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Lamezia Terme, sgominate due bande di rapinatori

LAMEZIA TERME (CZ) -Una imponente operazione dei carabinieri sta portando dalle prime ore di oggi all’arresto di soggetti coinvolti in una serie di furti e rapine compiuti tra la Calabria e la Sicilia. L’operazione riguarda le città di Lamezia Terme, Cosenza, Corigliano – Rossano, Seminara, Catania e Venezia.

I carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, stanno dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di 11 indagati, di cui 4 italiani e 7 rumeni, appartenenti a due distinti gruppi criminali, ritenuti responsabili di furti e rapine perpetrati in danno di uffici postali ed esercizi commerciali del lametino.

Le indagini, iniziate nell’aprile 2018, hanno permesso di documentare l’esistenza di un primo sodalizio criminale, costituito dai 4 soggetti italiani ed operante su varie località della Sicilia e della Calabria, specializzato nella commissione di rapine ai danni di uffici postali.

Parallelamente è stata documentata l’esistenza di un secondo sodalizio criminale, costituito dai 7 soggetti rumeni, operante su varie località della Calabria e dedito alla commissione di rapine e furti con il metodo della c.d. “spaccata” in danno di aziende ed esercizi commerciali.

Alle 10.30 di oggi è in programma una conferenza stampa per spiegare i dettagli dell’operazione.

Sgominata banda di rapinatori, nove arresti

GIOIA TAURO (RC) – I carabinieri di Gioia Tauro, nell’ ambito dell’operazione ” Green gold”, ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei componenti di una banda di rapinatori. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle rapine a mano armata, furto, ricettazione e altri delitti in materia di armi e droga. Le rapine sono state commesse nel corso dell’ultimo anno a Taurianova e nelle cittadine limitrofe ai danni di diversi negozi. Complessivamente alla banda vengono attribuite otto rapine. Cinque dei colpi messi a segno hanno riguardato gioiellerie, mentre gli altri tre sono stati commessi in altri tipi di negozi. Gli indagati, secondo quanto si é appreso, non avrebbero legami con le pur numerose cosche di ‘ndrangheta della Piana.

 

Arrestati i rapinatori della gioielleria “Stroili Oro” di Cosenza

COSENZA – I carabinieri di Cosenza hanno tratto in arresto i due malviventi che nella mattinata di oggi hanno, con un grosso coltello da cucina, rapinato la gioielleria “Stroili Oro” sull’isola pedonale di Corso Mazzini a Cosenza. Si tratta di Vincenzo Senibaldo De Grandis, 29 anni, con precedenti per rapina, e del fratello Francesco, 25 anni, entrambi di Castrolibero. All’identificazione si è arrivati dopo la visione dei filmati delle telecamere con un identikit che è stato subito diffuso. I due che sono stati rintracciati all’ora di pranzo in via Popilia da una gazzella dell’Arma che li ha fermati dopo un breve inseguimento. Determinante la ferita sulla mano di uno dei rapinatori che ha consentito di chiudere il cerchio. Parte della refurtiva è stata recuperata poco distante dalla gioielleria ancora macchiata di sangue della mano ferita del rapinatore. I due sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della Compagnia di Cosenza in attesa della convalida del fermo che avverrà nei prossimi giorni.

I presunti rapinatori di Zumpano forse preparavano un altro colpo in Calabria (AUDIO)

COSENZA – Stavano preparando un altro colpo, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine prima di poter agire. Si tratta di Antonio Fortunato e Massimo Niro, entrambi residenti in Lombardia ed arrestati per aver rapinato lo scorso 14 dicembre il Brico Center dell’area commerciale di Zumpano.
Antonio Fortunato è stato fermato sabato sera dai carabinieri della Compagnia di Girifalco a bordo di un’auto che aveva rubato poco prima a Maida. Sul veicolo, rintracciato grazie al Gps e sul quale viaggiava un’altra persona, Domenico Iommello, residente in provincia di Milano, i militari dell’arma avevano rinvenuto due kalashnikov con i numeri di matricola cancellati ed una sessantina di cartucce. In una casa che i due avevano preso in affitto a Lamezia Terme i militari hanno trovato successivamente una pistola calibro 9, anche questa con la matricola cancellata. Le indagini sono poi proseguite ed hanno consentito di mettere in collegamento questo episodio con la rapina consumata a Cosenza. Nessuna traccia però del bottino, oltre centomila euro in contanti, anche se sono in corso gli accertamenti della magistratura. Con ogni probabilità i due arrestati fanno parte di una più articolata organizzazione dedita alle rapine. Antonio Fortunato e Massimo Niro hanno precedenti specifici per colpi consumati in diverse località italiane. Di seguito l’intervista al dirigente della squadra mobile di Cosenza Giuseppe Zanfini.

Alla conferenza stampa organizzata presso la Questura di Cosenza era presente anche il procuratore aggiunto di Cosenza. “Il risultato, ottenuto in così poco tempo – ha detto – è significativo anche perché le rapine rappresentano in questo territorio un aspetto importante. I responsabili sono milanesi, quindi riteniamo che si tratti di una batteria di professionisti. Erano organizzati e preparati – ha aggiunto la Manzini – E’ stato fondamentale il lavoro svolto dalla squadra mobile. Uno dei due rapinatori era stato già fermato in provincia di Catanzaro, a Girifalco, e trovato con tante armi tra cui kalashnikov”. Infatti, gli agenti della Mobile hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare a Fortunato nel carcere di Catanzaro, mentre Niro è stato raggiunto nella sua abitazione a Cologno Monzese. Le immagini adeso non si fermano. E’ caccia aperta ai presunti basisti dell’organizzazione.

Nove ordinanze di custodia cautelare contro rapinatori

REGGIO CALABRIA – Sono state eseguite nove ordinanze di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari contro i componenti di una banda di rapinatori da parte degli agenti della polizia di Stato. I rapinatori avevano da tempo preso di mira conducenti di Tir, farmacie, uffici postali, distributori di carburante e cacciatori. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi e condotte dal Commissariato di Gioia Tauro e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria.