Crisi a Palazzo dei Bruzi. La reazione dei forzisti Tallini e Mangialavori

talliniREGGIO CALABRIA – «Quello che è accaduto a Cosenza è un fatto di rilevanza nazionale. Cosenza non è una città qualunque, è il Capoluogo della più vasta provincia calabrese ed ha rappresentato, per lo spessore di molti suoi uomini politici, sempre un chiaro riferimento di democrazia. La brutalità, il cinismo, oserei dire la malvagità con cui Oliverio, Gentile e Morrone hanno disintegrato ben due Istituzioni, Comune e Provincia, sono degni dei peggiori regimi dittatoriali. Assad e Al-Sisi non avrebbero saputo fare di meglio per zittire i propri avversari». Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia a Catanzaro Domenico Tallini. «Non esito a dire, da calabrese – prosegue – che è stata consumata la più squallida e spregiudicata operazione politica che la Calabria ricordi. Non lo dico, ma questo sarebbe scontato, solo per difendere l’esperienza di un sindaco come Mario Occhiuto che appartiene al mio stesso partito, ma per denunciare l’assoluto disprezzo che Oliverio, Gentile e Morrone hanno per le Istituzioni. Tutti sanno, non solo a Cosenza, ma in ogni angolo della Calabria, come e’ stata costruita l’operazione, quali strumenti sono stati utilizzati per raccogliere le firme, quali pressioni sono state esercitate. Si manda a casa un sindaco che ha lavorato bene, che ha rilanciato Cosenza dopo una crisi profonda, che è molto stimato dai concittadini come dimostrano alcune recenti rilevazioni. Un avversario troppo scomodo per lasciarlo in sella. Si manda a casa Occhiuto non perché ha lavorato male, ma solo perché troppo bravo. Il messaggio lanciato dal trio Oliverio-Gentile-Morrone, alfieri del Partito della Nazione, è davvero inquietante. Da oggi la Calabria non è più una terra libera, dove i cittadini possono scegliersi il sindaco, ma una terra ostaggio del più spietato gruppo di potere che la storia ricordi. I cittadini però – conclude Tallini – possono ancora ribellarsi, riconfermando Mario Occhiuto sindaco e mandando finalmente a casa coloro che giocano con le Istituzioni per i loro fini personali».

Mangialavori«Maestri di trasformismo, consociativismo e cinismo. Ma soprattutto di un trasversalismo che frustra ogni ipotesi di sviluppo per la comunità che si pretende di rappresentare. Le vicende sulla caduta del consiglio comunale di Cosenza sono una spia tangibile della spregiudicatezza di una certa classe politica che indipendentemente dal suo dichiarato schieramento considera il proprio poteruccio localistico al di sopra di ogni cosa». Lo afferma il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Mangialavori. «La crisi al comune di Cosenza – prosegue – delinea un comportamento che non ha la dignita’ del gattopardismo. Nell’analisi del principe Tommaso di Lampedusa, i dignitari del potere hanno il buonsenso, quanto meno, di salvare l’apparenza. Le vicende cosentine testimoniano il totale disprezzo anche della forma. L’obiettivo è uno e solo uno: perpetuare all’infinito le proprie posizioni di rendita politica. Naturalmente senza valutare le conseguenze e i riflessi per la cittadinanza. La crisi della Calabria risiede proprio in un deficit di rappresentanza politica che pecca di qualsiasi credibilità ed è totalmente priva di idee e valori. E i risvolti cosentini ne sono la più vivida testimonianza. Gli autori di tale crisi dovranno rispondere al tribunale della loro coscienza politica, ma soprattutto a quello della storia che li condannerà senza alcuna possibilità di appello. Onore, infine – conclude Mangialavori – a Mario Occhiuto che in tutta la vicenda si è comportato con serietà, dignità e coerenza. Un primo cittadino, Occhiuto, dalla prospettiva amministrativa lungimirante che ha posto professionalita’ e coraggio al servizio della sua comunità».

 

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