Cosa c’è ne “Il mondo di mezzo” di Massimo Scaglione

COSENZA – «I vivi sopra, i morti sotto e noi stiamo nel mezzo». La teoria del mondo di mezzo degli uomini di malaffare di Mafia Capitale sta tutta in questa famosa intercettazione di Massimo Carminati che identifica un mondo grigio, dell’effimero, un mondo di mezzo in cui corrotti e currotturi sono quasi indistinguibili.

Il film “Il mondo di mezzo” di Massimo Scaglione è una ricostruzione dell’impero del mattone a Roma e dei disastrosi risultati della cementificazione nei quartieri periferici, procurati dalla connivenza tra politica e palazzinari alleati in nome della corruzione e del danaro, e sfociata poi nell’inchiesta di Mafia Capitale.

Girato fra la Calabria (Cosenza, Cirella di Diamante e Cetraro) e Roma, la pellicola ha nell’innesto di scene cinematografiche con immagini di repertorio (la visita di Shimon Perez in Campidoglio, l’inaugurazione dell’auditorium Parco della musica…) il suo valore aggiunto, poichè non sfocia in un impoverimento di personaggi e soggetto. Il mondo di mezzoLa trama è così scorrevole e si dipana dall’ascesa del piccolo imprenditore edile Gaetano Mariotti (il buon e accattivante Tony Sperandeo) dalla Sicilia alla Capitale, al passaggio di consegne con il figlio Tommaso (il redivivo Matteo Branciamore), che sulla via di Damasco (la malattia del padre) fa una conversione al contrario “sovrapponendo la sua immagine a quella del cinico padre” che considera gli uomini solo come mezzi per fare soldi. I due sono i veri signori di Roma, muovendo le fila di politici e palazzinari, con l’aiuto di sedicenti collaboratori (il capo di Gabinetto del sindaco Lucio Oldani, alias Massimo Bonetti). Nel racconto ci sono anche altri personaggi che però rimangono sullo sfondo (come la madre Stella Mariotti,   Nathalie Caldonazzo) o l’assistente starlette Silvia (Francesca Rocco), eccetto una, Gaia (Laura Lena Forgia)L che nel mondo di mezzo all’inizio sembra trovarsi a suo agio, poi alla fine diventa quasi una brava ragazza, una madre che mette la figlia al primo posto, riabilitandosi all’occhio dello spettatore.

Promossi quindi il soggetto e la sceneggiatura del film, direttamente curati da Scaglione, la scenografia e le ambientazioni (vedere al cinema immagini di Cosenza e dello splendido mare di Calabria fa sempre bene!). Giudizio meno lusinghiero per montaggio, fotografia e dialoghi. Non convincono alcuni doppiaggi, emblematiche in tal senso le scene dei tg.

Ieri sera alla prima del film, al teatro cinema Garden, il regista si è giustificato spiegando che il film è stato girato a tempo di record, tre settimane (e si vede!). Con Scaglione c’era anche Matteo Branciamore che ha preferito la prima cosentina a quella romana, alla sala Barberini, in cui invece hanno presenziato gli altri attori del cast. Applausi per lui e anche per i suoi alter ego più giovani Gianmaria Gaetano e il piccolo Christian (foto). IMG_1263

«Ho voluto rappresentare la facilità, la sensazione di essere nelle stanze del potere rimanendo impuniti. senza rivolgersi alla mammasantissima di turno», spiega Scaglione a fine proiezione. «Questo film ci lascia un messaggio forte di riflessione sul concetto di legalità a tutti i livelli, rivolto soprattutto a noi amministratori e ai giovani», le parole dell’asessore allo spettacolo del comune di Cosenza, Rosaria Succurro, che ha patrocinato l’iniziativa.

Se “Il mondo di mezzo” sarà un successo lo dirà il pubblico delle sale, ma intanto riesce nel suo dichiarato intento di far riflettere sulla legalità, sulla trasparenza, sulla normalità. La normalità di «arrivare senza baipassare i percorsi naturali delle cose, rivolgendosi al Mammasantissima di turno», Scaglione dixit.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *