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Rimborsopoli, chiesto rinvio a giudizio per 26 persone

REGGIO CALABRIA – La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per 26 persone coinvolte nell’inchiesta cosiddetta “Rimborsopoli” sui presunti illeciti nella gestione dei rimborsi ai gruppi consiliari del Consiglio regionale della Calabria. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo ci sono quattro ex consiglieri regionali che nel frattempo sono stati eletti in Parlamento. Si tratta dei deputati Bruno Censore, Demetrio Battaglia e Ferdinando Aiello e del senatore Giovanni Bilardi. L’inchiesta riguarda consiglieri regionali in carica ed ex consiglieri. Richiesta di rinvio a giudizio anche per l’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e per l’ex presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, inoltre, tra gli altri, i consiglieri regionali in carica Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, l’ex segretario questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera e gli ex consiglieri Pasquale Tripodi, Alfonso Dattolo, Alfonsino Grillo, Giuseppe Bova, Nicola Adamo, Emilio De Masi, Domenico Talarico, Sandro Principe, Pietro Amato, Mario Franchino, Mario Maiolo e Francesco Sulla. Le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato le somme destinate ai gruppi consiliari regionali per farsi rimborsare spese che non avevano nulla a che vedere col loro ruolo istituzionale come viaggi, gioielli, cene, telefoni cellulari, tablet ed altre spese di carattere privato.

Rimborsopoli, annullato il divieto di dimora per l’ex assessore Alfonso Dattolo

Alfonso Dattolo
Alfonso Dattolo

CATANZARO – Accogliendo l’istanza degli avvocati Giuseppe Pitaro e Vincenzo Ioppoli, il gip del tribunale di Reggio, Olga Tarzia, ha disposto la revoca della misura cautelare del divieto di dimora in Calabria nei confronti dell’ex assessore regionale Alfonso Dattolo che dallo scorso mese di giugno era stato costretto a lasciare la regione nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli.

I suoi difensori esprimono “viva soddisfazione per il provvedimento odierno che finalmente restituisce la piena libertà di movimento e la giusta dignità di cittadino all’ex assessore regionale che così potrà difendersi da uomo libero nel procedimento “Rimborsopoli” di cui ancora si è in attesa dell’avviso di chiusura di indagini”.

Nicola Adamo può tornare in Calabria

nicola AdamoCOSENZA – La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza cautelare che imponeva a Nicola Adamo il divieto di dimora in Calabria nell’ambito dell’indagine ‘Rimborsopoli’, relativa ai fondi percepiti dai consiglieri regionali. «La Suprema Corte, accogliendo pienamente il nostro ricorso, ha restituito ad Adamo il pieno diritto di far rientro in Calabria da libero cittadino. Siamo altresì convinti che il processo fugherà ogni dubbio sulla correttezza dell’operato istituzionale del nostro assistito» hanno commentato gli avvocati Fabio Viglione ed Ugo Celestino che assistono l’ex assessore e consigliere regionale. Da segnalare la dichiarazione al riguardo di Pietro Mancini, figlio dell’indimenticato leader socialista Giacomo: «Esprimo, anche a nome della Fondazione Giacomo Mancini, il vivo compiacimento per il provvedimento della Corte di Cassazione, che ha annullato, senza rinvio al giudice di merito, il divieto di dimora, a Cosenza, nei confronti dell’onorevole Nicola Adamo. Un verdetto così chiaro e netto – aggiunge – pone interrogativi sui rapporti tra potere giudiziario e attività politica e sul loro necessario equilibrio, sui quali anche la Pietro ManciniFondazione promuoverà una discussione, che speriamo possa essere ampia e, soprattutto, utile. Per la giustizia, per la politica, per i cittadini della nostra Regione. Intanto, mi aggiungo ai tanti amici e sostenitori dell’onorevole Adamo, augurandogli un buon rientro, nella nostra città e nella sua famiglia, insieme a un caloroso in bocca al lupo per il suo impegno politico».

Rimborsopoli, tornano in libertà Fedele e De Gaetano. Annullata l’ordinanza di arresto per Bilardi

Corte di cassazioneROMA La Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria nei confronti degli ex consiglieri regionali Luigi Fedele, Antonino De Gaetano e Giovanni Bilardi, oggi senatore, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti nei rimborsi delle spese dei gruppi consiliari della Regione Calabria. Fedele e De Gaetano si trovavano agli arresti domiciliari con l’accusa di essersi appropriati di somme in quota ai rispettivi gruppi consiliari dell’epoca, il Popolo della libertà e Rifondazione comunista. L’annullamento è stato deciso in accoglimento di un’istanza presentata dai difensori degli indagati. Fedele e De Gaetano, in base alla decisione della Suprema corte, hanno riacquistato la libertà. Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci ed il pm Matteo Centini, titolari dell’inchiesta “Rimborsopoli”, avevano chiesto al gip il giudizio immediato nei confronti di Fedele e De Gaetano. A seguito dell’inchiesta in cui era stato coinvolto, Antonino De Gaetano si era dimesso dalla carica di assessore regionale ai Lavori pubblici. 

Subito dopo aver appreso della sentenza della Cassazione, l’ex presidente del Senato Renato Schifani, attuale presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, ha espresso la propria soddisfazione: “La decisione della Corte di Cassazione di annullare la richiesta di custodia cautelare nei confronti del senatore Bilardi è una bella notizia che, oltre a rendergli giustizia, dovrebbe far riflettere quei tanti che avrebbero voluto votare rapidamente per l’arresto. Prima quindi della stessa pronuncia della Cassazione. Se allora fosse passata questa tesi – aggiunge Schifani – ed addirittura il Senato avesse votato per l’arresto, adesso ci troveremmo dinanzi non solo ad un caso di coscienza ma anche ad una limitazione di quelli che sono i diritti che vanno riconosciuti a chi è sottoposto ad indagini, tra cui quello della presunzione di non colpevolezza. Fortunatamente allora prevalse il buonsenso”.

Sullo stesso argomento interviene anche il senatore dello stesso partito Antonio Gentile. “Siamo commossi – afferma – perché abbiamo sempre creduto nella giustizia e che non vi fossero le ragioni per l’arresto del collega Bilardi, il quale ha sofferto in silenzio per sei mesi autosospendendosi da vice coordinatore regionale vicario, carica che da oggi tornerà ad esercitare pienamente. Ncd non ha mai polemizzato con la giustizia, mantenendo inalterata la fiducia nei suoi confronti. Bilardi ha dato dimostrazione di essere un galantuomo e uscirà da questa vicenda ancora più pulito”.

Guccione:”Porterò a termine il mio mandato”

Screenshot_2015-07-11-16-37-04-1Dopo giorni di silenzio seguiti all’annuncio dell’azzeramento della giunta regionale da parte del presidente Mario Oliverio, Carlo Guccione, ex assessore al Lavoro della Calabria, ha convocato oggi i giornalisti per fare il punto sulla situazione che si è venuta a determinare dopo l’inchiesta sui rimborsi dei gruppi consiliari regionali.

Alla conferenza stampa moltissimi sindaci e amministratori locali, anche delle altre province, centinaia di persone comuni, di amici e sostenitori, verso la fine si è fatto vedere anche il rettore dell’Università della Calabria.

“Stimo Oliverio – ha detto Guccione –, comprendo anche un certo imbarazzo nei miei confronti, ma non posso giustificarlo né il metodo né lo stile con il quale ha gestito questa fase. Fino ad oggi nessuno mi ha chiamato per chiedermi le dimissioni o per avviare una discussione sul da farsi, l’ultima volta che ho sentito Oliverio risale al 29 giugno e, da allora, ne lui ne il segretario regionale del mio partito hanno inteso contattarmi. Si pensi che, i nominativi del nuovo esecutivo, li ho appresi dai blog di informazione”.Screenshot_2015-07-11-16-35-34-1

“Nel merito dell’inchiesta Rimborsopoli – ha proseguito Guccione – il mio coinvolgimento è assolutamente marginale, come scrive peraltro il giudice nell’ordinanza. Non ho mai utilizzato risorse pubbliche per attività diverse da quelle istituzionali e previste dalla legge. Sono certo di potere chiarire, nelle sedi opportune, le contestazioni che mi vengono addebitate punto per punto: sono tutte spese certificate dal commercialista cui il gruppo consiliare del Pd si era rivolto per gestire questi fondi e sono tutte conferenti alla mia attività istituzionale.

Ciò detto, rilevo che il modo con cui è stata gestita questa vicenda può creare un precedente critico poiché legittima l’idea che basta un avviso di garanzia per estromettere dalle istituzioni chi si era guadagnato il posto a suon di preferenze e di consenso popolare”.

Chiarita la sua posizione personale, Guccione ha spiegato poi “che non si può usare Rimborsopoli come scusa per mascherare gli errori politici di questi mesi, innanzitutto quello di non essersi battuti per far uscire la Calabria dal commissariamento della sanità e di non essere riusciti a mantenere la barra dritta sul progetto di sviluppo e di rilancio economico della Calabria che ruotava intorno al potenziamento del porto di Gioia Tauro e che oggi, con l’imposizione romana di un nuovo presidente dell’Autorità portuale e il tentativo di accorparlo al porto di Messina, rischia di uscire fortemente ridimensionato e indebolito”.

In conclusione, Guccione rivendica il lavoro svolto nei cinque mesi da assessore al Lavoro, “con l’azzeramento e la rotazione di tutti i dirigenti afferenti al mio dipartimento e una forte accelerazione sul fronte delle politiche per l’occupazione e per il sociale. Sono consapevole di avere lavorato bene e non ho nessun rimpianto, continuerò a svolgere il mio compito da consigliere regionale senza cedimenti e senza tradire il mandato elettorale ma mantenendo fede al rapporto con i territori e al progetto di cambiamento che va portato a compimento nell’interesse esclusivo di questa regione e dei cittadini”.

Callipo: “Tardi per richiedere una nuova squadra di governo, Magorno non è credibile”.

Risponde così Gianluca Callipo al Segretario Regionale del Pd, espressosi sulle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto la giunta calabrese:

gianluca-callipo-595x240Dichiarazione di Gianluca Callipo: «Leggo con grande stupore la nota stampa diffusa dal segretario regionale del Pd sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la giunta. Magorno chiede una nuova squadra di governo, con il coinvolgimento di tutte le forze sane di ogni ambito della società calabrese. Ma è clamorosamente in ritardo. Se avesse agito in questo senso durante la composizione delle liste per le elezioni regionali e poi, dopo il responso delle urne, in sede di formazione della giunta, non saremmo a questo punto. Magorno non è credibile quando auspica maggiore apertura e coinvolgimento, perché sino a oggi la gestione del partito e le scelte che questo ha compiuto hanno coinciso esclusivamente con la sue. Dopo le primarie, non è stato consentito alcun confronto con quei 55mila calabresi, pari al 42 per cento di chi ha partecipato alla consultazione preelettorale, che avevano fatto una precisa scelta di cambiamento. Oggi non basta invocare l’ennesima “profonda riflessione” all’interno del partito, perché non c’è nulla di così difficile da cogliere nell’analisi politica di questo brutto momento. La verità è che ancora una volta la magistratura si trova incidentalmente a surrogare la mancanza di coraggio di una classe politica regionale incapace di esprimere un indirizzo inequivocabile di chiarezza e coerenza».

Regione Calabria: Lo Scandalo Rimborsopoli

RegioneCalabriaCOSENZA – Terremoto giudiziario nella Regione Calabria.Durante l’inchiesta “rimborsopoli” gli uomini della Finanza hanno notificato 8 provvedimenti cautelari (3 arresti domiciliari e 5 divieti di dimora). Ventisette sono gli indagati. Tra i destinatari delle misure cautelari c’è l’attuale assessore ai Lavori pubblici della Regione, Antonino De Gaetano. La procura della repubblica ha chiesto l’arresto del senatore di Ncd, Giovanni Bilardi. Nel registro degli indagati figurano anche gli assessori in carica e l’attuale presidente del Consiglio, Antonio Scalzo. Per proseguire con il vice presidente Vincenzo Ciconte e dell’assessore Carlo Guccione, facenti parte del Pd.

Le contestazioni sono riferite comunque alla passata legislatura, quando gli attuali membri dell’esecutivo regionale erano consiglieri dello stesso organo. In particolare le indagini, effettuate anche con intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno consentito di individuare diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei Gruppi consiliari regionali degli anni 2010/2011/2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto” annuale”, modificando i dati relativi ai fondi pubblici che erano stati destinati dalle istituzioni per il corretto impiego. Nel corso delle indagini è stato trovato un ulteriore elemento di frode dovuta alla doppia documentazione delle spese che, in taluni casi, avrebbe consentito agli indagati di ottenere un duplice rimborso per le spese.

La Calabria si prepara a un dissesto di dimensione catastrofiche.

 

Fabrizio Alessi