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Chiusura Tribunale Rossano, la protesta democratica del Gruppo d’Azione per la Verità

ROSSANO (CS) – Il Referendum Costituzionale del prossimo 4 dicembre è ormai vicino e tra i molti sostenitori della ragioni dell’una e dell’altra parte c’è anche chi, rispetto al voto, ha deciso di astenersi in segno di protesta. Si tratta del Gruppo d’Azione per la Verità, che ha annunciato la propria astensione dal voto referendario per la «scarsa credibilità dimostrata dallo Stato circa la chiusura dell’ex Tribunale di Rossano, su cui continua a gravare un singolare e drammatico silenzio. L’unico Palazzo di Giustizia soppresso in Calabria, senza una motivazione ufficiale che giustifichi tale scelta, almeno in relazione ai presidi di Paola, Castrovillari e Lamezia, tutti ben collegati con i rispettivi capoluoghi di provincia». In questo modo, il Gav ha deciso di mettere un atto una protesta democratica contro l’indifferenza dello Stato, dopo che il Consiglio Superiore della Magistratura non ha ancora sciolto le riserve sui dossier relativi al caso. Nell’occasione di tale annuncio, inoltre, il Gav ha manifestato la propria solidarietà ai 18 soci lavoratori della Cooperativa “C.V.N.” che per più di 16 anni è stata impegnata nelle attività di vigilanza e sicurezza presso  l’ormai ex Tribunale di Rossano, lavoratori ora disoccupati.

 

 

 

Gli auguri del sindaco Antoniotti al nuovo direttivo della sezione cittadina dell’Aiga

1423947_300ROSSANO (CS) – Il Primo cittadino Giuseppe Antoniotti porge gli auguri di buon lavoro al nuovo direttivo della sezione cittadina dell’Aiga che sarà guidato, per i prossimi due anni, dal giovane avvocato Mauro Mitidieri che prese parte, insieme all’avvocato Massimo Ruffo, alla maratona ciclistica che nell’estate 2012 da Rossano li portò Roma, fino alle porte del Ministero della Giustizia per sensibilizzare l’allora Guardasigilli Paola Severino a rivedere il decreto di riorganizzazione della Geografia giudiziaria. Lo stesso che, di fatto, ha poi sancito la chiusura del Tribunale di Rossano.

“Chi continua a bisbigliare una mia resa nella battaglia per il Tribunale – dichiara Antoniotti – stia tranquillo perché non indietreggerò rispetto alle mie posizioni. È palese che le decisioni del Governo e della politica abbiano decretato la chiusura del presidio di Rossano, ma continuiamo a rimanere attivi su più fronti per intraprendere ogni utile iniziativa che miri alla riapertura del palazzo di giustizia. Nessuno può scaricare colpe su questo Sindaco che insieme a tanti altri suoi colleghi, ogni giorno è impegnato per tutelare i diritti dei cittadini dal depredamento continuo attuato da un Governo nazionale che sta spogliando i comuni del meridione di tutti i servizi. A proposito, giunga la mia solidarietà a tutti quei colleghi che, in queste ore, sono a Roma per protestare contro l’ennesima decisione cervellotica di soppressione degli uffici postali minori. L’elezione di Mauro Mitidieri alla guida dell’Aiga, al quale porgo gli auguri di buon lavoro estesi all’intero direttivo, è una speranza. Perché – conclude Antoniotti – garantisce continuità alla voglia di proseguire, fino alla fine, in una battaglia giusta per la riapertura del Tribunale, per i cittadini e per la riaffermazione della giustizia.”

Rossano/Vertenza Tribunale: dentro o fuori

ROSSANO (CS) – Sabato, 12 Luglio 2014 – Vertenza Tribunale, dentro o fuori. A distanza di due anni dall’inizio di questo calvario è necessario che il Governo dica, in modo chiaro e inequivocabile, se è possibile varare un decreto correttivo che possa salvare il presidio giudiziario dell’Area urbana Corigliano-Rossano e della Sibaritide. Attivarsi per programmare nuove campagne di lotta civile e mobilitazioni è solo tempo perso, perché comunque non saremmo ascoltati. L’unica via pragmatica al momento percorribile è quella di continuare a chiedere per ottenere un incontro con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che chiarisca una volta per tutte le possibilità di salvezza del Presidio. Basta con questo stillicidio!

È quanto ribadito, con il consenso unanime dei presenti, dal Sindaco Giuseppe Antoniotti nel corso dell’assemblea promossa dal comitato “Sei da Salvare” di Rossano, riunitasi stamani (sabato, 12 luglio 2014) nell’aula Mezzogiorno del Tribunale di Rossano, nel Centro storico e nata dall’esigenza di mettere a confronto tutte le anime sociali, politiche ed istituzionali del territorio dopo il forfait del Guardasigilli all’appuntamento dello scorso lunedì 7 luglio, in programma a Cosenza.

All’incontro, al quale erano state invitate a partecipare le deputazioni regionali e parlamentari del comprensorio, erano presenti oltre al Primo cittadino di Rossano e al vice sindaco di Corigliano Francesco Paolo Oranges, i Consiglieri regionali Giuseppe Caputo e Gianluca Gallo, i presidenti dei Consigli comunali dell’Area urbana Vincenzo Scarcello(Rossano) e Pasquale Magno (Corigliano), oltre ad una nutrita delegazione delle Giunte e delle Assemblee civiche di entrambe le Città, di cittadini, avvocati e della Chiesa diocesana.

È necessario che il Governo capisca – ha ribadito il Sindaco Antoniotti – che l’emanazione di un decreto correttivo non è una concessione di grazia per il nostro Tribunale, bensì il riconoscimento del diritto sacrosanto alla giustizia di un vasto e complesso comprensorio. Finora, le Istituzioni locali e i comuni ricadenti nella nostra giurisdizione, che rappresento nella loro complessità, hanno fatto tutto ciò che era umanamente possibile per scongiurare la chiusura del Palazzo di Giustizia. E questo grande quadro d’azione, sinergico e collettivo – ha ricordato il Primo cittadino –, è stato completato con la deliberazione congiunta, contro la soppressione, dei due Consigli comunali di Rossano e Corigliano, già trasmessa al Ministro della Giustizia. Dopo due anni di battaglie e di lotte, durante i quali mi sono svestito della mia connotazione politica, consapevole che gli interessi della collettività vengono prima di qualsiasi altra cosa, purtroppo abbiamo capito che le manifestazioni e le proteste portate avanti da questo territorio, per rivendicare i suoi diritti, sono rimaste del tutto inascoltate. Ecco perché, programmare ulteriori mobilitazioni – ha continuato – servirebbe solo a perdere tempo e a distogliere le attenzioni dal nostro obiettivo. Che al momento rimane, a mio avviso, quello di essere ricevuti dal Ministro per chiedere e ottenere il decreto correttivo. Sia il guardasigilli sia l’intero Governo Renzi devono essere consequenziali alle loro promesse e coerenti con la loro posizione critica nei confronti della Riforma della giudiziaria, varata dall’allora ministro Cancellieri. Fu l’attuale forza di Governo, con Orlando in testa, all’epoca, a dirsi scettica e contraria alla chiusura di Rossano. Questo è il momento della responsabilità. Non si può più tentennare o continuare a fomentare in questo territorio quello che è diventato un lento e non più accettabile stillicidio. Serve – ha scandito ancora il Sindaco – il decreto correttivo. E nel caso in cui il Governo Renzi si fosse ravveduto, lo dicesse in modo chiaro e inequivocabile. Ma lo facesse subito! Da qui il mio appello alla deputazione parlamentare democratica calabrese, che oggi purtroppo vedo totalmente assente, affinché si faccia, una volta per tutte, portavoce di questa esigenza di chiarezza e di giustizia, invocata unanimemente da questo comprensorio. Ringrazio il presidente del Comitato “Sei da Salvare” Maurizio Minnicelli per aver promosso questo ennesimo momento di confronto e quanti, con grande responsablità e tralasciando i propri impegni, vi hanno partecipato. Certo –ha concluso Antoniotti- dispiacciono le grandi assenze dei nostri deputati e di qualche politico locale che probabilmente hanno preferito una sana giornata di relax al mare piuttosto che interessarsi alle reali problematiche del comprensorio.

Rossano/Tribunale: area urbana chiede decreto correttivo

ROSSANO (Cs) – Giovedì, 26 Giugno 2014 – Il Guardasigilli Andrea Orlando nella seduta del Consiglio dei Ministri del prossimo Lunedì 30 Giugno 2014 o in quella immediatamente successiva, in sede di discussione del “pacchetto giustizia”, si faccia promotore dell’adozione urgente del provvedimento correttivo che preveda la riapertura immediata del Tribunale di Rossano.

È questo, quanto, ha deliberato il Consiglio comunale congiunto delle Città di Rossano e Corigliano, riunitosi nel pomeriggio odierno (venerdì 27 giugno 2014) presso la Sala consiliare del Centro storico, alla presenza deiSindaci Giuseppe Antoniotti e Giuseppe Geraci, delle rispettive Giunte municipali e di entrambi i componenti delle Assemblee, convocato dai Presidenti Scarcello (Rossano) e Magno (Corigliano) in seduta straordinaria per discutere della soppressione del Tribunale. Il deliberato è stato trasmesso al Ministero già nella serata d oggi.

DI SEGUITO L’INTERVENTO DEL SINDACO DI ROSSANO GIUSEPPE ANTONIOTTI

Quella odierna è l’ennesima pagina che scrivono insieme i due Comuni di Rossano e Corigliano. Le due città dell’Area urbana che insieme condividono idee di sviluppo, progettualità concrete e i canali di finanziamento, ma anche le diverse problematiche che affliggono questo territorio. Purtroppo, constatiamo amaramente che sono troppi i danni che ha subito negli anni questo comprensorio, il più grande ed esteso comprensorio urbano della Calabria. Sono stati e continuano ad essere continui gli scippi perpetrati a danno della nostra comunità. Tutte circostanze, queste, che ci inducono a studiare un percorso comune. Oggi, stiamo percorrendo insieme, come entità concreta e reale di Area urbana, e prossimamente inizieremo a parlare anche di Comune Unico. Penso, infatti, che subito dopo l’estate ritorneremo a discutere e a confrontarci in modo tangibile sulla possibilità dell’unione dei Comuni. Prima, però, ogni sforzo dovrà essere impiegato per salvare il Tribunale di Rossano. Una condizione necessaria per programmare nuove prospettive per questo territorio. Sia chiaro, la battaglia per la salvaguardia del Tribunale, non è una battaglia di Rossano. Il Palazzo di Giustizia deve essere considerato al servizio di un comprensorio di venti comuni e di oltre 100mila abitanti. Il fatto che la sede sia a Rossano è solo un fattore secondario, una connotazione logistica. Sarebbe un errore grave ed imperdonabile una valutazione superficiale e campanilistica della questione. I cittadini coriglianesi devono sentire proprio il Tribunale di Rossano, così come i rossanesi sentono proprio il porto di Corigliano, che rappresenta un altro anello importante nella grande catena dello sviluppo per questo territorio. È necessario far sentire la nostra voce, unica e forte, a chi vorrebbe continuare a sopprimere tutti i diritti di quest’area della Calabria. Il disagio della chiusura del nostro presidio giudiziario rappresenta principalmente un danno alle popolazioni dell’entroterra, costrette a sobbarcarsi centinaia di chilometri fino a Castrovillari e spese esorbitanti per espletare anche una piccola commissione giudiziaria. Questo a causa dei diversi disagi e dell’arretratezza infrastrutturale di quest’area. Come ad esempio, la mancanza di strade efficienti e sicure e la carenza dei mezzi di trasporto. Non serve ripercorrere le tappe salienti della cronistoria che ha portato all’accorpamento del Tribunale. Una storia triste, purtroppo nota a tutti. Perché altrimenti dovremmo parlare della storicità del presidio, uno dei primi nati dopo l’Unità d’Italia; della mole di lavoro che ha prodotto, oppure dei numerosi investimenti che le Amministrazioni comunali, negli anni, hanno varato per ammodernare il Palazzo di Giustizia e i servizi annessi.

Purtroppo, da tutta questa vicenda, finora, abbiamo tratto una conclusione: che le ragioni venali dei burocrati dello Stato hanno avuto la meglio sulle esigenze della democrazia. I tribunali chiusi in Italia rispettano la logica degenerante, e forse anche perversa, dei tagli a tutti i costi. Basti pensare che una delle ultime proposte avanzate in ultima istanza nell’estate scorsa, per scongiurare la chiusura, fu quella della Regione Calabria di addossarsi i costi di gestione della struttura. Eppure, nonostante lo sgravio totale degli oneri, che si attestavano a circa 500mila euro l’anno, sulle casse dello Stato si è continuati imperterriti  verso la soppressione. Sulla chiusura del nostro Tribunale i burocrati hanno le loro grandi responsabilità. E la politica non può cedere il passo ai burocrati. Come dimenticare, ancora, l’ormai ex dirigente del Ministero della Giustizia, Luigi Birritteri, convinto che il Tribunale della SIbaritide fosse un membro morto del sistema giustizia italiano. Senza che mai lo stesso si fosse realmente reso conto dei deficit, delle criticità e dei disagi della Sibaritide. Oggi questo signore è stato sostituito e almeno sappiamo che non potrà nuocere più all’Area Urbana e al territorio. Non può interferire più sulla possibilità di varare un decreto correttivo che possa salvare il presidio giudiziario di Rossano.

Ecco perché, abbiamo il dovere di continuare a sperare che sul palazzo di giustizia della Sibaritide non si abbatta definitivamente la scure della soppressione. Al momento esiste solo l’ennesimo parere tecnico che risponde alle logiche della spending review. L’ultima parola, adesso, spetta al Guardasigilli, Andrea Orlando, che ha sempre avuto una posizione chiara contro la soppressione dei presidi giudiziari, soprattutto quello di Rossano. Conosciamo il pensiero del Ministro della Giustizia a riguardo di questa questione, sin da quanto ci ricevette nella Segreteria nazionale del Partito Democratico. All’epoca partecipai all’incontro, svestendomi, così come ho sempre fatto in tutte le battaglie a difesa del territorio, di qualsiasi connotazione politica e partitica. Da Sindaco di questa Città non demordo. È da mesi che sto chiedendo un incontro con il Governo per poter interloquire, alla presenza dei colleghi sindaci dei venti comuni afferenti al comprensorio giudiziario, per spiegare le ragioni di questo comprensorio. Purtroppo finora ogni appello è caduto nel vuoto. Così come è caduto nel vuoto l’appello lanciato all’allora Ministro Angelino Alfano. Rimango speranzoso e fiducioso perché confido nella buona politica e nella credibilità delle Istituzioni. Il governo dei tecnici, che ha praticamente messo in ginocchio il nostro Paese, è andato via. Oggi possiamo contare su un Governo Politico.

Dicono che la Riforma della Giustizia, così come riportato dalla relazione della Commissione, stia ottenendo risultati incoraggianti nell’accorpamento dei due tribunali di Rossano e Castrovillari. Noi, invece, condividiamo a pieno le perplessità sollevate dal Consiglio dell’ordine degli avvocati, attraverso il presidente Serafino Trento, pronto a dimostrare gli errori emersi dalla relazione. Perché la relazione della Commissione non considera il pesante prezzo che sta pagando questo vasto e complesso territorio. Serve una verifica reale delle condizioni post accorpamento. La relazione della Commissione di monitoraggio, infatti, raccoglie esclusivamente i commenti e le posizioni dei presidenti delle sedi accorpanti che, ovviamente, raccontano solo una parte, sicuramente minimale, delle reali condizioni. Sicuramente la situazione logistica descritta sul nuovo assetto del Palazzo di Giustizia di Castrovillari non è assolutamente attinente al reale stato dei fatti. Se è vero, come è vero, che in spazi ristretti vi operano ben 5 dipendenti. Se è vero, come è vero, che esistono solo agibilità parziali. Se è vero, come è vero che la “nuova” struttura di Castrovillari è nata solo con l’obiettivo di ospitare un solo Tribunale. Non due!

Penso che la seduta odierna dei due Consigli comunali delle Città di Rossano e Corigliano, che insieme rappresentano una realtà di oltre 80mila abitanti, tra le più importanti della Calabria debba dare un primo segnale importante di determinazione e coraggio. Un atto che arriva solo adesso, nonostante le precedenti delibere congiunte con gli altri comuni del territorio, che però non riportavano la firma del Sindaco di Corigliano, perché il Comune era commissariato. Insieme e uniti, possiamo ancora vincere questa battaglia. Insieme e uniti, Rossano e Corigliano, attraverso il documento che approviamo stasera, dobbiamo ritornare a chiede, in modo ufficiale, al Governo Renzi, il decreto correttivo che ristabilisca giustizia in un territorio che, inutile nasconderlo, soffre oltremodo la piaga della criminalità e dei problemi sociali legati alla disoccupazione. Abbiamo bisogno della presenza dello Stato. Sono convinto che alla fine, su questa vicenda, prevarrà la ragione, la buona politica e la Giustizia.