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Tra colori,tessuti e perline: i gioielli de “La Perlineria Accessories”

La Perlineria nasce casualmente ,da un progetto precario, come spesso succede in questi casi e da coincidenze fortuite”. A parlare è Valentina Cavallucci, designer e artefice del brand La Perlineria Accessories, ideatrice di gioielli e accessori handmade, che si è lasciata intervistare in esclusiva da 8@30.

Il suo  mondo di perline e pietre, costruiti e rifiniti interamente a mano, mixati a tessuti d’abbigliamento quotidiano, attrae e affascina ogni giorni milioni di seguaci. La sua storia inizia per caso e per gioco, quando ancora di professione non era designer di gioielli bensì fashion stylist freelance e il suo obiettivo era realizzare outfit. Un giorno, in cerca dell’accessorio perfetto, ha dato vita, quasi per caso, al suo primo monile che, dal primo istante è stato accolto con grande entusiasmo da quanti ne apprezzano originalità e design.

Da quel momento, Valentina non si è più fermata. Ha registrato il suo marchio, aperto una sede amministrativa a Terni e predisposto l’ ormai imminente apertura di uno showroom. E’ grata a tutti i followers che contribuiscono ogni giorno al suo successo ma sogna di aprire quanti più punti vendita possibile in italia e all’estero perché è consapevole che “toccare un gioiello e provarlo indosso” non equivale a vederlo in foto. Noi abbiamo provato a storcerle qualche segreto “prezioso” e lei ci ha risposto così:

Materiali preziosi, anche unici. Se ti chiedessi quanto costa un gioiello La Perlineria e qual è il suo valore aggiunto?

Ciò che rende prezioso un gioiello del mio brand non è solo il materiale o la lavorazione, ma il “mood” che si cela dietro ogni creazione. Ogni oggetto per me rappresenta ed esprime qualcosa e il mio obiettivo è che venga fuori, fin nei minimi dettagli. E’ per questo motivo che tendo a curarne ogni dettaglio, idea, packaging e quant’altro. Rispetto ai prezzi, dipende. Da 35 euro ad 80 gli orecchini, fino a 150 euro per borse e colletti.

Entriamo nel vivo e parliamo dell’ultima collezione, “Tweed and the city”.A cosa si ispira e come viene realizzata?

Vista l’evidente concorrenza sul mercato ,già dalla precedente collezione avevamo l’idea di proporre qualcosa di nuovo ed inaspettato: inserire e miscelare materiali diversi ,che non fossero solo le perline,gli swarovsky, le pietre ed i cristalli e che funzionassero tra di loro. La cosa nasce da una volontà di differenziazione ma anche da un bisogno di rinnovamento, a mio parere fondamentale nel commercio. Perciò, mi sono recata in un bel negozio di tessuti edho acquistato tutti quelli che più mi colpivano senza pensare ad un futuro utilizzo.E’ così  mi sono trovata seduta ad un tavolo dove regnava un caos assoluto di stoffe diverse che non sapevo assolutamente come assemblare.Tra questi vi era un bellissimo tweed (uno dei miei tessuti invernali preferiti ) che all’inizio mi ha creato qualche difficoltà, poi, ragionando in ottica giovanile, ho provato a dargli un tocco più glamour, fresco, adatto a più fasce d’età e che allo stesso tempo abbracciasse diversi correnti stilistiche vicine al mio gusto e alle tendenze del momento, come il boho chic, rintracciabile nei colori e nelle sfrangiature.

Se un vostro cliente vi richiedesse qualcosa di specifico, non ispirato ad una linea già in essere o comunque già elaborata, con delle caratteristiche e dei materiali personali, voi potreste realizzarlo? In linea di massima, realizzate gioielli su richiesta?

In linea di massima tendiamo a produrre soprattutto le collezioni già in essere ,essendo comunque molteplici e variegate,ma nel caso ci fosse il desiderio di un oggetto su misura ,siamo ben disposti ad accogliere ove possibile le richieste del cliente. Ci capita spesso infatti di realizzare oggetti unici e su misura soprattutto per eventi importanti e cerimonie o molto semplicemente se si vuole qualcosa di unico e personalizzato ,che le grandi produzioni industriali difficilmente offrono ad un prezzo contenuto.

Tra le vostre clienti anche personaggi del mondo dello spettacolo. Secondo voi qual è il segreto, di questi tempi, perché le richieste aumentino e non diminuiscano?

E’ difficile prevedere le richiedeste del mercato ,soprattutto in un momento storico così delicato.  La pubblicità e la testimonial giusta sono garanzia di vendita e di espansione del marchio a livello di fama.Allo stesso modo avere clienti nel mondo dello spettacolo favorisce
riflettori gratuiti nonché apporta al prodotto un certo prestigio ,quindi non posso che esserne onorata.

Ciò detto, un ultima domanda: quali sono i vostri immediati progetti e soprattutto le vostre proposte per l’inverno 2015?

Il progetto è quello di espandersi sempre di più, in Italia e magari anche all’estero. In merito alle proposte, posso dire che cerchiamo di andare ben oltre le tendenze di stagione, per cui privilegiamo ogni tipo di nuances. Non mancano inoltre abbinamenti di colori più audaci ed inaspettati (che personalmente amo molto),adattati alla stagione che stiamo affrontando .Di sicuro una novità di questa collezione invernale sono le borse e gli zainetti,un po’ una sfida per noi ,ma con dei tessuti così belli era inevitabile non cimentarsi in questa impresa.Come per il resto degli accessori ,anche le borse nascono da un mio progetto cartaceo che poi si concretizza grazie alle mani sapienti dei miei collaboratori.Per la nuova stagione estiva invece aspettatevi tante altre novità. Per ora tutte rigorosamente top secret.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

New Style inaugura un nuovo anno accademico tra glorie e nuovi traguardi

Nel giorno dell’inaugurazione del nuovo anno accademico per l’Accademia di Moda New Style,le ventidue diplomate che hanno terminato il ciclo di studi hanno ritirato il loro attestato dopo anni di formazione e lavoro sul campo. A presiedere la cerimonia l’avvocato Giudiceandrea, in qualità di assessore al lavoro e alla formazione della Provincia di Cosenza, che ha tenuto un discorso sul valore dell’artigianato e le opportunità di vivere e lavorare anche al sud grazie al proprio ingegno e alle proprie  capacità, poiché le realtà che funzionano, le uniche capaci di mettere in atto un circolo virtuoso anche in un territorio come quello calabrese, in fondo, sono quelle che si legano alla creatività e all’ artigianato. Una predisposizione e una buona formazione coltivano il talento. A presenziare l’evento, la direttrice Franca Trozzo e alcuni docenti.

La strada per le allieve della New Style, che fa della moda e dei mestieri ad essa connessi un’arte, una passione e un lavoro, è stata costellata di grandi esperienze e belle realizzazioni professionali. Tra i successi non si può non citare Francesca Prostamo che ha fatto brillare la Calabria tutta, vincendo a Firenze uno stage, in questi mesi in corso, presso la Maison Cavalli. Prima di lei Francesca Fiorino dal banco di lavoro della New Style era arrivata da Valentino o, ancora, Martina Laura Anastasi che ha portato il suo talento a La Perla. Come non citare Marco Taranto con il suo percorso alla Tilù Pret a Couture e la partecipazione, sfociata poi in vittoria, al programma televisivo Project Runway andato in onda la scorsa stagione su FoxLife.

“Gli impegni e le possibilità di misurarsi con il mondo del lavoro non mancano, afferma soddisfatta la direttrice, ben quattordici ragazzi sono stati selezionati per il concorso Fashion Smac di Salerno; a breve i nostri costumi saranno nuovamente al teatro con La Bella e la Bestia e varie partecipazioni di cui aspettiamo i risultati e su cui ancora non vogliamo svelare nulla”.

 

Renzi a Cosenza, la città che grida alla RIVOLUZIONE

COSENZA-Esiste una fetta d’Italia che vive di silenzio. Ne esiste un’altra che non perde occasione per gridare la sua rabbia. Ore 18.30, Renzi arriva a sostegno di Mario Oliverio, candidato alle elezioni regionali, e futuro (dicono) presidente della Regione. Tutta la città sembra esserne certa. Tutta quella accorsa per ascoltare un Presidente del Consiglio che, con il suo solito carisma intellettuale, arriva in Calabria per parlare di leggi, di problemi, di difficoltà e di buoni propositi. Chi lo ascolta, la Cosenza che vive “bene”, ne è quasi incantata ed entusiasta. Chi lo aspetta, fuori dall’auditorium, è un’altra parte di Cosenza, che vive nei centri sociali, che non ha un posto dove stare, che è disoccupata, che combatte contro il disagio “vero” della povertà e della delinquenza.Quella folla non smette di urlare, di assaltare, di distruggere. Quella folla che sembra volere a tutti i costi  la rivoluzione e che si batte perché lui, Matteo Renzi, lasci la città nel più breve tempo possibile e nelle condizioni peggiori. Quella degli studenti, dei precari, degli immigrati, dei disoccupati, che nelle risposte di Renzi non trova che insulti, offese e un grande menefreghismo. Quella folla, radunata per le vie del centro storico, che ha convinto le forze dell’ordine a spostare il comizio all’interno per paure di ripercussioni. Quella folla che si dichiara miscredente e non  disposta a farsi “abbindolare”. Quella stessa folla che tenta di assaltare il cordone di sicurezza dell’auditorium dove si trova il premier.

“Combattono contro Renzi, contro Alfano, contro chiunque sia responsabile della crisi capitalista che con il Piano Casa, lo jobs Act e la Buona scuola sembra aver cancellato il diritto alla vita”. Quella folla è già pronta a ribellarsi tanto da non voler nemmeno ascoltare. Una storia già annunciata, un disordine già previsto. La polizia tenta di bloccare il tafferuglio, i manifestanti rispondono con i fumogeni. Di tutto questo, un ferito, di soli vent’anni, e qualche contuso tra polizia.

 

ph: laprovinciadiCosenza.it

 

Lia Giannini

Tutto Sposi Expo 2014: sorprese e novità per il “wedding day”.

Prende il via oggi la nuova Edizione, completamente rinnovata, della Fiera dedicata al matrimonio più celebre della Calabria. Un doppio week end di appuntamenti consentirà a tutti coloro in procinto di sposarsi di catturare consigli, idee, suggerimenti e spunti per il loro “giorno perfetto”.

Ad allietare ulteriormente le giornate, ospiti importanti, sfilate e concorsi che fanno dell’ evento Tutto Sposi un’eccellenza. La fiera, che inaugura oggi alle 17.30 con la partecipazione di Alessandra Rinaudo, resterà aperta 22-23-29-30/11 dalle 10 alle 21. L’ingresso prevede un entry ticket di 2.50 euro acquistabile direttamente in fiera. Per la giornata di inaugurazione l’ingresso è libero.Per maggiori informazioni si invita a visitare il sito ufficiale http://www.tuttosposi.net/ e a seguire la pagina Facebook Tutto Sposi Expo.

 

Lia Giannini

Mai più ” Privata”: Cosenza dice Stop al femminicidio

Non so come raccontarvi questa storia. Potrei farlo da diversi punti di vista ma forse rischierei di sprofondare in un mare di banalità e di stereotipi dei quali questo argomento proprio non ha bisogno. Così ho deciso che proverò a raccontarvi cosa si prova, da giovane donna, a trascorrere un intero sabato pomeriggio a parlare di femminicidio. Ad ascoltare le strazianti storie di chi il dolora lo porta scritto in volto e nell’animo, di chi la rabbia ce l’ha incastrata dietro il coraggio. Vi racconto di PRIVATA , la mostra  itinerante aperta l’8 marzo ad Ancona, approdata lo scorso sabato a Cosenza e visibile al pubblico fino al 7 dicembre, presso l’Archivio di Stato, nel complesso monumentale di S. Francesco di Paola. Se qualcuno sta pensando a volti di donne martoriate o a chissà quale amena opera d’arte può smettere di farlo. Privata non urla, sussurra. E come spesso accade quando qualcuno ti sussurra in un orecchio, scuote brividi da pelle d’oca.  Vi racconto una mostra ma soprattutto un convegno. Che parla di donne sì, ma soprattutto di colpe. Che scuote le coscienze ma più di ogni altra cosa le anime.

PRIVATA è  la storia di Roberta Lanzino, morta il 26 luglio del 1988, dopo una violenza sessuale. E’ la storia di Fabiana Luzzi, 16 anni, uccisa e bruciata viva dal fidanzato. E’ la storia di Lea Garofalo, testimone di giustizia condannata a morte dalla mafia e dallo Stato, silente alle sue urla disperate. E’ la storia di Fernanda Scorzo, uccisa banalmente sotto gli occhi attoniti del figlio piccolo. E’ la storia di Maria Rosaria Sessa, giornalista dalle belle speranze, morta per mano brutale di un principe azzurro che di azzurro non aveva proprio nulla. E’ la storia di Anna Morrone, uccisa dal marito possessivo dopo anni di maltrattamenti e soprusi. E’ la storia di tutte quelle donne e di tante altre che lottano ogni giorno con la rabbia, il senso di colpa, la disperazione e la paura. E’ la storia di tutte quelle donne che hanno provato a cambiare il loro destino, pagando il prezzo troppo alto della vita umana.

E’ la storia di queste donne e nel contempo di milioni di altre, testimoniate dai reperti esposti nella mostra, che dal 1704 al 1920 subirono torti per mano familiari e finirono con l’essere condannate a morte o al carcere. Donne private di una giustizia, perché la legge riconosceva al marito il diritto di uccidere la moglie. Donne trucidate, schiavizzate, stuprate, fatte prigioniere come Ipazia D’Alessandria, come Artemisia Gentileschi, Giovanna D’ Arco. Donne che il tempo e le generazioni hanno offeso, occultato e straziato. Donne che, come ci racconta la storia,  sin dalla notte dei tempi periscono per mano di uomini inferiori che qualcuno un giorno ha intriso di un potere assoluto che non meritavano di avere.

Di loro e del loro dolore parla PRIVATA. Attraverso foto, installazioni e video che interpretano in modo sommesso ma efficace il fenomeno aberrante del femminicidio, definibile come il tentativo, espresso in forma violenta sotto tutti i punti di vista, di annullare l’identità di una donna.

Su questo e sulle infinite cause che generano tali episodi si sono interrogati  a lungo, sabato, esperti del settore e giornalisti. Arcangelo Badolato, giornalista, Tamara Ferrari e Rosalba Baldino, giornaliste anche loro, De Pasquali, criminologo e Pasqualina Maria Trotta, direttrice dell’Archivio di Stato.

Su come viviamo in questa cultura del maschio, così profondamente sessista che toglie ad ogni donna il diritto di andare in giro liberamente dovendosi difendere solo per il fatto di possedere un corpo. Di come questo clima di apparente parità che il nostro Paese sembra aver raggiunto, si dissolva in una bolla di sapone quando ci si stupisce perché è una donna ad aver raggiunto il potere o ad aver semplicemente scelto un destino diverso da quello che la cultura gli impone. Di come sia altamente fastidioso, per tutte noi, combattere ogni istante con il pregiudizio e lo sguardo di chi si chiede quale sia il tuo grado di quoziente intellettivo e ti definisce donna “ con le palle”  se dimostri il tuo distacco dal mondo animale. Di come ascoltando le storie di chi combatte per quelle morti ingiuste mi venga in mente la cultura marcia di questo paese che pone il maschio ancora sotto una sfera di innata superiorità in realtà  assolutamente obsoleta.

Sulle donne, in particolare su quelle calabresi, troppo presto dimenticate, sul loro coraggio, il loro senso di colpa di fronte ad un sopruso subito, la loro maturità nel lasciare, sui loro impuniti assassini. I numeri, quelli che la statistica racconta, sono agghiaccianti:.2.200 donne uccise negli ultimi due anni, 177 in Italia secondo una media annuale, una ogni due giorni per mano di un familiare. Storie diverse, dall’epilogo uguale per tutti. Nel silenzio di quelle testimonianze, solo il rumore degli applausi e dei battiti del cuore. Nulla può PRIVATA di fronte al silenzio e all’ingiustizia dello Stato. Occorrono misure restrittive e precauzionali che limitino al massimo la libertà degli uomini nel fare delle donne ciò che preferiscono. Nulla di fatto può una mostra e un convegno se non il più grande degli effetti. Togliere la polvere da un fatto “ privato” ponendolo all’attenzione pubblica, perché smuova le coscienze e le sconvolga  affinchè “privata” , della dignità e della vita, non lo sia più alcuna donna.

 

Lia Giannini

GtheartofchangeG: l’arte di cambiare “trucco”

“Una bella donna è cento volte più attraente quando esce dal sonno che dopo una toeletta”, diceva Giacomo Casanova, noto seduttore del ‘700, andando a massacrare secoli di certezze  femminili. Eppure, nonostante la sua indubbia influenza, Casanova non ci riuscì. A minimizzare e disintegrare il potere che il make up esercita su una donna. Sarà per quel desiderio di sentirsi belle che ci rincorre da quando siamo nate o semplicemente per quella punta di egocentrismo e narcisismo tipicamente femminile che non ci abbandona mai, sta di fatto che noi donne non riusciamo proprio a rinunciare al desiderio di apparire perfette e di assomigliare più possibile alle star del mondo dello spettacolo. Lo sanno bene Giuseppe e Gianluca, meglio conosciuti come “gtheartofchangeg“, due professionisti che della bellezza ne hanno fatto un mestiere e che nelle prossime settimane delizieranno di lezioni e consigli tutte le affezionate lettrici di 8@30 style.

Loro sono due giovani napoletani, cresciuti con la passione per l’estetica e con il culto della donna, l’uno fotografo, l’altro make up artist e hairstylist con  vent’anni di esperienza sulle spalle. Giuseppe inizia a lavorare sin da piccolo nei negozi di hairstylist a Napoli, man mano che la sua competenza cresce, diventa un professionista  e decide di ampliare le sue conoscenze studiando make up fino a scoprire un talento nascosto. Gianluca, il più giovane tra i due, ama la fotografia. Affascinato dall’idea che la vita sia un insieme di istanti da catturare e memorizzare, desidera per ogni suo compleanno una macchina fotografica che gli consenta di completare il suo sogno. Della sua passione oggi ha fatto una professione, arrivando a collaborare con diversi marchi noti. Due personalità distinte, due vite diverse, un punto in comune: la volontà di valorizzare la bellezza femminile al di là degli stereotipi preconfezionati che ci impone il mondo dei media.

Oggi il loro è un duo di successo che in poco meno di un mese, sui principali social network, ha superato 10.000 followers. Sempre molto attenti al dettaglio e abili nel consigliare, in maniera estremamente semplice, i giusti “trucchi” per valorizzarsi, Gianluca e Giuseppe, ci hanno tolto qualche curiosità molto interessante.

Partiamo dal principio, Gianluca e Giuseppe. Quando nasce “gtheartofchangeg” e cosa significa letteralmente?

La nostra collaborazione inizia cinque anni fa per caso e in breve tempo diventa indissolubile. Da poco tempo, grazie al consiglio di una blogger amica “godiswoman”, abbiamo deciso di mettere la nostra attività al servizio di Istagram. In poco meno di un mese abbiamo superato i 10.000 followers con nostra grande incredulità e soddisfazione. Ci piace pensare che il merito di tanti seguaci sia dovuto proprio alla nostra unione, alla nostra capacità di proporre qualcosa di nuovo ed originale sia nel campo della fotografia che in quello del make up, mantenendo alto il monito che essere belle non significhi necessariamente assomigliare a qualcuno, al contrario. Essere belli si può, mettendo in risalto la propria personalità, accentuando i propri pregi che sono unici tanto quanto i difetti e cercando di valorizzare ciò che di bello ma, soprattutto, di diverso, si possiede. Da qui l’idea di the art of change (preceduto e seguito dalle nostre identiche iniziali): l’arte del cambiare!

La concorrenza nel vostro settore è spietata. Secondo voi cosa dona al vostro lavoro un valore aggiunto?

Ogni nostro ragionamento è frutto di un doppio e mai di un singolo. Noi passiamo continuamente le nostre giornate a discutere, confrontarci, cercare di apportare l’uno le giuste critiche all’altro arrivando a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. E’ vero, abbiamo molte affinità e questo ci ha avvicinato nel tempo e ci ha indotti a questo riuscitissimo sodalizio, ma siamo anche tanto diversi e occupandoci di cose differenti, appunto, ci siamo accorti che solo mescolando le carte eravamo in grado di raggiungere ampi successi.

Le vostre professioni sono tra le più ambite di questi tempi. Se doveste dare un consiglio ai giovani che vogliono seguire le vostre orme, che cosa gli direste?

Seguire il proprio cuore, la propria strada. Sempre. Anche quando le persone a noi vicine ci invitano a valutare altre strade, apparentemente più sicure. Un conto è farsi consigliare, un conto è far decidere gli altri. Noi la nostra strada l’abbiamo scelta sin dall’inizio con il cuore e l’istinto e oggi siamo più che fieri di quello che abbiamo ottenuto e che siamo diventati.

Ritornando alla donna, nelle prossime settimane vi occuperete, tramite la rubrica di 8@30 style, di dare consigli a tutte le vostre affezionate fans che non vedono l’ora di “catturare” utili segreti di bellezza. Qual è la vostra considerazione a proposito di colei che rappresenta il centro del vostro lavoro e soprattutto qual è il vostro obiettivo per il futuro?

Per noi non esiste uno stereotipo di donna. Da sempre cerchiamo di allontanare l’immagine iconica della tv dall’obiettivo di coloro a cui ci rivolgiamo. La bellezza non è il frutto di trasformazioni estetiche e/o chirurgiche né il vano tentativo di essere sempre perfette. La vera bellezza di una donna è la sua capacità di integrare semplicità, dolcezza e determinazione senza tralasciare quella sensualità genuina che è insita in ognuna. La vera perfezione (ammesso che esista) è proprio questa:riuscire a mostrarsi forti e determinate ma allo stesso tempo dolci e sensibili. Noi consigliamo di imparare ad accettarsi per ciò che si è, consapevoli di pregi e difetti e di esaltare quelli, attraverso i giusti consigli. Ecco è questo il nostro sogno: divulgare a più persone possibili il messaggio che bisogna imparare a convivere con le proprie imperfezioni, valorizzando il lato nascosto.

Infine un’ultima domanda che anticipa le prossime “puntate”. Un consiglio e una tendenza di questo autunno/inverno?

Questa è una domanda che ci riserviamo di svelare man mano a quanti  vorranno seguirci su ottoetrenta. Nel frattempo vi possiamo anticipare che di gran moda, nel make up, quest’anno è lo “smokey eyes”, mentre tra le acconciature particolarmente amati lo sono i capelli ricci avallati da scalature asimmetriche e le tinte “calde” dal biondo miele al cioccolato, passando per il classico castano. Per tutto il resto, rimanete online su www.ottoetrenta.it perchè vi sveleremo tantissimi segreti.

E voi, lettrici e lettori di 8@30, date le premesse, siete sicuri di voler perdere i preziosi consigli di “gtheartofchangeg”?

 

ph: Gianluca Balestrieri

make up e hairstyle: Giuseppe Scuoppo

Lia Giannini

Talento ed umiltà in un unico gioiello: l’intervista di AT JEWELS

Il talento che si mischia all’umiltà. Annalisa ha 22 anni,è calabrese e crea gioielli. Ci incontriamo in un bar, come due amiche qualunque che si scambiano “segreti” preziosi e si incontrano per chiacchierare. E’ bella, giovane e imbarazzata. “E’ la prima volta che mi capita di fare un’intervista” mi dice, mentre ci riscaldiamo tra un caffè ed una cioccolata. E a me è la prima volta che capita di trovare davanti  una persona che potrebbe fare tutto ma sogna “una vita normale, finire gli studi, sposarsi, avere una famiglia”.

La prima cosa che le domando è come nasce AT JEWELS il suo marchio di accessori e gioielli che vanta solo su Istagram più di 10.000 fans. “Rispondere a tutti a volte è impossibile, mi capita di dimenticare ciò che mi aveva chiesto una cliente o l’altra perché fortunatamente ho tantissime richieste” . E con le lamentele? ” Beh quelle, fortunatamente pochissime, mi fanno soffrire. Sono molto sensibile e ricordo che la prima volta mi è capitato di piangere. Poi ho capito che funziona anche così. C’è il bello ed il cattivo tempo. Ma fortunatamente il più delle volte le clienti sono soddisfatte e consapevoli che il prodotto che pagano ha il suo valore commisurato al prezzo”. E quindi, le chiedo tornando a noi, come inizia la tua avventura? “ Per la più semplice delle motivazioni. Ero giovane, studentessa e a carico della mamma. Volevo crearmi un’indipendenza e in un mondo senza lavoro ho scelto di inventarne uno. So che la concorrenza è spietata e per molto tempo ho avuto persino dubbi che ciò che facessi potesse piacere sul serio. Ho iniziato per gioco, facendomi ispirare dai grandi marchi, per poi accorgermi che non era giusto. Volevo creare qualcosa di mio, scoprire se ero davvero capace di dar vita ad un “gioiello”. 

Così nasce “Kate”, il primo vero modello di AT JEWELS, ancora oggi tra i più richiesti ed originali. Copiato da molte altre, Annalisa lo realizza in svariati colori e in tessuti sempre differenti. Le sue creazioni, frutto interamente dalla sua abilità manuale, affrontano stili e tecniche sempre diverse come quella del soutaches che sperimenta sui suoi pezzi più pregiati ricchi di swarovsky, seta e cotone. Modelli originali e di classe che accontentano il sogno di tutte coloro che fanno fatica a spendere grandi cifre  ma vogliono sentirsi belle.

Annalisa si lascia ispirare dalle tendenze della moda, dai colori più all’avanguardia, dal suo target di riferimento. “Tra le mie clienti colleziono ragazze giovanissime, che cercano qualcosa di particolare a prezzi bassi. Proprio come faccio io nella mia vita. Mi piace andare in giro, scoprire un particolare e riproporlo in un pezzo unico e sfizioso, ovviamente alla portata di tutti”. 

Chiacchieriamo a lungo, mi mostra i suoi prodotti, mi spiega la differenza tra un modello in cui sono presenti degli swarovsky e un altro ricco di semplici perline. Mi racconta dei suoi studi, delle sue aspettative , di come, inaspettatamente le sue pagine social abbiano subito  in poco meno di un anno un’impennata e di come  le richieste siano diventate sempre più particolari e numerose. Le chiedo cosa prova quando una cliente indossa una sua creazione: ” E’ una grande gioia e una grande meraviglia allo stesso tempo”. Mi racconta di come è riuscita a farsi conoscere, di come i suoi gioielli siano apprezzati  da personaggi del mondo dello spettacolo, da quelli meno noti, protagonisti delle più note trasmissioni tv fino ad importanti attrici come Laura Torrisi . Mi racconta delle sue collaborazioni, della gioia che prova ogni volta che all’interno di uno shooting professionale, la modella (vedi Larissa Volpentesta) accanto ad abiti raffinati e preziosi, indossa un orecchino o un anello realizzato da lei, di come si diverte ad impreziosire un tessuto o un capo must della collezione, con una rifinitura preziosa. “Basta poco per essere uniche“. Di come non si senta all’altezza, a volte, del suo successo. ” Non mi sento bravissima e non credo di fare nulla di particolare ma sono precisa e in quello che faccio, qualunque cosa sia, cerco di dare tutta me stessa“.

Poi mi fermo, le sorrido e le chiedo qual è il suo sogno. Mi aspetto di sentirmi dire che desidera creare una linea tutta sua, acquistare un marchio, magari aprire un atelier. E, invece la sua risposta mi stupisce. Un po’ come la sua voglia di rimanere qui, in una città lontana dal mondo della moda e degli accessori, esente da tutto ciò che non è figlio di almeno cinquanta anni di storia. Annalisa si addolcisce e malinconicamente mi risponde che “No, non ci penso, non ci ho mai pensato. Non mi vedo tra vent’anni tra perline e bojoux anche se pensare di chiudere un giorno la mia pagina mi fa venire il magone, perché è come un figlio per me a cui sto dando e ho dato anima e corpo. Ho scoperto di saper fare qualcosa di mio, che piace alle persone ed è fonte di soddisfazione. E non credevo nemmeno di esserne capace. Ma un conto è mantenersi, un conto è sognare. Quel mondo è lontano da me, dalle mie possibilità, dal mio desiderio di “normalità”. Ho mia madre, che non lascerei mai da sola, il mio fidanzato a cui sono legata da anni e con cui voglio costruire un futuro. Forse, se le cose fossero andate diversamente, avrei preso un’altra strada. Forse“.

La spingo a non mollare, a credere in ciò che fa senza per questo rinunciare ai progetti concreti, alla laurea, all’amore, alla famiglia. Perché il talento lo possiedono in molti, la modestia e la disponibilità decisamente di meno. Annalisa, anzi AT JEWELS, non è ancora consapevole delle sue potenzialità. Ci crede e nello stesso tempo teme di farlo. E allora, prima di salutarla, la incito a non abbandonare i suoi sogni, a farli volare senza troppi limiti o freni. A quelli ci penserà la vita. Speriamo solo che, almeno per lei, possa splendere come un gioiello. Pieno di swarovski e pietre preziose.

Lia Giannini

 

 

White In Black: Trionfa a Cosenza “l’amore”

All’ interno di una cornice elegante e sofisticata, realizzata per l’occasione da Villa Fabiano Palace Hotel, si è svolto domenica 26 ottobre, il primo esclusivo Gala sul matrimonio, organizzato dallo stesso resort e dall’atelier White Sposi di Rende. L’evento, nato allo scopo di ringraziare quanti nel tempo hanno contribuito ad accrescere e a consolidare il prestigio e il valore delle due aziende partners, ha ottenuto un grande riscontro di pubblico.

A contribuire al successo e alla magia della serata, un’ ambientazione raffinata ed originale che ha visto protagonista una passerella d’eccezione, a pelo sull’acqua, particolarmente apprezzata anche dal conduttore, il brillante Alessandro Greco, che si è più volte complimentato con l’organizzazione per il ricercato lavoro svolto. Attualmente alle prese con un altro grande successo, quello di Tale e Quale Show, ha intrattenuto gli ospiti con assoluta spontaneità anche dopo il defilè e si è mostrato in tutta la sua umiltà e bravura.

L’evento, dedicato al matrimonio e alle giovani coppie in attesa di compiere il grande passo, ha visto alternarsi momenti di moda, con la sfilata di abiti da sposa/o di alcuni brand di eccellenza nel Made in italy, a momenti di intensa musica. Ad accogliere gli ospiti e ad intrattenerli durante il gustoso buffet preparato da Villa Fabiano per l’occasione, la giovane band 911 che ha divertito e coinvolto i presenti. Durante la sfilata hanno offerto un assaggio del loro talento, il coro polifonico Aura Artis, la cantante Velia Ricciardi, il maestra Aldo Pietramala e uno speciale quartetto d’archi, composto da Fausto Castiglione, violoncello; Angelina Perrotta, viola; Francesco D’Andrea, I Violino; Manuel Arlia, II violino.

Indiscussi protagonisti della manifestazione, ovviamente, gli abiti da sposa che da sempre attraggono e fanno sognare soprattutto le donne, in modo particolare quando appartengono a marchi d’eccellenza come quelli di ANNA TUMAS GAI MATTIOLO UOMO, ESSEDI’, EGO’, CARLO PIGNATELLI COUTURE E FIORINDA. Modelli adatti ad ogni tipo di sposa e sposo, espressione di gusto e modernità.  Tra abiti principeschi e sensuali, non sono mancate le proposte più originali, come quella dell’abito da sposa verde acqua, che ha stupito e catturato ulteriormente l’attenzione.

A concludere la serata, un gustoso apericena offerto dall’Hotel e una magnifica wedding cake perfettamente  a tema con il leit motiv del Gala, che si è rivelato coinvolgente ed emozionante, a dimostrazione che in un momento di forte crisi come quello attualmente in atto, solo la cooperazione di quanti collaborano alla crescita e allo sviluppo, può risultare un’arma vincente.

 

Lia Giannini

Life is a Journey: Il nuovo “viaggio” di Calzedonia

Non solo uno spot ma un vero e proprio film quello che sembra di guardare quando passa in tv una pubblicità di Calzedonia. Emozione, calore, tranquillità, valori. Non sbaglia un colpo, il brand di intimo più amato dalle donne, quando si tratta di sentimenti. Nemmeno quando per raccontarli sceglie una star di fama mondiale come Julia Roberts, attrice protagonista di Mangia, Prega, Ama il film che racconta il viaggio alla scoperta di sé stessi e che coinvolge la protagonista in un susseguirsi di sensazioni e scoperte. Ed è proprio sulla scia di quel film che gli autori del brand hanno voluto dare vita a “Life is a journey”, il nuovo coinvolgente spot per la tv  autunno/inverno 2014.  La vita è un viaggio e di viaggi, in questo spot, ce ne sono almeno tre. Quello di Julia Roberts, eroina moderna, rassicurante e solare, la cui bellezza non aggredisce né spaventa, ma fa sentire a casa. La sua naturalezza e semplicità è quella che accompagna ogni donna della porta accanto e nella quale, ciascuna, può ritrovare un po’ di sé stessa. Un viaggio, quello di Calzedonia, da sempre al primo posto nel raccontare i sentimenti e nell’esprimere il valore di un prodotto che non vuole colpire o catturare, ma avvolgere e segnare ogni istante della vita di una donna. Un viaggio, in cui trova posto anche un inno all’ Italia, terra di bellezze e di storia nonché patria del brand, che si configura, all’interno dello spot, come la vera “casa”. E il viaggio che ispira ogni creatura femminile, che in un semplice paio di calze non trova solo un accessorio da indossare, ma una vera e propria compagna di vita.

Cinematografia e arte, insomma, si fondono in un piccolo trailer realizzato dall’ agenzia creativa Saatchi and Saatchi e diretto da Panini che partendo dalla natura incontaminata della Scozia, silenziosa e disarmante, approda tra i magici angoli di Parigi, nota per le sue atmosfere surreali, i suoi libri e le sue romantiche storie fino ad arrivare a Firenze, terra di storia, di concretezza e di magia autentica, quella che ogni donna, al di là dei propri sogni, cerca nella vita. Un viaggio tra terre lontane, tra sentimenti inesplorati che tracciano il cammino di ogni persona e aiutano a guardarsi dentro. Il bisogno di silenzio e di solitudine, la voglia di sognare, la certezza del futuro e la gioia  della concretezza conquistata negli anni. Ad accompagnare, durante tutto il viaggio, questa conquista, una valigia stracolma di capi adatti ad ogni occasione: dal collant in cashmere che regala calore, a quello velato espressione di sensualità, fino al leggins, simbolo di casa e di normalità.

Non importa da dove si parta o dove si arrivi, sembra voler dire il noto brand. L’importante è quello che accade durante il percorso o, per dirlo alla maniera di Calzedonia, ciò che indossi mentre affronti quel tragitto che inevitabilmente dovrai tracciare.

Ph: Calzedonia

Lia Giannini

 

 

Milano e la fashion week: il futuro è davvero nella moda?

Dalla collezione “Barbie” di Moschino a quella floreale di Rimondi, passando per Armani, Prada e Missoni. Lo scorso 17 settembre Milano ha aperto le porte, come di consueto, alla settimana della moda che per questa edizione però, complice forse la recessione di cui è vittima l’Italia, si presenta assai diversa dalle precedenti. Era sembrato già abbastanza evidente durante la Vogue Fashion’s night, che, per tutti coloro i quali non ci fossero mai stati o non sapessero cos’è, non è altro che una lunga notte bianca della moda, durante la quali Milano sembra colorarsi, più del solito, di tipi dalle fogge improbabili che per dimostrare di essere all’avanguardia, sfoggiano “tendenze” assai discutibili. Normalmente abituati ad una marea di gente e di pacchetti girovaganti per le strade più “in” di Milano, quest’anno le prospettive si sono rivelate leggermente differenti. All’ammassata folla milanese e non, si è sostituita una calca di gente, più o meno ordinata, che sembrava aver voglia, più che di comprare, di “immortalare” l’evento cool. Del resto, in tempo di “selfie” la parola d’ordine continua ad essere APPARIRE. E così, lontani dal voler spendere quei pochi soldi nei negozi più griffati del quadrilatero milanese, ci si è consolati bevendo qualche drink, rigorosamente low cost, e ballando a ritmo di musica. Del resto non risulta ancora svelato il mistero secondo il quale, durante un evento istituito per aumentare la visibilità e il commercio, le principali griffe, mantengano inalterati gli elevatissimi costi dei loro capi. Non che uno possa pensare di vedere scontato del cinquanta per cento un capo  firmato Versace del modesto valore di 4.100 euro però, una parvenza di promozione potrebbe rivelarsi efficace. E così, beati di poter accedere indisturbati e lontani da vaghe forme di imbarazzo, agli atelier più famosi, come se per una notte la targa ” non me lo posso permettere” svanisse all’improvviso, ci si consola passeggiando allegramente per le strade e acquistando dai soliti noti che, per l’occasione, ribassano ancor di più i prezzi, in perfetta logica di marketing. Aperitivi, dj set e lunghe fila di giovani regalano un tocco di allegria e danno la percezione, avallata dalle iniziative “free” della fashion week ancora in corso, che la moda sia davvero rivolta a tutti e proprietà di tutti, non solo di coloro che guadagnano abbastanza da potersela permettere ma hanno comunque bisogno del personal shopper per acquistare due capi che si accostino bene l’uno con l’altro. Moda, musica, giovani e Milano, dunque. Basteranno all’Italia per superare la recessione e risalire la china? Ai posteri l’ardua sentenza.

Lia Giannini