Cosenza, nulli gli atti di Occhiuto alla Provincia dopo la sfiducia

COSENZA – La politica cittadina continua a riservare colpi di scena. E le vicende elettorali si mescolano con le sentenze della magistratura. Soltanto da poche ore è giunta la decisione del Consiglio di Stato che ha riammesso, contro ogni pronostico, la lista Cosenza Popolare. Adesso il Tar ha accolto il ricorso presentato dai consiglieri provinciali Di Natale, Capalbo, Rizzo, Iacucci, Nociti e Passarelli, tutti della minoranza che si richiama alle posizioni del Pd e del centrosinistra. La vicenda è nota ma vale la pena ricapitolarla. La sera del sei febbraio la maggioranza dei consiglieri comunali di Palazzo dei Bruzi consegnano le proprie dimissioni ad un notaio decretando di fatto la conclusione anticipata dell’amministrazione Occhiuto. Questo atto comporta anche la decadenza di Occhiuto dalla carica di presidente della Provincia, e quella del consigliere comunale Lino Di Nardo dalla carica di vicepresidente della Provincia. Secondo le nuove norme sulla composizione delle giunte provinciali introdotte dal decreto Delrio, al presidente decaduto dovrebbe subentrare il consigliere provinciale anziano, ovvero Graziano Di Natale, esponente del Partito Democratico. Mario Occhiuto però, in data 8 febbraio con proprio decreto recepisce le dimissioni di Lino Di Nardo, nominando contemporaneamente vicepresidente, con un altro decreto, il consigliere Franco Bruno, esponente di centrodestra, vicino alle posizioni di Fausto Orsomarso. Franco Bruno pertanto gli subentra come presidente facente funzioni. Al Pd questa manovra proprio non va giù. Viene reputata illegittima. Ed il Tar in effetti, dà ragione al Partito Democratico, dichiarando la nullità sia delle dimissioni di Lino Di Nardo, sia della nomina a vicepresidente di Franco Bruno. Dal momento della pubblicazione della sentenza le funzioni sostitutive sono svolte dal consigliere anziano, Graziano Di Natale. Franco Bruno ha preannunciato ricorso al Consiglio di Stato: «Impugneremo la decisione del Tar. Abbiamo già dato mandato all’Ufficio legale di fare le sue valutazioni» afferma, in una dichiarazione. Secondo Bruno, la sentenza «è in palese contrasto con le decisioni del Consiglio di Stato in materia».

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