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A Simeri Mare una fiaccolata per i dispersi in mare

locandina fiaccolata_dispersi in mareSIMERI CRICHI (CZ) – Una fiaccolata per il primo anniversario della scomparsa di Giuseppe Parrò, Francesco Rania e Angelo Tavano, i tre uomini usciti in barca a Simeri Mare il 27 luglio scorso e mai più ritornati. È stata organizzata dalla Pro loco di Simeri Crichi e si terrà giovedì 9 luglio.

Alle 18.30, presso la chiesa ‘Santa Maria Acqua Viva’ di Simeri Mare, sarà celebrata la S.Messa che, secondo quanto appreso, sarebbe officiata dal Vescovo di Catanzaro. Alle 19.30 la fiaccolata partirà dalla chiesa per raggiungere la piazzetta del villaggio Porto D’Orra. Alle 20.00, momento conclusivo alla presenza di autorità civili, militari e religiose.

 

Dispersi in mare/Nuovo messaggio al ministro Pinotti: ci aiuti. Mercoledì Rosetta Tarantino a Roma

Simeri Mare

SIMERI CRICHI (CZ) – Mercoledì 18 Rosetta Tarantino e il suo legale Maria Costa saranno ricevute dai senatori del Movimento 5Stelle, Bruno Marton e Vincenzo Santangelo. Rosetta Tarantino è la moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso in località Simeri Mare (Catanzaro). Dalla pagina facebook ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’, la donna ha pubblicato un nuovo video-messaggio rivolto al Ministro per la Difesa, Roberta Pinotti, che il 4 febbraio ha risposto al primo appello pubblico di Rosetta. Nel video, la moglie di Giuseppe Parrò ripropone la richiesta avanzata da mesi: effettuare delle esercitazioni marine nella zona in cui il cellulare del marito ha emesso l’ultimo segnale  e la barca è stata fortuitamente ritrovata. In questo modo, ci ha spiegato, si potrebbero perlustrare i fondali senza costi esosi perché la Marina è solita fare queste esercitazioni, ma in altri luoghi, ad esempio in Liguria e in Sicilia. L’ipotesi di Rosetta Tarantino è che il marito, Angelo Tavano e Francesco Rania, siano rimasti intrappolati sul fondo, trattenuti dal conzo [palamito calato dai tre dispersi, ndr], mai rivenuto.

Nel video, Rosetta Tarantino, anche a nome dei figli, risponde alla lettera inviatale dal Ministro Pinotti. Dopo aver ringraziato il Ministro per la partecipazione al dolore causato da questa vicenda, Rosetta Tarantino ribadisce le sue domande:  «Lei dice ancora una volta che non può adottare autonoma iniziativa alla ricerca essendo vincolata a specifica richiesta dell’autorità giudiziaria che, al momento, non risulta avanzata e che le dispiace di non aver potuto corrispondere alle nostre aspettative – dice Rosetta Tarantino – mi chiedo se, come ministro, se solo volesse, avrebbe bisogno di richiesta? Inoltre, perché le autorità giudiziarie non hanno fatto richiesta nonostante gli sia stato chiesto molte volte? Oggi ancora mi domando: perché, quando è stata trovata la barca, la Magistratura non ha ordinato l’ispezione dei fondali? Ora le faccio personalmente io la richiesta pubblicamente, Ministro Pinotti». In conclusione rivolge un appello al Ministro: «Avevo chiesto di essere ricevuta e di poterla incontrare personalmente, ma da parte sua non ho avuto alcuna risposta. Ora, a distanza di sette mesi, mi rivolgo a lei come donna sensibile, come ministro che ci rappresenta. La prego: ci aiuti. Non mi arrenderò fino a quando porterò a casa mio marito. Se davvero vuole partecipare al nostro dolore, come lei ha scritto, faccia eseguire ed effettuare questa operazione anche senza alcuna richiesta della Magistratura. La prego, mi aiuti».

 

Il primo video-messaggio di Rosetta Tarantino e la sintesi della vicenda

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare/ La moglie di Giuseppe Parrò lancia un video in rete: “Non lasciatemi senza risposte”

SIMERI CRICHI (CATANZARO) – ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’, si chiama così la pagina facebook aperta da Rosetta Tarantino, moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso in località Simeri Mare (Catanzaro). Attraverso il social network, in un video, la donna si rivolge alle autorità civili e militari e in particolare al Ministro per la Difesa, Roberta Pinotti. «Ho scritto questa lettera affinché qualcuno mi aiuti», esordisce.  La donna ricostruisce la vicenda della scomparsa. «Non è stato mai rinvenuto il conzo [palamito calato dai tre dispersi, ndr] – spiega –  ed esiste quindi una probabilità che i tre vi siano rimasti inpigliati e che sia il conzo stesso a trattenerli sul fondo».

 

Il video

 

Rosetta Tarantino fa l’ennesimo tentativo per ottenere una risposta. «Non sapete quanto per me sia importante recuperare quello che può essere rimasto del corpo di mio marito – dice nella lettera diffusa in rete – pochi, veramente pochi, hanno capito il mio bisogno altrimenti mi avrebbero concretamente aiutata, come in realtà non è stato.  Chiedo allo Stato e alle istituzioni di aiutarmi e voglio dire a tutte le persone che ho incontrato in questa vicenda che i corpi degli esseri umani non possono esseri considerati al pari di un oggetto smarrito. Anche senza anima e senza vita, un corpo ha diritto di essere recuperato per rispetto dell’uomo che è stato  e per rispetto del dolore dei suoi familiari».

La scomparsa e le ricerche senza esito – E’ il 27 luglio dello scorso anno. Intorno alle 4.20 circa del mattino, Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania escono in barca una battuta di pesca. Ma non fanno ritorno. Purtroppo, gli sforzi e le ricerche della Guardia Costiera condotte per molti giorni e con mezzi sofisticati restano senza esito.

L’istanza: fate perlustrazioni sottomarine– Rosetta Tarantino non si rassegna. Il 18 agosto, infatti,viene presentata un’istanza alla Procura di Catanzaro e ai vertici della Capitaneria di Porto di Catanzaro Lido perché il tratto di mare tra i comuni di Cropani, Simeri Crichi e Sellia Marina, all’altezza dell’ex base militare americana, sia perlustrato da sommozzatori o con mezzi idonei. «Verbalmente ci è stato spiegato che la guardia costiera non può eseguire l’operazione – ci dice l’avvocato Maria Costa – perché il mare è molto profondo e la guardia costiera comunque non dispone dei mezzi adatti». La richiesta è motivata dal fatto che, secondo le prime indagini, il cellulare di Giuseppe Parrò ha emesso l’ultimo segnale proprio in quella zona, a tre miglia dalla costa di Simeri.

Giuseppe Parrò

Il ritrovamento della barca – Il ritrovamento fortuito della barca poco più a nord della stessa zona in cui è stato localizzato l’ultimo segnale del cellulare, convince sempre più i familiari di Giuseppe Parrò della necessità di riprendere le ricerche con mezzi straordinari. Il 25 agosto la barca è stata casualmente ripescata da un peschereccio a strascico, assolutamente integra, a 150 metri di profondità.

La lettera al Ministro della Difesa e alla Marina Militare – In seguito al ritrovamento della barca, Rosetta Tarantino e i suoi figli decidono di scrivere al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore della Marina militare perché mezzi meccanici della Marina o di altri corpi militari dello Stato perlustrino lo specchio di mare tra Simeri Mare, Sellia Marina e Cropani, cioè la zona nella quale non solo era stato rilevato l’ultimo segnale emesso dal cellulare di Giuseppe Parrò, ma addirittura è stata ritrovata la barca dei tre uomini. Propongono di eseguire l’operazione come esercitazione. La Marina, spiegano la famiglia di Parrò e l’avvocato Costa, è solita fare questo tipo di esercitazioni: «svolgerla in quella zona non comporterebbe costi aggiuntivi e potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro».

«Se è vero che l’operazione richiesta comporta l’impiego di molto personale e di mezzi costosi – si legge nella lettera inviata il 1° ottobre – è altresì vero che il recupero dei corpi, oltre ad essere importante per l’indagine penale in corso, è indispensabile a dare pace ai familiari che finalmente potranno dare degna sepoltura ai loro cari». La lettera prosegue: «si tratta comunque di un operazione possibile, che viene effettuata anche nelle numerose esercitazioni della Marina Militare. L’operazione potrebbe anche essere effettuata come esercitazione e sicuramente non sarebbe un esercitazione inutile o fine a se stessa, dato il possibile risultato». «I familiari del sig. Parrò – conclude la missiva – chiedono ancora e ripetutamente di non essere abbandonati dallo Stato».

L’interrogazione parlamentare – Bruno Marton e Vincenzo Santangelo (Movimento 5Stelle) presentano un’interrogazione parlamentare al Ministro per la Difesa. Venuti a conoscenza della lettera famiglia di Giuseppe Parrò,  i senatori pentastellati hanno chiesto al Ministro di  «sapere quali urgenti iniziative siano state attivate dal Ministro in indirizzo e quali intenda adottare per recuperare i corpi nonché per agevolare, nell’ambito delle proprie competenze, la conclusione dell’indagine penale». Per Rosetta Tarantino e per Vittorio e Maria, rispettivamente moglie e figli di Giuseppe Parrò, si accende la speranza che le ricerche dei corpi possano riprendere con altri mezzi meccanici. «Che io sappia – afferma Rosetta Tarantino nel video di oggi –  a questa interrogazione non è seguita nessuna risposta».

Un’altra lettera – Nello stesso video, la donna fa riferimento a una seconda lettera inviata al Ministro Pinotti. Rosetta Tarantino si rivolge direttamente al Ministro: «Con la lettera del 3 novembre chiedevo ancora  a voi onorevole Ministro Pinotti,  di essere ricevuta, di potervi incontrare personalmente per sollecitarvi la mia richiesta. La risposta è pervenuta dal Gabinetto del Ministro della Difesa il 24 novembre 2014, fredda e di poche righe, inviata al legale che mi assiste con la quale è stato comunicato del Ministro della Difesa ha trasmesso tutto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le competenti Capitanerie di porto. Con grande mia delusione, mi sono ritrovata al punto di partenza, con niente in mano e con l’amarezza di non essere stata ascoltata da chi, pur avendo mezzi per effettuare l’operazione, ha ritenuto di non eseguirla. Mi chiedo perché per lo Stato non sia importante recuperare i corpi di questi tre italiani».

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare, presentata interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa

Simeri Mare

ROMA, 15 NOV –  Interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa in merito alla vicenda dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso in località Simeri Mare (Catanzaro), l’hanno presentata Bruno Marton e Vincenzo Santangelo (Movimento 5Stelle). Venuti a conoscenza della lettera indirizzata al Ministro e allo Stato Maggiore della Marina militare dalla famiglia di Giuseppe Parrò, il più giovane dei tre dispersi, nei giorni scorsi i senatori pentastellati hanno chiesto al Ministro di «sapere quali urgenti iniziative siano state attivate dal Ministro in indirizzo e quali intenda adottare per recuperare i corpi nonché per agevolare, nell’ambito delle proprie competenze, la conclusione dell’indagine penale». Per Rosetta Tarantino e per Vittorio e Maria, rispettivamente moglie e figli di Giuseppe Parrò, si accende la speranza che le ricerche dei corpi possano riprendere con altri mezzi meccanici, lo fanno sapere loro stessi: insieme al loro legale ringraziano di cuore i due senatori per la sensibilità e l’impegno e sono fiduciosi in un pronto interessamento del Ministro. Perché possano avere una possibilità, anche minima, di dare almeno una degna sepoltura ai propri cari.

I tre si sono rivolti al Ministro della Difesa e alla Marina militare, tramite il loro avvocato, Maria Costa, come extrema ratio di fronte al buco nero che si è aperto dal 27 luglio scorso. Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania escono in barca intorno alle 4.30 circa del mattino per una battuta di pesca. Ma non fanno ritorno. E per le famiglie comincia il tempo dell’angoscia e del dolore.

A nulla valgono gli sforzi e le ricerche della Guardia Costiera condotte per molti giorni con mezzi sofisticati. Rosetta Tarantino, però, non si rassegna. Il 18 agosto, infatti,viene presentata un’istanza alla Procura di Catanzaro e ai vertici della Capitaneria di Porto di Catanzaro Lido perché il tratto di mare tra i comuni di Cropani, Simeri Crichi e Sellia Marina, all’altezza dell’ex base militare americana, sia perlustrato da sommozzatori o con mezzi idonei. «Verbalmente ci è stato spiegato che la guardia costiera non può eseguire l’operazione – ci dice l’avvocato Maria Costa – perché il mare è molto profondo e la guardia costiera comunque non dispone dei mezzi adatti». La richiesta è motivata dal fatto che, secondo le prime indagini, il cellulare di Giuseppe Parrò ha emesso l’ultimo segnale proprio in quella zona, a tre miglia dalla costa di Simeri.

Il ritrovamento fortuito della barca poco più a nord della stessa zona in cui è stato localizzato l’ultimo segnale del cellulare, convince sempre più i familiari di Giuseppe Parrò della necessità di riprendere le ricerche con mezzi straordinari. Il 25 agosto la barca è stata casualmente ripescata da un peschereccio a strascico, assolutamente integra, a 150 metri di profondità.

Rosetta Tarantino e i suoi figli, quindi, decidono di scrivere al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore della Marina militare perché mezzi meccanici della Marina o di altri corpi militari dello Stato perlustrino lo specchio di mare tra Simeri Mare, Sellia Marina e Cropani, cioè la zona nella quale non solo era stato rilevato l’ultimo segnale emesso dal cellulare di Giuseppe Parrò, ma addirittura è stata ritrovata la barca dei tre uomini. Propongono di eseguire l’operazione come esercitazione. La Marina, spiegano la famiglia di Parrò e l’avvocato Costa, è solita fare questo tipo di esercitazioni: «svolgerla in quella zona non comporterebbe costi aggiuntivi e potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro».

«Se è vero che l’operazione richiesta comporta l’impiego di molto personale e di mezzi costosi – si legge nella lettera inviata il 1° ottobre – è altresì vero che il recupero dei corpi, oltre ad essere importante per l’indagine penale in corso, è indispensabile a dare pace ai familiari che finalmente potranno dare degna sepoltura ai loro cari». La lettera prosegue: «si tratta comunque di un operazione possibile, che viene effettuata anche nelle numerose esercitazioni della Marina Militare. L’operazione potrebbe anche essere effettuata come esercitazione e sicuramente non sarebbe un esercitazione inutile o fine a se stessa, dato il possibile risultato». «I familiari del sig. Parrò – conclude la missiva – chiedono ancora e ripetutamente di non essere abbandonati dallo Stato».

L’interrogazione parlamentare ora riporta l’attenzione sull’ennesima tragedia del mare.

Rita Paonessa

 

Dispersi in mare, Rosetta Parrò lancia un appello: fare ulteriori ricerche con sub e mezzi marini

Simeri Mare

SIMERI CRICHI (CATANZARO) – Rosetta Tarantino, moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso, e i loro figli fanno un appello alle autorità civili e giudiziarie e ai vertici della guardia costiera. Nell’appello, la famiglia è sostenuta dal suo legale, Maria Costa. «A un mese dalla scomparsa – dichiara Rosetta Tarantino – continuare a fare il possibile per il rispetto di tre uomini, è una questione di umanità: di nuovo chiediamo che vengano fatte ulteriori ricerche con immersioni dei sub ed eventuali mezzi marini, soprattutto ora che è stata ritrovata la barca». «La nostra richiesta – ci spiega – è dettata da due elementi: il cellulare di mio marito per l’ultima volta ha agganciato una cella a 3 miglia dalla costa, all’altezza dell’antenna degli americani (nella zona marina del Comune di Sellia Marina) e la barca è stata ritrovata per caso da un peschereccio all’incirca nella stessa zona, a 3 miglia dalla costa, nell’area di mare del Comune di Sellia Marina, a circa 150 metri di profondità».

Il legale della famiglia, Maria Costa, ci spiega: «il 18 agosto scorso, insieme all’avvocato Saverio Loiero (legale di Stella Parrò, sorella di Giuseppe), abbiamo presentato un’istanza alla Procura di Catanzaro e ai vertici della Capitaneria di Porto di Catanzaro Lido, perché venissero effettuate altre ricerche, con immersione di sub ed eventuali mezzi marini, a 3 miglia dalla costa all’altezza dell’antenna degli americani, zona in cui per l’ultima volta il cellulare di Giuseppe Parrò ha agganciato la cella. Attendiamo un riscontro». Il legale prosegue: «Il ritrovamento della barca più o meno nella stessa zona dà fondamento alla richiesta avanzata».

I tre uomini, Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania, erano usciti in barca intorno alle 4 del mattino del 27 luglio, per recuperare gli ami gettati la sera prima. Per Giuseppe e Francesco si trattava della prima esperienza di pesca. Da quel giorno, nonostante gli sforzi e le ricerche della guardia costiera condotte con mezzi sofisticati e con mezzi di polizia e guardia di finanza, dei tre non si sono trovate tracce. Sul posto, nelle settimane scorse, sono stati presenti il comandante della guardia costiera di Catanzaro Lido, Francesco Peluso e il vice, Emiliano Ranieri. Le ricerche straordinarie si erano fermate il 2 agosto, mentre proseguivano le normali attività di pattugliamento della zona. Ieri, il ritrovamento della barca, ripescata tra Sellia Marina e Cropani tra le reti di un peschereccio a strascico. Barca che, ha precisato Rosetta Tarantino, «non presenta alcun buco, è completamente integra». La donna ha aggiunto: «siamo fiduciosi in un positivo riscontro all’istanza presentata dagli avvocati».

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare, nessuna traccia (aggiornamenti)

SIMERI CRICHI (CZ) – Non sono stati ancora ritrovati i tre uomini dispersi dalle 4 circa di ieri mattina. Due velivoli aerei, uno della Polizia e uno della Guardia di Finanza, stanno perlustrando il golfo di Squillace in mare aperto e lungo la costa. Decollerà di nuovo anche un velivolo della guardia costiera, mentre è in arrivo da Pescara un mezzo aereo che consentirà di fare ricerche più approfondite. Le operazioni sono coordinate dalla Capitaneria di Reggio Calabria e procedono anche con le unità navali. Secondo quanto appreso, il golfo di Squillace è stato perlustrato palmo a palmo e le ricerche sono andate anche oltre l’area del golfo. Si sta cercando anche di localizzare la posizione del telefonino che uno dei tre aveva con sè. Ma non è stata individuata alcuna traccia, nemmeno della barca in vetroresina lunga 3,5  metri.

Giuseppe P., cinquantenne, Angelo T. e Francesco R., settantenni, erano usciti in barca alle 4 circa di ieri mattina per pescare, prima esperienza, dicono i conoscenti, per Giuseppe e Francesco. Cresce l’angoscia tra parenti e amici.