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Cosenza, giornata di lutto per Stefano Rodotà

COSENZA – Il sindaco Mario Occhiuto ha proclamato una giornata di lutto cittadino, lunedì 26 giugno, per la scomparsa di Stefano Rodotà.
Nato a Cosenza nel 1933, costituzionalista e garante dei diritti civili e dei valori di libertà, il professor Rodotà era rimasto sempre legatissimo alla sua terra.
Il Consiglio comunale, convocato nel pomeriggio, osserverà in apertura di seduta un minuto di silenzio in memoria del grande giurista cosentino.
Domani le bandiere di palazzo dei Bruzi saranno esposte a mezz’asta. Il sindaco Occhiuto ha annullato gli appuntamenti pubblici già in programma nella stessa giornata come la conferenza stampa di presentazione degli eventi estivi.

È morto il giurista Stefano Rodotà. Cordoglio della politica calabrese e del mondo accademico

COSENZA – È scomparso all’età di 84 anni Stefano Rodotà, giurista, politico, accademico, Garante della Privacy, nato a Cosenza il 30 maggio 1933.

Dal 1997 al 2005 è stato il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Nel 2013 Rodotà è stato candidato, non eletto, per l’elezione del Presidente della Repubblica: è stato votato dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà, alcuni parlamentari del Pd.

Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti, in America Latina, Canada, Australia e India. I suoi contributi maggiori sono soprattutto nel campo del diritto costituzionale, con riferimento al rapporto tra i diritti costituzionali fondamentali e quelli relativi alle tecnologie dell’informazione. Fu eletto deputato per la prima volta nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Nel 2013 il Movimento cinque stelle lo candidò quale presidente della Repubblica.

«La scomparsa di Stefano Rodotà mi addolora profondamente. Ci lascia una personalità di altissimo profilo, costituzionalista esperto, giurista di spessore, profondo conoscitore della Calabria e del Mezzogiorno». Lo afferma Salvatore Magarò, già consigliere regionale della Calabria. «Nel 2013 fui il primo a lanciare la candidatura alla presidenza della Repubblica del costituzionalista nato a Cosenza e cresciuto a San Benedetto Ullano. Abbiamo perso uno straordinario uomo delle istituzioni».

«Con la morte di Stefano Rodotà il nostro Paese perde un eccelso giurista, un punto di riferimento capace di analisi equilibrate e nel contempo lungimiranti, un uomo che ha saputo attraversare con garbo distintivo anni cruciali della società e della politica italiane. Ma la città di Cosenza, oggi, piange soprattutto un suo figlio che ha dato lustro al territorio di origine diffondendone i valori culturali più positivi e profondi».

Il sindaco Mario Occhiuto esprime sentito cordoglio, a nome suo, della Giunta e dell’intera comunità, per la morte del noto costituzionalista di fama internazionale, già Parlamentare della Repubblica, che nacque proprio a Cosenza nel 1933.
«Mi piace ricordare – sottolinea Occhiuto – che il professore Rodotà fu brillantissimo studente dello storico liceo classico Telesio. Per la sua città, Cosenza, ha sempre conservato ed evidenziato anche pubblicamente un amore mai affievolito dalla lontananza e che, spesso, esprimeva attraverso la passione per i colori della squadra di calcio locale. Giungano alla famiglia le condoglianze di tutti i cosentini».

«Ci ha lasciato un grande intellettuale, un giurista fine ed autorevole, un calabrese di cui la Calabria può andare orgogliosa. Stefano Rodotà l’ho conosciuto giovanissimo ed ho avuto modo di apprezzarne le qualità umane e l’impegno politico per la affermazione dei diritti e a difesa dei ceti deboli e del mondo del lavoro – così il presidente della Regione, Mario Oliverio -. Protagonista di prima linea nelle battaglie per la affermazione dei diritti civili. Il suo pensiero illuminato ha contribuito alla crescita della cultura giuridica moderna in Europa e sul piano internazionale per la affermazione dei diritti umani. Il suo legame con la Calabria non si é mai interrotto. In ogni occasione di incontro o anche quando avevo modo di sentirlo, il suo interesse per la Calabria e per la sua Cosenza sono stati sempre vivi. Si può affermare senza ombra retorica che con Rodotà l’Italia perde un uomo che ha dato un grande contributo al rinnovamento del Paese ed alla affermazione di una moderna cultura delle relazioni sociali. La Calabria perde uno dei suoi figli piu illustri. Alla famiglia le mie sentite condoglianze».

Secondo il coordinamento provinciale di Cosenza di Articolo Uno – Movimento Democrativo e Progressista «con Stefano Rodotà si perde un presidio, forse insostituibile, di libertà e democrazia. Ricordarne l’impegno scientifico e culturale, la sua militanza a difesa della Carta Costituzionale e per la sua concreta attuazione, ci obbliga a perseguirne i contenuti nella stessa prospettiva che ha connotato il suo pensiero e la sua iniziativa, quella della realizzazione della giustizia sociale che da sola è condizione per la salvaguardia di valori di civiltà e progresso. I compagni di Articolo UNO – MDP della Provincia di Cosenza – si conclude la nota – salutano per l’ultima volta un grande cosentino genuinamente democratico e di sinistra».

«Con la morte di Stefano Rodotà, Cosenza e la Calabria perdono una delle parti migliori di sé. È scomparso un grande maestro, un grande cosentino, un grande calabrese. Ci ha lasciati un grande italiano, la cui fama di giurista ed insigne intellettuale aveva travalicato i confini nazionali, consacrandolo a livello internazionale quale impareggiabile costituzionalista. Ma noi oggi, con grande tristezza, piangiamo prima di tutto l’uomo dalla vita intemerata, l’amico dei più deboli, il grande fautore della pace. L’uomo umile, nonostante la sua grandezza; uno dei più grandi esempi di ciò che deve essere l’amore per la cultura, per la verità, per la giustizia sociale». Queste le parole del Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci.

Esprime il suo cordoglio anche il rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci: «Stefano Rodotà, grande giurista cosentino, che ha dedicato la sua vita alla battaglia per la difesa dei diritti. Ricordo ancora la grande intensità e l’attualità della lectio magistralis su “La persona nell’età tecnologica”, che ci offrì quando, nel 2005, fu ospite d’onore per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Unical. Non lo dimenticheremo».

Infine anche l’associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, con la sua presidente, prof.ssa Patrizia Piro, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del prof. Stefano Rodotà, legato alle vicende dell’Università della Calabria, che da grande uomo della cultura, della politica ed accademico italiano seguiva, da buon cosentino,  con particolare stimolo ed affetto. «Vogliamo ricordare la grande accoglienza che la comunità del campus di Arcavacata ha sempre riservato al prof. Stefano Rodotà ogni qualvolta lo si è visto frequentare le aule dell’Ateneo. Ci piace ricordare la sua partecipazione, nella giornata del 29 marzo 2000, ad un evento promosso, nell’aula magna, dall’Associazione Mogli  Medici Italiani, chiamato, in qualità di Garante della Privacy, in collaborazione con la Facoltà di Farmacia, diretta dal prof. Sebastiano Andò, a trattare due temi molto legati a momenti contingenti della società italiana e del diritto di privacy.  La prima trattava il tema: “ Consenso informato nel settore della ricerca scientifica in campo biomedico”; mentre la seconda riguardava: “Privacy: consenso informato e diritto alla privacy”».

 

Rodotà, ricostruire la politica difendendo la Costituzione

COSENZA – Difendere il valore della Costituzione italiana senza cambiarla ma semplicemente cominciando ad applicarla è questa la Via Maestra tracciata dal segretario della Fiom Maurizio Landini, dal giurista Gustavo Zagrebelsky, dalla costituzionalista Lorenza Carlassare, dal fondatore di Libera Don Luigi Ciotti e dal giurista Stefano Rodotà.

Un movimento politico, un comitato che tenta di ricostruire il tessuto sociale squarciato dal vuoto derivato dalla mancata assunzione di responsabilità da parte della politica ormai troppo instabile e ancella di un’economia e di una finanza sempre più dominante.

Il giurista e politico cosentino Stefano Rodotà ieri è tornato nella sua città, insieme ad alcune delle associazioni che hanno aderito al progetto, per spiegare le ragioni profonde che lo vedranno il 12 ottobre prossimo  scendere in piazza a Roma in difesa dei principi costituzionali. Tanta la gente al Teatro dell’Acquario accorsa per sentire il verbo di Rodotà che inizia il suo discorso partendo da quelli che lui stesso ha definito dati di realtà, partecipare alla manifestazione del 12 è fondamentale spiega nella lotta per i diritti che non sono indivisibili, nella lotta per mettere il lavoro al centro di tutto, senza credere che questo sia una forzatura ideologica ma proprio perché è un dato di realtà che il lavoro oggi sia diventato l’emblema della crisi capitale, nella lotta per recuperare il coraggio perduto dalla politica, nella lotta per fare in modo che la politica assumendosi le proprie responsabilità ritorni a dire che sono i cittadini quelli che votano e non più che sia esclusivamente l’economia a contare.

La Via Maestra è un’operazione non finalizzata alla creazione dell’ennesimo partito, ci tiene a precisare il giurista, bensì alla formazione di una massa critica consapevole della necessità di difendere i principi costituzionali che sono alla base delle nostre libertà e di affermarli senza stravolgerli e per questa ragione il lavoro duro arriva dopo la giornate del 12 avverte, quando questo nuovo movimento non dovrà stancarsi di far sentire il proprio peso sulla politica.

Sul finale Rodotà invita tutti a Roma perché c’è bisogno di un gruppo compatto e partecipato, sa che Berlusconi è finito ma sa anche che c’è qualcosa di ancora più nefasto che continua a sopravvivere che è il berlusconismo che ha prodotto cittadini spettatori di orrendi talk show televisivi e partiti che somigliano sempre più a delle oligarchie. “Voglio”, termina Stefano Rodotà, “ricostruire la politica” e magari questa potrebbe essere l’occasione giusta per riuscirci.

Gaia Santolla

Stefano Rodotà a Cosenza

COSENZA – In occasione della manifestazione nazionale a difesa della Costituzione italiana indetta per il 12 ottobre prossimo a Roma, in Piazza della Repubblica alle ore 14.oo, domani giovedì 3 ottobre alle ore 16.30 presso il Teatro dell’Acquario, il giurista e politico cosentino Stefano Rodotà parteciperà ad un incontro con tutte le associazioni che hanno risposto all’appello “La via maestra” per la difesa e la totale applicazione della Carta Costituzionale. Hanno aderito all’iniziativa del comitato oltre che lo stesso Stefano Rodotà , Lorenza Carlassare, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Gustavo Zagrebelsky.