Vigor Lamezia-Rende, quando la serie D era un’altra cosa

Al D’Ippolito il remake di un derby che dieci anni fa emozionava i tifosi.

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Era l’Aprile del 2004 quando sul prato verde di Via Marconi andava in scena una delle partite più sentite mai giocate nella Piana: l’allora corazzata del presidente Mercuri riuscì ad avere la meglio sulla sorpresa del campionato, il Rende di Franco Giugno, dopo un match tirato e pieno di emozioni. Finì 3 a 1 per i biancoverdi in uno stadio (allora senza curve) traboccante di passione: Castillo, Alessandrì, Mangiapane, Vanzetto, Gaccione, Rogazzo ed altri fenomeni vestivano la maglia per la quale Mercuri si svenò, senza mezzi termini, nella speranza di ottenere il salto di categoria. Salto che arrivò poi però solo dopo i Play Off, visto che proprio la matricola terribile del piccolo centro cittadino vicino Cosenza riuscì miracolosamente a vincere quel campionato.

Altri tempi, altro campionato, altra filosofia: allora a Lamezia c’era voglia di vincere, voglia di far proprio un campionato, voglia di lottare per una categoria che verrà si raggiunta, ma nella quale, negli anni successivi (se si escludono le parentesi Provenza, Ammirata e Costantino), si punterà poi, sotto diverse gestioni, soltanto a vivacchiare.

Oggi, Vigor e Rende rappresentano solo lo sbiadito ricordo di quelle compagini che in Serie D primeggiavano e che in C2 quanto meno riuscivano, con alti e bassi, a reggere il confronto con avversarie di livello.

In particolare a Lamezia la situazione, inizialmente drammatica, diventa anche grottesca col passare del tempo. Dopo lo scandalo “Dirty soccer” e le conseguenze pessime derivanti, in casa Vigor Butera si sfoga dopo il Consiglio Comunale di martedì scorso e dopo le parole abbastanza dure di Mascaro nei confronti di chi in società si è occupato della gestione sportiva nel post retrocessione: “Ci siamo presentati in Consiglio speranzosi di  ricevere una parola di conforto dal sindaco, e vederlo fare un appello a tutte le forze imprenditoriali della città. Ed invece ci siamo sentiti quasi rimproverare per non aver mollato la società già in estate, invitandoci adesso ad accompagnare la squadra in Eccellenza. Come se fosse poi scontato ripartire e tornare prontamente in Serie D. Io invece sostengo che bisogna fare di tutto per evitare di retrocedere nel massimo campionato regionale. Se poi sulla società dovessero piovere nuovi deferimenti, penalizzazioni o altro, si vedrà, ma non possono e non devono condizionarci in questo frangente. Dopo quello che si era detto il giorno prima in Consiglio Comunale, mercoledì mi sono sentito in dovere di andare a tranquillizzare e spronare la squadra, la quale mi ha ribadito che fin quando non dirò eventualmente loro di raccogliere armi e bagagli, con il coltello tra i denti pur di non lasciare nulla d’intentato. Parole che mi hanno inorgoglito e che mi auguro spronino al contempo i tifosi a venire allo stadio per trascinare la squadra ad una vittoria che sarebbe fondamentale per rilanciarci nella corsa salvezza. Tra l’altro, nell’occasione mister Gatto potrà contare sui rientri di Giannusa, Marino e Manganaro, oltre a poter utilizzare l’ultimo arrivato Simone Golia, attaccante esterno, classe ’96, ex Primavera di Inter, Bologna e Carpi”. 

Fermo restando l’inopportuno richiamo ai tifosi (“Me ne sarei aspettato almeno una cinquantina, invece ormai sembrano tutti rassegnati e questa è la peggiore cosa. Anche perché devono capire che il loro supporto Domenica e non solo, ovviamente, sarà fondamentale”), gli unici ingiustamente danneggiati e colpiti dalla decadenza della Vigor Lamezia, va quanto meno sottolineata la volontà di giocatori e staff tecnico a non mollare e a continuare a lottare per una causa apparentemente persa, visto che le dichiarazioni di Torcasio di Martedì, incentrate sull’affermazione che probabilmente i giocatori sarebbero stati liberati dopo il derby, lasciavano presagire a una fine ancor meno dignitosa.

Il rientro dei “pilastri” dell’attuale rosa e un nuovo arrivo per affrontare al meglio questa partita, dunque. Nulla a che vedere con Castillo e soci, sia chiaro. Ma, quanto meno, la voglia di affrontare al massimo delle possibilità un match in grado di evocare dolci ricordi.

GIACINTO MORELLI

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