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Università Mediterranea, concorsi pilotati: chiuse le indagini per 43 tra docenti e tecnici

REGGIO CALABRIA – E’ stato notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 43 persone, docenti e tecnici dell’università ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria che dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere “finalizzata a commettere molteplici delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica nella direzione e gestione dell’università”.

L’indagine è partita nel 2022 a seguito di un esposto presentato dall’architetta Clara Stella Vicari Aversa, bocciata in un concorso per ricercatore. Selezione che, secondo gli investigatori, sarebbe stata condizionata dai vertici dell’università e da alcuni professori. Vicari Aversa sarebbe stata invitata dagli indagati ad “aspettare il proprio turno”, e a ritirare i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. L’indagine, avrebbe evidenziato irregolarità nella composizione delle commissioni esaminatrici ed ha fatto emergere irregolarità nella gestione degli appalti e un utilizzo, per motivi personali, delle carte di credito e delle auto, intestate all’ateneo reggino.

Tra le persone coinvolte nell’inchiesta anche i due ex rettori dell’Ateneo reggino, Marcello Zimbone e Pasquale Catanoso, e i direttori dipartimentali Gianfranco Neri, Adolfo Santini, Massimiliano Ferrara. Avrebbero “sostenuto e attuato l’illecita gestione ipotizzata da parte dei due ex rettori”.

Di rilievo, secondo le indagini, le responsabilità dell’ex direttore generale dell’università reggina, Ottavio Amaro, ritenuto il presunto “organizzatore del sodalizio di rilievo determinante”, per avere consentito l’attuazione delle illecite determinazioni dei due rettori “omettendo l’adempimento del ruolo di garante della legalità nella gestione delle risorse umane e materiali dell’Ateneo”. Gianfranco Neri, Adolfo Santini, Massimiliano Ferrara, nella loro funzione di direttori dipartimento, “di volta in volta individuavano e programmavano le procedure comparative da pilotare e i colleghi da far progredire sul piano dell’inquadramento contrattuale, determinando l’indebita destinazione delle risorse finanziarie assegnate al dipartimento per il perseguimento delle finalità personali”.

Come “partecipi all’associazione”, tra gli indagati vi è anche il professor Antonino Mazza Laboccetta, il responsabile unico del procedimento, Giovanni Saladino, i responsabili dell’Ufficio tecnico di Ateneo, Alessandro Taverriti e Rosario Russo.