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Confapi Calabria lancia l’allarme: «Le banche non danno credito alle imprese»

COSENZA – «Alcune banche non riescono più a erogare il prestito fino a 25 mila euro per le Pmi previsto dal decreto liquidità (plafond esaurito)». È l’allarme lanciato da Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria.

«A distanza di pochissimi giorni dal via libera alla possibilità per le piccole e medie imprese di richiedere agli istituti di credito il prestito di € 25.000 in base al decreto liquidità – scrive Napoli -, sono oltre 100mila le domande complessivamente pervenute ed il plafond messo a disposizione dalle banche è praticamene esaurito».

E ancora: «Il decreto-legge sulla liquidità approvato nel Consiglio dei Ministri del 7 aprile utilizza un meccanismo poco funzionale alla dimensione del problema. Inoltre, il decreto-legge fornisce esclusivamente garanzie statali a fronte dei finanziamenti erogati alle aziende. Pertanto, è compito delle banche il reperimento della liquidità, in un mercato caratterizzato dalle regole di Basilea che impone limiti alle quantità di patrimonio di cui debbono necessariamente dotarsi. Le imprese chiedono, le banche dicono di essere pronte a dare, la vigilanza sollecita a fare in fretta ma sta di fatto che i fondi sono pochi e, inoltre, al danno la beffa, le imprese anche non sono già clienti dell’istituto di credito a cui si rivolgono, non hanno possibilità alcuna di accedere al prestito garantito.

Quindi l’appello di Confapi Calabria è al Governo «perchè intervenga su ABI (Associazione Bancaria Italiana) e si deroghi, in questa situazione di estrema emergenza, a qualunque politica bancaria che privilegi il cliente per l’erogazione del credito.
L’azione di fuoco di 400 miliardi di garanzie statali si è purtroppo rilevata inadeguata a fronteggiare quella che evidentemente è una sofferenza ben più grave delle piccole e medie imprese italiane. Auspichiamo quindi liquidità alle banche senza troppi paletti da parte della BCE, in deroga alle regole di Basilea, e in tempi molto rapidi».

 

Unpli, Pro loco silane e Destinazione Sila insieme per un’offerta turistica integrata e sostenibile

COSENZA – Hanno le idee chiare Destinazione Sila, pro-loco silane e Unpli Cosenza, che a breve ufficializzeranno la propria collaborazione in un percorso che vede camminare a fianco la rete degli operatori dell’altopiano silano e le pro-loco che operano nel territorio. 

Il webinar di confronto

Al webinar dedicato che si è svolto ieri hanno partecipato i referenti di Destinazione Sila, Daniele Donnici, William Lo Celso e Antonella Tarsitano, il presidente di Unpli Cosenza Antonello Grosso La Valle, e i presidenti delle Pro-Loco di Bocchigliero, Mariarosaria Rizzuti, di Longobucco, Fabio Russo, di Camigliatello, Eugenio Celestino, di Spezzano Piccolo Fabio De Santis, di Lorica, Claudio Marano, e il delegato della Pro-Loco di S. Giovanni in Fiore, Salvatore Bonasso. Durante il proficuo dibattito, infatti, è emersa chiaramente la necessità di cooperazione tra tutti gli attori della filiera turistica locale, e in particolare, i partecipanti hanno concordato di avviare un percorso di stretta collaborazione tra il mondo dell’imprenditoria di qualità e il mondo delle Pro-Loco, al fine di garantire un’offerta turistica integrata capace di valorizzare l’intera area silana.
Il confronto è proseguito sugli obiettivi strategici della collaborazione tra operatori turistici, sistema delle pro-loco e comunità locali. è stata condivisa l’idea di adottare un applicativo informatico per facilitare lo scambio di informazioni, la comunicazione e la cooperazione, sia tra i partner sia verso l’esterno. Si è parlato anche della creazione di un sistema di accoglienza ed informazione turistica omogeneo e integrato sull’intero territorio silano, per orientare i turisti alla scoperta delle bellezze naturali del Parco Nazionale della Sila, dei borghi storici silani, delle tradizioni enogastronomiche e degli eventi del territorio.
È stata, infine, ribadita l’importanza di continuare ad impegnarsi della creazione della DMO (Destination Management Organization) della Sila, un organismo per rendere stabile il dialogo e la collaborazione fra gli attori territoriali che gravitano e lavorano nel settore turistico (operatori economici, associazioni, istituzioni, enti), uno strumento necessario per condividere analisi, strategie e iniziative promozionali per lo sviluppo turistico sostenibile dell’altopiano della Sila.

Un primo passo verso un progetto unitario di valorizzazione del territorio.

Tra le prime sfide c’è sicuramente quella della ripresa post-emergenza covid-19, alla quale i protagonisti dell’incontro dovranno rispondere, con responsabilità e determinazione. Una sfida che sarà possibile vincere soltanto attraverso la cooperazione.

Coronavirus, bollettino Regione: i casi totali sono 1.069 (+9 rispetto a ieri). In Italia numero pazienti dimessi e guariti superiore rispetto a nuovi positivi

CATANZARO – Il bollettino odierno della Regione Calabria, diramato come ogni giorno alle ore 17, riferisce che ad oggi sono stati effettuati 26.187 tamponi.

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.069 (+9 rispetto a ieri), quelle negative sono 25.118.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

Catanzaro: 209 (50 in reparto; 2 in rianimazione; 86 in isolamento domiciliare; 44 guariti; 27 deceduti);

Cosenza: 429 (35 in reparto; 3 in rianimazione; 326 in isolamento domiciliare; 42 guariti; 23 deceduti);

Reggio Calabria: 248 (28 in reparto; 2 in rianimazione; 154 in isolamento domiciliare; 49 guariti; 15 deceduti);

Crotone: 112 (13 in reparto; 68 in isolamento domiciliare; 25 guariti; 6 deceduti);

Vibo Valentia: 71 (3 in reparto; 53 in isolamento domiciliare; 10 guariti; 5 deceduti);

 

Villa Torano

Dei quattro nuovi casi positivi di oggi, uno è riconducibile al focolaio di Villa Torano.

Precisazione su Reggio Calabria

Si precisa che una diagnosi di positività a Reggio Calabria è stata formulata al Policlinico di Messina.

 

I soggetti in quarantena volontaria sono 6.699, così distribuiti:

– Cosenza: 1.408

– Crotone: 1.602

– Catanzaro: 1.771

– Vibo Valentia: 369

– Reggio Calabria: 1.549

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 16.032.

 

SITUAZIONE CONTAGI IN ITALIA

Come riferito dal Dipartimento della Protezione Civile ad oggi, 23 aprile, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 189.973, con un incremento rispetto a ieri di 2.646 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 106.848, con un decremento di 851 assistiti rispetto a ieri.

Tra gli attualmente positivi 2.267 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 117 pazienti rispetto a ieri.
22.871 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 934 pazienti rispetto a ieri. 81.710 persone, pari al 76% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 464 e portano il totale a 25.549. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 57.576, con un incremento di 3.033 persone rispetto a ieri.
 
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono: 33.873 in Lombardia, 12.845 in Emilia-Romagna, 15.152 in Piemonte, 9.925 in Veneto, 6.171 in Toscana, 3.466 in Liguria, 3.230 nelle Marche, 4.486 nel Lazio, 2.978 in Campania, 1.871 nella Provincia autonoma di Trento, 2.936 in Puglia, 1.135 in Friuli Venezia Giulia, 2.301 in Sicilia, 2.100 in Abruzzo, 1.494 nella Provincia autonoma di Bolzano, 355 in Umbria, 817 in Sardegna, 823 in Calabria, 463 in Valle d’Aosta, 229 in Basilicata e 198 in Molise.

Indagati 57 furbetti del cartellino in Asp e ospedale

CATANZARO – Un dirigente e sei dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e otto lavoratori dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” sono stati interdetti dall’esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno, al termine di un’inchiesta contro l’assenteismo coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Complessivamente gli indagati sono 57.I sospesi sono impiegati delle strutture amministrative.

In orario di lavoro andavano a fare la spesa o, addirittura, a giocare ai videopoker in un’attività commerciale.

Sono alcuni dei comportamenti illeciti riscontrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Catanzaro messi in atto da parte di 57 tra dirigenti e dipendenti amministrativi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione indagini. Per la notifica dei provvedimenti sono stati impiegati un centinaio di provvedimenti. L’inchiesta, denominata “Cartellino rosso”, è stata diretta dal pm Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore Nicola Gratteri, ha consentito di rilevare oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate.

Scattato il sequestro preventivo degli stipendi illecitamente guadagnati

Nei confronti di 18 persone fisiche – i 15 sospesi, altri due ex dipendenti dell’Azienda ospedaliera e un ex dirigente dell’Asp tutti ora in quiescenza – è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro. I finanzieri, nell’ambito delle indagini, si sono avvalsi di telecamere installate negli uffici amministrativi dei due presidi sanitari. Quindi hanno proceduto a riscontrare gli episodi di assenteismo sia con controlli documentali che per mezzo di osservazione e pedinamento degli indagati. Variegato e per certi versi fantasioso, riferiscono gli inquirenti, era il sistema ideato per eludere l’utilizzo del badge.

In molti casi, gli indagati si allontanavano dall’ufficio senza alcuna valida ragione. In altri casi, invece, alcuni indagati, anche di rango dirigenziale, consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza dell’interessato. In un caso, un dipendente, evidentemente intento a strisciare il cartellino per altri colleghi assenteisti, è arrivato a coprirsi aprendo l’ombrello all’interno della struttura, per evitare di essere ripreso da eventuali sistemi di videosorveglianza. Gli indagati sono accusati di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio, che, sottolineano gli inquirenti, comporterebbe, tra l’altro, il licenziamento disciplinare senza preavviso per i responsabili delle condotte assenteistiche.

Fase 2: un sito, social e app per informare i calabresi

CATANZARO – Rcovid19.it. Informazioni e servizi in Calabria. E’ il nuovo sito attivo da oggi dedicato ad informazioni e servizi per cittadini e organi d’informazione su come gestire la Fase 2 dell’emergenza Covid19.

Ma non è l’unica novità messa in campo dalla Regione: attende solo il rilascio la nuova App “RCovid19”, che consentirà ai cittadini calabresi di ricevere notifiche sul cellulare sulle ultime disposizioni regionali e nazionali in materia di Corona Virus, notizie e aggiornamenti. Sui social, le medesime informazioni vengono veicolate dalla Pagina Facebook della Protezione Civile regionale, seguita da oltre 72.000 calabresi.

Relativamente ai dispositivi di protezione individuali (DPI), la nostra Protezione Civile regionale distribuirà, tra oggi e domani, altri 500.000 DPI a tutti i Comuni calabresi, dando priorità a quelli delle cosiddette Aree Rosse.

La Regione Calabria, in sostanza, dopo l’azione capillare finora dedicata al contenimento del contagio, utilizza tutti gli strumenti tecnologici per il graduale riavvio delle attività produttive e delle relazioni.

Attraverso il lavoro di raccolta dati ed analisi realizzato della Protezione Civile Regionale, il sito www.rcovid19.it sarà un punto di riferimento univoco con dati costantemente aggiornati relativi al virus, ai contagiati, ai guariti, alle persone in isolamento volontario, ed ai decessi, raccolti provincia per provincia.

L’app RCovid19 sarà presto disponibile sugli store Apple e Android.

«La nostra è una Regione che lavora sodo, senza protagonismi – dichiara il presidente della Regione Jole Santelli -. Cittadini ed amministrazioni pubbliche stanno rispondendo come un’unica grande squadra. Continuiamo tutti a mantenere livelli di produttività e di attenzione alti, anche in queste settimane che ci separano dalla fase 2, una fase di ripresa progressiva della nostra vita, delle nostre attività, dei nostri affetti».

“Andrà tutto bene”, messaggio multilingue degli studenti internazionali Unical

RENDE (CS) – “Andrà tutto bene, sono giorni difficili ma dobbiamo restare uniti”. Riparte da qui, da un videomessaggio multilingue, il progetto di Servizio Civile Universale “Studenti senza Frontiere 2” dell’Associazione Culturale Entropia con sede all’Unical. Oggi che le frontiere sono i muri delle nostre case, Entropia lancia un segnale positivo ai giovani, affinché si mantengano forti e solidali, ricordino di far parte di una stessa grande comunità e siano i primi a reagire e a diffondere coraggio, soprattutto in vista della fase 2.

Il servizio civile, sospeso durante il lockdown per tutelare la salute dei volontari, è stato riattivato su tutto il territorio nazionale e anche le quattro volontarie di “No Borders Students” hanno ripreso le attività dal 15 aprile, in modalità mista (in presenza e in remoto). Le attività sono state in parte rimodulate per offrire “sostegno agli stranieri” e informazione, anche in lingua, sulle nuove disposizioni governative che si andranno man mano delineando. Per il resto, il progetto continua a perseguire l’obiettivo della integrazione fra studenti italiani e internazionali nel Campus e nell’area urbana di Cosenza: oltre alla formazione specifica, le volontarie si stanno dedicando alla redazione del giornale Fatti Al Cubo e del programma radio “No Borders”, che riporterà le voci degli studenti internazionali su Radio Ciroma.
Le volontarie sono state entusiaste della ripresa delle attività, poiché lo spirito del servizio civile è sostenere la comunità e mai come in questo momento si sentivano di dare un contributo concreto.
Gli studenti che hanno risposto all’appello unendosi al videomessaggio dell’Associazione provengono da: Egitto, Yemen, Argentina, Paraguay, Tanzania, Libia, Indonesia, Pakistan, Ecuador, Sudan, Mozambico, Vietnam, Madagascar. Un viaggio intorno al mondo in due minuti, perché la pandemia ci ha reso uguali e ugualmente indifesi, e perché solo dall’unione, dall’incontro e dal confronto fra culture, lingue ed esperienze diverse, può venire il bene comune.

Clicca qui per vedere il videomessaggio

https://youtu.be/0x24D2mUcxQ

 

 

 
 
 
 

Studenti calabresi fuori sede, la lettera di un nonno: «Quanto tempo ancora saranno costretti a rimanere lontano i nostri giovani?»

COSENZA – Sono sempre di più le lettere che giungono in redazione in risposta ai provvedimenti di chiusura della Regione Calabria per il lockdown da Covid-19 (ieri l’ultima dichiarazione in merito della governatrice Jole Santelli, che puoi leggere qui). Oggi pubblichiamo la lettera aperta al presidente della Calabria di un nonno di uno dei tanti giovani studenti calabresi fuori sede che chiede di poter rientrare in Calabria, naturalmente sottoponendosi alle misure che metterebbero se stesso, e di conseguenza gli altri, al riparo da eventuali contaminazioni, questo affinché «tutte le persone rimaste bloccate fuori Regione non debbano pagare per quelli che invece sono scesi nei mesi scorsi, durante i giorni di maggiore rischio contagio, senza nessuna precauzione e senza nessun controllo da parte degli enti istituzionali».

«Preg.ma Jole Santelli, Presidente della Giunta Regionale della Calabria

Vorrei rivolgere alla S.V. le un ulteriore appello che mi permetto di confrontare con i provvedimenti da lei assunti da recente in materia di mobilità territoriale.
Unisco questa mia istanza alle numerose altre istanze a Lei rivolte dal preside Antonio Iaconianni (qui la sua lettera), dal consigliere regionale Tilde Mimasi,
dal consigliere regionale Giuseppe Aieta, e dalle organizzazioni partitiche PD, Italia Viva, Rifondazione Comunista;

Mio nipote che frequenta un corso di Laurea presso l’Università di Siena, nella cui città alloggia presso una famiglia la quale gli ha ceduto in locazione una stanza ed annessi servizi.
Egli è in quarantena volontaria in quanto rispettoso dai provvedimenti emanati in materia di mobilità dagli organi governativi e, soprattutto, da codesta Presidenza.
E’ costretto a vivere in una stanza di circa 12 metri quadri e, nonostante ciò, continua a studiare diligentemente e con profitto tanto da consentirgli il superamento di alcuni esami relativi ai corsi di studio seguiti per via telematica.
Non esistono altri motivi ostativi che impediscono il ricongiungimento del giovane con la sua famiglia tranne che i provvedimenti in vigore:
è rimasto a casa per più di due mesi da quanto è stato emanato il primo provvedimento del DPCM che poneva tale obbligo;
non è affetto dal COVID 19 e questo lo può dimostrare in qualsiasi momento sottoponendosi alle previste prove;
è disponibile a rimanere in quarantena volontaria nell’eventualità di un suo rientro che, peraltro, è stato organizzato in assoluta sicurezza ed autonomia.

Lei ha provveduto, con ordinanza, a:
– riaprire gli stabilimenti balneari ed i parchi acquatici per effettuare interventi di manutenzione;
– concedere l’apertura delle attività industriali relativi ai prodotti dolciari dietro osservanza di precise disposizioni;
– permettere lo svolgimento di attività agricole anche in comuni diversi da quello di residenza.
Ma si vuole nascondere o negare che nello svolgimento delle attività autorizzate, e sopra individuate, non possano esserci rapporti interpersonali ravvicinati che possono costituire eventuali motivi di contagio?
Né i suddetti rapporti sono stati regolamentati!
Ugualmente si vuole negare che presso i supermercati e gli esercenti di genere alimentare possano verificarsi rapporti ravvicinati tra le persone che potrebbero essere causa per il diffondersi del virus?
Si vedano, soltanto, i pagamenti effettuati presso le casse per la merce acquistata che, con sicurezza, si svolgono a distanza inferiore al metro!
Neanche questi sono stati regolamentati in modo da evitare possibili contagi.
Ed ora si continua a vietare il rientro a casa dei familiari perché non si riesce a regolamentare gli spostamenti!

Faccio appello alla sua sensibilità allorché Lei ebbe a dichiarare: “Ci debba essere una fase 2 ma va preparata con attenzione e prudenza”;
ed inoltre: “Dopo il 3 maggio avvieremo 15 giorni di screening di massa e da lì decideremo come procedere”.

Mi sorge, però, spontanea una domanda: se si penserà di organizzare le procedure da seguire per la fase 2 dopo 15 giorni da 3 maggio p.v., quanto tempo ancora saranno costretti a rimanere fuori dalla propria residenza i nostri giovani?

Non oso credere che Lei si è circondata da collaboratori che non sono capaci di organizzare un rientro regolamentato ed organizzato dei calabresi onesti che intendono ricongiunsi alle proprie famiglie?

A mio avviso, sarebbe sufficiente e naturale incaricare le forze dell ordine di dare applicazione scrupolosa delle vigenti norme in materia di spostamenti ed, inoltre, obbligare coloro che rientrano a munirsi di permessi rilasciati dalle autorità competenti in tal modo sarebbero tracciabili; ovvero obbligare coloro che vogliono ritornare a casa di munirsi delle APP previste dal Governo così da conseguire analogo risultato.

Non vorrei credere che a governare la Calabria è stata posta la caparbietà e non il buon senso civico e morale.

Abbiamo necessità di conoscere: normative certe, periodi e date non contrattabili, e non rinvii ed ulteriori proclami.

Con osservanza si attende risposta.

Giovanni Gonzales»

Fase 2, per Ernst & Young Cosenza è tra le città italiane dove sarà più facile ripartire. Compiaciuto il sindaco Occhiuto

COSENZA – Nella città di Cosenza sarà più facile ripartire nella Fase 2 che farà seguito all’emergenza coronavirus. Lo rileva un report di Ernst & Young, il network mondiale di servizi professionali di consulenza e formazione che ha condotto uno studio per verificare la situazione delle città italiane alle prese con la cosiddetta Fase 2. 

Ernst & Young ha incrociato gli indicatori di resilienza (fattori sanitari, economici e sociali) con i dati del contagio Covid-19. Il risultato dell’indagine ha messo in luce che più del 20% delle città italiane “non sarà in condizione di ripartire immediatamente, ma farà molta fatica, perché non ha le infrastrutture e le tecnologie adatte ad affrontare la complessità”. Sulla base della diffusione del contagio ad oggi, Ernst & Young ha classificato le città seguendo 4 cluster della ripartenza: facile, lenta, frenata e critica. Tra le città pronte ad affrontare più facilmente la ripartenza c’è Cosenza che, secondo lo studio del network mondiale di servizi di consulenza e formazione, in virtù del più basso contagio e della buona resilienza, figura tra i capoluoghi di provincia dove già pronte risultano essere le infrastrutture e le tecnologie e dove si possono meglio controllare i contagi sul territorio. Cosenza è in buona compagnia, in quanto pronte ad affrontare una ripartenza “facile”, secondo la classificazione di “Ernst & Young”, sono anche Cagliari, Bari, Lecce, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari e, inoltre, alcune città medie del centro-nord come Siena, Pisa, Pordenone e Udine.

Il compiacimento del Sindaco Occhiuto

Il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha commentato con compiacimento lo studio di Ernst & Young. “Non sarà sfuggito nella classificazione delle città – ha sottolineato Occhiuto – anzitutto il comportamento esemplare dei nostri concittadini che hanno rispettato in maniera puntuale e rigorosa le misure stabilite dal Governo e che noi abbiamo a più riprese ribadito sul territorio, restando a casa e attenendosi alle indicazioni sul distanziamento sociale. Del pari, non sarà passata inosservata l’azione che Cosenza ha condotto sin dal primo manifestarsi dell’epidemia, con l’apertura immediata del COC (Centro Operativo comunale) per coordinare l’assistenza e il soccorso alle persone in difficoltà, la cancellazione anticipata anche di alcune manifestazioni storiche come la Fiera di San Giuseppe, che avrebbe creato un serio pericolo di assembramenti, la chiusura tempestiva dei centri anziani comunali. A questo si aggiunga l’esercizio della prerogativa di emanare ordinanze, attraverso le quali siamo riusciti ad ottenere  l’ampliamento dei posti letto di malattie infettive nel nostro Ospedale e la riconversione di strutture ospedaliere del territorio provinciale, semi abbandonate o utilizzate per la cura di altre patologie in strutture da destinare esclusivamente al Covid-19. Da non dimenticare poi le azioni di sanificazione del territorio urbano e di continua sollecitazione e recupero per approvvigionare il personale sanitario ed ospedaliero di adeguati dispositivi di protezione individuale, più la rete di solidarietà attivata in collaborazione con le associazioni di volontariato per sostenere le famiglie in difficoltà. Non faremmo torto a nessuno se dicessimo che Cosenza è tra le città che ha preceduto tutte le iniziative nazionali con particolare dinamismo e sarà anche per questo che l’indagine condotta da Ernst & Young ci colloca tra i centri dove sarà più facile ripartire”.

Rientro calabresi fuori Regione, Santelli: «Nostro obiettivo resta l’apertura a fine maggio»

CATANZARO – «Molti calabresi chiedono di poter rientrare in Calabria, altri approfittano del momento per creare polemiche che fanno audience. È facile strattonare la politica ricorrendo ai buoni sentimenti, a chi vuole tornare a casa, ai ragazzi rimasti fuori dalla Calabria, ai genitori lontani dai figli. Il mio desiderio è quello di riaprire tutto per fare in modo che tutti i figli di questa terra, tutti i papà ed i familiari rimasti al Nord possano tornare per un grande abbraccio liberatorio». Così Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, sull’ipotesi del rientro di molti calabresi in difficoltà rimasti fuori Regione (di cui abbiamo già parlato qui), vale a dire molti studenti fuori sede, ma anche lavoratori rimasti senza lavoro e non solo.

«I provvedimenti di chiusura della Regione – prosegue la governatrice – sono in linea con i decreti del governo: di fatto è stata seguita la nostra linea impedendo la mobilità interregionale. I numeri attuali di alcune regioni purtroppo non ci consentono di invertire la rotta». «Lo so, non è semplice e serve tanto sacrificio – spiega ancora Santelli – ma rimango convinta che la Politica abbia l’obbligo di coerenza e non debba farsi condizionare dagli argomenti suggestivi spesso strumentalizzati ma bensì deve attenersi ai dati reali, sanitari ma soprattutto al buonsenso orientato alla protezione dell’individuo e della comunità che rappresenta. Io per parte mia difendo i sacrifici fatti dai calabresi e difendo la politica di prevenzione fatta in Calabria. Sino ad ora nessuno e dico nessuno ha fornito qualche dato reale per cambiare strategia. Come già detto la Calabria ed i calabresi hanno saputo dare buona prova di sé rispettando le regole anti covid-19, facendo sì che da noi il contagio rimanesse basso. E questo è stato possibile anche grazie ai nostri corregionali che vivono o lavorano fuori dalla Calabria.Consapevoli che il nostro obiettivo resta l’apertura a fine maggio, possibile solo a patto di mantenere il contenimento con rigore e responsabilità».

 

 

Arrestato per corruzione sindaco di San Vito Ionio

SAN VITO SULLO JONIO (Cz) – I carabinieri della Compagnia di Soverato hanno arrestato e posto ai domiciliari Alessandro Doria, sindaco di San Vito sullo Ionio, in provincia di Catanzaro con l’accusa di istigazione alla corruzione e corruzione per l’esercizio della funzione.

Come riporta l’Ansa, il provvedimento è stato emesso dal Gip di Catanzaro Claudio Paris nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri dall’ Aggiunto, Giancarlo Novelli, e dal sostituto Graziella Viscomi. Il provvedimento di arresto del sindaco di San Vito sullo Ionio, Alessandro Doria, scaturisce da una attività investigativa che ha avuto inizio nell’estate del 2019 a seguito della denuncia di un amministratore locale della zona, in relazione a un presunto caso di corruzione nell’ambito dell’iter per la realizzazione di un parco eolico nel territorio di San Vito sullo Ionio. Secondo gli elementi raccolti nel corso delle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Soverato, il sindaco Doria avrebbe richiesto, tramite la persona che ha denunciato, 5 mila euro ai dirigenti della società “Parco Eolico di S. Vito”, incaricata della realizzazione della struttura, per portare all’ordine del giorno del Consiglio comunale lo svincolo demaniale degli “usi civici”, provvedimento necessario per il completamento del progetto, avviato nel 2002. Ad avvenuta deliberazione favorevole, il sindaco avrebbe ottenuto l’ulteriore versamento di 75 mila euro.