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Archeologia, importante ritrovamento a Scifo

foto3CROTONE – È avvenuto sabato scorso, ma reso noto solo nel pomeriggio di oggi dalla Soprintendenza  per l’Archeologia della Calabria  il ritrovamento di un blocco in calcare nei pressi di Punta Scifo, sulla costa a sud di Crotone. “La scoperta dell’importante reperto – afferma laSoprintendenza archeologica – Ufficio territoriale di Crotone –  è dovuta alla segnalazione fatta a suo tempo da Francesca Tessadri e Vincenzo Brandi, noti artisti crotonesi, che ne avevano ravvisato il possibile valore d’interesse archeologico coinvolgendo il competente Ufficio territoriale. Il recupero è stato possibile grazie alla proficua intesa tra la Soprintendenza all’archeologia e il Comando dei vigili del fuoco di Crotone, rappresentato da Francesco Pascuzzi, partecipazione quest’ultima rivelatasi indispensabile in quanto ha reso disponibile una squadra guidata dallo stesso e già operativa in mare con un natante per l’annuale manifestazione “Trofeo Pugliese”. L’importante reperto è stato rimosso con grande cautela, sotto l’occhio attento dei tecnici della Soprintendenza, dal luogo dove giaceva da più di duemila anni, fra gli scogli della bella cala di Punta Scifo, ed è stato poi trasportato a filo d’acqua fino al natante in dotazione ai vigili del fuoco, anche con l’entusiastica partecipazione di alcuni bagnati presenti sul posto.Dopo aver collocato il blocco roccioso sull’imbarcazione, l’equipe che ha effettuato l’intervento ha puntato velocemente verso il porto di Crotone, e presso il molo della Lega Navale si è provveduto, con l’ausilio della gru in dotazione alla suddetta associazione, a sollevare e collocare il blocco in oggetto su un veicolo dello stesso comando dei vigili del fuoco. L’atto conclusivo è stato quindi quello di trasferire il reperto presso i magazzini del Museo nazionale di Crotone, con tutti gli accorgimenti necessari affinché il reperto non subisse danni. Grazie all’efficienza della squadra del Comando vigili del fuoco, tempestiva ed altamente professionale, resasi disponibile alla collaborazione con gli esperti della Soprintendenza all’archeologia è stato possibile recuperare un’altra notevole testimonianza che il nostro ambiente marino ha restituito, che sarà presto sottoposto all’attenzione degli studiosi specialisti al fine di poterne decifrare il contenuto e configurarne il significato storico-archeologico e di contesto”.

Accertata l’autenticità della testa di leone di bronzo ritrovata nel 2012; domani all’Unical conferenza stampa

RENDE (CS) – In Provincia di Reggio Calabria, nell’agosto del 2012, Leo Morabito e Bruno Bruzzanuti, due appassionati di immersioni, ritrovavano una testa di leone in bronzo, nel tratto di mare tra Africo e Bianco. I due, inoltre, segnalavano la presenza nella zona di altri pezzi di interesse archeologico, tra cui una statua, frammenti di vasellame e i resti di una struttura forse riconducibile ad una nave. Venivano immediatamente allertati i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e la Soprintendenza per i beni Archeologici della Calabria, nonchéil Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria.

A distanza di due anni e mezzo dal ritrovamento, sono adesso disponibili i risultati delle analisi condotte nei laboratori dell’Ateneo di Arcavacata, grazie alle quali è stata confermata l’autenticità della testa leonina in bronzo.

Le conclusioni alle quali sono giunti i ricercatori dell’Unical verranno presentate ai giornalisti domani 17 febbraio, alle 11, nella Sala Stampa del Centro Congressi “Beniamino Andreatta”.

All’incontro, moderato dal Capo Ufficio Stampa Francesco Kostner, parteciperanno:

–  Gino Mirocle Crisci, Rettore dell’Università della Calabria;

–  Cesare Indiveri, direttore del Dipartimento di Biologia Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical;

–  Simonetta Bonomi, Soprintendente per i beni Archeologici della Calabria;

–  Rossella Agostino, funzionario archeologico della stessa Soprintendenza,

–  Carmine Gesualdo, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza;

–  Antonio Scordino, sindaco di Bianco;

–  Domenico Miriello, docente del Corso di laurea in Scienze e Tecniche per la Conservazione e il restauro dei Beni Culturali dell’Unical.