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Referendum trivelle, R.A.S.P.A. e la politica regionale del disimpegno

Lo scorso 4 febbraio R.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l’Autotutela − e altri movimenti impegnati per la tutela ambientale e politica del territorio (riuniti ora nel Comitato Regionale Calabrese “Vota sì per fermare le trivelle”) avevano espresso la preoccupazione che la Regione Calabria si stesse disimpegnando dal referendum di cui i suoi massimi organi amministrativi si erano fatti latori. “I segnali, già allora, erano allarmanti – si leggenel comunicato stampa diffuso questa mattina – e non riteniamo utile ritornarci. Si rammenti soltanto che, all’inizio del 2016, delle 10 regioni pro referendum, 6 (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria, Sardegna) accolsero l’iniziativa No Triv di sollevare conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale contro il Parlamento per invasione della sfera di competenza delle Regioni. La Calabria non era tra le regioni che ribadirono formalmente la loro adesione al referendum. Non adottare nessuna misura era forse un modo per tirarsi fuori dalla contesa? Ci si chiedeva, insomma, se la Calabria volesse supportare il referendum oppure no. Abbiamo avuto la risposta.”

Secondo R.A.S.P.A., quindi, la Regione Calabria avrebbe abbandonato la campagna referendaria prima ancora che iniziasse.

“La questione referendaria, pur concentrandosi intorno a un importante problema di ordine tecnico e amministrativo, ne ha presto superato i confini, rendendo esplicite le sue marcatissime sfumature etiche e, quindi, politiche. R.A.S.P.A. non ha mai voluto un governo regionale inteso come qualcosa di trascendente alle persone e alla vita quotidiana del popolo e, pur cercando sempre la strada del dialogo, ha preso le distanze da una politica condotta in questo modo. La Regione Calabria, invece, al pari dei dittatoriali organi governativi centrali, si è dimostrata sempre unitaria, centralizzata e lontana. Soprattutto lontana. Non abbiamo contezza di una sola azione intrapresa dal presidente Oliverio per favorire l’adesione al referendum! Qual è la posizione sul referendum del suo assessore alle politiche ambientali? E qual è la politica ambientale della Regione Calabria in relazione ai tanti nodi problematici che presenta? Cosa ha fatto la Regione che aveva caldeggiato il ricorso al referendum sulle trivelle per portare il popolo alle urne? Non ha impegnato neanche un euro per la campagna referendaria! Ha fatto almeno una colletta?A ulteriore conferma della politica del disimpegno perseguita dai massimi organi regionali si registra l’assenza dell’assessore alle politiche ambientali dagli incontri tenutisi il 10 aprile a Trebisacce e Roseto Capo Spulico, all’interno dei quali era atteso un suo intervento.”

“R.A.S.P.A. – conclude la nota – dopo aver chiesto che il governo regionale ponesse fine a questo stato d’eccezione permanente apparecchiato per la Calabria, chiede un impegno effettivo in cui lo stato e l’individuo, che dovrebbe essere il luogo di tutti i rapporti, coincidano! Da troppo tempo non è più così e noi siamo davvero stanchi.”

R.A.S.P.A., indetto incontro per discutere sul destino della Ferrovia Jonica

TREBISACCE (CS) – Sabato 27 febbraio alle ore 17:30, presso la sala consiliare del comune di Trebisacce, si terrà un incontro denominato Ferrovia Jonica Bene Comune per discutere dei diversi aspetti della prospettiva cui è destinata la ferrovia jonica. L’evento sarà moderato da R.A.S.P.A. e sono invitati a partecipare tutti i cittadini e gli amministratori interessati.

L’importante dorsale ferroviaria jonica, completata sin dal 1875, dovrebbe consentire di collegare Reggio Calabria con Taranto e, attraverso un sistema più capillare di allacciamenti, lo Jonio con il Tirreno e, quindi, questa fetta di Calabria con Napoli e Roma. La ferrovia jonica e la sua gemella tirrenica, nonostante la loro indiscutibile importanza, hanno vissuto per decenni in uno stato di semi-abbandono. Soltanto nel Secondo dopo Guerra, si è prediletto l’ammodernamento della tratta tirrenica, relegando lo Jonio e la sua ferrovia in uno stato di complementarità (per non dire di sfacelo) che nessuno poteva prevedere.

In quanto linea complementare, dunque, si riduce il numero dei convogli, si chiudono le stazioni, si svendono i binari ai privati, eventi che R.A.S.P.A. ha denunciato in più occasioni e che prevede l’estensione a tutto il Meridione di una condizione “a scartamento ridotto”.

Interverranno Domenico Gattuso, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e Roberto Dammicco, ingegnere ferroviario responsabile della rotabilità e del patrimonio non strumentale, chiamati da R.A.S.P.A. a chiarire il modo in cui la ferrovia jonica potrà essere adeguata agli standard europei. Sarà l’occasione giusta per discutere insieme il documento programmatico, proposto dai relatori e già firmato da molti sindaci di comuni calabresi, tra i quali quelli di Plataci e di Trebisacce.