Due di cui uno… come Giò Di Tonno. Quasimodo alla corte della musica d’autore

RENDE (CS) – Sorprende, emoziona e diverte, non poco, lo spettacolo “Due di cui uno…” che Giò di Tonno e Vincenzo Olivieri hanno portato in scena a Morano come al Cine Teatro Garden per il Rende Teatro Festival.

Giò Di Tonno artista completo e poliedrico Giò Di Tonno

Sulle note di “Tutta la vita”, pezzo più che mai autobiografico dell’artista abruzzese che descrive tutto il suo amore per la musica, si alza il sipario sul viaggio del celebre “Quasimodo” di Notre Dame de Paris nella musica d’autore italiana che è stata e sempre sarà colonna sonora della vita di ognuno di noi. «”Due di cui uno” è uno spettacolo variegato, fra musica e cabaret, in cui le canzoni sono il pretesto per raccontare la vita di tutti e i cambiamenti della società», racconta Di Tonno ai nostri microfoni. Spazio così ai grandi successi dei big della musica italiana nel mondo come Mina, Claudio Baglioni, Mino Reitano, Lucio Dalla e degli autori dei brani più amati (come Maurizio Costanzo), E poi le applauditissime imitazioni di Franco Califano, Gino Paoli e Riccardo Cocciante. Proprio a quest’ultimo deve la sua popolarità, poiché «dopo un anno intero di estenuanti provini mi scelse per interpretare Quasimodo, a quel punto avevo ormai assunto la posizione da gobbo e lui mi disse “Mi hai emozionato, ma sai cantare anche eretto?». Quindi applausi scroscianti per “Il tempo delle cattedrali” e “Bella”, brano cult del musical di Cocciante. 

Olivieri “il disturbatore” Giò Di Tonno

Spassosi sono poi gli intermezzi cabarettistici di Vincenzo Olivieri che entra in scena come tecnico per raccontare episodi della sua vita e dare animo a spassosi scambi con Giò Di Tonno. «I miei interventi sono pensati come una trasposizione del pubblico che sale sul palco. Rappresento difatti una persona comune che ha modo di interfacciarsi con l’artista ed insieme a lui raccontare storie di vita che accomunano tutti noi in chiave ironica» quali sono gli spaccati quotidiani di ieri e di oggi, di genitori e di figli, ma non solo (“I televisori di ieri erano profondi perché profondi erano i programmi, ora abbiamo quelli piatti perché altrettanto piatti sono i programmi”). 

Un tandem funzionale e affiatato che diverte il numeroso pubblico in sala per circa due ore di spettacolo. A fine esibizione i due artisti abruzzesi ricevono dal direttore artistico del Rende Teatro Festival, Alfredo De Luca, il premio-riconoscimento come “Miglior spettacolo tributo alla musica d’autore”.

«Una bella rivelazione”, è il commento unanime degli spettatori all’uscita dal teatro.

Prossimi appuntamenti:

Il 25 e 26 marzo sarà la volta di Andrea Pucci, sempre all’interno della kermesse teatrale del progetto Tirreno Festival, con il contributo della Regione Calabria e il patrocinio del Comune di Rende. 

 

 

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