Archivi categoria: Cronaca

Omicidio Cocò, gli indagati negano ogni addebito

MACCHINABRUCIATACASTROVILLARI (CS) – Hanno negato ogni addebito Cosimo Donato, 38 anni e Faustino Campilongo 39 anni. I due presunti responsabili della morte di Giuseppe Iannicelli, della sua compagna marocchina Ibtissam Touss e del piccolo Nicola “Cocò” Campolongo, uccisi a Cassano il 16 gennaio 2014 i cui corpi sono poi stati dati alle fiamme, rispondendo alle domande degli inquirenti hanno dichiarato la loro estraneità alla vicenda. Donato e Campilongo sono indagati per omicidio premeditato e distruzione di cadavere. I provvedimenti di custodia cautelare gli sono stati notificati in carcere a Castrovillari dove sono detenuti per altra causa.

Semina il panico al Santuario di Pizzo, bloccato dai carabinieri

Santuario madonna di piedigrottaPIZZO CALABRO (VV) – Ha fatto irruzione armato di coltello nel Santuario della Madonna di Piedigrotta, a Pizzo Calabro, per rapinare la biglietteria, ma i carabinieri lo hanno bloccato poco dopo, sorprendendolo sul tratto di spiaggia prospiciente il luogo sacro. Si tratta di Ercole Facciollo, 46 anni, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo ha minacciato l’impiegata della società appaltatrice che si occupa, per conto del comune, della vendita dei biglietti per l’ingresso al Santuario. Si è impadronito di un centinaio di euro quindi, brandendo il coltello, si è fatto largo tra i turisti in preda al panico presenti in quel momento nel sito. Nella fuga ha prima colpito l’impiegata con un calcio e poi ha sferrato un pugno al volto di un tedesco intervenuto in soccorso della donna. I carabinieri di Pizzo, raccolti i primi elementi e compresa la direzione di fuga del bandito, lo hanno rintracciato subito dopo. Addosso gli sono stati trovati il coltello utilizzato per la rapina e le banconote portate via poco prima. Facciollo è accusato di rapina, lesioni personali e porto abusivo di arma.

 

Incendiata l’auto del direttore del museo della Certosa

www.ansa.it
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SERRA SAN BRUNO(VV)- Un incendio, di probabile natura dolosa ha danneggiato l’auto di Fabio Tassone, direttore del Museo della Certosa. La vettura, era parcheggiata nei pressi della Certosa quando è scoppiato l’incendio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che in pochi minuti hanno spento le fiamme. Intervenuti anche polizia e carabinieri che hanno avviato le indagini per risalire all’origine del gesto.

Taurianova, Rigoli ritira la candidatura a sindaco

Comune TaurianovaTAURIANOVA – Due lettere di minacce, la prima indirizzata personalmente a lui, la seconda giunta alla madre, hanno indotto Giuseppe Rigoli a ritirare la propria candidatura alla carica di sindaco di Taurianova. Nel centro della provincia reggina le elezioni sono in programma domenica 15 novembre. Rigoli ha formalizzato alla polizia una denuncia contro ignoti e poi ha annunciato la propria rinuncia a correre per il ruolo di primo cittadino. Secondo quanto si è appreso, nelle lettere di minacce Rigoli viene invitato a ritirare la candidatura “per evitare dispiaceri alla sua famiglia”. Lo stesso Rigoli si era già candidato a sindaco nel 2012 ma era stato battuto da Domenico Romeo, la cui amministrazione era stata sciolta successivamente per infiltrazioni mafiose. Nei giorni scorsi si era registrata la rinuncia di un altro candidato, Giuseppe Macrì, per “improvvise sopravvenienze di natura familiare”.

Perseguitava ex moglie: ora non può avvicinarsi a lei

LAMEZIA TERME (Cz) – La Polizia di Stato di Lamezia Terme ha vietato l’avvicinamento ai luoghi frequentati da una donna a due persone, fratello e sorella, ritenuti responsabili di maltrattamenti in famiglia, lesioni e calunnia.Polizia: una volante della Questura di Catanzaro

La misura di divieto deriva dalle denunce della moglie dell’uomo che ha raccontato ai poliziotti anni di abusi e violenze commessi, nei suoi confronti e nei confronti dei figli, dal marito e dalla sorella di lui dopo la decisione di separarsi.

Sequestrata maxi discarica abusiva

VIBO VALENTIA – La Guardia di finanza di Vibo Valenzia, con il reparto operativo aeronavale, ha sequestrato nella zona di Gizzeria (Catanzaro) una discarica abusiva realizzata sul demanio marittimo ed estesa su oltre 80 mila metri quadrati.

Guardia di Finanza (Gdf) a Matera, in BasilicataLa discarica, un tempo concessa a privati, era nella disponibilità del Comune di Gizzeria, ma versava da tempo in stato di abbandono.

La maggior parte dei rifiuti depositati nella discarica era costituita da materiale di risulta di demolizioni di strutture in cemento armato, oltre che da recinzioni metalliche arrugginite. All’interno della discarica c’era anche un rudere in muratura, lamiera e legno in stato di totale abbandono.

Si è tolto la vita il ragazzo scomparso da Pietrafitta. Era andato in cerca di funghi. Il cordoglio del sindaco

Bosco della silaPietrafitta – Era uscito per andare in cerca di funghi intorno alle 15 di lunedì pomeriggio, ma in serata ancora non aveva fatto ritorno. Per questo i familiari di un giovane di 17 anni di Pietrafitta, con il calare della sera, avevano allertato le forze dell’ordine per denunciarne la scomparsa. Carabinieri, Vigili del Fuoco, militari della finanza e operatori del soccorso alpino hanno così cominciato le ricerche, con il telefono cellulare del ragazzo che continuava a squillare a vuoto. Finché nella notte è arrivata la macabra scoperta. Il diciassettenne è stato ritrovato impiccato ad un albero. Secondo quanto si è appreso dunque, si tratterebbe di suicidio, anche se al momento, non sono chiari i motivi del tragico gesto. Secondo quanto si è appreso, il ragazzo uscendo di casa aveva portato con sé anche un paniere, all’interno del quale si suppone avesse nascosto la corda che gli è poi servita per portare a termine l’insano gesto. Si sarebbe poi recato in un fondo adiacente l’abitazione di proprietà del nonno dove si sarebbe poi tolto la vita. La comunità di Pietrafitta è fortemente scossa. Il giovane era solare, appartenente ad una famiglia di ottimi principi. Non aveva dato alcun segnale che potesse far presagire un simile epilogo. Frequentava il liceo scientifico Fermi di Cosenza. Il sindaco di Pietrafitta, Antonio Muto, ha espresso il proprio cordoglio, anche a nome della cittadinanza: “Conoscevo personalmente il ragazzo, i suoi genitori e la sorellina. Quando abbiamo appreso della sua scomparsa ci siamo tutti mobilitati, pensando ad una disgrazia, certamente non al suicidio. Siamo addolorati e ci stringiamo con un forte e ideale abbraccio alla famiglia, nel ricordo di questo giovane educato, tranquillo, senza alcun vizio, che mancherà a tutti noi”. Un gesto inspiegabile sul quale le forze dell’ordine tenteranno di fare chiarezza.

Omicidio Cocò, Roberti:”Se gli arrestati collaborano si aprono diversi scenari”

C_4_articolo_2137972_upiImageppCOSENZA – “Probabilmente ci saranno altri responsabili ma almeno due sono stati consegnati alla giustizia”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti a Cosenza nel corso della conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’arresto dei presunti aguzzini del piccolo Coco’ Campolongo, ucciso e bruciato a Cassano assieme al nonno e alla sua compagna. “Se i due arrestati – ha detto Roberti – decidessero di collaborare e di dire chi sono esecutori e mandanti dell’atroce delitto si aprirebbero diversi scenari. Ecco perche’ vanno potenziati gli organici della Procura di Catanzaro e di Reggio, e di tutte le Procure piu’ esposte.”

Individuati i due presunti assassini del piccolo Cocò Campilongo

Cassano allo Jonio – Svolta nelle indagini dell’omicidio del piccolo Cocò Campolongo, il bambino di soli tre anni ucciso e bruciato in auto a Cassano allo Jonio il 16 gennaio 2014, insieme al nonno, Giuseppe Iannicelli di 52 anni e alla compagna di questi, Ibtissam Touss di 27 anni. I carabinieri del Ros hanno individuato i presunti autori dell’efferato delitto. Si tratta di Cosimo Donato di 38 anni, e Faustino Campilongo di 39 anni, ai quali il provvedimento di arresto è stato notificato in carcere a Castrovillari poiché sono detenuti per altra causa.Auto bruciata campolongo

Secondo quanto si è appreso Giuseppe Iannicelli , temendo per la sua vita, portava sempre con sé il nipote utilizzandolo come scudo protettivo proprio per dissuadere i suoi nemici dal compiere agguati nei suoi confronti. Una precauzione che non è servita, poiché nel gennaio del 2014 i suoi sicari non si sono fatti scrupoli nel compiere il barbaro omicidio, nonostante la presenza del piccolo nell’auto data poi alle fiamme. I militari dell’arma hanno inoltre connotato l’episodio criminale nelle dinamiche tipicamente mafiose che insistono nel territorio della sibaritide. Il delitto sarebbe da collegare a contrasti per la spartizione dei proventi del traffico della droga. Secondo quanto riferito dai carabinieri Iannicelli, legato alla cosca degli zingari che gestisce il traffico della droga nella zona dell’alto Jonio cosentino, avrebbe tentato di assumere un ruolo autonomo e per questo motivo sarebbe stato assassinato. Il giorno della strage Iannicelli, la sua compagna marocchina e il piccolo Cocò, viaggiavano a bordo di una Fiat Punto. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la vettura sarebbe stata affiancata da un’utilitaria con a bordo due uomini che con un pretesto avrebbero costretto Iannicelli a seguirli. Raggiunto uno spiazzo di campagna, in una zona isolata, i due killer avrebbero sparato a bruciapelo prima a Iannicelli e alla sua compagna, poi al bambino seduto sui sedili posteriori. Ai tre corpi venne poi dato fuoco. Come si ricorderà anche Papa Francesco rivolse al piccolo Cocò un pensiero e una preghiera in occasione dell’Angelus in piazza San Pietro: “Chi ha ucciso un bambino così piccolo, con un accanimento senza precedenti nella storia della criminalità, si penta e si converta”, aveva detto il Pontefice, che qualche mese dopo incontrò anche il padre del bimbo, detenuto nel carcere di Castrovillari, in occasione della sua visita in Calabria.

Cosimo Donato e Faustino Campilongo sono rinchiusi nel carcere di Castrovillari per una tentata estorsione. Avrebbero preteso da un imprenditore locale, anche con ripetute minacce, di essere assunti fittiziamente. In sostanza volevano essere pagati ma senza prestare alcuna attività lavorativa. Per questo nel dicembre 2014 sono finiti agli arresti.

I particolari dell’operazione saranno resi noti tra poco nel corso di una conferenza stampa organizzata presso la sede del Comando Provinciale dei carabinieri di Cosenza, alla presenza del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.

Arrestati i presunti killer di Cocò. Il premier Renzi ringrazia le forze dell’ordine

Foto post di RenziROMA – Il premier Renzi, attraverso un posto su facebook, ringrazia tutte le persone che hanno consentito di fare luce sull’assassinio del piccolo Cocò Campolongo. “Vorrei esprimere la gratitudine mia e del governo agli inquirenti, alle forze dell’ordine e a tutti i servitori dello Stato che hanno raccolto gravi indizi su killer e mandanti del terribile omicidio del piccolo Cocò, il bimbo di 3 anni ucciso e poi bruciato a Cassano allo Jonio – si legge sul social network – Niente potrà sanare il dolore per l’accaduto, ma sono e siamo orgogliosi delle italiane e degli italiani che ogni giorno combattono contro la criminalità e per la giustizia: Grazie”.