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Denunciati 76 falsi braccianti

La Guardia di finanza di CosenzaROSSANO (CS) – I finanzieri hanno denunciato 76 falsi braccianti per i reati di truffa all’Inps compiuta da una cooperativa che opera nel settore agricolo. La cooperativa, attraverso falsi documenti presentati all’Inps, dal 2008 ha ottenuto il pagamento di indennità di disoccupazione, malattia, maternità e assegni familiari per un importo di circa trecentomila euro, pur non avendone i requisiti e utilizzando documentazione falsa. La guardia di finanza ha quindi  valutato la posizione di 76 soggetti denunciandoli all’autorità giudiziaria per i reati di truffa ai danni dello Stato e di falso in atto pubblico.

Gli uomini delle fiamme gialle hanno accertato che il modus operandi è stato, di per sé, molto simile a quello già largamente impiegato in altre truffe analoghe. In pratica, la società ha presentato tutti i documenti necessari per ottenere i contributi dall’Ente previdenziale, compresa anche la denuncia aziendale per ottenere il codice Cida ma ha denunciato all’Inps un numero di giornate lavorative maturate, stando alle dichiarazioni, su fondi di cui non aveva alcuna disponibilità. Le indagini, dirette dalla Procura di Castrovillari, hanno messo in luce come la società, oltre a dichiarare di lavorare su fondi di cui mai aveva la materiale disponibilità, ha sempre richiesto contributi per un numero sproporzionato di lavoratori in rapporto alle esigenze di raccolta, qualora fossero state reali.

Falsi braccianti: la Coldiretti sulla presunta truffa all’Inps

COSENZA – “L’operazione nella sibaritide della Guardia di Finanza del Comando di Cosenza, coordinata dalla Procura di Castrovillari, a cui va il nostro plauso, che ha smascherato un ingente giro d’affari che era finalizzato all’assunzione fittizia di braccianti agricoli va nella giusta direzione perché –commenta Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria – non deve essere vanificato il grande sforzo di ammodernamento e competitività che sta compiendo l’agricoltura calabrese da episodi che incrinano il rapporto di fiducia tra le vere imprese agricole e cooperazione sana e buona  con i cittadini- consumatori. Bisogna continuare sulla strada della tolleranza “doppio zero” – prosegue Molinaro –anche perché i perversi meccanismi truffaldini messi in atto nel settore agricolo creano sleale concorrenza, danno una immagine negativa e sbagliata della nostra regione che pare proiettata solo all’imbroglio e all’assistenzialismo e cosa ancor più grave scoraggiano i tanti giovani ed onesti imprenditori che con passione, voglia di fare ed impegno stanno costruendo prospettive in direzione dello sviluppo, della crescita e della buona e sana occupazione. Non è possibile annientare in un colpo solo – continua – i primati della nostra agricoltura e agroalimentare. Per la coldiretti, bisogna proseguire incessantemente perseguendo anche quel reticolo di operatori-“faccendieri” “professionisti delle carte” che in spregio ad ogni collocazione lavorativa alimentano un circuito perverso di intrecci e si arricchiscono sfruttando quelli che sono i diritti dei veri lavoratori: queste persone  -afferma Molinaro – bisogna continuare a smascherarle affinché siano espulse definitivamente dal sistema e su questo è indispensabile che anche gli enti che operano in regime di sussidiarietà vigilino.

Truffa all’Inps: individuati 3000 falsi braccianti agricoli

COSENZA – I finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno denunciato 30 soggetti ideatori, organizzatori ed esecutori di danni aggravati all’Inps. Circa 3000 falsi braccianti, infatti, hanno percepito indebitamente indennità non spettanti.

L’operazione, denominata “Ghost Worker”, ha permesso di smascherare una truffa concretizzata attraverso la costituzione ad hoc di aziende agricole nella zona di Corigliano Calabro, Rossano, di Cassano allo Ionio e comuni limitrofi con centinaia di lavoratori dipendenti che, in realtà, lavoravano solo sulla “carta” presso terreni di ignari o, addirittura, inesistenti committenti.

L’organizzazione criminale, in effetti, ha dapprima artatamente costituito “sulla carta” aziende agricole che erogano servizi in agricoltura a committenti proprietari di terreni destinati alla coltivazione e, successivamente, predisposto scritture private attestanti false prestazioni di lavoro agricolo.

I falsi lavoratori agricoli, per poter godere dei diritti derivanti dallo status di dipendenti a tempo determinato nel settore agricolo, hanno provveduto a versare, nelle mani
dei componenti il sodalizio criminale, somme di denaro variabili in relazione al numero di giornate attestate, mettendo in piedi un vero e proprio “mercato” delle giornate in agricoltura, dove tutti guadagnavano a spese dello Stato che erogava, a persone che non ne avevano diritto, milioni di euro di indennità.