Ferramonti luogo simbolo del 25 aprile e dell’accoglienza dei migranti

FERRAMONTI DI TARSIA (CS) – La guerra, la dittatura, la fame e poi la ribellione e quella liberazione maturata il 25 aprile. A Ferramonti di Tarsia il 72mo anniversario di quella storica giornata coincide anche con la presentazione del grande progetto umanitario del cimitero internazionale dei migranti. Una battaglia di civiltà condotta dal leader del movimento Diritti Civili Franco Corbelli «iniziata dopo la tragedia di Lampedusa del 2013 – dice il giornalista – insieme alle istituzioni locali ed alla comunità di Tarsia che ha dato con entusiasmo la propria disponibilità ad accogliere le salme delle vittime dei viaggi della speranza nel Mediterraneo. Ritengo sia una giornata storica: dallasopraluogo cimitero dei migranti a tarsia - 4 Calabria parte un messaggio di pace veicolato da quest’opera umanitaria. Ed un messaggio – conclude Corbelli – c’è la possibilità dell’integrazione del rispetto anche dopo la morte. Vogliamo trasformare questo luogo di sepoltura in un luogo di vita».
Alla cerimonia, sono intervenuti il presidente della Regione Mario Oliverio, Franco Sergio in rappresentanza del presidente del consiglio regionale Nicola Irto, il consigliere della comunità ebraica di Napoli Roque Pugliese, il presidente della Provincia Franco Iacucci.  «È questa – ha detto il Presidente Oliverio – una giornata che deve essere sempre ricordata perché il 25 aprile per il nostro Paese rappresenta la conquista della libertà, della democrazia; rappresenta il punto di arrivo di una pagina drammatica che ha segnato la vita dell’Italia e dell’Europa e il punto di partenza di una stagione nuova. In questo luogo- ha proseguito- sono condensate le contraddizioni drammatiche di quella pagina, poiché da qui sono passate migliaia di persone che hanno subito sulla loro pelle, nei loro rapporti familiari , negli affetti quella tragica vicenda storica. Ma in questo luogo, tuttavia, si è espresso quello che è un connotato di questa terra: l’accoglienza. Anche in questo che era un campo di internamento, infatti, c’era un contesto, rappresentato dalla popolazione, dalla comunità di Tarsia che affievoliva la sofferenza, la lacerazione. I valori della libertà, della democrazia, del rispetto della persona- ha affermato ancora il Presidente della Regione- sono valori inalienabili, sempre presenti ed attuali, per cui bisogna battersi sempre, soprattutto in una fase segnata da rigurgiti che propongono la loro messa in discussione. Nello scenario globale c’è un esodo che è determinato dalla fuga di milioni di donne, uomini, bambini dal sud che del mondo, spinto dalle guerre, dalle tirannie come dalla miseria, dalla fame. Queste sofferenze, se non affrontate a livello globale, determineranno esodi sempre più larghi. In questa avventura verso la speranza, ecco gli eventi luttuosi, le tragedie immani»
“ L’opera proposta da Corbelli e che io ho accolto subito- ha ripreso Il Presidente Oliverio- è di grande valore umanitario, ripropone una riflessione sulle contraddizioni nuove che nel mondo si sono aperte. La nascita del Cimitero dei Migranti in questo luogo è un fatto di grande civiltà e di umanità. E’ un messaggio forte ed ecco perché abbiamo voluto assumere questa iniziativa, per la quale ringrazio anche il sindaco di Tarsia che si è anche impegnato attivamente per l’elaborazione del progetto dell’opera che presenteremo in modo più dettagliato in altre occasioni. Il cimitero nasce proprio nel luogo nel quale c’è stato il campo di internamento di Ferramonti. Ciò ha un significato importante e il fatto che il sindaco, la comunità di Tarsia abbiano accolto con entusiasmo la proposta è la conferma che qui i valori della ospitalità, dell’accoglienza rimangono vivi a significare che la Calabria è una terra che ha tanti problemi ma non ammaina valori sempre attuali, che non si contestualizzano e che sono quelli del rispetto della persona, della dignità, della libertà che sono il fondamento della vera civiltà».

Presenti inoltre i sindaci del comprensorio. «Ferramonti è il luogo simbolo di una pagina drammatica della storia d’Italia, ma anche espressione del contesto di accoglienza di Tarsia, i cui abitanti hanno contribuito a lenire la sofferenza di tanti uomini e tante donne che hanno subito la violenza del regime nazista e fascista. Questo 25 aprile assume un significato particolarmente importante: non è un caso che proprio qui nasca il cimitero dei migranti. Si realizza in questo luogo dove sono immortalate

La scultura di Giovanni Cataldi
La scultura di Giovanni Cataldi

pagine della nostra storia da non dimenticare. Stiamo assistendo al grande esodo di milioni di persone, spinti dalle guerre e dalla fame ad abbandonare le loro case e la loro quotidianità per avventurarsi in traversate dolorose. La Calabria resterà una regione accogliente. Con questo spirito ci avviamo a realizzare questa grande opera di dignità». La giornata di festa e di riflessione, durante la quale il maestro Giovanni Cataldi ha donato un’opera scultorea dedicata agli internati del campo di Tarsia, è stata caratterizzata anche da un atto vandalico. Ignoti infatti hanno cosparso di colla il lucchetto di ingresso costringendo di addetti a rompere la catena per aprire il cancello. Divelto anche il cartello recante gli orari di ingresso. Una bravata che il sindaco Roberto Ameruso ha comunque deciso di denunciare ai carabinieri «Un atto vandalico grave sul piano simbolico, giunto proprio nella notte precedente al 25 aprile. Naturalmente sporgeremo querela. Questo è un luogo sacro e qualsiasi danneggiamento per noi è un attentato alla memoria che riteniamo comunque gravissimo».

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