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Sgominato clan mafioso dedito alle estorsioni. Coinvolti anche tre avvocati

carabinieri-3CROTONE – Con i 52 avvisi di conclusione delle indagini preliminari emessi dalla Dda di Catanzaro, è terminata l’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Crotone sulle attività di intimidazione e violenza mafiosa del clan Grande Aracri, operante a Cutro con terminali anche nella pianura Padana in particolare tra le province di Bologna, Parma, Reggio Emilia e Mantova. Le 52 persone, tra cui figurano capi e gregari della cosca calabrese, devono rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso, oltre che di violazioni in materia di armi, omicidio, ricettazione, estorsioni, danneggiamenti, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, usura, rapina. Tutte le condotte sono aggravate dalla contestazione del metodo mafioso. Nel mirino della ‘ndrangheta c’erano in particolare i titolari di villaggi turistici e di impianti eolici, puntualmente danneggiati se non veniva corrisposto il pizzo. Anche tre avvocati risultano tra le persone raggiunte dal provvedimento, accusati di concorso in associazione mafiosa per intermediazione in operazioni economiche e indebite pressioni al fine di ottenere decisioni giudiziarie favorevoli. Nell’inchiesta dei Carabinieri erano finite in manette il 28 gennaio scorso 34 persone, che figurano tra gli odierni indagati.

Corigliano, scoperta discarica abusiva. Dieci indagati

guardia-di-finanza-1CORIGLIANO CALABRO – Dieci persone sono finite sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti per gravi violazioni ambientali a seguito di un’operazione coordinata dal reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e condotta dalle Fiamme gialle della dipendente sezione operativa navale di Corigliano Calabro. I militari hanno constatato la presenza, nel comune di Corigliano Calabro, di una discarica abusiva su terreni privati e si legge in comunicato trasmesso dalla Guardia di Finanza – hanno, quindi, proceduto al sequestro di due terreni privati e contigui per un’estensione complessiva di circa 9 mila metri quadrati, sui quali venivano impiegati rifiuti speciali utilizzati per l’elevazione del naturale piano di campagna, per un totale di circa 9mila e 700 metri cubi di materiale. All’esito delle prime indagini – secondo quanto riportato in un comunicato diffuso dalla Guardia di Finanza, sono state denunciate all’Autorità giudiziaria quattro persone, dipendenti di una nota società nella cantieristica, per gravi violazioni ambientali. I finanzieri, dopo successivi approfondimenti, hanno identificato ulteriori responsabilità di due distinte società, operanti nel settore dell’edilizia e delle cave. Secondo quanto si apprende dalla ricostruzione fornita dagli uomini delle Fiamme gialle i rifiuti, costituiti da materiali di risulta provenienti da demolizioni, ristrutturazioni di edifici e bonifica di canali di scolo, venivano scaricati sul suolo privato, adibito abusivamente a discarica, con il consenso, previo pagamento, dell’affittuario e del proprietario, i quali avevano in progetto la realizzazione di manufatti sulla medesima area. Le analisi tecniche del terreno hanno consentito di accertare, oltre all’esatta classificazione del tipo di rifiuto, la presenza di idrocarburi pesanti, con una concentrazione superiore ai valori tabellari previsti per legge. I finanzieri hanno, inoltre, accertato che il materiale di risulta, illecitamente smaltito sul terreno privato, anzichè essere correttamente conferito in discariche autorizzate o in siti di stoccaggio appositamente individuati, veniva venduto ai privati consenzienti, in quanto economicamente più conveniente rispetto all’acquisto di inerti per riempimento. L’indagine è stata svolta in esecuzione di un’attività delegata dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari,

Il Pd invoca il ministro Franceschini: cerchiamo anche noi il tesoro di Alarico

saccodiromaCOSENZA – Il barbaro Alarico fa convergere il Pd sulle posizioni di Mario Occhiuto. Non è un mistero che il sindaco di Cosenza punti sulla straordinaria storia del re dei Visigoti e del suo tesoro per promuovere la città dei bruzi nei circuiti del turismo internazionale. Gli articoli del settimanale “Sette” del Corriere della Sera e del quotidiano britannico “The Telegraph” confermano che l’architetto ha visto giusto. Occhiuto è in procinto di annunciare al mondo che tutto è pronto per dare il via alla campagna di scavi, alla ricerca del mitico tesoro che sarebbe seppellito nel letto del Busento, vicino le spoglie del conquistatore. Mercoledì 21 ottobre è in programma nella Capitale, un incontro con i giornalisti organizzato nella sala “Aldo Moro” della Camera dei Deputati. Sarà presente la stampa nazionale ed estera e c’è da scommettere che l’evento godrà di una certa risonanza mediatica. Occhiuto fila come un treno mentre i suoi antagonisti non la smettono di litigare. Anche nel partito di Renzi però, si intuisce che l’idea è tutt’altro che malvagia. E allora, forse nel tentativo di saltare sul carro del vincitore, ecco spuntare una interrogazione parlamentare firmata da Nicodemo Oliverio e Michele Anzaldi. I due deputati Pd si rivolgono alalarico ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, chiedendo che “approfondisca la questione del tesoro di Alarico. Gli enti locali – aggiungono i parlamentari, guardandosi bene dal citare il sindaco-architetto, unico promotore dell’iniziativa nella duplice veste di primo cittadino e di presidente della provincia di Cosenza – hanno dato vita ad un comitato tecnico scientifico per avviare ricerche e sondaggi impiegando tutti gli strumenti in grado di poter rivelare la sua eventuale presenza. Si tratta di un fatto di grande rilevanza storico culturale e di un’attrazione per la città di Cosenza e del territorio. Chiediamo dunque al Governo di promuovere le ricerche”. In linguaggio corrente si traduce: giacché fino ad oggi abbiamo ignorato questo fantastico volano di sviluppo turistico, quando ci sarà da raccogliere i meriti, facciamo almeno in modo di aver partecipato, magari erogando un bel finanziamento Cosenza ponte di Alaricoministeriale per la buona riuscita dell’impresa. Tornando alla campagna di scavi, nella prima fase interesseranno le aree ricadenti tra i comuni di Mendicino e Carolei dove vennero rinvenuti alcuni anni fa un altare e una croce incisa nella roccia. Saranno impiegate le più moderne tecnologie per verificare la presenza di metalli nascosti nel sottosuolo. Sono diverse le fonti storiche a confermare che il tesoro di Alarico sia sepolto a Cosenza. Si tratterebbe di circa 25 tonnellate di ori e argenti tra i quali potrebbe esserci addirittura la Menorah, il sacro candelabro della religione ebraica, andato perduto. Di sicuro la ricerca del tesoro insieme alla curiosità che va sviluppandosi attorno al mito di Alarico è essa stessa un tesoro per Cosenza, a dispetto dei soliti detrattori, onnipresenti come nelle migliori tradizioni.

Locri, pace fatta tra il sindaco e l’assessore regionale Roccisano

Giovanni Calabrese, Sindaco di Locri
Giovanni Calabrese, Sindaco di Locri

LOCRI – Si sono stretti la mano il sindaco di Locri Giovanni Calabrese e l’assessore regionale Federica Roccisano. I due si erano pubblicamente scontrati nei giorni scorsi, sul palco della manifestazione indetta nel comune jonico per protestare contro la paventata chiusura del locale nosocomio. Il primo cittadino di Locri, si è scusato pubblicamente nel corso della cerimonia di commemorazione di Franco Fortugno. La pace tra Giovanni Calabrese e Federica Roccisano è stata sancita da una stretta di mano sottolineata dall’applauso dai presenti.

Il Tar del Lazio sospende l’interdittiva comminata ad Oliverio

OliverioREGGIO CALABRIA – Il presidente del Tar del Lazio, Francesco Corsaro, ha sospeso l’interdittiva per il governatore della Calabria Mario Oliverio. Il magistrato, in tempi assai rapidi, ha accolto il ricorso presentato dai legali del presidente della Regione, Alfredo Gualtieri e Oreste Morcavallo. La sanzione comminata a Oliverio dall’Autorità nazionale anticorruzione, ovvero l’inibizione a partecipare alle nomine, divenuta esecutiva lo scorso 4 ottobre, sarà sospesa fino al prossimo 4 novembre, quando si riunirà la camera di consiglio del Tribunale Amministrativo laziale. La sanzione era stata comminata dall’Anticorruzione in seguito alla nomina, da parte di Oliverio, di Santo Gioffrè quale commissario dell’Asp di Reggio Calabria. Ma tale designazione, secondo l’organo guidato da Cantone, violerebbe il decreto legislativo 39 del 2013 in base al quale non si possono conferire incarichi a soggetti che avevano partecipato a competizioni elettorali, nei 5 anni precedenti, nello stesso territorio in cui si èricevuto il mandato. E Gioffrè nel 2013 si era candidato, non eletto, alla carica di sindaco di Seminara. L’incarico dunque, secondo l’Anac, non poteva essere conferito a Gioffrè. Per questo era scattata una interdittiva di tre mesi al governatore, divenuta esecutiva lo scorso 4 ottobre. Una decisione alla quale Oliverio si è opposto ricorrendo al Tar Calabria che, però – accogliendo la tesi dell’Avvocatura dello Stato – ha dichiarato la propria incompatibilità territoriale nel decidere sul ricorso presentato dal governatore, demandando il compito al Tar del Lazio.

Soddisfatto Oliverio: “Il Tar del Lazio ha accolto la nostra richiesta di sospensiva del provvedimento ritenuto, non solo da noi, incongruo per la semplice ragione che la verifica di eventuali elementi di inconferibilità dell’incarico non può essere addebitata al presidente della Giunta regionale o all’organo di governo”. ha dichiarato il presidente della Regione all’ANSA. “C’e’ da dire ancora – ha aggiunto Oliverio – che non rilevandosi colpa grave o dolo, nel caso specifico, si sarebbe potuto e dovuto evitare di irrogare la sanzione nei nostri confronti. Ho deciso di impugnare il provvedimento proprio per questo, contribuire al necessario chiarimento e determinare necessarie correzioni e modifiche, come d’altronde ha avuto modo di sottolineare anche l’Autorià’ nazionale anticorruzione, in una legislazione confusa che ha il solo merito di determinare incertezza e di alimentare un inutile contenzioso”. “Sono convinto – ha concluso – che con questo pronunciamento del Tar si è messo un tassello per andare in questa direzione”.

Aggredito a colpi di ascia, finisce in ospedale

PATTUGLIA CARABINIERI CATANIAPEDACE (CS) – Aggressione a colpi di ascia a Pedace, nella presila cosentina, per futili motivi. Francesco Lucanto, 29 anni,  protagonista dell’insolita vicenda, è stato arrestato per lesioni personali aggravate. La vittima, 34 anni, anch’egli di Pedace, è invece finito all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, anche se non versa in pericolo di vita. Secondo quanto si è appreso i due, che sarebbero anche vicini di casa, avrebbero avuto un diverbio per un parcheggio conteso. Al termine della lite, Lucanto sarebbe risalito in auto per recarsi a casa e avrebbe preso due asce, con l’intento di farsi giustizia. Il ventinovenne è poi tornato in paese a cercare la sua vittima. Appena lo ha trovato lo ha ferito a colpi d’ascia fino a farlo cadere. L’episodio si è verificato nella notte di sabato poco dopo la mezzanotte. Sul posto sono giunti i carabinieri ed i sanitari del 118. I militari dell’arma hanno tratto in arresto Lucanto, mentre il 34enne è stato ricoverato presso il nosocomio bruzio.

 

Due sberle alla Gelbison. Il Rende torna a sorridere

Rende-Gelbison 2-0

RENDE (4-2-3-1): De Brasi 6; Ruffo 6,5 Carrieri 6,5 Marchio 6,5 Mallamaci 6,5 (26’ st Bruno sv); Fiore 7,5 (44’ st La Gioia sv) Benincasa 7; Azzinnaro 7 (34’ st Piromallo sv) Papa 7 Falbo 7; Actis Goretta 7. In panchina Mirabelli, Cristofaro, Licciardi, Musca. All: Trocini

GELBISON (4-1-4-1): Spicuzza 5,5; Criscuolo 5 Caso 5,5 Giordano 4,5 Parisi 6; Cammarota 6; Marmoro 5 Iorio 5 (5’ st Mejri 6) Santonicola 5 (21’ st Rabbeni 6) Passaro 5 (13’ st Monzo 6); De Luca 6. In panchina Di Filippo, Consiglio, Cresciullo, Anzalone, Ferrara, Torraca. All: Logarzo

ARBITRO: Gualtieri di Asti

MARCATORI: 18’ pt Fiore (R), 40’ pt Azzinnaro (R),

NOTE – Spettatori 300 circa. Espulsi al 44’ pt Giordano (G) per fallo di mano da ultimo uomo. Ammoniti Papa (R), Fiore (R), Santonicola (G). Angoli 3-2 in favore del Rende. Recuperi 2’ pt e 4’ st

RENDE – Con due gol nella prima frazione di gioco il Rende batte la Gelbison, riscatta la sconfitta patita contro il Noto nel turno infrasettimanale e, almeno per il momento, scaccia i cattivi pensieri, in attesa che la giustizia sportiva si pronunci sul ricorso presentato dalla Reggina. E’ la giornata dell’esordio di Carrieri, reduce dalla lunga squalifica, che esordisce in maglia biancorossa al centro della difesa.

La punta offensiva è Actis Goretta, assistito da un tridente snello e rapido. Brillante l’avvio della compagine di Trocini, ma l’undici di casa impatta contro la difesa abbottonata predisposta da Logarzo, arroccata a difesa del fortino. La resistenza della Gelbison però, dura soltanto poco più di un quarto d’ora. Al 18’ infatti arriva il vantaggio per merito di Adriano Fiore. Preciso il suo fendente che si insacca alle spalle di Spicuzza. Poco prima, il Rende aveva inutilmente reclamato un rigore per fallo di mani di Caso. Prima del riposo ecco servito il raddoppio. Papa indovina il corridoio giusto per innescare Azzinnaro, smarcato davanti alla porta. Per l’attaccante è un gioco da ragazzi appoggiare la sfera in rete. A un minuto dall’intervallo la Gelbison rimane in dieci per il rosso comminato a Giordano. Nella ripresa il Rende controlla agevolmente l’avversario, rischiando soltanto al 23’ quando Rabbeni, appena subentrato a Santonicola, scheggia la traversa. Poi più nulla fino al triplice fischio di chiusura.

 

Calabrese contro tutti, il sindaco di Locri attacca anche la Bruno Bossio

Sindaco Locri su facebookLOCRI – Va a ruota libera il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, dopo essere finito nell’occhio del ciclone dopo aver litigato con l’assessore regionale Federica Roccisano sul palco dell’iniziativa di protesta contro la chiusura dell’ospedale, davanti a cinquemila manifestanti e in diretta televisiva. In un post su facebook il primo cittadino locrese spara a zero anche contro l’ex consigliere regionale Nicola Adamo e la parlamentare del Partito Democratico Enza Bruno Bossio. “I nemici dei calabresi sono il consorte dell’onorevole Bruno Bossio, allontanato dalla magistratura dalla Calabria dopo 25 anni di ininterrotta presenza in consiglio regionale senza muovere un dito per i calabresi stessi – si legge sul social network – e i parlamentari assenti nella seduta dedicata alla Calabria qualche settimana addietro, Bruno Bossio compresa”. Poi aggiunge ancora che i nemici dei calabresi sono “i parlamentari incompetenti che approvano norme senza conoscere i problemi e non hanno nemmeno l’umiltà di stare ad ascoltare i problemi sollevati. Il sindaco di Locri ha la sola responsabilità di applicare le leggi che questi incompetenti approvano per poi scaricare la responsabilità della loro deficienza sugli altri”. Dura anche la chiosa: “Bruno Bossio…..vergognati”.

Sanità, Oliverio: a Locri contro la Roccisano squallida aggressione. La replica di Calabrese: inaudita l’arroganza dell’assessore

Foto Telemia
Foto Telemia

CATANZARO – Si susseguono i commenti all’episodio che ha visto protagonisti il sindaco di Locri Giovanni Calabrese e l’Assessore regionale Federica Roccisano. La componente dell’esecutivo calabrese ha tentato di prendere la parola dal palco della manifestazione di protesta contro la paventata chiusura dell’ospedale di Locri, ma è stata duramente contestata e non ha potuto pronunciare il proprio intervento. Mentre i manifestanti, si è stimata la presenza di almeno cinquemila persone, inveivano contro la Roccisano, impedendole di parlare, sul palco è arrivato il primo cittadino locrese e sono state scintille, tutte trasmesse in diretta dall’emittente televisiva Telemia. Sull’episodio il presidente della Regione Mario Oliverio, ha diffuso una propria dichiarazione: “Quanto avvenuto a Locri è di inaudita gravità e non basta solo esprimere da parte mia la più sentita solidarietà all’assessore Federica Roccisano, vittima di un episodio di squallida intolleranza. Quanto avvenuto è, infatti, incredibile perché è stato impedito di parlare al rappresentante della Giunta Regionale che da mesi si sta battendo per il rilancio della sanità a Locri e in tutta la Locride.  Ed è – ancora – incredibile che l’episodio di cui è rimasta vittima l’Assessore Roccisano rischi di offuscare il grande movimento unitario che oggi si è espresso a Locri e in tutto il comprensorio sul tema della sanità:  non si fa così l’interesse del territorio, non si persegue così quella unità sempre più larga che è necessaria per ottenere tangibili risultati. E’ bene ricordare a tutti, agli immemori di ieri e di oggi, che questa Giunta regionale si batte per il rilancio degli ospedali spoke, come appunto quello di Locri, e non saranno certo episodi gravi come quello di oggi a rallentarci nella nostra azione di Governo e a lavorare per difendere interessi ed aspettative delle popolazioni di Locri e di tutto il comprensorio ionico”.

Calabrese parla alla folla

Ma anche Giovanni Calabrese ha diffuso una dichiarazione: “Leggo con stupore che il PD dichiara che io ed il vicesindaco Sainato abbiamo aggredito fisicamente sul palco l’Assessore Roccisano. Niente di più falso. Dopo le vibranti e continue proteste dei cittadini presenti, che evidentemente non hanno gradito la presenza della Roccisano, mi sono recato sul palco per far capire alla stessa lo spirito della manifestazione, che non era una manifestazione politica, non partitica, né contro qualcuno”. Il sindaco di Locri poi accusa la Roccisano di “inaudita arroganza nei confronti del sottoscritto”, aggiungendo poi che tutti hanno ascoltato le “boccaccesche, volgari parole dell’Assessore. Respingiamo al mittente le falsità gratuite del Capogruppo del PD, Sebastiano Romeo, che dice di essersi già rivolto al Prefetto di Reggio Calabria per denunciare l’aggressione all’Assessore regionale. Siamo certi che il dott. Romeo, padrino politico prima dell’On. De Gaetano ed oggi dell’Assessore Roccisano avrà tante cose da raccontare in Prefettura ed in altre sedi istituzionali e, purtroppo, sottrarrà tempo prezioso al notevole impegno che da consigliere regionale sta dedicando allo sviluppo della Calabria e del territorio che lo ha eletto”.

Auto data alle fiamme nel centro di Cosenza. E’ dell’architetto Gianfranco Cundari

WP_20151017_003COSENZA – E’ di natura dolosa l’incendio che nel corso della notte, ha completamente distrutto una Smart e gravemente danneggiato una Opel Agila. L’episodio si è verificato intorno alle ore 3 a Cosenza, in Viale Trieste, all’angolo con Via Monte San Michele. L’autore, o gli autori, del gesto puntavano alla Smart. Secondo quanto si è appreso, infatti, le fiamme hanno rapidamente avvolto il veicolo per poi estendersi allaWP_20151017_004 vettura immediatamente attigua. Dalle notizie raccolte, sarebbe stato usato un accelerante, anche se questa ipotesi è ancora al vaglio degli inquirenti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia per gli accertamenti del caso. Dell’episodio è stata informata la Procura di Cosenza. L’incendio è divampato e si è propagato nel breve volgere di pochi minuti ed ha danneggiato anche una colonnina del parcometro e, in maniera lieve, la vetrina di un bar. La Smart appartiene all’architetto Gianfranco Cundari, proprietario di alcuni locali notturni di Cosenza e provincia, tra i quali il Live di Corso Mazzini.WP_20151017_006WP_20151017_005WP_20151017_007