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Cosenza, i Nas sequestrano oltre 60 kg di dolci e luminarie illegali

COSENZA – I Carabinieri del Nas di Cosenza, nell’ambito dei controlli disposti dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute in materia di luminarie ed articoli natalizi, hanno eseguito negli ultimi giorni, numerosi controlli presso esercizi commerciali, laboratori di pasticceria e rivendite di oggettistica ricadenti nelle province di Cosenza e Crotone, al fine di contrastare il fenomeno della distribuzione di alimenti di dubbia provenienza e prevenire l’immissione in commercio di prodotti non conformi, tutelando la sicurezza e la salute dei consumatori e dei bambini.

L’attività di controllo svolta dagli uomini del NAS, ha inoltre consentito di sequestrare oltre 60 kg di prodotti di pasticceria secca, semilavorati privi di etichettatura ed indicazioni sulla loro tracciabilità. Sono state inoltre sequestrate decine di confezioni di decorazioni e illuminazioni natalizie non conformi ai requisiti normativi, con conseguente segnalazione alle competenti Autorità Amministrative dei titolari di due diverse attività commerciali per carenza dei requisiti igienico-sanitari e strutturali.

I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane, al fine di garantire la tutela della salute pubblica.

Occupazione abusiva, sequestrato noto lido con ristorante nel cosentino

COSENZA – Nelle prime ore della mattinata odierna, Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria appartenenti rispettivamente al Nucleo di polizia ambientale (N.O.P.A.) della Guardia Costiera Capitaneria di porto di Corigliano Calabro e al Comando Guardia di Finanza – Sezione Operativa Navale di Corigliano Calabro, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari di un’intera struttura balneare comprendente opere di facile e difficile rimozione adibite a ristorante ed annessi servizi sul litorale di un Comune dell’alto Jonio Cosentino occupanti una superficie di mq 2500 circa.

A seguito di un’intensa attività investigativa coordinata dalla competente Autorità Giudiziaria, i militari hanno accertato la violazione di “occupazioni abusive”, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 54 e 1161 del Codice della navigazione per assenza, in capo al trasgressore, di un valido titolo di occupazione del suolo demaniale.

 

Immobili, terreni, auto e orologi di lusso sequestrati a ex funzionario Anas

REGGIO CALABRIA – I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, stanno dando esecuzione alla confisca di beni, per un valore complessivo stimato in oltre 600mila euro, riconducibili ad un ingegnere reggino, ex funzionario dell’Anas.

Corruzione e frode

L’uomo era emersa nelle operazioni denominate Waterfront e Cumbertazione, nel cui ambito l’ex funzionario è imputato, tra gli altri, per corruzione anche con l’aggravante dalla finalità di agevolare la cosca Piromalli di Gioia Tauro e frode nelle pubbliche forniture. La Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali – ha delegato il Gico e lo Scico, a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del professionista, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.

I beni confiscati

L’attività d’indagine ha consentito così di ricostruire le acquisizioni patrimoniali effettuate dall’anno 2006 all’anno 2019 e di rilevare, attraverso un’articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dell’ingegnere, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata. Nel mese di gennaio 2021, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile al professionista e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di 2 immobili, 2 terreni, 1 autoveicolo, 3 orologi di lusso marca Rolex e disponibilità finanziarie per un valore stimato in oltre 600mila euro.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 22 milioni ad imprenditore del cosentino

COSENZA – Dalle prime ore dell’alba è in corso un’operazione della Polizia di Stato, unitamente ai militari della Guardia di Finanza di Cosenza, finalizzata all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, concernente beni, assetti societari e rapporti finanziari, per il valore di circa 22 milioni di euro. I beni sono riconducibili ad un imprenditore Giuseppe Borrelli, 52 anni, operante nell’area dell’alto ionio cosentino, nel cassanese e nella sibaritide ma anche con interessi nella città di Roma e zone limitrofe.

Il sequestro ha riguardato la totalità delle partecipazioni di 11 società, con sedi rispettivamente in Altomonte, Roma, Cassano allo Ionio San Lorenzo del Vallo, attive in plurimi settori merceologici, e in particolare, raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, edilizia specializzata, torrefazione, trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini, supermercati, compravendita immobiliare, servizi pubblicitari e marketing, compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa, produzione di birra artigianale con somministrazione e ristorazione, costruzioni di edifici residenziali e non, trasporto di merci su strada, “assunzione di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere”, fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi.

Sono stati sottoposti a sequestro anche 58 veicoli industriali e non, compresi veicoli di grossa cilindrata, nella disponibilità del compendio aziendale nonché una villa di circa 400 mq, con annesso opificio, intestati all’imprenditore e 90 rapporti finanziari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale e finalizzate a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali, direttamente e/o indirettamente riconducibili al proposto, già in passato colpito da provvedimenti interdittivi antimafia, irrogati dal Prefetto di Cosenza nel 2016. Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

Presunti legami con le cosche, sequestro da un milione ad un imprenditore

CATANZARO – Confisca di beni per un milione di euro a un imprenditore catanzarese, Luciano Babbino, di Vallefiorita. La Direzione Investigativa Antimafia (Dia) ha dato esecuzione a un decreto di confisca e sottoposizione alla Sorveglianza speciale emesso nei confronti dell’uomo ritenuto “vertice” di un’associazione di stampo mafioso di tipo ‘ndranghetistico, nei territori di Vallefiorita, Amaroni e Squillace, attiva sotto l’influenza delle locali cosche di Cutro e Isola Capo Rizzuto. L’attività di polizia giudiziaria fa seguito al sequestro già effettuato nel gennaio del 2021, decretato dal Tribunale di Catanzaro a seguito di indagini patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa Dia, i cui esiti sono confluiti in una proposta di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dal Direttore della Dia.

L’oggetto della misura di prevenzione
Il Tribunale collegiale ha riconosciuto l’attuale pericolosità dell’imprenditore evidenziando la particolare gravità e solidità degli elementi emersi dagli atti dai quali si evince il suo elevato spessore criminale, tanto da giustificarne la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata tre anni. Grazie alla ricostruzione contabile condotta dagli investigatori, è emersa una rilevante sproporzione tra i beni individuati e i redditi dichiarati, pertanto il Tribunale della Prevenzione ha potuto disporre la confisca del patrimonio del proposto consistente nell’intero compendio aziendale di 2 società attive nei settori della ristorazione e della tinteggiatura e posa in opera di vetri, 1 associazione culturale, 10 immobili, 1 motociclo, 1 autovettura, nonché rapporti bancari e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato di oltre 1 milione di euro.

Occupazione abusiva del demanio marittimo. Sequestrato un Hotel a Scalea

SCALEA – A distanza di poche settimane dalle recenti attività finalizzate al controllo del territorio ed al contrasto al diffuso abusivismo, si registra un ulteriore intervento effettuato dai militari della Guardia di Finanza di Scalea unitamente a personale dell’Agenzia del Demanio Direzione Regionale Calabria. A finire nel mirino dei militari è stata una nota struttura ricettiva in Scalea, nei pressi della “Torre Talao” di circa 1.500 mq che dalle verifiche effettuate risultava occupare un’area di demanio marittimo, in totale assenza di titolo concessorio. L’importante operazione condotta dalle fiamme gialle e conclusasi con il sequestro della predetta struttura, ha dunque consentito di accertare un consistente mancato introito per le casse erariali.

Sul sequestro è intervenuta anche l’associazione Italia Nostra che ha espresso vivo apprezzamento ed elogio agli uomini del Capitano Francesca Esposito della Guardia di Finanza e dell’avvocato Antonio Arnoni dell’Agenzia del Demanio nell’assolvimento delle attività di istituto finalizzate a scongiurare e reprimere illeciti in violazione delle norme a tutela del Demanio marittimo e costiero. “Non si può che costatare positivamente come proseguono sul territorio dell’ Alto Tirreno in maniera serrata il controlli della Guardia di Finanza e dell’ Agenzia del Demanio al fine di prevenire e reprimere fenomeni diffusi di abusivismo ed illegalità che sempre costituiscono inaccettabile ostacolo al corretto sviluppo economico del territorio nel rispetto dell’ ambiente e del paesaggio costiero. Il Demanio Pubblico – scrive ancora l’associazione – venga riportato totalmente sotto il controllo dello Stato. Chi per legge regionale detiene le funzioni di gestione e di vigilanza faccia il proprio dovere per abusi grandi o piccoli che siano, non si giri dall’ altra parte, come troppo spesso avviene, lasciando il compito della segnalazione o della denuncia alle Associazioni Ambientaliste, che lungi dall’essere apprezzate ed incoraggiate, diventano spesso contro parti di istituzioni locali”.

‘Ndrangheta, maxi sequestro da 15 milioni ad un pregiudicato

MILANO – La Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di un soggetto residente nel comasco. La misura cautelare scaturisce da approfondite indagini patrimoniali delegate al Centro Operativo DIA di Milano dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti dell’intero nucleo familiare del soggetto. Quest’ultimo è stato ritenuto socialmente pericoloso sulla base di un curriculum criminale ultratrentennale iniziato nel 1988 durante il quale oltre a riportare numerose condanne per reati predatori (associazione per delinquere, ricettazione, rapine e furti anche di auto di lusso) è risultato gravemente indiziato di appartenere a una cosca mafiosa di matrice ‘ndranghetista.

Il destinatario della misura infatti era già stato indagato nell’ambito di un’operazione antimafia che nel luglio 2016 aveva portato all’arresto di 40 soggetti affiliati e contigui alla ‘ndrangheta. In tale contesto lo stesso venne ritenuto partecipe nel favorire l’attività imprenditoriale del sodalizio criminale quale socio occulto in alcune aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione. Altri sospetti sono scaturiti dalle numerose segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che hanno messo in luce i collegamenti fra tre società di giochi e scommesse riconducibili all’indagato e alla criminalità organizzata.

I beni sequestrati oggi sono stati acquistati, costituiti, capitalizzati ed alimentati in costanza di sperequazione rispetto ai redditi dichiarati. Sulla base del compendio probatorio sono altresì emersi indizi sufficienti per ritenere quei beni il frutto o il reimpiego delle attività illecite del prevenuto.Per il soggetto è scattata anche la misura provvisoria dei divieti previsti dal codice antimafia con cui in sintesi viene inibito di ottenere tra l’altro licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio.

Smaltimento illecito di rifiuti, denunciato il proprietario di un’officina a Torano

TORANO CASTELLO (CS) – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cerzeto hanno nei giorni scorsi denunciato il proprietario di una officina meccanica in località “Cutura” zona industriale di Torano Castello per violazioni alla normativa ambientale. In particolare i militari durante il controllo hanno rinvenuto all’interno dei locali dell’officina scarti di varie tipologie di rifiuti speciali pericolosi e non per il quale si è ipotizzato il reato di gestione illecita di materiali inquinanti. Inoltre dal controllo è emerso che non era presente alcun tipo di documentazione comprovante nel tempo le procedure di smaltimento che non hanno rispettato quanto prescritto dal decreto legislativo di riferimento. Il locale inoltre è risultato privo di certificato di agibilità e quindi in assenza dell’attestazione dei requisiti di sicurezza previsti per tali attività. I militari hanno proceduto quindi alla denuncia del responsabile per violazione delle norme in materia ambientale ed al sequestro penale del locale sede della gestione illecita oltre ad elevare sanzione amministrativa di oltre 4000 euro per l’omessa o irregolare tenuta del registro di carico/scarico dei rifiuti pericolosi e nocivi.

Arrestato per furto di inerti nel fiume

CROSIA (Cs) – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano, supportati dalla Stazione dei Carabinieri di Mirto Crosia, hanno sorpreso, e quindi tratto in arresto, un uomo sorpreso a prelevare materiale dall’alveo del fiume Trionto nel Comune di Mirto.

Si tratta di un uomo di Crosia, G.M. di anni 43, fermato a bordo di una pala meccanica mentre stava portando via del materiale litoide per caricarlo su un autocarro. I militari della Stazione Carabinieri Forestale da alcuni giorni stavano monitorando tale area oggetto di furti di materiale, fino ad allora, da parte di ignoti. Il materiale prelevato con la pala meccanica veniva caricato su un autocarro e portato in un cantiere nelle vicinanze. Al momento dell’arrivo dei militari, l’uomo a bordo della pala meccanica ha provato ad allontanarsi ma è stato bloccato dagli stessi, mentre l’autocarro carico di materiale veniva abbandonato all’interno del cantiere e il conducente alla vista dei militari si dava alla fuga.  Si è pertanto proceduto all’arresto dell’uomo per furto di materiale appartenente al demanio fluviale, alla denuncia dell’amministratore della ditta proprietario dei mezzi quale committente del prelievo illegale e al sequestro dei mezzi dell’azienda e del materiale prelevato e rinvenuto. La Procura della Repubblica di Castrovillari, dopo aver convalidato l’arresto dell’uomo ne ha disposto la rimessa in libertà in attesa di giudizio.

Abusivismo edilizio, sequestrato edificio nel crotonese

ISOLA DI CAPO RIZZUTO (Kg) – I carabinieri hanno sequestrato un fabbricato abusivo in corso di edificazione denunciandone il proprietario del terreno e committente dei lavori per violazione della normativa edilizia.
Secondo le verifiche effettuate nell’ufficio tecnico comunale del centro del Crotonese, l’opera è risultata priva di atti d’assenso per la sua realizzazione. I militari della stazione forestale e della locale Tenenza, durante un servizio di controllo del territorio, hanno notato la costruzione in località Cupo. Il manufatto, con struttura in conglomerato cementizio armato e a due piani fuori terra occupa una superficie in pianta di circa 150 metri quadri. E’ dotato di un porticato e di un’ampia veranda al piano superiore. I caratteri sono quelli funzionali di una villetta piuttosto che quelli di una struttura per il ricovero di attrezzi. E’ questa la quarta costruzione abusiva scoperta dai carabinieri nel territorio del comune di Isola Capo Rizzuto.