Una nuova scultura di Enzo Cucchi

CATANZARO – Catanzaro si arricchisce di una nuova scultura di Enzo Cucchi che viene collocata in permanenza davanti alla sede del Palazzo della Provincia.
L’inaugurazione è in programma mercoledì 12 febbraio, al termine della conferenza con l’artista, che si terrà alle ore 11 nella sala giunta di Palazzo di Vetro, e alla quale prenderanno parte anche il direttore artistico del MARCA, Alberto Fiz, e il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, che sottolinea come “si tratti di un grande evento per la città in grado di completare idealmente quanto è stato fatto al Parco Internazionale della Scultura con la collezione di 22 opere. Ora è il centro di Catanzaro ad ospitare una scultura particolarmente suggestiva di uno dei maggiori protagonisti della scena artistica internazionale arricchendo il suo patrimonio pubblico, come non avveniva da decenni”.
La scultura viene collocata in un luogo simbolico per Catanzaro dopo che l’intera piazza è stata completamente risistemata con la creazione di giochi d’acqua che interagiscono con l’opera.
Religione, questo è il titolo del lavoro in bronzo, è stata realizzata da Cucchi nel 2012 attraverso un segno ripetuto, avvolgente, di particolare suggestione dove la figura di Cristo con la corona di spine compare ripetuta all’infinito.
“Da Van Dyck a Caravaggio, Cristo con la corona di spine è un’immagine che è stata interpreta dai maggiori maestri del passato”, afferma Alberto Fiz. “Cucchi ha voluto sfidare un tabù facendosi interprete di un tema generalmente negato alla contemporaneità e lo ha fatto attraverso una creazione di straordinaria espressività dove il segno moltiplicato diventa quasi astratto in una circolarità misteriosa che ne accentua il significato.”
Cucchi non è solo il protagonista di un’esperienza artistica fondamentale come quella della Transavangaurdia, ma è l’artefice di una ricerca dove l’immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare. Una conferma evidente si è avuta a Catanzaro nel 2012 quando il museo MARCA ha ospitato una sua importante mostra personale.
Di quella rassegna sono rimaste nella memoria alcune opere monumentali come la Grande Porta, lamiera in metallo di oltre quattro metri alla quale si agganciano una serie di idoli in bronzo. O Robin Wood, un dipinto di oltre tre metri nel quale è possibile rintracciare l’immagine di Vincent Van Gogh in un contesto naturale dove il volto del maestro olandese, impigliato tra le fronde degli alberi, rappresenta un’apparizione quasi clandestina. Non mancavano, poi, in quell’occasione le Cattedrali, vere e proprie architetture immaginarie.
Il lavoro di Cucchi, insomma, abbraccia la creazione nella sua totalità in una continua elaborazione e sovrapposizione di segni dove convivono suggestioni e ricordi differenti provenienti dalla storia dell’arte, dalle leggende, dalla religione, così come dalla cultura popolare. In questo caso Religione è una testimonianza fondamentale di un percorso che va oltre le convenzioni imponendosi come messaggio autentico di forte impronta spirituale.
Enzo Cucchi nasce a Morro d’Alba, un paese contadino nella provincia di Ancona, il 14 novembre 1949. Considerato l’artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Cucchi ha, sin dagli anni Ottanta, un riconoscimento internazionale. Già dalla fine degli anni Settanta l’artista, trasferitosi a Roma, entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e Sandro Chia, con i quali instaura uno scambio dialettico ed intellettuale.
La pittura è per Cucchi mezzo di aggregazione di forme, concetti, attraverso cui assorbire immagini e pensieri. La perdita delle coordinate spazio temporali e l’incursione continua nel territorio culturale e in quello delle emozioni, coincide con un uso personale dei colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati, e con una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, dal mosaico, al bronzo. La sinergia tra le arti lo ha condotto a muoversi in ambiti differenti (dalle arti visive all’architettura, al design, alla moda). Così nascono le collaborazioni con Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e Mario Botta.
Negli ultimi anni, quattro opere permanenti sono state appositamente realizzate dall’artista per quattro diverse città: il mosaico per il Museum of Art di Tel Aviv, la ceramica monumentale per l’Ala Mazzoniana della Stazione Termini a Roma, i due lavori in ceramica per la Stazione Salvador Rosa, progettata da Mendini, nella metropolitana di Napoli e il mosaico per l’aula delle udienze del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara. Lavori che dimostrano come l’attualità di un linguaggio fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno e seduzione formale della materia, possa rapportarsi con la complessità dello spazio urbano e con i singoli contesti culturali con i quali questo entra in comunicazione. Tra i lavori più significativi in questa direzione vanno citati gli affreschi della Cappella di Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata dall’architetto Mario Botta (1992 – 1994) e l’ideazione del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali e ha preso parte a mostre collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Il Musée d’art modern di Saint- Etienne Metropole, il Museo Correr di Venezia, la Triennale di Milano. Ha partecipato, inoltre, alle rassegne d’arte contemporanea più significative a livello internazionale tra cui la Biennale di Venezia e Documenta di Kassel. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.

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