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Intolleranza razzista: Claudio Nigro prende difese di un Consigliere del comune di Padova

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Claudio Nigro

Solidarietà del Presidente della Commissione Cultura Claudio Nigro al consigliere comunale di Padova, originario della provincia di Cosenza, definito “terrone” dal primo cittadino del capoluogo veneto. Il Presidente della Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi Claudio Nigro prende le difese del consigliere comunale di Padova, Antonio Foresta, originario di Grimaldi, in provincia di Cosenza, apostrofato come “terrone” dal Sindaco del capoluogo di provincia veneto, durante una seduta del consiglio comunale. “Il comportamento del Sindaco leghista di Padova Bitonci – afferma in  una dichiarazione Claudio Nigro – è a dir poco inqualificabile e va assolutamente censurato. Non è la prima volta che nell’assemblea comunale della città di Padova accadono di questi episodi. Un altro precedente, che ebbe, guarda caso, come vittima sempre il consigliere cosentino Antonio Foresta, si verificò nel 2012 e se ne rese protagonista sempre il sindaco della città di Sant’Antonio che allora  era Flavio Zanonato. Zanonato presentò, in quella occasione, le sue  scuse. Spero che anche Bitonci, l’attuale primo cittadino, si affretti a
fare altrettanto. Non è possibile – dice ancora Claudio Nigro – che la civilissima Padova, peraltro legata a Cosenza da un prestigioso rapporto filosofico-culturale che ha accomunato, sin dai tempi di Bernardino Telesio e Tommaso Campanella, le due città e poi sfociato in tempi recenti in una consolidata tradizione di scambi di carattere scientifico, culturale e sportivo, sia governata da figure che continuano a perseverare sulla strada delle profonde divisioni tra Nord e Sud, non perdendo occasione per ribadire a più riprese la loro intolleranza e la loro immotivata intransigenza”

La fotografa Stefania Sammarro agli incontri della Commissione Cultura

Quando lo scatto sconfina nell’arte e non sai se ciò che hai di fronte è una foto o un dipinto. Fotografia e opera d’arte si mescolano in una sorta di felicissima crasi fino a confondersi. E’ quello che accade osservando gli scatti di Stefania Sammarro, giovane fotografa cosentina, ospite, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, della Commissione Cultura del Comune di Cosenza che le ha consegnato un riconoscimento per il suo talento e per essere riuscita ad imporsi anche in contesti internazionali, come testimoniano alcune sue fotografie che hanno guadagnato il passaporto per il Regno Unito.
Con la fotografia “L’Attesa”, ispirata dalla nonna paterna, dalla fede incrollabile, in attesa del nostos del suo amore lontano, si è aggiudicata il Sony World Photography Awards di quest’anno nella categoria “Giovani”, mentre un altro suo scatto, dal titolo “Superstizione”, è arrivato fino alla  Crypt Gallery di Londra. “Le mie fotografie rievocano una calma interiore apparente” – si affanna a ripetere Stefania Sammarro. Ma si tratta di figure femminili che dietro questo aspetto di apparente tranquillità, nascondono un animo pensante, attraversato da sogni, pulsioni, emozioni. La predilezione è per donne ritratte di spalle, calate in contesti che trasudano storia, come nel caso di ricorrenti ruderi, e che spesso evocano i non luoghi e le cattedrali nel deserto o quei capannoni dismessi di cui risulta quasi sempre punteggiato il paesaggio calabrese. Le sue figure femminili somigliano ad anime smarrite nei meandri delle tante incompiute della nostra Calabria.
E alla maniera di Robert Doisneau, Stefania ingaggia una battaglia disperata contro lo scorrere del tempo fissando con l’obiettivo i momenti irripetibili dell’esistenza. Alcune foto della Sammarro sembrano fotogrammi usciti direttamente da un film. D’altra parte la sua formazione accademica, laurea al Dams dell’Università della Calabria, indirizzo cinema, rivela questa sua quasi dipendenza dalla settima arte.

stefania sammarro 4Nell’incontro della Commissione Cultura al “Rendano”, introdotto dal Presidente Claudio Nigro, è stato il consigliere Mimmo Frammartino a tratteggiare il profilo della fotografa.
“Stefania Sammarro – ha detto –  appartiene a quella schiera di giovani artisti di talento della nostra città che hanno operato una scelta precisa: restare a Cosenza e tentare di affermarsi con successo nel mondo delle arti per contribuire al riscatto della nostra terra. La Sammarro – ha proseguito Frammartino – ha una forte personalità per la straordinaria capacità che manifesta nel comunicare con la fotografia. Per lei fotografare è qualcosa di fisiologico. Il suo essere e sentirsi fiera di essere calabrese ha influenzato molto la sua formazione. Perché con ogni probabilità in un altro luogo non avrebbe realizzato gli straordinari progetti che ha realizzato qui. Si è scelta un alter ego, lo pseudonimo  di Ania Lilith, e cioè luce e oscurità, perché le sue foto vivono di contrasti ed il contrasto sta al centro delle sue visioni oniriche”. Subito dopo, è intervenuta la Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente che si è detta molto colpita dagli scatti della Sammarro. “Le sue foto – ha precisato – ti lasciano la curiosità di  andare oltre. Il suo lavoro apre la strada a molte suggestioni ed è percorso da un colpo d’occhio magico, di quella magia difficilmente codificabile. C’è in lei una  ricerca dell’amore e dell’anima, rarefatta o difficilmente percepibile. Sono certa che ne sentiremo ancora parlare”.
Sono inoltre intervenuti il consigliere regionale Mauro D’Acri, la scrittrice Anna Laura Cittadino, l’attrice e regista Imma Guarasci, il giornalista Francesco Speradio, direttore responsabile del giornale on line “Nòtia” con il quale Stefania Sammarro collabora, e la psicoanalista Simonetta Costanzo.
Quest’ultima, con grande puntualità e competenza, ha scandagliato l’opera di Stefania Sammarro considerando le sue fotografie come percorse da un senso simbolico e che diventano metafore genetiche di un’esistenza. “Sono le immagini della sua anima – ha detto la Costanzo. Più che foto sono dei dipinti. Foto statiche, ma anche dinamiche e in esse lo spazio e il tempo si alternano in una sorta di circolarità. Dietro questi scatti – ha aggiunto Simonetta Costanzo – c’è una magna mater che dirige tutto. Così come c’è  l’esaltazione del dettaglio. Negli scatti di Stefania Sammarro Eros e Thanatos vanno insieme a braccetto, non sono opposti, ma sono due facce della stessa medaglia”.
Di poche, ma significative parole, la fotografa, quando al termine dell’incontro, le viene ceduto il microfono. Più che parlare preferisce che a farlo siano le sue fotografie. “Un viaggio, quello fotografico, iniziato tanti anni fa”. Definisce concettuale la sua fotografia “Quando le mie foto non vengono capite – confessa – per me è degradante”. Ringrazia la famiglia che l’ha supportata e sopportata e afferma candidamente di avvalersi di modelle-non modelle “perché le professioniste sono apatiche”. E porta a casa il riconoscimento che le arriva dalla sua città, forse più importante degli stessi apprezzamenti ricevuti alla  “Crypt Gallery” di Londra.

L’autore di “Assoggettati” Antonio Sergi ha il riconoscimento della Commissione Cultura

20150615_190214La Commissione Cultura, dell’Amministrazione comunale di Cosenza, ha consegnato giorni fa al giornalista e scrittore Antonio Sergi il Conferimento Autori di Terra di Calabria, presso una sala del Chiostro di San Domenico, per la sua opera “Assoggettati”. Assoggettati è un testo leggero nella composizione, un libello, ma è carico di amarezze, le stesse che attraversano chi sa di essere bravo e che in una terra fa fatica ad emergere, che è sfruttato e schiavizzato e si va a sminuire, con sotto-pagamenti o con altre motivazioni la sua stessa figura professionale, Assoggettati, ci spiegano i commissari Frammartino, Lucente, Nigro e Perri è più che una semplice denuncia è tutto ciò che succede quotidianamente in un sistema difficile e amaro da affrontare. Una sala o20150615_190124ltre modo gremita da tanti giornalisti del settore, perché Antonio Sergi è un giornalista non solo della carta stampata ma anche della tv calabrese, un giovane brillante, così come lo descrive il presidente del circolo della Stampa di Cosenza, Gregorio Corigliano, un giornalista sempre presente, sempre attento alla notizia, che segue la stessa dall’inizio alla fine, non va di fretta, non corre per motivi di impaginazione ma ascolta, affinché, tutto sia chiaro e vero. Antonio Sergi, ha rimarcato la sua gratitudine al Comune di Cosenza, e alla Commissione per questo riconoscimento: “Mi hanno riconosciuto un sogno, che ha attraversato, sacrifici, sof20150615_182036ferenze e denunce. L’azione per rompere la prassi, di questo mondo, deve essere esercitata mediante la cooperazione in ogni settore, altrimenti sarà difficile sconfiggere quell’individualismo, che non porta da nessuna parte. Ed essere fieri della propria sensibilità, poiché sensibile non è sinonimo di debole. Inoltre si deve mettere al centro la forza rivoluzionaria della cooperazione. Con il faro del rigore e dell’amore si possono realmente scrivere spazi di libertà. Anche sé manifestarsi è sempre un rischio, ma ciò consente di capire chi ci accetta veramente e da questo ripartire”.

                                                                                                                                                    Lucia De Cicco

In Commissione cultura l’Artista Carmela Paonessa

Screenshot_2015-06-18-21-40-07-1Nata a Gimigliano, Carmela Paonessa, in un piccolo paesino in ­provincia di Catanzaro, è cresciuta dai nonni per­chè i genitori vivevano e lavoravan­o in Piemonte, il padre nelle gallerie­ e la madre in fabbrica.

Come mai rimane con i nonni?

Desideravo ­crescere nel mio  Paese con le amichette, gli ­affetti più cari. Ma nel 1968 tornaron­o in Calabria i miei, perchè mio padre aveva­ contratto in miniera la silicosi e ormai­ i suoi polmoni erano irrimediabilmente ­compromessi. In paese riuscì a realizza­re il suo sogno creando un piccolo studi­o fotografico all’interno della stesa ca­sa di abitazione e diventa cosi il fotografo del paese, e io da bambina lo seguivo e lo aiutavo ne­i suoi lavori. Purtroppo ci lasciò all’­età di 49 anni e un vuoto di c­ui solo oggi riesco a parlare.Screenshot_2015-06-18-21-39-04-1

Però le lascia la passione per la fotografia?

Con lui ­andarono via tutti i miei sogni, in realta, i miei­ progetti di cui per anni non volevo parlare. Chiusa com’ero in me stessa e pensando a quell­o che avrei potuto fare e che non ho fat­to.

Quando arriva la svolta?

Tre anni fà, riprendendo tra le man­i una vecchia scatola di cartone, mi deci­do ad aprirla forse ero pronta ad affron­tare i miei dolorosi ricordi. Essa cont­eneva centinaia di foto ingiallite, vec­chie foto tinte a mano da me e da mio pa­dre. In mezzo a loro ho ritrovato una vecchia pellic­ola di me bimba poco più di due anni, do­ve correvo allegramente con i miei cugin­i e il mio vecchio cane ed era mio padre con ­il proiettore a riprendermi.

Torna la passione?

Quei ric­ordi hanno acceso in me un desiderio di ­riconciliazione con mio padre, un desid­erio di confronto ed ho capito, in quel m­omento che, il distacco non era mai avven­uto. Finalmente il mio dolore era cambi­ato, ma non svanito del tutto e così con l’aiuto d­i un’amica artista, Erminia Fioti, decisi ­di dedicare a mio padre una Mostra fotog­rafica, che si tenne alla Biblioteca Nazio­nale di Cosenza in un caldo pomeriggio di magg­io e la sua presenza, lì,  era forte. Decisi di esporre ­i suoi lavori ed esposi anche alcuni miei s­catti e fu allora che incominciai a lavo­rarci seriamente con passione.

Screenshot_2015-06-18-21-38-26-1Quali soggetti predilige?

Mi inter­esso, soprattutto, della “violenza sulle donne” ma anche ­di catarsi, convinta come sono che dopo il dolore, il conflitto, arriva il periodo catartico, dove ­elaborare le nostre sofferenze.

Quando arriva il premio Commissione Cultura della Città di Cosenza?

Ho alles­tito numerose mostre, ed è proprio in un­a di queste, che i miei lavori hanno susc­itato l’interesse della Commissione Cult­ura Città di Cosenza. Emozionata e fel­ice di ricevere questo conferimento come Art­ista.

Però è amante anche della cucina…

Mi occupo di cibo, poiché penso che esso sia davvero fondamental­e nella nostra vita, da esso prendiamo ­l’energia per vivere e il cibo è cultura, stimolo, piacere. La cucina è storia, geografia, vita sociale e culturale, lav­oro e gratificazione, scienza, arte, salu­te e peccato. Ho partecipato a varie tra­smissioni cucinando in diretta e scrivo ­di cibo su “Senzafili”, un sito online.  Inoltre preparo rosoli con ricette benedettine. 

Ritornando alla fotografia…Screenshot_2015-06-18-21-38-45-1

Le mie foto sono anche sul sito di Isabel­la Rauti Hand off woman. E continuerò a fotograf­are la vita, gli stati d’animo, il do­lore, la sofferenza delle donne. Continuerò a raccontare ma, soprattutto, ­a raccontarmi attraverso i miei scatti fotografici.

Lucia De Cicco

La Rassegna “Autori di Calabria” premia Lucia De Cicco

COSENZA – C’è molta introspezione ed una tensione poetica vibrante nei versi di Lucia De Cicco, lucia de cicco in commissione cultura 2poetessa, originaria di Mendicino, cui la Commissione Cultura del Comune di Cosenza, presieduta da Claudio Nigro, ha voluto assegnare un riconoscimento nell’ambito della rassegna “Autori di Calabria” che va perseguendo da tempo la finalità di far uscire dal sommerso quel sorprendente serbatoio di scrittori e poeti che esiste in città, ma anche in provincia e che non sempre, nonostante il talento, riescono ad assecondare i buoni propositi di sfondare in un settore molto difficile come quello dell’editoria.

 

Per maggiori informazioni a riguardo: La poetessa Lucia De Cicco ospite della Commissione Cultura

In Commissione Cultura Mario Logullo, professionista della Comunicazione

10255289_1616413668605731_1979493846224069171_nLa Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi, nell’ambito della rassegna dal titolo “Autori di Terra di Calabria” consegnerà il premio al giornalista Mario Logullo, ospite nella seduta pubblica che terrà lunedi 8 giugno 2015 presso la sala M. Quintieri del teatro Rendano con inizio alle ore 17,00. Questo invito nasce dalla convinzione che le Istituzioni Pubbliche non debbano mai far venire meno sostegno ed incoraggiamento a chi, dotato di talento e passione, contribuisce con la propria arte e professionalità a rendere migliore l’immagine della sua città. Il percorso professionale, nel mondo della Comunicazione, di Logullo va in questa direzione e la Commissione Cultura della città di Cosenza intende conferire un riconoscimento istituzionale ed un apprezzamento pubblico per testimoniare come i successi non sono passati inosservati. L’incontro sarà anche una piacevole occasione per approfondire temi affrontati nel libro dal titolo ”Informazione e Comunicazione commerciale in Calabria” pubblicato da Editoriale progetto 2000. Relatori: Presidente Commissione, Mimmo Frammartino, Claudio Nigro 

Mario Logullo scrive nota di risposta a questo invito:mario logullo

Un ringraziamento di cuore alla Commissione Cultura del comune di Cosenza per questo importante riconoscimento e grazie ancora a tutte le amiche ed amici che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo. Sinceramente, non pensavo che il mio libro, avrebbe potuto avere questo successo, era mia intenzione, mettere in evidenza il mondo della comunicazione e ricordare, in qualche modo, tantissime persone che hanno dato molto nel settore, soprattutto privato, che non sono più fra noi, e tantissimi che continuano ad operare nelle varie strutture. Una piccola memoria storica per far capire come funziona l’informazione e la comunicazione, raccontate da uno come me che ha sempre lavorato dietro le quinte. Con questo libro, ho ribaltato il mio ruolo e sono passato dall’altra parte. Quello che ho fatto per gli altri per tanti anni, adesso, lo sto facendo per me, forse, esagerando perché da tre mesi, da quando ho presentato in anteprima il mio lavoro alla Domus di Cosenza, si susseguono tante iniziative che mi riguardano e quindi, per tenervi informati, rischio di annoiarvi. Vi posso garantire che non vorrei farlo, ma è necessario perché molti amici e colleghi che avrebbero dovuto sostenermi, poichè nel libro parlo anche di loro, sono completamente assenti. Mi dispiace molto dire queste cose ma è la triste realtà .A questo punto, chiudo invitando tutti a questo importantissimo evento a cui tengo molto .Grazie ancora a tutti.

Commissione Cultura Cosenza: Premia la scrittrice ed artista Roberta Lorusso

Chi sceglie i libri per amici difficilmente non ne resta folgorato e il rischio che si corre, se di rischio è lecito parlare in questi casi, è che ci si leghi alla lettura per tutta la vita e che questa condizione ne generi inevitabilmente un’altra, alla prima direttamente collegata: che si arrivi a scrivere per sempre. Quanto accaduto è a Roberta Lorusso, che sui libri ha riversato una delle sue tante passioni, quelle che nel tempo ne hanno tratteggiato la sua personalità di donna impegnata non solo nelle lettere, ma anche nella pittura e nella scultura. Nella ricognizione che va compiendo ormai da tempo la Commissione Cultura del Comune di Cosenza alla ricerca dei talenti che risiedono ed operano nella città, del tutto naturale è stato incrociare il talento di Roberta Lorusso che cosentina lo è diventata d’adozione, essendosi stabilita nella città dei Bruzi ormai da moltissimi anni, anche se le sue origini sono pugliesi, di Bari per l’esattezza. E così la Commissione Cultura presieduta da Claudio Nigro ha dedicato alla Lorusso uno dei suoi incontri della rassegna “Cosenza e i suoi talenti” svoltosi nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”. A presentare la scrittrice-poetessa che è anche pittrice e scultrice, è stato il consigliere comunale Mimmo Frammartino che ha contribuito a ricostruirne il profilo, con particolare riferimento alla sua molteplice e multiforme attività. La produzione artistica di Roberta Lorusso è d’impatto, rifugge i toni della leggerezza, essendo ad essa  affidato il compito di veicolare messaggi profondi che a volte pesano come un macigno, ma la cui necessità si avverte come ineludibile. I temi che ama approfondire e che sa mettere a fuoco vanno dalla tolleranza all’accoglienza, alle ripetute aggressioni perpetrate dall’uomo nei confronti della natura e del pianeta eroberta lorusso nell’anno dell’EXPO dedicato al cibo e il cui tema è  “Nutrire la conoscenza per nutrire il pianeta”, è sempre bene ricordarlo. Una delle sue mostre di maggior successo è stata senz’altro “Terra madre”, del 2009, ospitata dalla Casa delle Culture, dedicata interamente all’Africa che diviene nelle sue tele, di rara suggestione, l’emblema della terra aggredita dalla stoltezza umana e nella quale campeggiano splendidi ritratti di donne di colore. E di continente africano è imbevuta anche la prima raccolta di poesie di Roberta Lorusso, dal titolo “I ricordi sono finestre”, la cui prefazione è firmata da Flavia Weisghizzi, critica letteraria e conduttrice della fortunata trasmissione radiofonica “La luna e i falò”, in onda su “Nuova Spazio Radio” e dalla quale sono passati molti autori esordienti, ma anche grandi nomi della cultura italiana. A proposito del libro di Roberta Lorusso la Weisghizzi dice : “E’ un racconto che sa di terra e fieno, che odora di Africa e tamburi che battono al ritmo del cuore…”. Ed è il ritmo del cuore che scandisce ogni forma di creatività della Lorusso. Così come accade anche nella sua ultima fatica letteraria, “Lungo la strada”, un libro di racconti nel quale raggiunge livelli di autentica maturità e che ha meritatamente ricevuto più di una menzione d’onore ed anche una medaglia al premio letterario “Un libro amico per l’inverno”. Ma accade anche per la mostra “Materia(l)mente”, ospitata qualche anno fa alla Biblioteca Nazionale e nella quale a farla da padrona, oltre al cuore, è la forza del pensiero che si insinua nella materia, come l’argilla per la scultura, la pagina per la poesia, la tela per la pittura. Ciò che incuriosisce delle sue creazioni sono i musicisti jazz dipinti sui suoi vasi, anche quelli che ritraggono frammenti di città con i suoi monumenti più rappresentativi come il Teatro “Rendano”, con un violinista e un sassofonista sulla scalinata, o la fontana dei Tredici canali. Per definire Roberta Lorusso arriva in soccorso la definizione che di lei ha dato, durante l’incontro del “Rendano”, il consigliere Mimmo Frammartino : “è un’artista a 360 gradi. Autrice dalla personalità forte e decisa nell’operare le scelte della vita. Talentuosa ed indisciplinata, particolarmente affascinata dal clima che si respirava e si respira ancora in alcune officine sperimentali nelle quali del tutto normale era allontanarsi dalle regole”.
Quella forma di trasgressione che a scuola, durante gli studi classici, gli faceva trascurare Leopardi (salvo riappropriarsene più tardi) per il poeta turco Nazim Hikmet ricordato dai più soprattutto  per il suo capolavoro, la raccolta “Poesie d’amore”. Scrivere per Roberta Lorusso è un po’ come respirare. Lo fa con estrema naturalezza dall’età di dodici anni, da quando decise di affidare ad un quaderno l’esternazione del dolore di una bambina per la perdita della madre. E ancora oggi continua a coltivare la dimensione del sogno. Avverte l’odore dei sogni come nella sua raccolta di poesie “Forme d’acqua” e se come diceva Marcel Proust, in una citazione molto cara a Roberta Lorusso, “se un po’ di sogno è pericoloso, ciò che ne guarisce non è sognare meno, ma sognare di più, sognare tutto il sogno”, la scrittrice di origine pugliesi, ma divenuta cosentina a tutti gli effetti, il suo sogno lo ha coronato da un pezzo, affidando alla sua irrefrenabile creatività le continue emozioni da cui è quotidianamente percorsa, compresa quella di sentirsi calabrese a metà, se è vero come è vero che il mare di Scilla le procura la stessa emozione di quello di Rodi Garganico. E la Commissione cultura, con la sua iniziativa, l’ha voluta riconoscere a tutti gli effetti figlia illustre della città di Cosenza.

Gabriele Fabiani protagonista degli incontro con la Commissione cultura

COSENZA – È stato il giovane scrittore Gabriele Fabiani, originario di Castiglione Cosentino, il protagonista più recente degli incontri con l’autore programmati dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza, presieduta da Claudio Nigro.
L’occasione è stata la presentazione, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, del libro “Yes, we call”, pubblicato dalle edizioni “Periferia” e che racconta l’odissea di un giovane operatore di call center alle prese con un mondo in cui regnano caos e confusione e nel quale lo sfruttamento dei precari è molto spesso la regola.
E la condizione di profonda solitudine che vive un lavoratore di call center, posta a base del libro di Gabriele Fabiani, è stata al centro anche di un video con il quale lo stesso giovane scrittore ha introdotto la presentazione del suo libro.
Dopo l’intervento del Presidente della Commissione Claudio Nigro, è stato il consigliere Mimmo Frammartino ad illustrare il percorso artistico e la formazione culturale del giovane scrittore cosentino.
Apprezzamenti sono stati rivolti al giovane scrittore anche dagli altri membri della Commissione:  Maria Lucente, Francesco Perri e il Presidente Nigro che ha poi invitato i presenti ad intervenire. Prima ad accettare l’invito, il Sindaco di Castiglione Cosentino, Dora Lio, che con orgoglio ha raccontato al pubblico di Fabiani bambino, scolaro attento e sensibile. È stata poi la volta di  Anna Laura Cittadino, già premiata dalla Commissione cultura, che ha invece colto l’occasione per rinnovare a Fabiani una stima ed un affetto che da sempre si nutrono di una passione comune: l’amore per la poesia. L’ultimo ad intervenire, il giovane Giovanni De Mari, che, in rappresentanza di una delegazione di lavoratori di call center, ha invitato Gabriele Fabiani a partecipare ad un prossimo evento pubblico che affronterà proprio la problematica del precariato e del lavoro all’interno dei call center presenti sul territorio calabrese.

I 60 anni di teatro di Graziano Olivieri in Commissione cultura

COSENZA – In occasione dei 60 anni di teatro di Graziano Olivieri, la Commissione cultura del Comune di Cosenza ha dedicato un tributo d’onore al regista e attore, tenutosi nella Sala Quintieri del Teatro Rendano. Apre l’incontro Claudio Nigro, il Presidente della Commissione cultura, e prosegue Maria Lucente, la Vice Presidente, che ne evidenzia subito l’eloquio, lo stile e l’educazione. A lei il compito di tracciare il profilo di Olivieri, i cui lavori costituiscono un raro esempio di come sia possibile ottenere, con impegno e dedizione, grandi risultati.
Bolognese di nascita, il regista arriva nel ’57 a Cosenza. Qui conosce e instaura rapporti con altri uomini di spettacolo come Franco Monaco, Enrico Vincenti, Giancarlo Tomassetti. Tra i lavori più apprezzati vengono nominati “La Bottega dell’orefice”, di Karol Wojtila, “La calzolaia ammirevole” di Garcia Lorca, “Antologia di Spoon River” di E.Lee Master. Poi la parola passa a Graziano Olivieri che si definisce “un diversamente giovane”. Le sue esperienze teatrali di Cosenza sono racchiuse in un libro pubblicato nel ’93, “Noi, gli Amatoriali”, una sorta di riepilogo accompagnato da una galleria fotografica di tutta l’attività teatrale che ha caratterizzato il desiderio di Olivieri di calcare le scene.

“Italia e Cultura” interviene l’assessore Caligiuri

Ass. Caligiuri

Si è svolta oggi, a Torino, la conferenza nazionale “Italia e Cultura”, dove è intervenuto l’assessore regionale alla cultura Mari Caligiuri. “Le istituzioni culturali – ha detto Caligiuri – sono fondamentali come laboratori di idee e luoghi di creatività per il rilancio economico e civile di tutte le aree del Paese, ancora oggi profondamente ineguali”.Caligiuri, inoltre, ha evidenziato “la necessità di definire strategie, regole e strumenti per ottimizzare gli investimenti, sopratutto – ha aggiunto – in vista della prossima programmazione europea che prevede consistenti investimenti anche in questa direzione, a cominciare dal programma “Horizon 2020” relativo alla digitalizzazione del patrimonio culturale”.

 

Ass. Caligiuri