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Mirto Crosia, sequestrato impianto di lavorazione inerti

CROSIA (CS) – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano nel corso di un servizio mirato a prevenire e reprimere danni contro l’ambiente, hanno posto sotto sequestro un impianto di lavorazione e lavaggio pietre ricadente all’interno del sito di interesse comunitario denominato Fiumara Trionto, area questa soggetta a vincolo nel comune di Mirto Crosia. Durante il controllo sono emerse diverse irregolarità che hanno portato al sequestro e alla denuncia del gestore e del proprietario. L’impianto è apparso subito ai militari fatiscente e non più a norma da anni privo di autorizzazioni di alcun genere, in violazione alla normativa edilizia e ambientale. 

Si è inoltre accertato anche la mancanza del registro carico e scarico rifiuti al fine verificare la tracciabilità dei rifiuti liquidi e solidi prodotti nel corso del tempo dalla lavorazione e lavaggio per cui è stato anche elevato verbale amministrativo di 2000. 

Il cantiere, oltre ai reati accertati, era anche privo di piano di sicurezza e di documentazione di valutazione del rischio sui luoghi di lavoro sulla base della normativa vigente. Si è quindi proceduto al sequestro dell’impianto e dell’area di 2300 metri quadri ricadente nell’asta fluviale del fiume Trionto perché occupato abusivamente oltre ai rifiuti di vario genere ivi depositati in modo incontrollato nell’area. Questa attività rientra nei controlli di tutti gli impianti di lavaggio e materiale inerte che da mesi hanno visto impegnati i militari di Rossano lungo il Fiume Trionto.

 

Sequestrato stabilimento balneare nel cosentino. Denunciato assessore

COSENZA – I carabinieri forestali di Rossano con la collaborazione con i militari della locale caserma hanno sequestrato a Mandatoriccio Marina uno stabilimento balneare di 700 metri quadri ubicato e tre persone denunciate, tra cui un assessore. 

Il sequestro dell’impianto è stato motivato, secondo quanto riferiscono i carabinieri in una nota stampa, dalle verse irregolarità progettuali emerse da una complessa attività d’indagine documentale e tecnica eseguita dai militari.

Le verifiche dei carabinieri hanno accertato che il progetto e l’autorizzazione relative allo stabilimento non corrispondevano in realtà al luogo dove doveva essere realizzato, ma in un terreno privato confinante. La realizzazione dell’opera, ricadente anche in area demaniale, è risultata inoltre artefatta rispetto al progetto e realizzata in area vincolata paesaggisticamente e ad alto rischio idraulico R4, oltre a ricadere all’interno di un Sito Comunitario denominato ‘Dune di Camigliano'”.
«Tutte caratteristiche – si afferma nel comunicato – che prevedono determinate autorizzazioni che sono state evitate attraverso la falsa certificazione delle opere e del permesso a costruire, ingannando anche l’organismo che ha poi rilasciato il nullaosta».

I militari, oltre a sequestrare lo stabilimento, hanno denunciato tre persone, il titolare dell’impianto, il progettista e l’assessore al ramo e responsabile area tecnica del Comune, accusate a vario titolo di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo con contestuale violazione in materia urbanistica e paesaggistica, abusivismo edilizio e falso in atto pubblico. 

Abbandono e gestione illecita di rifiuti, sequestri a San Nicola Arcella e Buonvicino

SAN NICOLA ARCELLA (CS) – I militari della Stazione carabinieri Forestale di Scalea hanno sequestrato all’interno di un terreno di proprietà privata, in località Marinella di S.Nicola Arcella, 13 metri cubi di rifiuti speciali e pericolosi.

In particolare bottiglie di vetro, scarti di demolizione di materiale edili, materiale legnoso, latte di vernici, scarti di ceramiche sanitarie, buste con materiale plastico, recipienti vari e lastre di vetro. Al proprietario del terreno, titolare di una ditta è stato contestato il reato di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti – sia pericolosi che non -, ovvero immissione degli stessi in acque superficiali o sotterranee da parte di titolari di imprese o responsabili di enti” in violazione alla normativa ambientale. I controlli dei militari hanno inoltre portato al rinvenimento di fanghi di depurazione in un terreno agricolo. Questi, oltre 10 metri cubi, sono stati smaltiti illegalmente in Contrada Puma nel Comune di Buonvicino in un terreno privato. Il responsabile di tale attività è stato deferito alla Procura della Repubblica di Paola per il reato di “gestione illecita di rifiuti” in violazione al D.Lgs. 152/2006.

Abusivismo edilizio, sequestri a Crosia e Buonvicino

COSENZA – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno posto sotto sequestro in località “Trionto” di Crosia una recinzione di cemento armato.

Il sequestro è avvenuto a seguito di un controllo all’interno di un cantiere edile i cui lavori riguardavano la realizzazione di muri in cemento armato di recinzione. A seguito degli accertamenti eseguiti si è verificato che i lavori erano stati eseguiti senza permesso di costruire in zona
sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale ed in zona dichiarata SIC, sito di interesse comunitario denominato “Fiumara di Trionto”. Si è pertanto proceduto oltre al sequestro alla denuncia del proprietario.

Altro sequestro edilizio è avvenuto sul litorale tirrenico della Provincia di Cosenza nel Comune di Buonvicino.

In località “Truglio” i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cetraro a seguito di un controllo in una azienda agricola hanno posto
sotto sequestro un manufatto abusivo in cemento di oltre 100 metri quadri che sarebbe stato usato in futuro come ricovero animali o magazzino per alimenti per gli stessi. Le verifiche hanno constatato che il manufatto edilizio con pilastri in cemento e copertura con struttura in legno, ferro e lamiera zincata è stato realizzato abusivamente in quanto i lavori sono stati realizzati senza aver acquisito il permesso
per costruire, in area ricedente in zona sismica sottoposta a vincolo idrogeologico.
Anche in questo caso oltre al sequestro si è proceduto alla denuncia del proprietario e possessore del manufatto.

Sequestrati igienizzanti e mascherine non a norma

REGGIO CALABRIA – Oltre 1500 confezioni di gel igienizzante “antibatterico” privo delle autorizzazioni ministeriali sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione di (Nas) di Reggio Calabria, in collaborazione con i colleghi del Comando provinciale, nel corso di controlli finalizzati al contrasto di chi cerca di approfittare della situazione d’emergenza legata al Covid-19. I legali rappresentanti di 3 attività commerciali sono stati denunciati. I carabinieri hanno effettuato controlli in centri commerciali e attività all’ingrosso trovando confezioni di gel igienizzante che vantava azioni di contrasto a virus e batteri. Dalle verifiche eseguite è risultato che tali prodotti – essenzialmente cosmetici – sono stati identificati come un “biocida” senza essere mai stati autorizzati dal ministero della salute. I tre sono stati denunciati per rode nell’esercizio nel commercio e mancanza di autorizzazione alla vendita di biocidi.

Nel territorio di Lamezia Terme, invece, la Guardia di finanza di Catanzaro, in due distinte attività, hanno sequestrato  quattrocento mascherine e denunciato due commercianti.
Nel primo caso i finanzieri hanno individuato un esercente che aveva messo in vendita dispositivi a 12 euro dopo averle acquistate su una piattaforma web al prezzo di 1 euro, con un ricarico finale pari al 1200% del prezzo di mercato. Nel negozio sono state trovate 300 mascherine del tipo chirurgico risultate sprovviste di documentazione fiscale e certificazione tecnica di idoneità e di provenienza e modalità d’uso.
Ulteriori 100 mascherine e 1.215 semilavorati/tessuti, da utilizzare per la loro produzione sono stati sequestrati ad un altro commerciante che aveva di fatto avviato, in “nero”, una produzione di mascherine anch’esse prive di scheda tecnica ovvero di certificazione/autocertificazione.

Sequestrati beni a imprenditore legato a cosca del cosentino

CATANZARO – Personale della Dia di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale su proposta del direttore della Dia Giuseppe Governale, nei confronti di Giuseppe Suriano, di 42 anni, imprenditore ritenuto legato all’associazione mafiosa riconducibile a Tommaso Gentile che ha una articolazione autonoma in provincia di Cosenza ma è in collegamento con altre cosche.

Suriano, attualmente detenuto, è stato coinvolto nel 2007 nell’operazione “Nepetia” nei cui atti è descritto “come imprenditore con rilevanti interessi economici e soggetto di notevole importanza nell’ambito della consorteria criminale”.

Come riportato da Ansa Calabria, nel 2018, con l’operazione “Ares”, è stato raggiunto da misura cautelare per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il sequestro scaturisce da indagini patrimoniali condotte dalla Dia che hanno evidenziato la sproporzione tra redditi e investimenti effettuati. Il sequestro ha riguardato una villetta con piscina, un garage, un fabbricato, veicoli e rapporti bancari per 500mila euro.
   

 

‘ndrangheta, sequestrati beni per 1,1 Mln

ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno confiscato beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa un milione e 100 mila a Giovanni Battista Cacciola, 55 anni, di Rosarno, attualmente detenuto.

Ritenuto affiliato all’omonima cosca di Rosarno, Cacciola è stato condannato per porto e detenzione di armi, ricettazione, associazione a delinquere, associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, sequestro di persona e riduzione in schiavitù.

La confisca trae origine dalle indagini che hanno portato alla luce l’esistenza di un gruppo criminale dedito alla commercializzazione di droga con ramificazioni anche nel nord Europa. I beni confiscati sono un’azienda agricola, un bar, 4 immobili, alcuni terreni risultati oggetto di sovvenzione comunitaria Pac, rapporti bancari e prodotti finanziari.

Blitz della Gdf, sequestrati 6 mila prodotti contraffatti

CROTONE – I “baschi verdi” del Gruppo della Guardia di finanza di Crotone hanno sequestrato circa 6 mila prodotti tra giocattoli, occhiali, cuffie musicali, auricolari e supporti per smartphone tutti con segni distintivi falsi e pericolosi per gli acquirenti.

Tre persone sono state denunciate per commercio di prodotti contraffatti, frode in commercio e ricettazione.

I finanzieri, nell’ambito di un’attività mirata all’individuazione di ambulanti impegnati nella vendita di giocattoli e accessori con marche taroccate, hanno attuato un blitz sul lungomare della città che ha portato al sequestro della merce e all’applicazioni di sanzioni pecuniarie. Tra gli articoli messi in vendita anche apparecchiature elettriche risultate prive delle informazioni minime su istruzioni e precauzioni per l’uso, dati del fabbricante, rischi connessi all’uso e marchio di garanzia CE.

Elevati verbali per oltre 4 mila euro a sette ambulanti extracomunitari.

Sequestro di esplosivo e droga a Reggio Calabria. Due arresti

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza ha sequestrato duecento grammi di tritolo, con annessi detonatore e miccia, una pistola clandestina, cartucce di vario calibro e due coltelli a Reggio Calabria.

I finanzieri hanno quindi arrestato due persone: G.P, di 43 anni e M.S., di 45.

Trovati e sequestrati anche oltre 4 chili di hashish, 400 grammi di marijuana e 4.500 euro in contanti.

I militari dopo avere notato che una persona sospettata di spaccio aveva tentato di disfarsi di un pacchetto che poco prima gli era stato consegnato, hanno proceduto ad un controllo trovandogli addosso 100 grammi di marijuana. Intanto un’altra pattuglia ha seguito la persona che aveva ceduto il plico che, ignara di quanto accaduto in precedenza, si era avvicinata con fare sospetto ad un garage e che è stata bloccata.

Al termine della perquisizione all’interno del locale i finanzieri hanno trovato l’esplosivo, la pistola, il munizionamento e l’altra sostanza stupefacente trovando anche i contanti.

Maxi sequestro di prodotti caseari

SAN BENEDETTO ULLANO (CS) – I carabinieri forestale hanno sequestrato sessanta chilogrammi di prodotti alimentari in un caseificio nel comune di San Benedetto Ullano.

Durante un controllo nella struttura, i militari hanno trovato confezioni di scamorze prive di tracciabilità, alcune delle quali con presenza di muffa e in evidente stato di cattiva conservazione.

Su alcune confezioni di burro, utilizzato nella filiera di produzione, la data di scadenza risultava già decorsa da tempo. Inoltre, sono state trovate anche forme di formaggio canestrato le cui etichette non riportavano le informazioni obbligatorie previste dalla normativa vigente.

Il titolare è stato denunciato per per violazione alla normativa sulla disciplina igienica della produzione e vendita delle sostanze alimentari.

I  carabinieri forestale gli hanno contestato sanzioni amministrative per un importo totale di oltre ottomila euro.