Ti racconto una storia...

“Ti racconto una storia…” Intervista alla giovane scrittrice Alessandra Key Cappa

Ti racconto una storia...
Ti racconto una storia... Alessandra Key Cappa

COSENZA – Il prossimo giovedì 15 novembre alle ore 18:00 la libreria Ubik di Cosenza ospiterà la presentazione del romanzo “Ti Racconto una storia…” (Librare edizioni) di Alessandra Key Cappa, giovane scrittrice esordiente originaria di San Giovanni in Fiore.

Abbiamo sentito l’autrice sull’interessante romanzo che si appresta a presentare al pubblico dei lettori.

Come nasce il tuo interesse per la scrittura?

Più che interesse lo definisco vero e proprio amore. Non è qualcosa che si può spiegare. È un piccolo miracolo che accade ogni volta. Scrivendo esprimo completamente me stessa, senza fingere. Mi sento completamente libera quando scrivo.

Cosa intendi precisamente con “scrittura d’evasione”?

L’evasione nel suo senso più stretto. Leggere un romanzo o, nel mio caso, scriverlo rappresenta un modo e un mezzo per evadere dal nostro ordinario. È una magia. Per un momento posso essere un’altra persona, un elemento, un animale. Per un attimo posso vivere una vita diversa, quella che si sogna magari..

Sin dalle prime righe del romanzo, si riconosce in Lea, la protagonista, lo stereotipo del laureando d’oggi, alle prese con le fatiche della ricerca del suo posto nel mondo. Quanto ti rivedi in Lea? E quanto c’è di autobiografico nelle vicende emotive, negli stati d’animo, nelle sensazioni vissute dalla protagonista (non mi riferisco naturalmente agli eventi)?

Io e Lea ci somigliamo molto poiché entrambe stiamo affrontando il delicato passaggio che ci porterà a dover essere delle adulte, ci lega il timore del futuro ma soprattutto il terrore di un passato che ci ha fatto molto male e da questo si capisce benissimo che di elementi autobiografici ce ne sono diversi ma sono molto romanzati e solo chi conosce quegli aspetti della mia vita può quanto meno intuirli.

La vita talvolta è imprevedibile. Come imprevedibile è quello che succede a Lea, le decisioni che prende nel corso della storia: anche qui, quanto ti rivedi in lei? Quanto credi che ciò che le accade sia realizzabile anche nella vita “reale”?

A differenza di Lea io non ho ancora trovato quel grande coraggio di sfidare il Destino ma sono fortemente convinta che non tutti i salti nel vuoto facciano male, ecco perché questa storia. Il mio è un messaggio di speranza. Credere nei sogni che a detta di tutti sono impossibili, sfidare il Destino mettendosi in gioco e soprattutto avere grande fiducia in se stessi per farlo sono quegli elementi che rendono possibile anche l’impossibile. La mia non è una storia legata ad una illusione, l’ho scritta credendo che nella vita di chiunque la magia può realizzarsi, basta crederci e non mollare, proprio come ha fatto Lea. A tutti gli scettici ho solo una domanda da fare: perché no? Perché la mia storia non potrebbe essere realizzabile?

Vivere equivale a compiere delle scelte. Non esiste il “giusto” e lo “sbagliato”. Perché lo sbaglio è relativo e fa comunque parte del gioco: giusto per riprendere la prefazione “la vera ragione del viaggio è viaggiare, non raggiungere la meta”. E’ davvero così? O talvolta non viviamo le cose nella giusta maniera tanto siamo presi dagli obiettivi che (crediamo di) ci poniamo?

Di vita ne abbiamo una soltanto. Sprechiamo tantissimo tempo a frastornarci di dubbi, ansie e paure e quando prendiamo una decisione o facciamo una scelta gran parte è dettata dall’obiettività e dal calcolo. Il cuore, ciò che sente, ciò che ci suggerisce lo mettiamo da parte non perché lo consideriamo sciocco, ma solo perché è ciò che ci fa più paura. Intraprendiamo il viaggio sbagliato, quello che ci porterà a sospirare nella notte aprendo il cassetto dei sogni e sentendoci insoddisfatti nonostante i traguardi. Siamo cresciuti in una società che ci dice che i sogni sono solo per i pivelli e che i sognatori sono degli illusi che prima o poi si ritroveranno con nulla in mano, il mio romanzo vuol dimostrare il contrario. Concordo con il dire che il concetto di giusto ed ingiusto è soggettivo. Tuttavia la mia storia non analizza questa dualità, piuttosto il voglio o non voglio. Tutto il resto è solo una cornice.

Qualche suggerimento da dare ai futuri lettori?

Di approcciarsi al mio romanzo con la parte più intima ed emotiva del loro io. Di lasciare per quell’ora di lettura tutte le convinzioni stereotipate di come sia strutturata una perfetta quotidianità ma soprattutto ciò che voglio con tutto il cuore è che il mio lettore sorrida a chi cerca di dimostare che nella vita un solo sogno ed un pizzico di folle testardaggine in più possa veramente trasformare la vita nella favola che tutti in fondo al cuore desideriamo.

Ringraziamo Alessandra per avere risposto alle nostre domande, e suggeriamo vivamente la lettura del romanzo che, oltre che nella classica veste “rilegata”, è possibile trovare anche in versione ebook.

Interessante, coinvolgente e anche al passo coi tempi!

 

Giovanna M. Russo

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