÒ MARINA (KR) – Dopo la pausa pasquale, riprendono gli appuntamenti di Diteca Centro, Distribuzione Teatro Centro Calabria con lo spettacolo “Quasi quasi m’ammazzo” della compagnia InMediArt di scena al Teatro Alikia di Cirò Marina domenica 8 aprile alle 18,30, con un cast eccezionale, fiore della pratica teatrale calabrese: Alessandra Chiarello, Paolo Mauro, Ciccio Aiello, Stefania De Cola. Così sfumati per caratteristiche e così piacevolmente assimilati, in una storia raccontata con leggerezza come parola d’ordine. Perché il sentirsi leggeri confonde il paradosso di avere coscienza sul presente e lascia immaginare un futuro possibile. Leggerezza perché il pubblico possa saziarsi e non irretirsi, perché le scene risultino proiezione per cui sghignazzare di gusto.

Quattro attori, triangolazioni e geometrie dettate dalla parola, materiale creativo singolare per rendere l’atto da verbale a carnale, materico. Il teatro di Calabria frutto d’esperienza, sapienza e globalità. Che guarda altrove osservandosi. Che respira oltre confini. Colpi di scena e soluzioni goliardiche assicureranno soddisfazioni.
Diteca Centro, è un progetto della Associazione Porta Cenere, co-finanziato dalla Regione Calabria, e prevede la distribuzione di 42 spettacoli in 16 location teatrali delle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone.

Mendicino, brillante e grottesca “Quasi quasi m’ammazzo”

MENDICINO (CS) – Se l’ultima cena non fosse l’ultima? Se a mancare fosse il coraggio di vivere, di guardarsi e vedersi in modo sincero, di affrontare i propri demoni, quale soluzione adottereste? Scritta da Giuseppe Vincenzi, ieri sera è andata in scena la commedia “Quasi quasi m’ammazzo”, il primo dei quattro spettacoli portati in scena dal circuito Diteca nord che ha aperto la seconda stagione del teatro comunale di Mendicino. Quattro anime dilaniate da una realtà che ci allontana e ci ingabbia in stereotipi, quattro vite allo sbaraglio si incontrano, e la miscela è assolutamente esplosiva. Paolo, informatore scientifico, tutto teoremi e perbenismo; Marco, imprenditore sfinito dai debiti che barcolla ebbro di disperazione; Alessandra, l’attrice che si atteggia a prima donna e non ricorda più come si mangia; Stefania, la stakanovista incapace di avere rapporti umani, si incontrano nel triste ristorante di una grande città. Il ritratto dei luoghi comuni e delle apparenze, la messinscena di un universo borghese coi suoi vizi e le sue virtù. L’improvvisata, il colpo di testa, qualcosa che porta a morte certa innesca il gioco della verità in cui ci si mette a nudo snocciolando pensieri autentici. Quelli che dovrebbero essere gli ultimi 15 minuti di vita si giocano tra brindisi, balli, illusioni e crudeltà. In attesa della morte il tempo si scandisce camminando e dondolando, tra successo e follia. La satira e il grottesco danno pepe alla surreale ultima cena di Marco che ha già pianificato tutto. La comicità delicata mette in luce un’umanità individualista e frammentata in cui non c’è spazio per l’ascolto e il confronto. Attori brillanti hanno fornito quattro diverse prospettive di vita. La parola si fa carne e infonde leggerezza affinché il pubblico possa ridere di gusto. Quello che sembrava il luogo del non incontro paradossalmente è stato il luogo più vero per mettersi a nudo e scoprire che ricominciare è sempre possibile.

Rita Pellicori

Il circuito DITECA approda a Mendicino con “Quasi quasi m’ammazzo”

MENDICINO  (CS) – Nel mese di ottobre il Circuito DITECA ha in programma, dopo gli spettacoli effettuati nei mesi di agosto e settembre, altri spettacoli in quattro teatri della provincia di Cosenza: Mendicino, Rovito, Morano e Mormanno.

Il primo spettacolo di ottobre è “Quasi quasi m’ammazzo della Compagnia Inmediart e sarà presente il 14, alle ore 21, al Teatro Comunale di Mendicino.

Se la soluzione ad una vita d’insoddisfazioni soggiogata dalla forca della miseria fosse davvero di farla finita? No, niente di tragico, né di allarmistico. Il piangersi addosso, tipicamente meridionale, non risolve né aiuta a cambiare strada. Piuttosto girarla in…commedia, e riderci su guardandosi sul palcoscenico.
Un gioco teatrale brillante la commedia “Quasi quasi m’ammazzo” scritta da Giuseppe Vincenzi, scrittore e musicista, cosentino emigrato a Parigi, a gettare l’occhio (e la penna) sulla sua terra con la lucidità dell’osservarla da lontano. Un fotografare, intriso di atmosfere nostalgiche, delineato da contorni netti e piumati, deliberatamente farseschi. La riflessione globalizzata su attitudini assunte a normalità quando ci si trova imbrigliati dentro: l’attenzione esagerata alla reputazione, il comportarsi per stereotipi riconosciuti a norma, l’apparenza potente quanto la realtà a certe latitudini. E il discreto e allo stesso modo grottesco universo borghese, tinteggiato nella quotidianità che adombra, per decoro, cadute e basse virtù.
Un cast eccezionale, fiore della pratica teatrale Calabrese: Alessandra Chiarello, Paolo Mauro, Ciccio Aiello, Stefania De Cola. Così sfumati per caratteristiche e così piacevolmente assimilati. Miscela esplosiva.
Le parole dei protagonisti sulla pièce: “Il testo, pur non rinunciando a un’osservazione critica della nostra quotidianità borghese, vuole riappropriarsi dei toni di una comicità delicata, raccontando una storia che ha il principale e dichiarato scopo di intrattenere il pubblico: questa volta non sarà la comicità ad alleggerire i contenuti di critica sociale, ma al contrario, la satira sarà il condimento di un racconto leggero. ‘Quasi quasi m’ammazzo’ è il racconto divertente e surreale dell’ultima cena di un uomo, in un triste e isolato ristorante di una grande città dove non ci sono camerieri…Marco, il protagonista, è un piccolo imprenditore ormai sfinito dai debiti, decide di ritirare tutti i soldi che ha in banca, dando fondo ad ogni sua risorsa, e di lasciarli alla moglie per saldare tutti i debiti, dopodiché, secondo la logica dei tempi moderni, dovrebbe farla finita. Decide di riflettere sul da farsi: ‘Intanto mangio, e poi quasi quasi m’ammazzo’”
Intuibili tracce che mettono radici in cifre da teatro dell’assurdo e della più autentica satira di stampo conviviale, occhieggiando a quel modo di rappresentarsi sociale che da Petronio a Fellini identifica strati e substrati sociali amplificati dalla mimesi e dall’edulcorato comico. Di sottofondo le solitudini d’un umanità liquida, tanto più attenta a mettersi in rete e avvicinarsi quanto più individualista e frammentata, dispersa in automatismi informatici.
Leggerezza parola d’ordine. Perché il sentirsi leggeri confonde il paradosso di avere coscienza sul presente e lascia immaginare un futuro possibile. Leggerezza perché il pubblico possa saziarsi e non irretirsi, perché le scene risultino proiezione per cui sghignazzare di gusto.
Quattro attori, triangolazioni e geometrie dettate dalla parola, materiale creativo singolare per rendere l’atto da verbale a carnale, materico.
Il teatro di Calabria frutto d’esperienza, sapienza e globalità. Che guarda altrove osservandosi. Che respira oltre confini.
Colpi di scena e soluzioni goliardiche assicureranno soddisfazioni.