Dragon Ball Super Broly

[#CiNerd] Dragon Ball Super: Broly, la recensione

Il 28 febbraio è uscito finalmente anche in Italia il nuovo film sull’universo di Dragon Ball “Dragon ball Super: Broly”.

La pellicola fu annunciata nel lontano 2017, ma il primo poster promozionale venne mostrato appena una settimana prima della fine della serie animata.

Broly, originariamente apparso nel film Dragon Ball Z: il Super Saiyan della Leggenda del 1993, viene rivisitato dallo stesso Akira Toriyama, con l’intento di mostrare l’amato personaggio in una veste del tutto nuova e sopratutto canonica alla serie Super (in previsione forse di una nuova serie).

LA TRAMA

La trama si pone come una continuazione della saga principale: è ambientata subito dopo gli eventi del Torneo del Potere, in cui Freezer è intento a rubare le Sfere del Drago sulla Terra e a reclutare nuovi combattenti per aumentare la potenza del suo esercito.

Proprio durante le operazioni di reclutamento si imbatte in Broly e Paragas, Saiyan esiliati su un pianeta lontano e selvaggio in cui meditano vendetta per il torto subito da re Vegeta. Appena il tiranno galattico si rende conto del potenziale combattivo di Broly, decide di recarsi sulla Terra per usarlo come arma contro Goku e Vegeta. La battaglia sarà lunga e devastante e i nostri protagonisti cercheranno di tenere testa a Broly con molte difficoltà.

IL COMMENTO

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Come annunciato dal regista, Tatsuya Nagamine, il combattimento sarebbe stato al centro dell’intera pellicola; infatti la sequenza in cui si alternano sia Goku che Vegeta contro Broly è lunga e appassionante, ed è tangibile la cura che è stata messa nelle animazioni, dopo le ripetute lamentele per la qualità generale di Dragon Ball Super. Tuttavia, la trama non riesce a rendere giustizia al (ex) Super Saiyan della Leggenda, che risulta piatta e poco interessante. Ma non è l’unico personaggio snaturato del film: Freezer passa da invincibile villain a macchietta quasi comica, con motivazioni futili nella sua ricerca delle Sfere del Drago. Bardack conferma quanto letto nel capitolo del manga Dragon Ball Minus, cioè di essere un padre amorevole che decide di spedire lontano dal pianeta Vegeta, il suo figlio più piccolo, per via di presentimenti di morte avvertiti per l’ingombrante presenza di Freezer sul popolo di guerrieri. Anche i personaggi secondari non riescono a essere così indimenticabili, anche perché molti di loro non sono per nulla approfonditi.

Lo sappiamo, essendo un prodotto del tutto nuovo, non andrebbe paragonato al precedente film, ma è impossibile esimersi dal farlo: la vendetta di Paragas (i cui motivi sono rimasti invariati) risulta meno incisiva e lo stesso rapporto che ha con suo figlio è meno protettivo rispetto all’originale, quasi crudele. Broly è una macchina da guerra, che sembra non avere una propria volontà, e tutto quello che fa, lo fa perché glielo ordina suo padre. Quindi i fattori scatenanti della sua rabbia, dovuti a Goku nella pellicola precedente, sono qui del tutto inesistenti, anche per via del fatto che la sua ira questa volta è indirizzata verso Vegeta. In più anche il design, che tutto sommato si avvicina a quello classico, è poco originale se si pensa che sarebbe dovuto essere “inedito”.

COMPARTO TECNICO

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Lo stile grafico è forse il maggior pregio, che attinge da un’animazione vintage, quasi a ricordare la serie Z, con l’aggiunta di una lieve CGI che però non si amalgama del tutto allo stile generale. La fluidità dei combattimenti è sicuramente superiore a quella vista in molti anime odierni (compreso Dragon Ball Super stesso), vista l’enorme presenza di scene veloci e frenetiche che coprono praticamente tutta la seconda parte del film. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di una colonna sonora più incisiva, che rendesse il tutto più epico ed emozionante.

IN CONCLUSIONE

Quello di “Dragon Ball Super: Broly” è un esperimento parzialmente riuscito, seppur siano presenti più difetti che pregi. Apprezzabile è comunque la volontà di ascoltare i fan e includere nel progetto personaggi così amati e iconici, che non possono fare a meno di ingrandire ancora di più l’immenso universo di Dragon Ball.

Carmine Aceto

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