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Intelligence e diplomazia, Valensise al Master dell’Università della Calabria: «Quale ordine mondiale dopo il coronavirus?»

RENDE (Cs) – «Come potrà essere il mondo dopo il Covid-19?». Con questo interrogativo è iniziata la lezione dell’ambasciatore Michele Valensise, segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dal 2012 al 2016, tenuta, in video conferenza, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

«Le profezie sono difficili e quasi sempre non si verificano». Tuttavia possiamo cercare di individuare qualche punto fermo. Per anni il mondo è sembrato reggersi su tre blocchi, una specie di G3, costituito da Usa, Cina e Ue. Ma in realtà questo schema è superato, dato che l‘Ue è in ritardo e il suo peso politico è purtroppo minore di quello degli altri due attori. Né si può parlare di G2 (Usa e Cina), posto che le due potenze sono in forte antagonismo tra loro. Resta quindi plausibile ragionare, paradossalmente, su un G-0, in cui nessun Paese esercita una leadership riconosciuta.
Nel 2008-2009, il mondo ha attraversato una forte crisi finanziaria asimmetrica. L’Italia ha perso circa il 10% del suo pil. Oggi, con il Covid-19, la crisi è simmetrica. Tutto è iniziato in Cina. Inizialmente, le misure di contenimento sono state incerte; poi sono stati adottati provvedimenti più rigidi, ricalcati anche da quasi i Paesi colpiti dal virus. Ma la Cina, da Paese “untore” sta ribaltando il suo ruolo a Paese “salvatore”, con una accurata regia, utilizzando una efficace soft diplomacy. A conferma di quanto nella diplomazia di oggi sia importante, oltre all’elemento della forza, la componente costituita dalla reputazione, cioè la percezione da parte della comunità internazionale. E guardando indietro riaffiora l’immagine di liberatori che gli Stati Uniti irradiarono a ragione in Europa alla fine della seconda guerra mondiale, a integrazione della prova di forza dimostrata dal suo apparato militare.

Il panorama attuale è articolato.

La Russia, di cui al momento si sa poco su numero di contagi, decessi e guariti, attraversa una fase delicata per difficoltà economiche. Sono allo studio modifiche costituzionali che dovrebbero consentire al presidente Putin di rimanere in carica per altri 16 anni. Il che non impedisce una politica estera assortiva e spregiudicata, come in Libia e in Siria. Gli Usa, che hanno sottovalutato il Covid-19, pagano il prezzo di una leadership ondivaga e imprevedibile. L’Ue, dopo aver finalmente compreso la portata epocale della crisi in atto, dovrebbe riconoscere che questo è il momento di agire anche per preservare la sua ragion d‘essere. Le sue risposte dovranno essere rapide e solidali, in uno spirito di compromesso.
La Germania e alcuni Paesi “rigoristi” si oppongono sinora agli Eurobond per una diffusa sfiducia nei confronti degli Stati destinatari delle risorse e per una serie di condizionamenti interni politici e giuridici. Dopo la caduta del muro di Berlino, Helmut Kohl, unificatore della Germania, decise il cambio 1:1 delle due monete usate nella Germania dell’Est e dell’Ovest, con una decisione audace, controversa, ma vincente. Oggi è auspicabile un analogo scatto di coraggio e lungimiranza nell‘interesse comune.
Per l‘Italia è fondamentale che l’emergenza sanitaria ed economica non si trasformi in emergenza sociale. Bisogna immaginare una ripresa a livello europeo. Paesi come Cina, Russia e Cuba hanno offerto aiuti importanti, ma questo non significa una modifica delle nostre alleanze internazionali.
La Prima Guerra Mondiale si concluse con condizioni troppo onerose per la Germania che innescarono una forte destabilizzazione e condussero alla Seconda Guerra Mondiale. Nel secondo dopo guerra l’approccio cambiò, con il Piano Marshall e con un impegno deciso e proficuo a favore del multilateralismo. La storia non si ripete mai, ma è bene ricordare le sue lezioni.

Unical ateneo delle doppie lauree, 21 i corsi che garantiscono un titolo anche all’estero

RENDE (CS) – Salgono a 21 i corsi di laurea che all’Università della Calabria consentono, seguendo un unico percorso di studi, di conseguire al termine un doppio titolo, valido in Italia e in un altro Paese.

L’ultimo ponte con Parigi

Nei giorni scorsi l’Unical ha firmato infatti un accordo con Telecom SudParis, Grande école of Institut Mines-Télécom, per l’attivazione di un programma di doppia laurea che coinvolgerà i corsi di laurea magistrale in Computer Engineering for Internet of Things del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (Dimes) dell’ateneo calabrese e il master in Data Science and Network Intelligence dell’IMT francese.
Gli studenti che partecipano a un programma di doppia laurea frequentano parte del proprio corso di studi nella sede dell’Università partner. Al termine, discussa la tesi finale, ottengono il doppio titolo. In base all’intesa raggiunta con l’IMT gli iscritti al corso di laurea magistrale in Computer Engineering for Internet of Things del Dimes, ammessi al programma, trascorreranno il secondo anno della magistrale in Francia e i loro colleghi francesi passeranno due semestri nel campus di Arcavacata.
L’accordo è stato firmato dal rettore Nicola Leone e dal direttore della Telecom SudParis Christophe Digne e promosso dal delegato all’Internazionalizzazione Giancarlo Fortino. Oltre a essere il ventunesimo accordo di doppia laurea siglato dall’Unical, è anche il secondo con una Università francese, dopo quella d’Artois.

LE DOPPIE LAUREE ATTIVATE

Il corso di laurea in Economia ha in corso cinque programmi di doppio titolo con la Fachhochschule di Bochum (Germania), l’Università di Nizhni Novgorod (Russia), l’Università Tecnica, Istituto di Tecnologia Elettronica di Moscova – MIET (Russia), l’Accademia Russa di Economia Plekhanov, l’Università di Hanoi (Vietnam). Quest’ultimo accordo coinvolge anche i corsi di laurea magistrale in Economia e Commercio e in Finance and Insurance. Gli studenti iscritti al corso di laurea in Statistica per l’azienda hanno la possibilità di conseguire il titolo anche presso l’Università di Nizhni Novgorod (Russia), mentre il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza ha stipulato un accordo con l’Università di Artois (Francia).
Il corso di laurea in Ingegneria meccanica (triennale e magistrale) ha un programma di doppia laurea con la Hochschule di Bochum (Germania) e per chi frequenta la magistrale c’è anche la possibilità di optare per l’Università di Nizhni Novgorod (Russia). Altri accordi coinvolgono il corso di laurea magistrale in Ingegneria gestionale e l’Università di Scienze Applicate Upper Austria, Campus di Wels (Austria); il corso di laurea magistrale in Ingegneria Elettronica e l’Università San Francisco de Quito (Ecuador); il corso di laurea magistrale in Ingegneria Informatica e l’Università di Nizhni Novgorod (Russia): il corso di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio e l’Università di Lubiana (Slovenia).
Gli studenti della laurea magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni hanno la possibilità di conseguire il titolo anche presso l’università di Jaen (Spagna), mentre i colleghi del corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche per l’interculturalità e la Media Education possono trascorrere un periodo di studio e laurearsi anche presso la Pedagogiche Hochschule Schabisch Gmund (Germania) o l’Universidad Nacional de Rosario (Argentina).
Il corso di laurea magistrale in Filosofia ha un accordo con l’Università di Valencia (Spagna), per gli studenti della magistrale in Computer Science c’è la possibilità invece di studiare (e laurearsi) anche presso l’Università of Applied Sciences – Upper Austria (Austria) e l’Università di Artois (Francia).

GLI ACCORDI IN ITINERE

Si perfezioneranno nei prossimi mesi altri tre accordi per altrettanti programmi di doppia laurea. Coinvolgono la Delaware Law School (Stati Uniti) per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, l’University of Buenos Aires per il corso di laurea in Economia, l’Universidad de Valladolid per Scienze dell’Educazione.
 

Teatro e spettacolo, le proposte anti crisi di C.Re.Sco Calabria

COSENZA – Fra i tanti settori messi in ginocchio dalla crisi innescata dal Covid-19  c’è anche quello del teatro. Per questo motivo il Coordinamento CReSCo Calabria, le singole Compagnie Teatrali ed i singoli Artisti del teatro e dello spettacolo dal vivo hanno lanciato un appello all’assessore regionale alla Cultura Nino Spirlì ed alla governatrice Jole Santelli, chiedendo loro di costituire nel più breve tempo possibile un Tavolo Straordinario di crisi per il Teatro e la Cultura ed un adeguamento in merito al Documento Economia e Finanza (DEF) appena presentato.

«Siamo artisti teatrali. La nostra non è una pratica solitaria, ma un rito collettivo che attraversa lo spazio ed il tempo – si legge nella nota -. Siamo parte integrante della vita dell’essere umano. Quante volte in passato e anche in queste settimane di sospensione avete trovato conforto nei versi di una poesia; il sorriso nella battuta di un comico; vi siete illuminati osservando un’attrice rivivere le vostre esistenze sul palco e farne pagine di letteratura; avete viaggiato attraverso i colori e le forme di una scenografia; e ancora vi siete emozionati ascoltando le note generate da uno strumento o una voce; e avete volato indomabili attraverso i corpi dei danzatori? Insieme abbiamo provato a ritrovare senso e coraggio: in streaming o dai balconi, tutte/i abbiamo contrastato con un’onda vitale e creativa quest’improvviso e soffocante sentimento di morte. A volte ci siamo riusciti.
L’Arte è la cura che gli uomini si sono dati.
Prima di affidare il vostro corpo ad un medico, ne verifichereste gli studi, l’esperienza maturata sul campo? Non fareste altrettanto se per le vostre funzioni mentali, sensitive e affettive vi affidaste a qualcuno?
Ecco perché gli artisti teatrali professionisti sono da sostenere: attraverso gli studi e la pratica, si prendono cura degli esseri viventi con cui entrano in relazione, parlano alla loro anima, la fanno brillare.
E’ così da millenni.
Oggi, come artisti e operatori teatrali professionisti, ci chiediamo: quale sarà il futuro? 

Le proposte 

A tal proposito, oltre al tavolo tecnico, vengono suggerite «alcune misure, di natura ordinaria e straordinaria, dettate dall’urgenza del momento presente, alcune delle quali a integrazione del DEF regionale 2020/2022, con l’obiettivo di strutturare un piano d’azione per garantire la sostenibilità immediata e di lunga durata del settore:

-Creazione di un fondo integrativo di solidarietà che tuteli i professionisti della cultura esclusi dagli ammortizzatori sociali promossi dal Governo e dalla Regione e per compensare le perdite causate dal COVID-19.
-Sostegno straordinario per il 2020, con la concessione di contributi a fondo perduto, per il Terzo settore culturale, da erogare a tutte le organizzazioni che rispondano a requisiti minimi di continuità, esperienza e radicamento nei territori.
-Velocizzare l’iter per la pubblicazione delle graduatorie relative ai progetti culturali a valere sugli Avvisi 2019 e predisporre la chiusura delle istruttorie di rendicontazione dei progetti già svolti per poterne garantire il pagamento di tutti i saldi.
-Definire proroghe e rimodulazioni sui progetti già in atto in linea con quanto sta attuando il MIBACT.
– Adeguare il DEF ed i criteri dei nuovi bandi per ciascuna categoria e secondo principi di urgenza, equità e sobrietà: procedure più snelle delle domande; tempi rapidi di valutazione, d’assegnazione degli anticipi e di rendicontazioni (anche attraverso la riorganizzazione degli uffici preposti, in affanno per mancanza di direttive organiche e coerenti); distribuzione equa delle assegnazioni economiche per ogni tipologia di evento culturale e non solo quelli storicizzati; definizione degli interventi e della spesa per il triennio e non solo per il 2020 (la cui realizzabilità è incerta).
-Progettare un Piano Strategico per lo Spettacolo dal vivo di lunga durata, attraverso un Tavolo Permanente di concertazione, che sia le fondamenta del tanto auspicato Sistema Teatrale Regionale come indicato nella Legge Regionale n.19, quale mezzo strategico di rigenerazione economico-sociale.
Occorre pensarci come Sistema, per sostenere quanto di valido ed eccellente è stato creato in questi anni dalle Compagnie Teatrali Professionali Calabresi. Solo così potremo preservare il lavoro dell’intero comparto e contribuire alla Rinascita Culturale, non più procrastinabile, della nostra Regione».

Da C.Re.Sco Calabria partita anche una petizione online per in cui vengono messi in evidenza alcuni punti inoltrati alla Regione Calabria. Qui il link: 

https://www.change.org/p/jole-santelli-presidente-regione-calabria-un-futuro-sostenibile-per-il-teatro-e-la-cultura-fiori-sulle-macerie?utm_source=share_petition&utm_medium=custom_url&recruited_by_id=da1b41d0-7fe1-11ea-bff0-97dd64b3ed30

Se ne va “il cantastorie di due mondi”. Addio a Luis Sepúlveda, il ricordo di Mario Francisco Benvenuto (Unical)

RENDE (CS) – Di seguito il commento sulla scomparsa di Luis Sepúlveda di Mario Francisco Benvenuto, professore di Lingua e traduzione spagnola all’Università della Calabria:

 

Luis Sepulveda nacque a Ovalle, al nord di Santiago del Cile, il 4 ottobre del 1949. Da adolescente sognava di diventare calciatore, un sogno condiviso da molti giovanissimi in quelle latitudini e non solo, ma leggendo i Venti poemi d’amor e una canzone disperata di Pablo Neruda il seme della letteratura fece del suo spirito terra feconda. A soli vent’anni con i suoi racconti Crónicas de Pedro Nadie, vinse il Premio Casa de las Américas e una borsa di studio per studiare drammaturgia presso l’Università Lomonosov (Mosca) e, rientrato in patria, dopo la parentesi estera, scrisse racconti , ottenne il diploma di regista teatrale, alternando tra giornalismo a stampa e radiofonico e altre piccole attività.

La sua adesione al Partito Socialista cileno lo portò a diventare guardia del corpo del Presidente Salvador Allende, destituito l’11 settembre 1973 dal colpo di stato di Augusto Pinochet. Subì l’arresto e la tortura da parte della dittatura militare per diversi mesi, come tanti altri uomini e donne colpevoli o innocenti di contrastare il regime e scambiò la sua libertà con l’esilio forzato.

Migró dal Brasile in Paraguay e poi in Ecuador e riprese la sua attività di drammaturgo. Sperimentò sulla propria pelle il topico dicotomico civiltà vs barbarie della letteratura Ottocentesca ispanoamericana vivendo tra gli indios Shuar, nell’Amazzonia ecuadoregna e da lì trasse ispirazione per Il vecchio che leggeva Romanzi d’amore, metafora dell’uomo che soffoca la natura. Si trasferì poi ad Amburgo e lavorò assiduamente per Greenpeace fino al 1986. Si sposò con Carmen Yanez e si trasferì in Spagna. Alcune delle sue opere ritraggono aspetti autobiografici quali La frontiera scomparsa, La lampada di Aladino, Il Generale e il Giudice, Un nome da torero, ecc., ma altre hanno regalato delle favole meravigliose Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e la Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa.

Ho avuto l’onore di conoscere personalmente Luis in occasione della presentazione di una delle sue opere a Cosenza, nel lontano 2004. Fui colpito dalla sua semplicità di “hombre del pueblo”, espressa nella sua biografia e nelle sue interviste. Il suo carattere era più incline alle riunioni tra pochi amici, che alla confusione dei grandi eventi, dove la sua riservatezza ed educazione non facevano trapelare la sua grande ironia e simpatia. Come un personaggio dei suoi romanzi, il suo sorriso infrangeva il viso serioso forgiato dagli eventi non proprio felici della vita vissuta per dare spazio a una infinità cordialità. Siamo rimasti in contatto e amici per sempre.

La sua straordinaria voce, ponte tra l’America latina e l’Europa dove risiedeva negli ultimi anni, si è spenta oggi in un ospedale di Oviedo (Spagna) vittima del flagello che si è abbattuto sull’umanità. Resteranno immortali i caratteri della sua opera.

Coronavirus tra comunicazione istituzionale e social, ricerca della Società Italiana di Intelligence

ACRI (CS) – A generare il panico nella popolazione non è solo la dimensione sanitaria del Coronavirus ma anche quella immateriale del contagio che avviene attraverso fake news, disinformazione e incoerenza delle dichiarazioni delle autorità. L’individuazione del problema di un contagio mediatico è il primo esito della ricerca “La pandemia immateriale. Gli effetti del Covid-19 tra social asintomatici e comunicazione istituzionale”, condotta dal 1 febbraio al 10 aprile 2020 da parte di Luigi Giungato, ricercatore della Società Italiana di Intelligence (SOCINT). La ricerca è disponibile sul sito socint.org ed è stata coordinata dal presidente della SOCINT Mario Caligiuri, Direttore del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, che ha collaborato all’iniziativa. Attraverso gli strumenti della sentiment analysis applicata ai media, nello studio è stata analizzata la dnarrazione mediatica del fenomeno Coronavirus nel nostro Paese, per individuare sia la dimensione immateriale del contagio, sia i suoi effetti sull’opinione pubblica.

Il risultato che si evince è quello di un’emergenza e di una psicosi subìta da parte della popolazione italiana, al contrario di altre comunità nazionali in cui è stata la società civile a dettare le azioni delle autorità, come nei casi rilevati di Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Belgio. Attraverso Google Trends, Buzzsumo e Brand24, si sono elaborati i grafici riguardanti i trend di interesse del pubblico e dei news media nei riguardi del termine Coronavirus. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli di altri Paesi, rilevando che l’Italia ha avuto un ruolo trainante nella narrazione dell’emergenza globale e che la percezione nazionale è stata prevalentemente determinata dalle decisioni e dalle dichiarazioni delle istituzioni pubbliche. Peraltro tali dichiarazioni, non sempre coerenti fra di loro, hanno influito non solo sulla percezione del rischio, quanto sulla narrazione della paura. Infatti, fino alla dichiarazione dello stato di emergenza della Lombardia il 20 febbraio, le attenzioni del pubblico relegavano il Covid-19 solo ai margini delle priorità. Da allora la pandemia è entrata prepotentemente a fare parte dell’agenda collettiva italiana, influenzando anche quella internazionale. Dalla ricerca si è però rilevato anche che la prima tendenza da parte del pubblico italiano sia stata quella di sottovalutare il rischio.

È dalla successiva conferenza stampa del 27 febbraio del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che si presentò in mascherina dichiarando di volersi autonomamente sottoporre a quarantena, che si sono moltiplicate le dichiarazioni delle autorità, politiche e sanitarie, veicolate dai mass media. Tali dichiarazioni hanno potentemente condizionato la percezione collettiva, fino a determinare uno shock comunicativo che ha modificato bruscamente in maniera drammatica la narrazione della malattia. In altri Paesi, al contrario, sono state determinanti le pressioni della società civile, diffuse attraverso i social, a dettare le agende dei media e, di conseguenza, le azioni di Governi, che all’inizio il più delle volte erano piuttosto scettici. Inoltre si è rilevato che in questo periodo in cui il distanziamento sociale imposto dall’autorità ha reso la popolazione più dipendente che mai da computer, smartphone e tv, la percezione della realtà che ci circonda si sta basando esclusivamente sui mezzi di informazione di massa e interpersonali, tra i quali emerge il ruolo non facilmente misurabile ma influentissimo di WhatsApp, all’analisi del quale è dedicata una parte cospicua della ricerca. Infatti, nella città virtuale in cui la maggior parte della popolazione è costretta a vivere, la disinformazione si propaga con la stessa aggressività del virus biologico, attraverso la condivisione collettiva di narrazioni frammentate e incoerenti, il più delle volte false e molto spesso all’insaputa di chi le trasmette. Tutto ció determina il manifestarsi di uno stato di ansia permanente, alimentando un panico diffuso che limita una più serena valutazione della realtà. Queste caratteristiche manipolatorie della società dell’informazione, utilizzate da tutti i Governi, determinano, nello stesso tempo, pulsioni alla censura e al controllo.

Una sfida alla democrazia che genera timori e pone interrogativi, al fine direndere consapevoli i cittadini sul rischio della sorveglianza di massa e a comprendere i meccanismi del contagio mediatico. Questi temi vengono costantemente monitorati attraverso la ricerca, che continua così come l’infezione sanitaria di Covid-19, con l’obbiettivo di contribuire a fronteggiare culturalmente il virus per salvaguardare i diritti alla salute e alla libertà dei cittadini. 

Per informazioni:
Mario Caligiuri: mario.caligiuri@unical.it –
Luigi Giungato: lgiungato@gmail.com

Mayer all’Unical: «Irrobustire ruolo del CISR per Inteligence Economica: il coronavirus accentuerà crisi mondiale»

RENDE (CS) – ›Oggi è più difficile e interpretare la realtà perchè usiamo categorie culturali ormai superate». In questo modo Marco Mayer, Direttore del Master in Intelligence e Security della Link Campus University di Roma, ha avviato la sua lezione in videoconferenza da Firenze al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Il docente ha poi affrontato le attuali vicende internazionali e, in particolare, ha approfondito tre fattori concomitanti. Il primo è relativo al nuovo atteggiamento dell’Amministrazione Statunitense in cui Trump ha privilegiato ii rapporti bilaterali e non il dialogo con U.E, NATO per non parlare delle altre organizzazioni internazionali. Il secondo elemento è rappresentato dalla posizione internazionale della Cina decisamente più assertiva sul piano internazionale. Infine, il terzo fattore consiste nell’attuale recessione economica che si accentuerà con il COVID-19. Per Mayer queste circostanze “creano un’elevata fragilità sia per l’U.E. che per l’Italia. La guerra commerciale tra U.S.A. e Cina, nei prossimi mesi, potrebbe accentuarsi anche a causa delle elezioni presidenziali americane di novembre e questo inevitabilmente condizionerà le dinamiche delle relazioni internazionali.

Il docente ha poi analizzato il profilo sanitario del COVID-19 sotto tre aspetti: la velocità di trasmissione del virus; l’incapacità di avere dati e numeri certi di chi è effettivamente contagiato senza sintomi; ed, infine, l’assenza del vaccino e i tempi necessari per produrlo, testarlo e commercializzarlo, precisando che «le tempistiche del virus sono molto più veloci dei tempi delle istituzioni democratiche e non».
A proposito dei tempi di diffusione del virus, il docente ha fornito un riepilogo. Il 17 novembre 2019 è stato censito il primo contagio a Wuhan, che è rimasto taciuto fino al 31 dicembre 2019 quando ne è stata data comunicazione ufficiale, ma errata e sottovalutata a OMS. Il vero e proprio
allarme e le misure di emergenza sono state attivate solo il 23 gennaio, quando Singapore per prima poi Corea del Sud e Taiwan avevano già assunto provvedimenti rigorosi. Ha quindi affermato che «Le grandi pandemie della storia hanno modificato in modo profondo gli equilibri dell’ordine mondiale e questa sicuramente potrebbe dimostrare il fallimento del capitalismo selvaggio».

L’U.E. sta affrontando con un certo ritardo e incertezza la vicenda del COVID-19. La B.C.E., metterà a disposizione 750 miliardi di euro per il Pandemic Emergency Purchase Programme mentre si sta animatamente discutendo sull’ipotesi di creare un fondo sovrano europeo e l’emissione di EuroBond. Il docente ha poi ricordato che ci sono tre dimensioni verificate dalle principali strutture di intelligence che si confondono e si sovrappongono dando vita a qualcosa di nuovo, ma che ancora non conosciamo in profondita’. Sono molto più sfumate anche sepersistono: la differenza tra minacce interne ed esterne; la distinzione tra pubblico e privato e infine il dualismo tra civile e militare.

Mayer ha inoltre precisato che in Italia, con una Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 si è dichiarata l’emergenza sanitaria per sei mesi per il
COVID-19. Dichiarazione a cui tuttavia non si ‘ accompagnata come in altri paesi la piena consapevolezza della minaccia. Nelle settimane successive, alcuni eventi pubblici organizzati sopratutto in alcune città e comini del nord hanno poi contribuito alla diffusione del virus. Nelle prime due o tre settimane di febbraio si e” assistito a contrastanti che hanno portato confisione. Purtroppo il 20 marzo il numero dei morti ha superato quello della Cina.

 

Ai musei di Vibo e della Sibaritide celebrato Raffaello Sanzio

COSENZA – Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia e il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, diretti dalla dottoressa Adele Bonofiglio, afferenti al Polo museale della Calabria guidato dalla dottoressa Antonella Cucciniello, hanno celebrato il mito di Raffaello Sanzio, in occasione dei 500 anni della sua scomparsa.

Lo hanno evidenziato come grande cultore dell’antico e dell’architettura, ricordandone, in particolare, la sua opera di classificazione e studio dell’architettura di Roma antica.   

Raffaello venne incaricato dal Papa Leone X di sovrintendere la custodia e la classificazione dei marmi dell’antica Roma. A tal proposito l’artista condusse uno studio dei monumenti romani; egli fu tra i primi ad arrivare ad un esame delle strutture e degli elementi architettonici così approfondito. Tale incarico gli fornì anche l’opportunità di realizzare una pianta che raffigurasse Roma nell’età imperiale. Attraverso l’uso di uno strumento dotato di bussola realizzò così dei rilievi e delle rappresentazioni ortogonali delle vestigia antiche, utilizzando uno strumento munito di bussola. 

L’ammirazione per la cultura classica da parte di Raffaello fu grandissima, tanto che il grande artista nelle sue opere fu portato ad emularla.

«Celebrato dunque Raffaello – precisa la dottoressa Bonofiglio – come cultore dell’antico ed in particolare dell’architettura con i reperti architettonici provenienti dal Cofìno e dal Parco delle Rimembranze insieme ai i frammenti del frontone di epoca arcaica rinvenuti a Parco del Cavallo, dal Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide».

Il Liceo Classico “Telesio” e “La Terra di Piero” insieme nella lotta al Coronavirus

COSENZA – Insieme contro il Coronavirus: il Liceo Classico ‘Telesio’ di Cosenza, ‘Casa Telesio’, elargirà una donazione all’associazione cosentina ‘La Terra di Piero’ attraverso una raccolta fondi online, per dare un segnale tangibile e concreto nella difficile battaglia, sanitaria e sociale, contro il Covid-19.

«E’ il tempo della difficoltà, non è il tempo dei proclami e degli spot – ha dichiarato il dirigente del Liceo Classico ‘Telesio’ di Cosenza, Antonio Iaconianni –. Mai avremmo immaginato di vivere una situazione tanto complicata e che certamente cambierà il nostro modo di vivere, le nostre relazioni, il nostro modo di lavorare, il nostro futuro. Questi giorni – ha continuato Iaconianni – li dobbiamo sfruttare come momento privilegiato da dedicare alla lentezza che avevamo perso, alla riflessione, alla lettura dei classici, alla visione di bei film e però nostro dovere pensare a chi soffre ed a chi opera in questo terribile momento. Pertantosenza clamori e con i toni che in momenti del genere è necessario avere, siamo chiamati ognuno per quello che può e per come può a fare la nostra parte, innanzitutto rispettando le indicazioni delle autorità preposte che possono essere sintetizzate nella formula “stare a casa”, e poi contribuendo ad aiutando il nostro Paese, la nostra sanità, la nostra società per come possiamo. ‘Casa Telesio’, come mi piace chiamare la nostra istituzione scolastica, ha pensato ad una donazione online all’associazione ‘La Terra di Piero’ per gli scopi sociali e sanitari che l’associazione stessa riterrà opportuni»

Questo il link da cui sarà possibile fare la propria donazione:

https://www.gofundme.com/f/casa-telesio-per-la-terra-di-piero?utm_source=customer&utm_medium=copy_link&utm_campaign=p_cf+share-flow-1

«I tempi – ha concluso Iaconianni – , non facciamoci illusioni, sentiti gli esperti saranno lunghi e la nuova quarantena di alcune città cinesi lo dimostra: occupiamo il nostro tempo anche prendendoci cura di chi vive momenti di difficoltà più pesanti dei nostri. A volte siamo chiamati ad essere segno anche di solidarietà, perché anche questa è cultura, anche questa è formazione!»

La cultura non si ferma, al via #Cronachedalmuseo dei Brettii e degli Enotri

COSENZA – Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza è chiuso, ma continua a lavorare per la Cultura e aderisce alla campagna #iorestoacasa.
Per tenere compagnia agli appassionati, come si sta facendo in molti altri luoghi d’arte in tutto il Paese, anche i canali social dell’istituto si arricchiscono ogni giorno di nuovi contenuti: rassegne di approfondimento, giochi con la rubrica #archeoenigmistica, visite virtuali della collezione del Museo, dei suoi ambienti, dei suoi servizi.

«In attesa di rivederci molto presto dal vivo, venite a trovarci!»: questo l’invito della direzione del Museo.

I canali social:

Facebook: https://www.facebook.com/pages/Museo-dei-Brettii-e-degli-Enotri/139892982709243
Twitter: @museobrettiics
Instagram: @MuseodeiBrettiiedegliEnotri

2 aprile, in ricordo di S. Francesco e Giovanni Paolo II. Modafferi:«Legame indissolubile che dona speranza in questi giorni difficili»

COSENZA – «Il 2 aprile è il giorno in cui la Calabria celebra il suo Patrono, San Francesco di Paola. Nello stesso giorno si ricorda la morte di San Giovanni Paolo II che ci lasciava proprio il 2 aprile di 15 anni fa. Una coincidenza che dimostra lo straordinario legame tra la nostra regione e il Papa polacco che proprio al Santuario di San Francesco a Paola ha scritto una bellissima pagina del suo pontificato». Queste le parole dello scrittore calabrese, Antonio Modaffari, nel commentare la doppia, speciale, ricorrenza odierna, per i calabresi e per il mondo intero.

«Era l’ottobre del 1984 – racconta Modafferi – e Giovanni Paolo II, il papa dei viaggi, arrivò in Calabria. E proprio a Paola consacrò il Santuario come il luogo più importante della nostra terra. Lo fece con semplicità, usando queste parole: “Venendo in Calabria, ho pensato che forse il luogo più importante fosse Reggio Calabria, forse Catanzaro, forse Cosenza, ma vedo che il luogo più importante è quello dove è san Francesco di Paola. Non ho saputo questo prima, ma venendo qui lo vedo e lo vedo anche in questa circostanza, che il Papa, per la seconda volta, deve venire qui, in questo santuario. Ieri era la prima volta, e oggi sono dovuto tornare da Cosenza per recitare il Rosario che, tramite la Radio vaticana, il Papa recita nel primo sabato del mese e viene diffuso in tutto il mondo. Così, vedo che il punto più importante è quello dove si trova san Francesco di Paola. Voi siete, dopo tanti secoli, i concittadini di questo santo, di questo grande santo, grande perché si è chiamato minimo. Se voi siete i concittadini di questo santo, dovete imitarlo. Egli era molto umile, molto buono, era pieno di carità. Vi auguro di essere i concittadini di san Francesco in questo senso. Soprattutto carità, umiltà, bontà: tutto questo è direi la consanguineità spirituale con san Francesco”». 

«Quello tra San Francesco e Giovanni Paolo II è un legame straordinario, unico. Mi piace pensarli così abbracciati come in questa immagine a rassicurarci in questi giorni difficili», conclude Modafferi.