Autogestione del Liceo Pitagora: oltre le solite occupazioni

RENDE (Cs) – Il liceo scientifico linguistico Pitagora di Rende dal giorno 14 al 20 ottobre si è autogestito.
L’iniziativa ha avuto un grande riscontro per l’originalità e si è opposta al coro obsoleto e poco proficuo di occupazioni.
L’autogestione è stata svolta ordinatamente nelle 4 giornate scolastiche con l’istituzione di 21 diversi laboratori totali (musica, protesta e riforme, fotografia, disegno creativo, giornalismo, problemi giovanili, ecc.) I laboratori formativi sono nati con l’intento di “fare scuola in modo diverso” per trattare temi ad oggi importanti ma fuori dal programma scolastico ordinario in un modo più vicino alle necessità degli studenti di oggi. Da questi difatti è stato prodotto numeroso materiale utile alla formazione personale di ogni studente. 
Ai laboratori si sono accostate quotidiane assemblee d’Istituto in cui venivano esposti e discussi i frutti dei vari laboratori.
La scuola ha partecipato interamente e attivamente all’iniziativa, sia gli studenti che i docenti, il personale e  la dirigenza.
Questo il documento scelto e prodotto dagli studenti che hanno partecipato al laboratorio di giornalismo:

“Noi giovani siamo sempre stati etichettati come quella fascia della popolazione ancora talmente immatura che non è necessario prendere in considerazione. A volte veniamo considerati disinteressati ad ogni tipo di problema che non ci riguarda direttamente ma ogni qual volta proviamo ad organizzarci per cambiare qualcosa al di fuori della nostra cerchia di amici veniamo comunque indicati negativamente. E’ vero che, molto spesso, le proteste come le occupazioni o le manifestazioni sono solo un pretesto per non fare lezione ma ci teniamo a far sentire la nostra voce perché se siamo il futuro del mondo, se sarà nelle nostre mani vogliamo ricevere un mondo sano, non frantumato. Se siamo gli uomini del domani dobbiamo cominciare oggi a fare esperienza per non commettere gli stessi errori dei nostri predecessori. Perché la verità è questa, siamo figli di una società malsana che per alcuni aspetti si rispecchia in noi, nei nostri errori, ma allo stesso tempo sbagliando e cadendo, come i neonati che imparano a camminare, cerchiamo di costruire il mondo che abbiamo sempre sognato, il nostro mondo!”

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