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Nuovo avviso di garanzia per Mimmo Lucano, truffa e falso ideologico le accuse

LOCRI (RC) – Ancora guai per Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace che ieri è stato rinviato a giudizio dal Gup di Locri nell’ambito dell’operazione dello scorso 2 ottobre.

«Il pm di Locri Ezio Arcadi- scrive l’Agi – ha inviato – – come riporta il sito http://www.cn24tv.it/, –  il 10 aprile un avviso di conclusione delle indagini preliminari a 10 indagati, tra cui Lucano. Nove i capi d’accusa, tutti per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche».

«Lucano è indagato a vario titolo in concorso perché, nella qualità di sindaco e in alcuni casi, al contempo, di responsabile dell’unità operativa ufficio amministrativo del Comune di Riace, avrebbe indotto in errore il ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria, predisponendo una falsa attestazione in cui veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti esistenti nel territorio del Comune di Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico sanitarie».

“Patenti facili”, truffa e falso, blitz anche a Cosenza

ROMA – Sono 15 le persone arrestate stamane dalla squadra mobile di Roma nell’ambito dell’operazione Patenti Facili che ha sgominato una vera e propria associazione a delinquere volta alla truffa, al falso e al riciclaggio di marche da bollo.  Gli arresti eseguiti nella capitale hanno interessato anche le città di Cosenza e Salerno.

Secondo le indagini la banda di truffatori vendeva patenti anche ad un costo di 2000 euro. Nel corso del blitz sono state eseguite numerose perquisizioni anche in alcune autoscuole e sono stati sequestrati documenti e vari dispositivi mobili

Le misure cautelari sono state emesse dal Gip di Roma su richiesta della Procura della Repubblica.

 

Scoperta falsa invalida, faceva l’insegnante e l’imprenditrice

CASTROVILLARI (CS)  La Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari all’esito di specifica attività investigativa, ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo fino a concorrenza di 181.000 €, nei confronti di una donna, F.C. di anni 47, residente in Rossano (CS).

Tramite la costante attività di controllo economico del territorio, infatti, nello scorso mese di novembre, i militari delle Fiamme Gialle hanno individuato e segnalato alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Dr. Eugenio Facciolla, una donna, giudicata dall’ASL di Rossano invalida al 100% e percipiente indennità di accompagnamento in quanto incapace di compiere gli atti quotidiani della vita, che svolgeva, di contro, in maniera disinvolta e completamente autonoma.

I militari, infatti, avevano approfondito gli elementi acquisiti in prima analisi tramite numerosi e mirati servizi di appostamento e pedinamento, documentando quanto osservato con riprese video e foto. Nel corso delle osservazioni gli stessi hanno constatato, tra l’altro, che la “falsa invalida”, con cadenza quotidiana, ponendosi alla guida della propria autovettura, risultata priva di qualsiasi dispositivo di assistenza, e con dimestichezza, si recava in Cosenza dove era titolare di un’agenzia di finanziamento e prestiti a privati. La donna, successivamente, terminata tale attività lavorativa, faceva rientro in Rossano dove non esitava a svolgere i servizi necessari per il buon andamento familiare. In pratica, a differenza di quanto emergeva dagli esami medici in possesso dell’I.N.P.S., la donna svolgeva le ordinarie attività, anche quelle famigliari di cura della propria prole, in assoluta autonomia, senza manifestare alcuna difficoltà nel deambulare e nel guidare e senza avvalersi di alcuno strumento di ausilio. A seguito della informativa redatta dalla polizia giudiziaria, venivano disposte ulteriori attività investigative da parte del Pubblico Ministero della Procura dott.ssa Angela Continisio.

In particolare, sono stati sentiti in atti i medici che avevano effettuato le visite di revisione nel corso del tempo i quali, dopo aver visionato le riprese video e le foto scattate dai militari, hanno rilevato una condizione medica nettamente migliore rispetto a quella riscontrata nel corso delle visite periodiche. Si è proceduto ad analizzare, da ultimo, i conti correnti della donna rilevando che, oltre alle erogazioni dell’I.N.P.S., la stessa percepiva lo stipendio per l’attività di insegnante in una scuola di Canosa di Puglia (BA), impiego pubblico di fatto, da settembre 2008, mai svolto grazie alle prescrizioni mediche ottenute tramite la condotta fraudolenta.

All’esito dell’attività complessivamente svolta, pertanto, accogliendo le richieste della Procura di Castrovillari, il G.I.P. del Tribunale, dott. Luca Colitta ha emesso specifico provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca delle somme di denaro nella disponibilità dell’indagata, e in caso di incapienza, dei beni immobili della donna, ritenuti profitto della condotta delittuosa di truffa aggravata ai danni dell’I.N.P.S., delitto per il quale è prevista la reclusione da uno a cinque anni.

Viveva in Argentina ma percepiva la pensione italiana, denunciato

VIBO VALENTIA – Ha percepito indebitamente dal 2015 al 2019 un assegno sociale dell’Inps per complessivi 30 mila euro, pur risiedendo stabilmente in Argentina.

Un anziano di origini calabresi è stato denunciato dalla Guardia di finanza di Tropea con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Dalle indagini svolte dai finanzieri, infatti, è emerso che l’uomo beneficiario della misura assistenziale, lungi dall’essere effettivamente residente nel territorio nazionale, aveva fatto ritorno nel Vibonese, sua terra d’origine, solo sporadicamente, permanendo per brevi periodi di tempo e che, quindi, non era in possesso dei requisiti previsti dalla legge per l’ottenimento del beneficio.
L’Istituto nazionale per la previdenza sociale, contestualmente alla scoperta della truffa, ha avviato le procedure per il recupero, a proprio favore, delle somme indebitamente percepite.

Fonte Ansa – immagini di repertorio 

Medico assenteista, delegava la segretaria, denunce nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Si assentava dal suo studio medico delegando alla segretaria, priva dei titoli, la prescrizioni di farmaci, esami e certificati. Lo hanno scoperto i finanzieri del Nucleo mobile di Lamezia Terme, che hanno denunciato sette persone per una presunta truffa all’Azienda sanitaria e all’Inps.
Indagando sulle assenze del medico i finanzieri, coordinati dalla Procura di Lamezia Terme, hanno scoperto che questi garantiva la propria presenza in studio solo un’ora al giorno.

Da alcune intercettazioni è emerso che, in sua assenza, i pazienti venivano ricevuti dalla sua collaboratrice la quale, con l’assenso del medico, rilasciava i documenti falsificandone la firma. Nella vicenda sono coinvolti anche due medici ospedalieri, un insegnante e due dipendenti di un call center che, stando alla ricostruzione, avrebbero ottenuto false certificazioni attestanti una malattia inesistente per assentarsi dal lavoro. I reati contestati sono anche quelli di esercizio abusivo della professione e falso.

Fonte Ansa

Furbetti del cartellino, scoperti e indagati una ventina di dipendenti pubblici

VIBO VALENTIA – Assenteismo, truffa aggravata, false attestazioni di prestazioni lavorative. Sono questi i reati contestati ad una ventina di dipendenti pubblici in servizio presso l’Asp di Vibo Valentia, in particolare presso il distretto sanitario di Serra San Bruno, che risultano adesso indagati.

Venti tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno sono stati denunciati dai carabinieri per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. L’attività investigativa che ne è seguita ha permesso di portare alla luce una serie di condotte similari anche da parte di altri dipendenti tra medici, infermieri e altro personale. In un caso è stata registrata anche un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.

Gli avvisi ai dipendenti sono stati notificati dai carabinieri. Gli investigatori hanno esaminato un periodo di tempo di quattro mesi tra gennaio e aprile 2018.

 

 

Contributi all’agricoltura finiti nelle mani della ‘ndrangheta

REGGIO CALABRIA – Operazione del Comando carabinieri per la Tutela agroalimentare, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di otto persone. L’accusa nei loro confronti è di associazione per delinquere e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravate dalla finalità di agevolare le consorterie mafiose.

I carabinieri hanno accertato che nel periodo 2010-2018 alcuni indagati, appartenenti o contigui a cosche della ‘ndrangheta reggina, hanno beneficiato di contributi economici erogati dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura della Regione Calabria, per un ammontare di alcune centinaia di migliaia di euro, attestando falsamente lo svolgimento di attività imprenditoriali e il possesso dei requisiti soggettivi previsti dalla normativa vigente.

Fonte Ansa

Incassava soldi non dovuti dopo la morte della moglie, nei guai dipendente Asp

REGGIO CALABRIA – Avrebbe incassato delle somme non dovute a seguito della morte della moglie avvenuta dal 2013. Una mossa resa possibile grazie al suo incarico di responsabile dell’ufficio liquidazione dell’Asp di Reggio Calabria. Somme non dovute – soprattutto dopo il decesso della consorte- incassate dal 2011 e fino al 2016.

L’operazione è stata scoperta dagli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che, coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno indagato sul dipendente dell’ente.

L’indagine ha portato alla disanima di tutta la documentazione bancaria riconducibile all’uomo, dalla quale è emersa la sua “infedeltà” nei riguardi dell’Asp reggina e ha portato alla conseguente accusa di truffa ai danni dello Stato. All’uomo è stato sequestrato un patrimonio di oltre 200 mila euro, tra conti correnti, fondo pensioni e autovettura.

 

 

 

 

 

Frode e truffa ai danni di Inps e Arcea, coinvolti professionisti e imprenditori

CROTONE – Undici persone tra imprenditori, commercialisti e impiegati di centri di assistenza fiscale sono risultate destinatarie a Crotone di un’ordinanza di misura cautelare nell’ambito dell’operazione denominata ‘Vaso di Pandora’ eseguita dalla Guardia di finanza di Crotone per una serie di truffe nei confronti di Inps ed Arcea.

Nove sono le persone arrestate: cinque in carcere e quattro ai domiciliari. Per le altre due è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’ordinanza, eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, è stata emessa dal gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, in accoglimento delle richieste della Procura della Repubblica di Crotone. L’indagine, condotta dal procuratore Giuseppe Capoccia e dal sostituto Alfredo Manca, coinvolge complessivamente 42 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Falsifica il testamento per conseguire l’eredità, sequestrati 130 mila euro

CASTROVILLARI(CS) –  I Finanzieri della Guardia di Finanza di Castrovillari hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente, per un importo di circa 130.000 euro, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di P.S., di anni 40 circa, accusato di falso, tentata truffa ed utilizzo illecito di carte di credito, per essersi appropriato illecitamente di un patrimonio ereditario a lui non spettante.

Il sequestro è stato posto in essere dalle Fiamme Gialle su delega della Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Dr. Eugenio Facciolla, e coordinata, per le specifiche indagini, dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Antonino Iannotta. L’indagine ha avuto origine dalla denuncia presentata dall’unica erede del defunto, la quale, rappresentava agli organi di polizia che, all’indomani del decesso del proprio fratello, una terza persona a lei conosciuta – tale P.S., di anni 42 – si era appropriata di taluni libretti e buoni postali contenuti in un borsone appartenuto al de cuius, negandole, di fatto, la disponibilità degli stessi. Dai successivi accertamenti patrimoniali svolti dalle Fiamme Gialle castrovillaresi si confermavano le circostanze denunciate ed emergeva inoltre, che il truffatore aveva indebitamente prelevato denaro contante con un bancomat appartenuto alla persona deceduta. Infine, mediante la presentazione di un testamento recante la falsa firma del soggetto defunto, si era recato presso un notaio e l’Agenzia delle Entrate di Castrovillari per intestarsi, con una successione ereditaria, tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare dello scomparso ed in particolare conti correnti e buoni postali, un’autovettura, un immobile ed alcuni terreni tutti ubicati nel Comune di Civita.

Il reo è stato denunciato per tentata truffa, falsità materiale commessa dal privato, falsità in testamento olografo, cambiale o titoli di credito, nonché utilizzo illecito degli strumenti di pagamento. Con l’esecuzione del provvedimento odierno, pertanto, sono stati sottoposti a sequestro e consegnati all’erede legittimo, tutti i beni facenti parte dell’asse ereditario, indebitamente sottratti dal truffatore. L’attività svolta evidenzia, ancora una volta, l’attenzione profusa da questo Ufficio Giudiziario e dalla Guardia di Finanza a contrasto di ogni forma di illecito di natura economico-finanziaria che possa procurare, a chi li subisce, ingenti danni patrimoniali, a vantaggio, invece, dei truffatori che utilizzano ogni forma di artifizio o raggiro per arricchirsi fraudolentemente.