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Truffa con la simulazione di acquisti. Indagate quattro persone

POLISTENA (RC) – Beni mobili ed immobili per 150 mila euro sono stati sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Taurianova a quattro persone A.R., di 36 anni, D.F (33), D.S. (46) e S.D. di 35 anni, indagati per appropriazione indebita, ricettazione e indebito utilizzo di carte di credito. I quattro, tre dei quali dipendenti per diverso tempo di una stazione di servizio di Polistena avrebbero attuato un sistema di pagamenti fraudolenti per appropriarsi di circa 200 mila euro. In particolare la truffa sarebbe stata realizzata attraverso 240 transazioni fittizie utilizzando carte di credito “multicard” intestate alla società per la quale lavorava un complice simulando l’acquisto di carburanti, lubrificanti e altri prodotti. I documenti contabili giornalieri delle società venivano falsati modificando voci di spesa e incasso e nascondendo i contanti. Così si facevano risultare solo le transazioni con la “multicard”. Sequestrate 5 auto, 2 immobili, un terreno e rapporti finanziari.

Falso e truffa aggravata, rinviati a giudizio ex consiglieri comunali

CROTONE – Quattordici ex consiglieri comunali di Crotone, in carica dal 2012 al 2017, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Crotone con le accuse, a vario titolo, di falso e truffa aggravata ai danni del Comune.

Gli ex consiglieri, secondo l’accusa, avrebbero attestato falsamente la partecipazione a commissioni permanenti percependo indebitamente i gettoni di presenza durante giornate in cui in realtà risultavano al lavoro o per lavori di commissioni interrotte ma ugualmente retribuite.

Il 24 ottobre compariranno davanti al Tribunale Michele Marseglia, Pantaleone Megna, Teresa Cortese, Manuela Cimino, Sergio Contarino, Mario Scarriglia, Sergio Iritale, Fabio Lucente, Nino Corigliano, Michela Cortese, Giancarlo Devona, Claudia Scarriglia, Fabrizio Meo e Salvatore Frisenda. Il gup ha disposto il non luogo a procedere per Domenico Panucci, Ferruccio Colosimo, Fabio Antonio Trocino, Giuseppe Candigliota, Vincenzo Camposano, Enrico Pedace, Gaetano Sorrentino e Michele Ambrosio, anch’essi ex consiglieri.

Fonte Ansa

Truffa ai danni dell’Inps, maxi operazione tra Calabria e Lazio

GIOIA TAURO (RC) – Un’operazione condotta dal Gruppo di Gioia Tauro della Guardia di finanza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito di scoprire una presunta truffa all’Inps, con l’arresto di 11 persone e sequestri di beni su tutto il territorio nazionale.

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Ghimpu”, condotta con l’ausilio di personale del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma e di altri Reparti dipendenti dal Comando provinciale di Reggio Calabria, è stata disposta la detenzione in carcere per gli 11 arrestati, residenti a Gioia Tauro, Palmi, Reggio Calabria ed a Roma, e l’esecuzione di un sequestro preventivo di beni a carico di 152 persone.

Tutte le persone coinvolte nell’operazione sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, reato commesso ai danni dell’Inps.

In congedo per assistere i familiari, partecipavano a spettacoli ed eventi tv

CASTROVILLARI (CS) – I militari della Compagnia di Sibari della Guardia di Finanza, al termine di un’attività di indagine delegata da questa Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, hanno accertato come due dipendenti di un Ente pubblico, attraverso sistematici raggiri, abbiano fruito dei permessi e congedi retribuiti per assistenza a persone disabili  (Legge 104/92 e del D.Lgs. 151/01), utilizzandoli, in realtà, per adempiere a delle incombenze private e familiari.
Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Dott. Antonino IANNOTTA, sono state dirette a verificare il reale utilizzo dei giorni di assenza dal lavoro retribuiti di due
dipendenti pubblici che, per fruire dei benefici di legge, avevano appositamente e
fittiziamente variato il proprio indirizzo di residenza presso le abitazioni dei congiunti disabili bisognosi di assistenza. In particolare, le Fiamme Gialle attraverso servizi di appostamento e pedinamento arricchiti da riprese video-fotografiche e dal riscontro del traffico telefonico, hanno accertato un utilizzo illegale dei c.d. congedi e permessi retribuiti ovvero l’abuso dei citati benefici, non utilizzati per prestare assistenza ai parenti disabili ma per adempiere a incombenze private, anche fuori Regione, nonché per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi.

È stato infatti constatato come gli indagati abbiano truffato l’Ente ove prestano
servizio, grazie a un cambio di residenza ad hoc e alle false dichiarazioni nelle quali
hanno fittiziamente attestato di convivere e prestare assistenza in via continuativa ed
esclusiva ai rispettivi parenti disabili.
Con tali comportamenti, i dipendenti hanno leso sia l’Ente pubblico di appartenenza, che ha dovuto fronteggiare l’assenza dei propri lavoratori, che l’I.N.P.S., chiamata a rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro.
Grazie ai successivi approfondimenti documentali, allargati al trienno 2017-2019, sono stati calcolati i giorni di effettiva assenza ingiustificata (tra permessi e congedi retribuiti) e l’ammontare della retribuzione percepita indebitamente.

In particolare, gli indagati si sono assentati per 117 giorni di permessi retribuiti e 169
giorni di congedi retribuiti, per un complessivo importo indebitamente percepito di circa 23.000 euro a titolo di retribuzione. All’esito delle indagini complessivamente svolte, i Finanzieri hanno segnalato a questa Procura della Repubblica, per i reati di falsità materiale (art. 482 C.P.) e truffa ai danni dello Stato (art. 640, 2 comma, C.P.), i due dipendenti pubblici che ora rischiano, oltre alla restituzione dell’indebito percepito e il procedimento disciplinare da parte dell’Ente di appartenenza, la pena della reclusione da 1 a 6 anni e della multa sino a 1549 euro. L’attività svolta evidenzia il costante impegno della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Castrovillari e della Guardia di Finanza, attraverso i compiti di polizia
economico-finanziaria, contro lo sperpero di denaro pubblico, a tutela dei bisognosi e delle fasce più deboli della collettività.

Peculato, abuso di ufficio e truffa, sospesa dirigente medico

REGGIO CALABRIA – Il Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di finanza ha eseguito un provvedimento emesso dal Gip con il quale è stata disposta la sospensione di un dirigente medico in servizio nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale cittadino.

Al dirigente, di cui sono state rese note soltanto le iniziali, F.S., di 60 anni, sono stati sequestrati inoltre 165 mila euro quale profitto dei reati di peculato, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato, reati commessi in violazione del regime di “intramoenia allargata”.

Secondo l’accusa, il dirigente avrebbe violato in diversi casi il rapporto di esclusività con l’ospedale, trattenendo per sé somme destinate all’Azienda, ed avrebbe anche attestato falsamente la sua presenza in servizio, mediante la timbratura del “badge”, mentre risultava impegnato in realtà nell’esercizio della sua attività privata.
L’inchiesta a carico di F.S. è stata condotta dal pm della Procura di Reggio Calabria Sara Amerio.

Fonte e Foto Ansa

Truffa all’Inps, 197 denunce per falsi braccianti agricoli

CASTROVILLARI (Cs) – Un truffa ai danni dell’Inps per circa 830 mila euro, è stata scoperta dai finanzieri della Compagnia di Castrovillari, coordinati dalla Procura guidata da Eugenio Facciolla, che hanno denunciato 195 falsi braccianti agricoli e i due titolari di un’azienda.

L’impresa presentava all’Ente previdenziale denunce aziendali e trimestrali dove indicava la fittizia conduzione di terreni agricoli, nonché l’attestazione di impiego di operai, mai avvenuto, per consentire l’indebita riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Antonino Iannotta e svolte con la collaborazione degli uffici Inps di Cosenza e Castrovillari, i finanzieri hanno accertato che il proprietario dei terreni non aveva concesso in fitto ai titolari dell’azienda agricola i fondi per le coltivazioni.

Sono emerse 25 mila giornate lavorative mai effettuate.

I titolari dell’impresa e i falsi braccianti sono stati denunciati per falso e truffa ai danni dello Stato.

Incassavano la pensione di congiunti morti, maxi truffa all’Inps

CATANZARO – Riscuotevano indebitamente da molti anni la pensione, rispettivamente della madre e della suocera entrambe decedute, e uno di loro aveva anche presentato domanda per la percezione del reddito di cittadinanza ottenendo un ammontare complessivo di oltre 1.300 euro mensili.

Due persone sono state denunciate per truffa ai danni dell’Inps dal Nucleo Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di finanza di Catanzaro che, su delega della Procura, ha sequestrato loro denaro, beni e attività finanziarie per 184 mila euro.

In tutti e due i casi, i responsabili della truffa avevano omesso di comunicare la morte il primo della madre deceduta nel 2005 continuando a prelevare ogni mese le relative somme dal libretto postale di cui era cointestatario e arrivando a incassare indebitamente circa 84 mila euro e il secondo della suocera morta nel 1998 arrivando a riscuotere fraudolentemente, dopo averne certificato l’esistenza in vita, per oltre 20 anni, oltre 100 mila euro di erogazioni pensionistiche.

Fonte Ansa

Maxi truffa all’Inps, incassavano le pensioni di parenti morti

REGGIO CALABRIA – Hanno incassato la pensione di parenti morti causando un danno all’Inps da 500 mila euro. Una circostanza resa possibile dalla mancata segnalazione dei decessi agli uffici competenti.

La truffa è stata scoperta dai finanzieri del Gruppo di Locri che a conclusione dell’indagine, denominata “vita eterna”, hanno denunciato 15 persone che hanno percepito il denaro e segnalato alla Corte dei conti 19 pubblici ufficiali, tra dipendenti comunali e medici necroscopi, che hanno omesso la comunicazione dei decessi.

Il prelievo del denaro avveniva tramite carte bancomat intestate al deceduto ed utilizzate fino alla loro naturale validità. Sono stati accertati 17 casi di persone decedute, alcuni nel 2011, 2013 e 2014 e, per 9 di loro l’Inps stava ancora continuando a pagare la pensione non essendo a conoscenza della morte. In un caso, i finanzieri hanno addirittura scoperto come un parente di una persona deceduta nel 2014 sia riuscito a prelevare quasi 100 mila euro.

Fonte Ansa

Truffa e peculato, arrestato direttore ufficio postale

DECOLLATURA (CZ) – Il direttore dell’ufficio postale di Decollatura (Catanzaro), Riccardo Cristiano, di 41 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari dagli uomini della Guardia di finanza e della Polizia di Stato di Lamezia Terme con l’accusa di truffa e peculato.

L’arresto è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Lamezia Terme su richiesta della Procura lametina.

L’indagine ha consentito di accertare l’esistenza di un complesso sistema fraudolento che ha permesso al direttore dell’ufficio postale di appropriarsi di somme di denaro da più clienti per un totale di 132 mila euro. Secondo quanto emerso l’uomo avrebbe agito approfittandosi della buona fede dei clienti e riuscendo a conquistarne la fiducia al punto da poter disporre varie operazioni sui loro conti correnti e prodotti di investimento.

Gli elementi a carico di Cristiano, nei confronti del quale è scattato anche un provvedimento di sequestro, sono stati raccolti con accertamenti e intercettazioni telefoniche.

Immagine di repertorio

Scoperti falsi braccianti, truffa allo Stato di 5 milioni di euro

LOCRI (RC) – I finanzieri del Gruppo di Locri, coordinati dalla Procura, in collaborazione con l’Ufficio vigilanza ispettiva dell’Inps di Reggio Calabria, hanno scoperto una truffa ai danni dell’Istituto, perpetrata da 31 aziende agricole operanti nella Locride negli anni dal 2012 al 2018 con l’assunzione fittizia di oltre 1.000 dipendenti con un danno alle casse dello Stato di 5 milioni.

Le imprese presentavano all’Inps falsi contratti di affitto e/o comodato di terreni riconducibili anche a soggetti ignari, oltre a fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai per consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità.

I rappresentanti legali delle imprese sono stati denunciati per truffa aggravata e falsità ideologica mentre i 1.000 falsi braccianti, alcuni dei quali in passato denunciati per associazione mafiosa, sono stati denunciati per truffa aggravata in concorso con il fittizio datore di lavoro.